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giovedì 28 mar
  • Dichiarazioni dirompenti di Ciancimino al processo Mori

    Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito, ha deposto il aula ieri e oggi al processo Mori.

    Ieri Ciancimino ha parlato di presunti investimenti dei boss palermitani in Milano 2, centro residenziale di Segrate. Sulla presunta trattativa tra Cosa nostra e parti dello Stato si è parlato di una presunta immunità territoriale goduta dal boss mafioso Bernardo Provenzano. Nel 1992 sarebbero stati nel mirino della mafia anche Grasso, Mannino e Vizzini. Nel 2009 un presunto componente dei servizi segreti avrebbe intimidito Ciancimino a Bologna.

    Oggi Ciancimino ha detto che la cattura di Riina venne agevolata dal padre: «Diede indicazioni per la cattura di Totò Riina e convinse Bernardo Provenzano. Non fu facile, Provenzano non amava il tradimento». Si è parlato anche di una figura che avrebbe pressato Riina per proseguire nella strategia stragista. Ciancimino ha dichiarato che il senatore Marcello Dell’Utri conosceva Provenzano e che secondo il padre gli sarebbe subentrato nei rapporti con Cosa nostra. In un pizzino letto in aula si parla di un interessamento di Dell’Utri e di Cuffaro per un provvedimento di clemenza verso i detenuti.

    La deposizione proseguirà lunedì prossimo.

    Palermo
  • 21 commenti a “Dichiarazioni dirompenti di Ciancimino al processo Mori”

    1. Contrariamente a quanto comunemente ritenuto, il gruppo Fininvest non ha sempre goduto di ottima salute finanziaria, anzi.
      Prima della “discesa in campo” del suo fondatore e della quotazione delle aziende scorporate in Mediaset, aveva un’esposizione finanziaria, a dir poco, preoccupante.
      So per certo che il conte Cassina (azionista di riferimento di una banca locale palermitana), su richiesta di Vito Ciancimino, organizzò un incontro di dirigenti di varie banche locali siciliane per presentare un “manager venuto da Milano” per reperire capitali per conto di un’ importante impresa del nord. I banchieri locali risposero di no. Non so se quel manager si rivolse altrove, so che si chiamava Marcello Dell’Utri.

    2. M’arrizzanu i pìla !!!

    3. Ricordo che nel febbraio del 2009 il processo Mori si svolgeva in una piccola aula del nuovo tribunale e fu seguendo alcune udienze che nacque nel Comitato Addiopizzo quel forte DESIDERIO DI VERITA’
      che diede origine ad un video(realizzato nel marzo del 2009)
      http://www.addiopizzo.org/news.asp?id_news=96(guardatelo..)
      Oggi quel processo si svolge nell’aula bunker e credo che quel desiderio di verità sia sempre più forte in tutti coloro che hanno a cuore la nostra Repubblica.
      lunedì 8 si svolgerà il controesame di Massimo Ciancimino da parte della difesa e forse capiremo altro…. ma
      SICURAMENTE quello che dici Donato avvalora ancora di più le parole di Junior…

      Pequod

    4. Ma più chiaro di così?
      A Palermo queste storie le conoscono anche i muri…
      Sfido chiunque ad alzarsi e dire: “Ma chi l’avrebbe mai detto? Non me lo sarei mai immaginato….”
      Io ricordo d’aver sentito per la prima volta il nome di Berlusconi quando ingurgitò la gloriosa Telesicilia, che fu la prima a trasmettere in Sicilia le trasmissioni che arrivavano da Cologno Monzese.
      Ero un bambino, allora, ma, chissà perchè, mi è rimasta nella memoria una conversazione di mio padre con altra gente, ai quali chiedeva chi m…….fosse questo signor Berlusconi di Milano che s’annacava tanto.
      Gli risposero qualcosa come: “Niè….un prestanome di gente di qui. Gente seria……”

    5. Più chiaro di così niente. Servono riscontri, non dichiarazioni, ai pentiti od ai collaboranti che hanno interesse ad affermare certe cose che i PM vogliono sentirsi dire.
      Se no chiunque può dire qualsiasi cosa e fare condannare chiunque. Sulla scorta delle dichiarazioni, vanno fatti i dovuti riscontri. Se no siamo all’assoluta incapacità di accertare i fatti, ma accettiamo solo le dichiarazioni, che non sono fatti, fin quando non sono confermati da questi.

    6. Donato Di Donna dice:
      ‘So per certo che il conte Cassina (azionista di riferimento di una banca locale palermitana), su richiesta di Vito Ciancimino, organizzò un incontro di dirigenti di varie banche locali siciliane per presentare un “manager venuto da Milano” per reperire capitali per conto di un’ importante impresa del nord. I banchieri locali risposero di no. Non so se quel manager si rivolse altrove, so che si chiamava Marcello Dell’Utri.’
      Quindi Donato Di Donna ha assistito, per sapere con assoluta certezza, a quell’incontro. E quindi Donato Di Donna é un testimone. E’ andato alla procura della Repubblica a riferire, da testimone?
      Se non lo ha fatto, mi chiedo come mai.

    7. Quello che parla è il figlio di Ciancimino…….
      Ripeto: il figlio di Ciancimino.
      Non “chiunque può dire qualsiasi cosa e fare condannare chiunque”.
      E’ il figlio di Ciancimino che ci spiega gli affari luridi di suo padre. Ovviamente chiamerà in causa le persone che questi affari luridi li hanno condivisi.
      Basta essere estraneo ai fatti, per non avere niente a che fare con queste storiacce.

    8. cambia qualcosa, adesso? :/

    9. tanto non cambia nulla, no? :/

    10. Provo a mandare per la terza volta il mio commento, i primi due non so perchè non sono apparsi.
      Vorrei semplicemente dire che, la situazione sembra molto chiara sia in un senso che in nell’ altro ma putroppo tutto resterà uguale, o no?

    11. quanta …SPORKIZIA…!!!

    12. […] Dichiarazioni dirompenti di Ciancimino al processo Mori […]

    13. Il punto é sempre lo stesso, per qualunque testimone, di qualunque cosa. Le cose dette vanno riscontrate, se no le parole possono anche essere solo parole e dette, per vantaggio personale.
      Questo é il senso dell’uso dei collaboranti, dei pentiti, dei testimoni. Se no si rischia che se la parola diventa fatto, non verificata da fatti e riscontri, che ognuno la possa usare a suo vantaggio indiscriminitamente.
      E questo é davvero un pericolo notevole.

    14. uma
      i processi servono per questo l’importante è credere alle sentenze e non essere pronti a criticarle ….quindi aspettiamo…
      certo le operazioni di screditamento del teste ciancimino junior sono in atto da tempo ma…aspettiamo il controesame della difesa e ..la sentenza …poi si aspetteranno anche gli altri due gradi di giudizio ma ….ma il primo grado servirà già a….capire qualcosa..o no?

    15. Credo che debba essere rispettato il principio di verifica dei fatti, Pequod, se no domattina chiunque si alza e dice qualunque cosa e le parole diventano fatti. Bisognerebbe stare attenti a certe cose. Non é la prima volta che magistrati desiderosi di scoop, diventino poco cauti nei confronti del reale accreditamento delle prove, con gravi danni per le persone. Si stia attenti a certe cose.

    16. Le dichiarazioni di Ciancimino ovviamente vanno verificate.
      Certamente c’è un modo velocissimo per farlo: chiarire la provenienza dei soldi (si parla di circa 300 milioni di Euro a valori attuali) che B. usò negli anni ’70 per costruire Milano 2. Sarebbe semplicissimo ed eviterebbe alla radice la ridda di illazioni e mezze frasi che ammorbano – Dio non voglia! – la vita politica italiana e minano non poco la credibilità del nostro caro leader (almeno agli occhi di quelli che hanno ancora un cervello da accudire).
      Berlusconi potrebbe farlo direttamente o delegare qualcuno dei suoi numerosi “bravi” deputati (“bravi” lo intendo in senso manzoniano, eh!). Ci vorrebbe un minuto, convochi una bella conferenza stampa e dici urbi et orbi: Ciancimino dice il falso, ecco i documenti che dimostrano da dove arrivarono i soldi con cui edificai Milano 2. Punto e a capo.
      Peccato però che quando ne ebbe l’opportunità su un un vassoio d’argento, dietro specifica e precisa domanda del PM Ingroia che andò addirittura in trasferta a Palazzo Chigi per raccogliere la sua dichiarazione di testimonianza al processo dell’Utri (correva l’anno 2002 o 2003 e lui era P.d.C, come lo è oggi), B. fece mettere a verbale la seguente stringata risposta: MI AVVALGO DELLA FACOLTA’ DI NON RISPONDERE.
      E quindi, cara Uma, fino a quando Berlusconi non farà definitiva, documentale e incontrovertibile chiarezza sul punto, permettimi di nutrire più di una riserva sull’origine del soldi di B., senza per questo voler automaticamente dare incondizionato credito a Ciancimino (di lui si occupi la magistratura, ché io sono già abbastanza preso).

    17. Ineccepibile Leone!
      ..ricordo inoltre che per fortuna esiste una magistratura inquirente ed una giudicante,tutti a ricerca di scoop..??
      occorre rstabilire ol principio del RISPETTO DELLE SENTENZE!

    18. Ci fù il tempo in cui gl’infami Ciancimino collocandosi fra mafiosi, politici e sbirri loro pari, s’arricchirono spudoratamente impedendo con la violenza, la morte e l’inganno, l’accesso ai più elementari diritti ed alla dignità Costituzionale ai siciliani onesti; ora è il tempo di tentar d’uccidere la verità, che si è fatta largo sulla strage di via D’Amelio che segna l’immediato interesse di esponenti importanti della Procura di Palermo, servi di quelle Partecipazioni Statali… è per questo occorreva ancora una volta un Ciancimino.

    19. Leone e Pequod, anche Ciancimino dovrebbe provare le cose che dice. Non é che se dice una cosa, e B. non ne risponde automaticamente ha ragione Ciancimino. Ma dove siamo arrivati?

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