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giovedì 28 mar
  • Barba bianca

    Non so nemmeno la ragione che mi riporta, ancora, a scrivere di Palermo. Forse, in fondo, la trovo ancora irragionevolmente bella. Questo mi vado dicendo, mentre riprendo con la scrittura di queste poche righe. Da poco, l’ennesimo anniversario di Capaci. Ogni anno è strazio puro. Ogni anno, mi pare, essere sempre peggio. Ogni anno, vengono fuori misteri e nuovi depistaggi. I servizi deviati, le indagini rimaste lì al palo. Scorrevo canali e le trasmissioni erano vacue. Non una diretta su nessuna rete nazionale. Un fotogramma: un padre con la barba bianca, sempre più lunga. Un uomo anziano che, ancora, non smette di chiedere e cercare verità e spiegazioni per la morte di quel figlio. Avevo 20 anni ed anch’io, allora, vedevo le cose in maniera diversa. Dolente e devastata, ecco. Ci sono eventi, pochi, che cambiano la percezione del mondo. Quello fu uno di quelli. Rivedo le immagini – quell’autostrada sventrata – e rimango ancora ora pietrificata. Nausea e disprezzo, ancora ora a distanza di 18 anni. Disprezzo per le collusioni, per il malaffare e per quelle vite buttate via insieme a quei pezzi d’asfalto. 20 anni e molte speranze; cambierà, vedrete, adesso la lotta alla mafia diverrà priorità e sarà certamente sconfitta. Questo ci dicevamo, allora. Palermo, allora, era come Beirut: anche questo si andava dicendo.
    Hanno montato un palco, anche quest’anno. Ho visto macchine della polizia municipale ed un paio di carro attrezzi. Transenne, poi. I preparativi per la commemorazione dell’eccidio. Un’aria surreale. Sono arrivati giovani da tutta Italia. Avranno ascoltato voci e chissà, forse, avranno visto le cose per quello che erano, per quello che sono. Sono passati, in un soffio, 18 anni. L’età di molti di questi giovani arrivati a ricordare ed ascoltare, appunto. Le indagini sul fallito attentato all’Addaura vengono riaperte, oggi, a distanza di 21 anni. Una vita, si, e le indagini vengono riaperte. Com’è possibile?! La giustizia ha i suoi tempi, certo. I depistaggi, si dirà, d’accordo. Agenti che depistano, agenti dei servizi che non hanno ancora nomi. Padri che aspettano, ancora, e si fanno crescere la barba a futura memoria. Ma che Paese è, questo? È un paese piccolo, ricco di miserie e di funamboli. 18 anni, da allora, ed un imbarazzo crescente. Il volto di quel padre mi rincorre nella memoria. Incorniciato in quella barba bianca, candida e irregolare. Quanto tempo dovrà ancora aspettare? È un paese strano, il nostro. Un paese che non ha rispetto dei morti e che, con molta probabilità, ne ha ancora meno per i cercatori di verità. Quella barba bianca, sic, è lì a ricordarcelo. Quella barba bianca, candida ed irregolare che avrebbe mille ragioni per essere tolta via. Quella barba bianca è una ferita ancora aperta.

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