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venerdì 19 apr
  • Azione

    Ho provveduto ad inoltrare la seguente lettera al presidente del Consiglio comunale (Alberto Campagna), al presidente della Commissione Trasparenza e Legalità (Davide Faraone) ed al presidente della Commissione Cultura (Salvatore Italiano).

    Lettera regolamento Cultura

    Qualunque sistema non può funzionare in assenza di regole certe. Nel caso dei sistemi sociali le regole devono essere rispettate e nel caso si intendano sistemi democratici anche condivise.
    Le regole ci rendono TUTTI UGUALI e consentono di esaltare la qualità di ciascuno.

    Nelle pagine di questo blog più volte è emersa la questione regole. Poco tempo fa un intervento di Davide Faraone puntava l’attenzione sulla questione spazi culturali a Palermo e sulla non trasparente procedura di affidamento. Una utente (Sandra) ha scoperto come in realtà sindaco e Giunta non sono sottoposti ad un sistema di regole nella gestione dei fondi comunali sulla cultura e degli spazi comunali perché dette regole non sono state approvate dal consiglio nonostante siano state predisposte dal dirigente responsabile oltre 17 mesi fa.

    Premetto che non ho a cuore la dimensione culturale della nostra città più di quanto non abbia a cuore i problemi sociali, la questione dei senza tetto, l’assenza di asili nido, gli spazi verdi, il problema inquinamento ecc. Sono però sempre più convinto che affermare il principio di priorità delle regole sia la premessa della democrazia. Le regole devono valere prima ancora dei contenuti poiché sono l’asse portante del nostro stare insieme.

    Nel caso della cultura la mancata approvazione dei regolamenti favorisce due categorie, chi in assenza di regolamento può agire più liberamente nella gestione delle risorse: i politici; chi in assenza di regolamento può trarre avvantaggio da forti collegamenti con la prima categoria.

    Se i principi di attribuzione fossero regolamentati l’associazione di turno non avrebbe motivo di cercarsi un appoggio politico, o peggio il politico di turno non avrebbe modo di crearsi un’associazione per drenare risorse, perché in assenza di curriculum e comprovata attività ai fondi non avrebbe diritto. (A tal proposito ricorderete tutti lo scandalo dei progettini denunciato da Stefania Petix, con un regolamento sarebbe stato molto più difficile orchestrare quelle attività)

    I fondi per la cultura sono fondi interessanti nella gestione politica perché in assenza di regole, trattandosi di valore immateriale non facilmente quantificabile, consentono la determinazione di grossi valori aggiunti. Quindi sebbene non siano cifre particolarmente significative nelle pieghe del bilancio comunale (anche se ai tempi d’oro l’Ufficio Grandi Eventi gestiva fino a 12 milioni di euro) sono tutti soldi di fatto nella piena disponibilità del sindaco, della Giunta e del Consiglio.
    Con questi fondi si fa, dicono in gergo, “politica”, ovvero sono utilizzati per creare e consolidare clientela.

    Chi ha vantaggio dall’approvazione del regolamento? I politici onesti. Quelli cioè che non hanno interesse a fare “politica”/clientela, ma che hanno un rapporto trasparente con il proprio elettorato, (se ci sono è il momento di farsi avanti). Gli operatori seri e qualificati che sono disponibili a “giocarsela” con le proprie competenze.

    Questo chiarisce quindi l’importanza di avviare un percorso per l’approvazione di un regolamento comunale per le attività culturali. I punti saldi di questa attività sono:

    1. serve a fare passare il principio che le regole sono basilari, se tutti ci battiamo perché il regolamento venga approvato, potremo poi con lo stesso sistema chiedere regolamenti in ogni ambito e settore.
    2. serve a capire di quali politici possiamo fidarci, quali cioè sono disponibili a rinunciare ad uno strumento per fare “politica”, in favore di un sistema di principio ed equità.
    3. serve a capire quali operatori culturali sono “puri nel cuore”, e quindi sono disponibili a sostenere un sistema che li costringerebbe a competere sulla base delle competenze e non delle amicizie.

    Abbiamo quindi chiaro il problema ed in che modo si articoleranno gli schieramenti.

    Il vantaggio della battaglia di principio per le regole è anche che obbliga ciascuno di noi, al di là dei facili proclami a prendere posizione pubblica e difendere o un interesse collettivo (il regolamento) o un interesse personale (l’assenza di regolamento). E questo indipendentemente dal proprio ambito di interesse o appartenenza. È una battaglia civile.

    Da come ciascuno di comporterà potremo capire più che da mille proclami.
    Come diceva Gandhi: «Lasciamo che parlino per noi la nostra vita e non le nostre parole».

    Ospiti
  • 75 commenti a “Azione”

    1. Azione! Pronti, partenza, via!
      Bel post Giovanni, davvero.
      Peccato averlo scritto da una scialuppa di salvataggio mentre in lontananza la nave affonda. A scriverlo da lassù, piuttosto che danzare felici sulle note di una cover band di Charleston (pagata da noi), forse, chissà, certi iceberg li avremmo pure scansati. Try again.

    2. Fatte le regole quali sarebbero le sanzioni e chi le comminerebbe?

    3. A proposito di sanzioni, alzo il tiro. Nel 1994 (sedici anni fa) il problema delle “regole” si pose anche per la concessione dei finanziamenti regionali di argomento simile (la ben nota Tabella H) ma di importi stratosfericamente superiori (decine miliardi in lire e decine di milioni poi in euro). Qualche associzione o centro studi l’aveva fatta grossa e dell’argomento si era occupata la magistratura. S’invento quindi un “paravento”, una istanza da presentare con programmi e notizie sulle attività degli enti. Un ipotetico “servizio ispettivo” avrebbe potuto (se ci fossero stati motivi di dubbio) effettuare delle verifiche e proporre quindi la “subordinazione della concessione del finanziamento” ad un qualche correttivo. Ispezioni fatte in sedici anni? Credo zero. Revoche o riduzioni dei finanziamenti? Anche qui credo zero (se ci sono state è accaduto per altri motivi, dall’errore contabile al disimpegno delle somme per decorrenze di termini ecc.).
      In sintesi, e scendendo al livello comunale. L’adozione del regolamento è il primo punto, ineludibile: che si faccia un bando almeno annuale se non triennale, che s’imponga la presentazione dei rendiconti di spesa con codici fiscali e nomi dei beneficiari, le fatture quietanzate, i pagamenti per bonifico, il saldo dei contributi solo a conclusione delle iniziative, e quant’altro le leggi consentono per evitare il falso. Il secondo punto: l’evidenza pubblica. Che il bando sia diffuso ufficialmente (Gazzette) e pubblicisticamente, che vi siano termini ante quem e post quem per la presentazione delle istanze, che vi siano funzionari responsabili (non nel senso umano, ma burocratico cioè rispondano dell’eventuale illecito).
      Quesito finale: questo è possibile nell’attuale amministrazione municipale?

    4. “I politici onesti”

      E’ sempre bello utilizzare ossimori inflazionati ma comunque ad effetto.

    5. La lingua batte dove il dente duole.
      Si, le regole sono giuste e belle, e chi direbbe il contrario? Nemmeno un politico lo direbbe, a parole.
      In altri contesti, molto più importanti, si chiama conflitto di interessi; qui invece mi sembra come volere salvare un palazzo, in mezzo al terremoto, che deve per forza crollare, mettendoci una “lapazza” a sostegno, quando non ci sono le fondamenta ed il resto è acqua e sabbia.
      Ornamenti.
      Le basi della struttura sociale sono altrove. Da regolamentare secondo i canoni del mondo evoluto. Scuola, accesso al lavoro, accesso al credito, incentivazione all’impresa, etc. In ambito culturale: musei, biblioteche, centri culturali, … alla fine, solo alla fine, gli spettacoli passatempo che in questo sito si continua a confonderli con la CULTURA (forse è la parola più abusata in questo sito, ma il blog contiene pensieri, e non è responsabile delle parole abusate ovviamente…). Un esempio solo tra i tanti possibili: regolamentare l’accesso al lavoro in Sicilia, non solo a Palermo, vuol dire eliminare migliaia di posti inutili inventati solo ai fini clientelari, e regolamentare – per eliminare gli sprechi – la spesa pubblica per baby pensioni, tripli stipendi pubblici più pensioni, indennità ed tutti i simili privilegi fantasiosi; vuol dire non sprecare qualche decina di miliardi da utilizzare, invece, per attività produttive e creazione di lavoro reale. Fatti questi correttivi indispensabili si potrà dissertare su quali vasi usare e quali fiori metterci dentro o che colore scegliere per dipingere le pareti.
      Invece qui si discute delle briciole, intese come cifre irrisorie che se spostate non modificano di una “virgola” la concezione della vita sociale palermitana, al limite possono dare a alcuni togliendo ad altri (non essendo eventi culturali utili all’evoluzione, peraltro) e si tratta di pochi numeri a fronte delle decine di migliaia di voti che decidono le sorti della città per gli elementi sopra citati.
      Conclusione: azione, si, dalle fondamenta sociali, dalle priorità essenziali, poi ci si occupa dei piccoli ornamenti.

    6. evidentemente: perché in assenza di quelle fondamenta, dei correttivi sopra esposti, gli ornamenti non reggono, anzi non hanno dove reggere, crollano prima ancora di esistere.

    7. … indennità E tutti i simili privilegi…

    8. N.B. Non ho dimenticato l’altro elemento fondamentale da regolamentare, non l’ho scritto perché l’avevo fatto in post precedenti, ma ora penso che Rosalio ha sempre nuovi lettori… Mi riferisco alla regolamentazione per accedere alla politica e all’amministrazione della città; semplice: un carpentiere non può fare il chirurgo. Allora università per la politica, lunghi anni di studi, esami internazionali, stage di abilitazione dopo la laurea e prima di pretendere di amministrare.

    9. Questa, è una bella pagina di democrazia! Complimenti a tutti, a cominciare da Rosalio!

    10. @ Giovanni Callea: anche per te frutto di caldo e zanzare? 🙂
      Grazie di aver scritto questa lettera ad esponenti del consiglio comunale, a nome di una cittadina palermitana che crede nell’importanza delle regole uguali per tutti, approvate dall’istituzione pubblica. Ne sottoscrivo il contenuto e le finalità.
      Chi la condivide può sottoscriverla nel suo commento a questo post.

      @ ai Consiglieri Comunali destinatari della lettera: riceverete la lettera, ed è noto che ormai leggete i blog. Quindi aspettiamo un vostro interessamento dopo 17 mesi di stasi di quella proposta di delibera al Consiglio Comunale. Sarebbe gradito (per noi cittadini) un vostro commento nel post che attesti l’interessamento al sollecito dell’approvazione della proposta di delibera, atto pubblico che vi compete istituzionalmente. Avrete dato un chiaro segno di riavvicinamento ad una sfera di cittadini che ha a cuore la regolamentazione delle attività culturali del comune di Palermo.

      @ tutti: non conosco personalmente Giovanni Callea, se non per i post che scrive su questo blog, non conosco neppure il responsabile del blog Rosalio, Tony Siino, ma leggere il post “Azione” di oggi, dopo i precedenti post sulla cultura di queste settimane, è una positiva conferma delle potenzialità che questo strumento online offre, potenzialità che possono essere adeguatamente utilizzate anche (e non solo) per migliorare, in tanti campi, le condizioni del sistema di gestione dell’amministrazione comunale di Palermo, preposta istituzionalmente al governo del territorio.
      Il confronto è essenziale, e “Azione” sintetizza efficacemente il “quagliare” su qualcosa di specifico.
      Lo chiamo semplicemente “senso civico”, espressione autentica della propria “cittadinanza”.

      E sono contenta del fatto che la ricerca personale che ho effettuato esclusivamente sul web e che ha portato alla conclusione “esiste una proposta di consiglio comunale sulle attività culturali che da 17 mesi giace all’ordine del giorno dei lavori”, sia servita ad almeno un cittadino palermitano per compiere un ulteriore passo con l’obiettivo di fare chiarezza sull’esistenza e rispetto delle regole in un contesto pubblico. Questo è il concetto del “armiamoci e partiAMO”.

      Non sappiamo che effetto sortirà questa lettera al consiglio comunale con carattere di sollecito (ci auguriamo positivo), ma sono convinta e credo fermamente che un cittadino/a che ha a cuore le sorti della sua comunità urbana deve indirizzare costantemente l’attenzione sull’operato di chi governa e amministra un territorio, “proponendo” al consiglio comunale, quando lo ritiene opportuno per il bene comune, idee, modelli, regolamenti, nuovi sistemi gestionali, perché questo è l’organo che rappresenta i cittadini e quindi deve necessariamente ascoltare quando il fine coincide con il bene comune.

      Il mio invito è: sottoscrivete la lettera, se condividete il ruolo delle regole per tutti. Essere in tanti è importante per il raggiungimento di obiettivi comuni.
      Se regole dovessero essere approvate in questo campo specifico a Palermo, sarà certo una vittoria della volontà di tanti cittadini, ma il seguito non sarà strada tutta in discesa, ci toccherà fare di tutto affinché si vigili sul rispetto delle regole, e farà sempre parte del nostro essere “attenti cittadini”.

    11. Callea, ineccepibile.
      però, hai mai visto un tacchino chiedere di anticipare il natale?

    12. sottoscrivo e spero con tutto il cuore che i consiglieri non perdano quest’ultimo treno.

    13. stefania, onestamente mai visto, però è un punto di non ritorno perchè il tacchino non potrà in futuro spacciarsi per aquila;)

    14. Bella battuta, Stefania.
      Ora che il consiglio si dia da fare per approvare un bel regolamento che preveda una commissione (a gettone di presenza? naa, meglio un incarico retribuito che risulti a titolo gratuito) che avrà bisogno di una sede, una segreteria, auto di servizio e ipad.

    15. hai ragione Giovanni, almeno faremo la conta dei tacchini!
      Isaia, sei il solito ingrato 😉 invece di ringraziare questi servitori della patria che prestano gratuitamente il loro tempo e la loro professionalità tu m’insinui “la certezza” che ci sia dietro un manco misero introito e un ipad !
      non vi accontetate mai…

    16. Ora che lo sappiamo da una voce autorevole che 300.000 voti sono gestiti direttamente dalla mafia, quale dei “politici onesti” non volete che se ne faccia un baffo delle nostre esigenze di trasparenza e democrazia delle regole?

    17. Gentile Sig. Callea,
      ho letto la lettera ed il suo post, ne approfitto intanto per precisare che non ricopro più la carica di Presidente della Commissione Garanzia e Trasparenza dal mese di maggio 2008. Detto questo, il tema degli spazi e degli eventi culturali nella nostra città penso che vada affrontato seriamente, non soltanto dal punto di vista dell’applicazione delle regole, per le quali, non le sarà sfuggito, mi sono sempre battuto ed impegnato a sollecitare questa Amministrazione a metterle in pratica e non soltanto per ciò che riguarda la gestione degli eventi culturali.
      Il regolamento sulla cultura per completezza di informazione, fu presentato in commissione cultura dall’allora Assessore alla Cultura G. Puglisi. Stiamo parlando del 2004 e non di appena 17 mesi fa come erroneamente si pensa.
      Nella scorsa Consiliatura più volte si è tentato invano di prelevare il punto. Ma, tutte le volte mi sono ritrovato a sbattere contro un vero e proprio muro di gomma, perché la cosa non era conveniente e confacente agli interessi del Sindaco e dell’ ex Ufficio Grandi Eventi. Perché faceva e fa comodo, gestire le risorse in piena anarchia regolamentare.
      Penso che sia necessario non soltanto richiamare il consiglio comunale ad approvare il regolamento che giace all’O.d.G. da anni, ma richiamare anche quanti hanno a cuore questa questione ad esprimersi sul tema degli spazi culturali e della modalità di gestione degli eventi da parte dell’Amministrazione e dei suoi incaricati.
      Ho più volte affermato che Palermo ha energie e competenze da offrire, che ci sono esempi eccellenti che da questa Amministrazione vengono continuamente mortificate e offese. Sono disponibile a qualsiasi momento di confronto utile a far emergere le energie positive della nostra città, a promuovere e rivendicare diritti e trasparenza, sia nella gestione degli spazi culturali chenella produzione culturale.
      Sono convinto chè, così come alla politica sono demandati il compito e la responsabilità di istituire le regole al fine di evitare quello che è successo fino ad oggi al Comune di Palermo, agli organizzatori di eventi, sia demandata la responsabilità e lo scopo di avvicinare e formare le nuove generazioni, creare un circuito di fruitori culturali più ampio e diverso dalle solite nicchie palermitane e soprattutto degli operatori culturali le cui fortune e i cui prodotti, non siano esclusivamente legati al finanziamento pubblico.
      Non voglio dar luogo a polemiche, ma è un fatto incontestabile e su questo vi sono responsabilità oggettive, che in questa città sono mancate entrambe le cose, non abbiamo un evento di richiamo nazionale e internazionale che sia veramente tale.
      Giudico fortemente positiva l’iniziativa da Lei posta in essere. Io posso impegnarmi fin d’ora a prelevare il punto sul regolamento alla prossima seduta utile di Consiglio Comunale, però faccio presente il fatto che, se non si crea un forte movimento dall’esterno -ed in questo confido in Lei e nei tanti che sono intervenuti in questo blog sull’argomento-, difficilmente si otterranno risultati utili. Poiché è il Sindaco, la Giunta, l’amministrazione attiva a non volersi “spogliare” di questa “competenza” e a non volerla “imbrigliare” dentro regole certe e uguali per tutti.

      Davide Faraone

    18. evviva! ed è uno. adesso ne mancano quanti?
      49 + 12 di giunta più il.. sin-decor.

    19. io quoto gigi e aggiungo:
      gli spettacoli passatempo possono avere un senso a palermo se organizzati in luoghi come, ad esempio, il porticciolo di s.erasmo con esibizione di conati di vomito da parte di artisti e spettatori o altri luoghi simili tipo autolavaggio di piazza crispi o via messina marine o circonvallazione o …..
      altrimenti mi annoiano, anzi mi irritano,perchè vivendo qui ho perso ogni voglia di svago.

    20. Volevo cogliere l’occasione per chiedere alla sig.ra Petix se vi fossero novità circa il servizio sui beni confiscati alla mafia utilizzati illecitamente o per altri scopi: Nello specifico: come è finita con la struttura “casa di riposo” che Lei ha messo alla berlina dell’opinione pubblica nazionale?

    21. Ma che significa prelevare il punto? Cos’è, un modo di dire, un tecnicismo, una voce del burocratese? Prelevare il punto da dove? Per metterlo dove? All’ordine del giorno dei lavori del consiglio?
      O sono l’unico a non aver capito cosa significhi?

    22. aggiungo altresì:
      l’ultima forma di CULTURA a Palermo è stata, per me, l’installazione HOLLYWOOD di cattelan.per il resto deserto.

    23. “Poiché è il Sindaco, la Giunta, l’amministrazione attiva a non volersi “spogliare” di questa “competenza” e a non volerla “imbrigliare” dentro regole certe e uguali per tutti.”

      Cons. Faraone
      grazie per ritornare a interagire sull’argomento “trattazione della proposta di delibera sul regolamento delle attività culturali che da 17 mesi giace all’ordine del giorno dei lavori del consiglio”.
      Quando ho effettuato la ricerca online, è emerso chiaramente che la proposta di delibera sul regolemento delle attività culturali è stata predisposta dall’UFFICIO CULTURA E SPAZI ESPOSITIVI, (titolo: REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE ED IL SOSTEGNO DELLE ATTIVITA’ CULTURALI – SETTORE TURISMO, SPORT E ATTIVITA’ CULTURALI).
      Sono stati ottenuti anche i pareri di 2 Commissioni (COMMISSIONE I e COMMISSIONE V).
      Gli uffici dell’amministrazione hanno predisposto quella proposta che riportava le firme di responsabili del procedimento, dirigenti e anche dell’assessore (cioè un esponente della Giunta e un Settore attivo dell’amministrazione). Il potere esecutivo il suo dovere l’ha fatto (collezionando anche i pareri delle 2 Commissioni consiliari e inviando la proposta di delibera in Consiglio per la trattazione).
      Quindi su questo punto non si puo’ disquisire (la proposta di delibera con le relative firme è la prova ineluttabile)!
      Il fatto che lei ora si prenda a cuore il compito di “prelevare il punto sul regolamento alla prossima seduta utile di Consiglio Comunale” la rende, almeno a me e sono sicura agli occhi di diversi cittadini che leggono questo post, un Consigliere sensibile al problema (di mancanza delle regole) e la fanno riavvicinare a quelle persone che reclamano l’approvazione in consiglio di queste regole sulla cultura.
      Il fatto che ci sia ora questa lettera di Giovanni Callea indirizzata ad alcuni esponenti del Consiglio, e il fatto che altri sottoscrivono questa lettera in questo post, non fa altro che supportare il lavoro che lei svolgerà in seno al Consiglio.
      Ci faccia sapere gentilmente quando solleciterà i suoi colleghi per la trattazione della proposta di delibera in Consiglio a Sala delle Lapidi. Potremmo assistere alla seduta. Sarebbe una bella idea. Pubblichi un post su Rosalio in merito, così lo sappiamo almeno la mattina 🙂
      Ci si aspetta (da cittadini palermitani sensibili al problema) che il Consiglio la tratti, la discuta, la emendi se lo ritiene opportuno, ma che la discuta, posizionandola (grazie a lei che per primo si è offerto volontario in questo post) ai primi posti dell’ordine del giorno dei lavori di Consiglio.
      Vogliamo sapere quale consigliere, durante la trattazione in aula, sarà contro l’approvazione di questa proposta di delibera, così come abbiamo saputo i nomi di chi ha votato contro e a favore della mozione di sfiducia al sindaco. Sapere i nomi dei consiglieri che votano contro o a favore di un provvedimento di rilevanza pubblica è importante per i cittadini sensibili a questi temi, così poi ci possiamo regolare di conseguenza alle prossime elezioni. E’ l’unica arma di lotta democratica ed efficace che resta a disposizione delle persone che credono nella democrazia, e nell’importanza delle regole comuni.
      Questa è la dimostrazione di come un blog, almeno questo, non rappresenta e non fomenta un clima di odio ma è stimolo alla costruzione, al dialogo tra cittadini e rappresentanti delle istituzioni pubbliche, stimolo alla proposizione civile, esercizio del senso civico dei cittadini.
      Se c’è la tendenza al dialogo, da parte dei cittadini e da parte dei consiglieri di un amministrazione pubblica (manifestazione della volontà popolare) e allora un blog puo’ diventare uno strumento positivo per creare consenso, ma solo se si ascoltano le voci dei cittadini che chiedono qualsiasi cosa abbia a che fare con il BENE COMUNE.
      Questo post chiede ai consiglieri comunali di riprendere la trattazione di quella proposta di delibera sulle regole sulla cultura e se i consiglieri l’avranno fatto, si sarà compiuto qualcosa di “magico”, almeno per Palermo.
      Cio’ dimostrerà anche, in via diretta, l’infondatezza delle dichiarazioni del clima di odio dei blog. Sarà una vittoria per tanti.
      Voi avrete servito i cittadini e i cittadini vi avranno supportato nel vostro lavoro di trattazione della proposta di delibera. Solo questo, anche nella sua semplicità, mi sembra davvero fantastico. Un bell’esercizio di democrazia partecipativa. E sono sicura che lei, cons.Faraone, non può che esserne pienamente d’accordo, anche se non l’ho mai conociuta.
      Se il regolamento verrà approvato, successivamente ci si dovrà dare da fare per monitorare la corretta applicazione delle regole da parte degli uffici preposti e degli assessori (potere esecutivo) e anche quì il lavoro per voi consiglieri, sensibili alle regole, non sarà terminato (interrogazioni consiliari, commissioni consiliari di controllo), ma ci saranno sempre cittadini, altrettanto sensibili, a fare il tifo per voi. Se si riesce a costruire questa connessione online (blog) tra cittadino e suo rappresentante in consiglio, avremmo dato vita, insieme, a una rivoluzione cuturale pacifica, e lo strumento del blog entrerà nella storia positiva di Palermo sotto la voce “cambiamenti radicali”.
      Però facciamolo presto visti i tempi che corrono, prima che approvino una legge bavaglio che vieti la possibilità di dialogo tra un cittadino e un consigliere comunale su un blog 😉

    24. @ cox
      credo l’argomento sia fuori tema , ma in breve le dico che dopo i servizi tante assegnazioni sono state revocate, della casa di riposo non so, sarà il comune a stabilire cosa fare. Cmq se ha o se vuole informazioni mi contatti tramite striscia sarò ben lieta di fornirgliene.

    25. oltre che di REGOLE sarebbe interessante parlare di Cultura, oggi, a Palermo.
      di quale offerta e di quali spazi culturali si sta parlando…facciamo un po’ di nomi, citiamo iniziative e spettacoli degni di nota?
      due o tre nomi mi vengono in mente, artisti riconosciuti e premiati, che non credo vadano a presentare progettini ai politici.
      per ora questa sfilza di post sembrano – sacrosanti – tecnicismi per un posto al sole
      *
      l’incompetenza si manifesta con l’uso di troppe parole (Ezra Pound)
      *
      una riflessione su “pezzetti” di Cultura che spariscono:
      http://www.pupidizuccaro.com/2010/04/07/chiude-il-cinema-lubitsch-a-palermo-anche-in-primavera-muore-la-cultura/

    26. gentile on.le Faraone.
      la sua risposta le fa onore. prendo nota che non è più presidente della commissione trasparenza, che mi dicono peraltro sia stata soppressa. Penso che sarebbe rispettoso per i cittadini tutti (ed ovviamente non mi rivolgo a lei) che il sito del comune si aggiornasse, visto che ho preso dal li le informazioni.
      Credo che in molti sottovalutino l’importanza della gestione degli spazi pubblici, e quanto l’assenza di un struttura regolata abbia causato l’attuale far west.
      Naturalmente aspetto fiducioso le risposte dal presidente del consiglio e dal presidente della commissione cultura, risposte cui credo siano obbligati dalla legge.
      Le saremo comunque grati se vorrà tenerci informati sullo sviluppo della vicenda.

      @tutti,
      la democrazia partecipata è faticosa. occorre informarsi e cercare di capire, esporsi, predere posizioni, assumersi responsabilità (per colpe ed omissioni). Molto più semplice urlare che tutto non funziona, che la colpa è del sindaco o comunque di qualcun altro, che il problema non è la cultura e che comunque a palermo non si fa vera cultura, ecc. ecc. Cose che leggo da anni su questo blog.
      Come scriveva qualcuno non siamo su una scialuppa mentre la nave affonda, piuttosto siamo sulla nave che affonda e le regole sono la scialuppa.
      Giusto per tenere la conta dei tacchini 🙂 faccio presente che NESSUN operatore culturale si è espresso pubblicamente sulla questione regole ed
      un solo politico (che – perdonatemi il gioco di parole ma non resito – per l’appunto è un faraone).
      Ricordo a tutti i non tacchini che le regole non sono per gli operatori culturali ma per difendere il valore delle nostre tasse e quindi i veri interessati siamo tutti quelli che pretendono diritto di cittadinanza.

    27. noto che giovanni callea non mi degna di attenzione e di risposta.
      alla faccia della partecipazione dal basso, sarà mica colpa mia se non sono faraona, ma solo gallina? 🙂
      citando gigi è inutile pensare al colore delle stanze se non si sono neanche disegnate le case.
      dove sono gli architetti?
      per ora vedo solo geometri, ma una casetta a forma di cubo la sanno disegnare anche i bambini.
      se arrivano le regole e la pecunia viene “equamente” distribuita, cosa si costruisce?

    28. ps mister callea, credo che molti invece riconoscano l’importanza degli spazi condivisi, ci si interroga, almeno io, che non amo parlare a nome di moltitudini come fanno i venditori di fumo, sui contenuti.
      se si tralascia questo dettaglio il discorso slitta nel politichese, e la Cultura dovrebbe parlare una lingua diametralmente opposta, dovrebbe esserne antidoto.

    29. “Ricordo a tutti i non tacchini che le regole non sono per gli operatori culturali ma per difendere il valore delle nostre tasse e quindi i veri interessati siamo tutti quelli che pretendono diritto di cittadinanza”. Non condivido per niente e trovo assolutamente fuori luogo e fastidioso che Callea e Sandra abbiano la pretesa di parlare a nome di tutti.
      Come trovo fastidiosa l’insistenza degli stessi due utenti nel continuare a definire cultura ciò che non è altro che spettacolo passatempo che deve essere legato AL MERCATO e non al finanziamento pubblico. Dato che Callea parla di “misurarsi con le regole con coraggio” io dico che l’unica regola e l’unico coraggio e misurarsi col mercato. PUNTO 😀 Il valore delle mie tasse io lo misuro coi servizi, con le scuole ed ospedali efficienti, con le biblioteche e i musei, i parchi, la spiaggia pulita, le strade pulite, l’acqua pulita e tutti i giorni, lo misuro con la pubblica amministrazione efficiente e non con decine di migliaia di impieghi inutili inventati per raccogliere voti e per l’incapacità di investire nello sviluppo che vuol dire attività produttive, e invece la Sicilia è terra di consumi importati e scarsissima esportazione (tranne prodotti energetici e petroliferi, ma quelli lasciano danni e pochissimi soldi in loco). Per gli spettacoli passatempo preferisco vedere quelli proposti dal mercato e pagare il biglietto, lo spettacolo pagato da soldi pubblici non lo vedo per principio. Ecco, l’ho detto prima quali sono le priorità vitali da regolarizzare. 1) accesso alla politica e all’amministrazione tramite apposite università, e concorsi obbligatori severamente controllati per tutti gli impieghi del settore pubblico 2) eliminazioni di decine di migliaia di posti inutili segno di assistenzialismo e parassitismo e degli sprechi e privilegi (eccessi dei costi per politici, consulenti, indennità arbitrarie, pensioni e stipendi pubblici multipli, baby pensioni, insomma spesa pubblica eccessiva e immotivata) con relativo spostamento delle decine di miliardi recuperati per investirli in attività produttive e creazione di infrastrutture e lavoro reale. In assenza di questi rimedi continuare pesantemente a parlare dell’ennesimo settore assistito, cioè lo spettacolo passatempo, è assurdo, è come dissertare sui fiori da mettere in un vaso, peraltro immaginario, o sulla scelta del colore da mettere sulle pareti – ma quali pareti! – mentre la città è metaforicamente rasa al suolo. Prima troviamo le regole per ricostrire la città su fondamenta solide, poi ci sbizzarriamo sul passatempo, perché anche il passatempo è meglio farlo in strutture solide, altrimenti è bricolage, se non specchietto per le allodole, e penso che è proprio questo oggi a Palermo, oltre ad occasione occupazionale per gente che altrimenti sarebbe a spasso per assenza di mercato. Ripeto, regole per lo spettacolo (perché abusate nel definire cultura quello che non lo è ?) in mezzo a questa catastrofe – immutata se vi seguiamo – vuol dire semplicemente prendere lo stesso denaro e distribuirlo ad altri soggetti per fare cose non tanto diverse. Infine ribadisco che trovo perlomeno “strana” l’insistenza di Sandra, eppure glielo abbiamo detto e ripetuto in tutte le salse che le priorità vitali e relative regole da applicare sono in altri settori, numerosi ed urgenti e settori portanti della società, non nello spettacolo passatempo; come trovo che somigli all’interesse di un addetto ai lavori la sua frenesia nelle ricerche sulle problematiche legate al settore spettacolo. Come mi è sembrato stranissimo il suo “attacco” a Davide Enia, che se non erro è uno dei pochi palermitani a misurarsi col mercato.

    30. Riquoto gigi e anche stalker. La città è, non tanto metaforicamente, rasa al suolo e qui si parla di regole su spettacolini o manifestazioni pressocchè inutili pagate dai contribuenti.
      Fate una riunione e parlatene in privato.

    31. gigi, se parli di Enia, direi che è uno dei pochi a misurarsi con la cultura, e magari con se stesso. se poi incontra il mercato ben venga, vuol dire che la gente sa distinguere tra i vari “tacchini”.
      sorry 🙂 solo una precisazione tra Cultura mercato e abbaniate, una piccola pignoleria.
      ps Enia non lo conosco personalmente e non mi ha offerto mai neanche un caffè, e neanche io a lui.

    32. Stalker, sono d’accordo con la tua pignoleria 😀 ma se non ho parlato di cultura riferita al lavoro di Enia è perché non lo conosco abbastanza per poterlo affermare; invece mi sembra di avere affermato un’evidenza, cioè che a differenza di troppi che sanno solo chiedere finanziamenti pubblici, che vuol dire non essere sottoposti al giudizio del pubblico – ed in questo caso l’unico parametro certo è l’acquisto del biglietto – e quindi non si può parlare di addetti allo spettacolo il cui lavoro è quotato e definito artistico, ebbene, Enia al contrario di loro è definito artista da certa parte di pubblico – da quanto leggo numeroso e vario – che paga il biglietto in segno di apprezzamento del suo lavoro. Ecco cosa intendevo per mercato; mi hai dato l’occasione per spiegarmi in modo meno confuso (prima mi capivo solo io; e quei pochi che avevano voglia di capire 😀 )

    33. Dire che non sia esperta di cultura è dire poco.
      ma non credo che il problema sollevato da Callea sia strettamente legato alla cultura.
      L’aspetto sollevato da Sandra e da Callea che io da palermitana trovo interessante è come attraverso questi fondi, spesi con allegria e arbitrarietà, alcuni esponenti della mala politica locale foraggino clientele e peones che al momento del voto sapranno ricambiare il favore.
      inutile dire che così facendo ci ritroveremo sempre con i soliti noti al governo della città.
      per questi e altri motivi stabilire criteri oggettivi e regole certe per l’assegnazione di finanziamenti, non può che far bene a tutti noi.
      almeno questa è la mia opinione.

    34. palermo cazzo moscio si muove?!
      mi complimento

    35. Riccardo III ti invito a utilizzare un linguaggio consono. Grazie.

    36. gentile stalker, penso che lei sia una persona intelligente e fortemente motivata, alrimenti non spiegherei la sua costante presenza sul blog ed i suoi interventi spesso precisi e puntuali.
      D’altro canto non condivido, pur rispettandone e comprendendone la buona fede, l’approccio disfattista del suo intervenire, che immagino motivato da tante delusioni, un approccio che purtroppo finisce con il ridurre in chiasso ogni tentativo di costruire qualcosa, peraltro in una città come la nostra dove distruggere è ben più semplice che costruire, come dimostrano le macerie per ogni dove. Il mio auspicio è che persone come lei ed altri che spesso intervengono, trovino la forza e la voglia di volere contribuire in positivo nonostante le conidzioni sembrino non lasciare speranza, sposo la tesi, per comprenderci, del “pessimismo della ragione ed ottimismo della volontà”. Non è un motivo personale quindi che mi impedisce di rispondere ai suoi interventi, peraltro in molte occasioni interessanti e condivisibili, ma l’esigenza di indirizzare il confronto, parafrasando gramsci sui temi ottimistici della volontà piuttosto che su quelli pessimistici della ragione.

    37. GIGI 23 luglio 2010 alle 00:14
      Architetto 22 luglio 2010 alle 07:55

      Il raro piacere di leggere ragionamenti sensati…

    38. @ stefania petyx
      è fuori tema rispetto al post ma è in tema con la credibilità di chi fa informazione. Personalmente voglio sapere come vanno a finire importantissimi scoop per potere valutare il peso di chi le propone.

    39. Grazie Ale

    40. C’è un premier che vede nemici e comunisti dappertutto, poi spunta fuori il sindaco palermitano che confonde le discussioni su un blog cittadino – seppure talvolta polemiche ma sicuramente civilizzate e nei criteri della libera espressione, cosa che succede normalmente nei Paesi evoluti – come incitazione all’odio; ora su Rosalio ci sono gli operatori dello spettacolo – non privato ma assistito – che fanno i salti mortali per VENDERE un prodotto confezionato da etichette che col prodotto non c’entrano proprio niente. Questi operatori dello spettacolo assistito forse non si aspettavano alcune contestazioni sui reali motivi della loro campagna, e stanno applicando un “crescendo”, o trasformismo, alquanto strano; una settimana fa gli spettacolini indebitamente chiamati cultura erano la chiave della rivoluzione sociale palermitana, le regole sui finanziamenti servivano come esempio di buona amministrazione e come incentivo, appunto, per tutti i settori della vita sociale palermitana, e pure per incentivare i palermitani alla partecipazione. Visto l’insuccesso del prodotto si è aggiunto al packaging la voce “difesa e controllo delle proprie tasse”; NO, questa voce non può esistere, perché il prodotto che è l’ennesima forma di assistenzialismo, non dovrebbe esistere, quindi prodotto inesistente equivale a problema inesistente. Spettacolo uguale mercato. Musei, biblioteche e tutti gli elementi citati ieri uguale cultura tout court e cultura sociale.
      Dicevo, che dopo il premier ed il sindaco che vedono nemici ovunque, ci sono gli operatori dello spettacolino palermitano che se si contestano le loro tesi, apportando argomenti (incontestabili) e cifre e soprattutto le numerose priorità gravi della città di Palermo a fronte di un problema che non dovrebbe nemmeno esistere, e che non influisce per nessun motivo sugli esiti della vita palermitana, ebbene se contestati per amore di verità, e appunto a fin di bene, loro seguendo i metodi di premier e sindaco, definiscono i contestatori disfattisti.
      Infine, io non conosco i tempi di connessione di Stalker (chi li conosce e li considera frequenti vuol dire che è pure lui connesso con intensa frequenza ?), conosco i miei tempi, per il momento mi posso concedere qualche pausa dal lavoro e commento, in genere commento SOLO per alcuni argomenti prediletti e sono pochi, ma l’elemento comune è quando leggo troppe mistificazioni o inesattezze dannose, perché l’informazione approssimativa e di parte, quella si, è dannosa per la formazione culturale della città. Per esempio, UNA SOLA denuncia della Signora Petix vale più di tutti gli spettacolini riuniti per la formazione culturale della città.
      P.S. alla prossima pausa, stasera, postero’ cifre che fanno rabbrividire sulle reali priorità e sui veri sprechi e spese folli che meritano il controllo dei cittadini per cambiare la società; no u schiffaramiantu a matula ! 😀

    41. @Callea, negli interventi di Stalker non mi pare davvero di intravedere ‘pessimismo’. Io ci vedo soltanto una giusta razionalità. Parlare di contenuti significa aggiungere un tassello a quello che si sta cercando di portare avanti. Cercare di capire se gli ‘architetti’ sono pronti ad agire è più che legittimo. Tacciare di pessimismo e disfattismo chi non è sulla stessa identica onda non è un modo costruttivo di fare le cose. Ed è curioso che l’unico a meritare risposta, l’unico ‘ottimista’, lei lo riconosca in Faraone.

    42. @callea
      incredibile! se si tenta di allargare il discorso sui contenuti invece che sui contenitori si viene tacciati per disfattisti, per di più insinuando delusioni personali come spinta distruttiva. geniale, che bel dialogo!!
      pare che lo sfacelo di Palermo sia colpa di gente come me e non di chi è stato complice di questo sistema, e io, le assicuro, complice non lo sono mai stata. (mi occupo di altro ma nel mio settore, volutamente, non ho mai chiesto un finanziamento).
      non le viene il dubbio che si può essere costruttivi anche senza sposare le sue tesi, ma agendo in altre direzioni?
      a cominciare dall’assunzione delle responsabilità individuali quotidiane, che spesso fanno avanzare in salita senza facili scorciatoie, per scelte che definirei “politiche”, scelte di coerenza.
      certo, le regole sarebbero un piccolo passo avanti, forse – e dico forse – non verrebbero più finanziati “progettini” palesemente falsi, ma quali garanzie si avrebbero di veder finanziati progetti di altro livello, capaci di dare una spinta reale alla produzione culturale, su chi possiamo contare se vogliamo parlare di onestà intellettuale e di spessore culturale per una “direzione artistica” capace di operare un controllo?
      queste vostre regole sposterebbero un po’ i paletti, ma non risolverebbero i problemi, perché lascerebbero comunque il giocattolo nelle mani della politica, e ci sarà sempre un politico da ingraziarsi…non prendiamoci in giro!!!
      sarebbe utile, a mio modesto avviso, stilare una lista di chi in questi anni ha prodotto cultura accedendo ai POR ecc e con quali risultati, per avere una mappa chiara di come si è cercato di cambiare realmente il tessuto sociale e culturale o di affossarlo ulteriormente, e magari creare un coordinamento che metta insieme delle belle teste, invece di giocare per bande.
      insomma, monitorare continuamente lo stato delle cose e diffondere informazione.
      ovviamente la mia non è una candidatura, visto che sono solo una fruitrice di “cultura”, e non un soggetto attivo nella creazione di arte: questo per fugare, caso mai ce ne fosse bisogno, ogni possibile dubbio sull’origine dei miei commenti.
      ecco, in due parole queste le mie perplessità (e le mie proposte)
      scusate per il chiasso, vi lascio alla vostra civiltà di bravi cittadini attivi e costruttivi!
      😉

    43. Cara Simona, c’è un ostacolo effettivo alla “azione” burocratica, che, comprenderà, cito ben sapendo che possa essere tacciato di “qualunquismo”: la politica. Cioè: l’Assemblea Regionale Siciliana continua ad assegnare i suoi ampii finanziamenti grazie a leggine ed emendamenti di un rigo, con frasi del tipo “al rigo x della tabella x aggiungasi € x per l’Associazione X”.
      Se poi si decide di pubblicare un bando per il finanziamento di attività musicali, teatrali o “culturali” in genere (mi riferisco a qualcosa attualmente in iter) lo fa con tanta “apertura” da far pervenire migliaia di istanze, affidando poi a commissioni di esperti la valutazione delle stesse, e dando seguito al tutto con tempi improponibili per il “mercato” (cioè: “tu presenta un’istanza, ma io non ti dico quando ti darò una risposta”, aprendo così le porte alle “segnalazioni”).

    44. Gigi mi ha “detto e ripetuto in tutte le salse che le priorità vitali e relative regole da applicare sono in altri settori, numerosi ed urgenti e settori portanti della società, non nello spettacolo passatempo”.

      Contentissima sono per quello che mi dici e mi ripeti.
      Se emergono altre idee di regole in altri settori più importanti dello spettacolo passatempo, meraviglioso! Che ben vengano e si propongano in questo blog, quì o anche in altri post dedicati che diano la giusta luce e risalto mediatico. Sempre disponibile a condividere e sottoscrivere proposte concrete e puntuali da altri cittadini elaborate: se si parla di argomenti “PIL” related la lettera va inviata a Tremonti – se si parla di “accesso a politica e all’amministrazione tramite apposite università…..”, la lettera come minimo va inviata alle Camere per proposte di legge, ecc., l’importante è che per ogni proposta va individuato il destinatario preciso e idoneo da consultare.
      Magari iniziasse un era di post di proposte, anche se piccole ma concrete e percorribili, nei blog di Palermo (non astratte/vaghe/indefinite negli obiettivi e nelle procedure operative).
      Proporre, condividere, sottoscrivere, agire. E “confrontare” idee tra individui è essenziale e propedeutico alle azioni, ma sono trascorsi tantissimi anni a emettere lamenti e analisi ovunque senza che si venga a capo di nulla in fatto di proposte seppur minimamente condivise da portare avanti per un miglioramento della qualità della nostra vita in tanti settori nella nostra città. E in questa mancanza di proposte/iniziative provenienti da x cittadini uniti (=dal basso), molti politici locali ci hanno sguazzato dentro come i pazzi, godendone.

      La vedo così:
      Giovanni Callea ha proposto su questo post (e inviato) una lettera con contenuti precisi al Consiglio comunale. Alcuni l’hanno condiviso e sottoscritta su questo post.
      Altri non la condividono (parzialmente o affatto) e probabilmente non la sottoscrivono, per le loro valide ragioni e analisi che sempre rispetterò e per le quali non proverò mai fastidio alcuno.
      La lettera inviata e rappresenterà la volontà di alcuni dei cittadini presenti in questo post, non di tutti.
      No problem at all! That’s the deliciuos side of democracy. 🙂
      Riprendendo una citazione non mia : “I disagree with u but I’m always ready to risk my life in order to let u tell what u think”

    45. Signor Callea, visto che è in sì, risponda cortesemente a questa domanda: perché solo adesso tutta questa necessità di proporre a chi di competenza (2 su 3 è un buon risultato) le proposte di regole? Inoltre se fosse così gentile da spiegarmi quale era esattamente il suo ruolo all’interno del “coolissimo” kals’art gliene sarei ben grato, giusto per capire. Arrivederci. Mi scusi ma io non sono per “scurdammc ‘o passat”. Se raccontasse ad esempio la sua esperienza, visto che si è interfacciato con realtà coolturali durante l’amministrazione Cammarata ci farebbe sì una bella e gradita sorpresa.

    46. Sandra, se ti riferisci a Voltaire puoi dire “vos idées” ( “Je ne partage pas vos idées mais je me battrai jusqu’à la mort pour que vous puissiez les exprimer”), in inglese la trovo meno bella e molto meno musicale e non conosco “u” mi ero fermato a “you”.
      Io invece non mi batto per questa vostra idea – tua e di callea, perché in realtà non ho visto tante adesioni come vorresti far credere – , al contrario mi batto per contestare la vostra mistificazione dannosa per lo sviluppo, e appunto l’evoluzione culturale (quella vera, non quella degli spettacolini che difendete, che non è evoluzione né cultura), perché volete far passare per buona politica, quasi rivoluzionaria, la legittimazione dell’ennesima forma di assistenzialismo, da eliminare, piuttosto, e non da regolamentare. La vostra è una non-causa falsata alla base. Preferisco, quelli che si lamentano alle vostra non-proposta di conservazione di cattivi metodi.
      La Sicilia circa due mesi fa è entrata di diritto nel top ten (mondiale) dei Paesi inaffidabili per quel che riguarda il CDS – credit default swap – pur essendo solo regione e non Paese, vicino alla Grecia. Allora, le regole da proporre e pretendere sono quelle che riguardano i tagli alle spese folli, ai privilegi, agli eccessi, ai finti lavori, al fine di risparmiare decine di miliardi (e non i vostri 4 milioni da spostare da un gruppo di saltimbanchi ad altri gruppi) da destinare allo sviluppo reale, cioè produzione. Io qui rispondo, argomentando, alle vostre “strane” proposte”, non ho mai scritto di essere il gemello di Don Quijote de la Mancha versione palermitana, e nemmeno di essere masochista; semplicemente, nei limiti del possibile, in questo spazio di democrazia, si contestano le cattive abitudini spacciate per progresso.
      Non contesterei, invece, se si dicesse “cerchiamo lavoro, ma siamo esclusi dai banchetti pubblici” per esempio, o se si dicesse qualcosa del genere. Molte spese da eliminare si possono dibattere in Sicilia senza ricorre a tremonti and Co.
      A proposito, come mai vi siete fissati con gli spettacolini da regolamentare nei finanziamenti pubblici, piuttosto che in uno dei settori vitali della vita palermitana ? Dato che siete talmente propositivi e conoscete pure i meccanismi cominciate dalle priorità URGENTI E GRAVI, sono certo che avrete un successo straordinario.

    47. certo che servono regole precise,ma non con i personaggi che non hanno avuto l’abitudine di rispettare neanche le piu’ elementari!
      Cammarata dice che se la citta’ va a rotoli e colpa dell’odio nei sui confronti e dei blog palermitani…dovremmo continuare con la gente della sua specie?
      io andro’ a votare di nuovo,quando non ci sara’ piu un palermitano in lizza,il piu’ meridionale dovrebbe essere olandese…chi ha visto superquark e gli ortaggi olandesi?
      ecco questo è management

    48. Batto un colpo e colpo e me ne vado.Non aderisco perché non voglio essere complice dell’ignoranza che parte da Berlusconi e Bondi e scende, giu’ giu’,fino al sindaco di Palermo e ai suoi sodali. L’ho già scritto. Se poi qualcuno vuole continuare a chiamarlo disfattismo faccia pure. Si può provare a costruire anche in solitudine,e trovo più interessante osservare da vicino il progetto di Vendola, che tenta un cambio radicale della politica,o andare a teatro dove ancora lo fanno.In bocca al lupo ,sincero,comunque.

    49. sig Jhon,
      farò finta di non cogliere le allusioni sottintese, come scritto in altro post ho una figlia da otto mesi e dopo quattro anni di totale disimpegno in città (non opero a Palermo e con Palermo dal 2006), ho deciso di fare qualcosa per il posto nel quale (forse) lascerò a vivere mia figlia. Urgenza di impengo civico mista al fatto che i quattro anni passati a farmi i fatti miei mi avevano fatto dimenticare perchè mi ero allontanato (devo dire che la memoria sta presto ritornando). Le regole sono la base della convivenza civile e mi pare grottesco che su questo si debba ancora argomentare, ed addirittura insinuare il paradosso che la richiesta di un sistema regolamentato UGUALE PER TUTTI nella gestione di fondi e luoghi pubblici sottintenda interessi personali.
      Certo che mi interessa personalmente, in quanto cittadino…

      Circa il mio ruolo al comune ne ho parlato diffusamente su questo blog durante ed dopo la fine del mio impegno, non ho nessuna remora a parlarne privatamente e pubblicamente, ne a confrontarmi su modalità e ragioni del mio allontanamento (che risalgono a tempi non sospetti visto che la mia ultima collaborazione ufficiale è del 2006) solo che mi aspetto che chi fa domande personali e tendenziose le faccia avendo il pudore di firmasi nome e cognome come io faccio, non nascondendosi dietro un nick, ma questa è una lunga storia che si incrocia con una scelta editoriale di rosalio che non condivido e non discuto.
      Non è comunque la sua capacità di dimenticare ma semmai quella di ricordare che mi piacerebbe stimolare, considerato tra l’altro che il Kals’art che tutti citano e che tutti ricordano è l’ultima edizione da me progettata e diretta nel 2005.

      L’unica considerazione veramente interessante secondo me l’ha fatta GIGI e cioè il problema delle regole su questo blog sembra un problema mio, di sandra, donado didonna, stefania petix e Davide faraone. Non so quanti lettori faccia mediamente un post di Rosalio, ma per quanti siano mi pare la chiara fotografia di quello che siamo e più realisticamente la spietata spiegazione di molti perchè.

    50. Signor Callea, lei sta qui a fare la classifica di chi dice le cose più importanti, mi ha risposto con un papello di non risposte. E ancora sento parlare di “vile anonimato”. Queste sono le regole che hanno reso internet uno strumento dove per fortuna tutti possono dire la loro. Anche lei (e questa è una grande vittoria). Io qui, in questo momento, sono John e John è tanto quanto “Sandra” (Sandra chi? Boh?). Le ho fatto delle domande da cittadino e le ripeto:
      – come mai soltanto adesso tutta questa necessità di trovare le regole?
      Non è un’allusione,ho fatto una domanda, lei mi risponde che Palermo sentiva la necessità di questo “trattato”. Ok. Sono settimane che gli “operatori culturali” di Palermo si “lamentano” che pare di essere finiti nel girone degli operatori culturali.
      Noi, grottescamente, ci chiediamo: “Come mai giustu giustu uora?”. Ci scusi. Disfattisti.
      – potrei sapere di cosa si occupava al Kals’art e quale è stato il suo impatto culturale su questa realtà?
      Sono anche pronto a dire: “Complimenti! E allora e grazie a lei che abbiamo visto/sentito/guardato?”. Non ho nessun preconcetto. E sarebbe bellissimo sentirsi rappresentati da una mente prestigiosa.
      P.S: io non vorrei mortificarla, ma con questo testo lei ha scoperto madame acqua calda, oltretutto la spinta le è venuta “dal blog” che tanto cita, però non sembra rispettarne la dignità, anche quella di scrivere con un nickname che sembra voler dire omertà. Non si preoccupi, anche il Sindaco twittereggiava quando la nave era ancora orizzontale.
      Auguri per la sua vita da papà e vi auguro di essere felici.
      Però non lo ripeta troppo, questa cosa del “dove deve crescere mia figlia”, davvero, mi ricorda “lo giuro sui miei figli”. Oltretutto i miei figli ci sono cresciuti qua, e mentre c’erano ben altri problemi, si udivano in lontananza “Dj-set” di mediocre gusto di Dj da festa delle medie.
      Arrivederci.

    51. Ammesso e non concesso che si stabiliscano delle regole, chi le fa rispettare e quali sanzioni vengono comminate a chi non le rispetta? Le pare una domanda da poco? Secondo lei, signor Callea, perché l’Italia ha 10 volte più regole e leggi di una Francia o di un’Inghilterra ed egualmente un tasso di corruzione molto più alto delle nazioni citate?

    52. “L’unica considerazione veramente interessante secondo me l’ha fatta GIGI e cioè il problema delle regole su questo blog sembra un problema mio, di sandra, donado didonna, stefania petix e Davide faraone. Non so quanti lettori faccia mediamente un post di Rosalio, ma per quanti siano mi pare la chiara fotografia di quello che siamo e più realisticamente la spietata spiegazione di molti perchè.”
      @Giovanni Callea, non ti sembra un po’ presuntuoso liquidare quanti non hanno sottoscritto la tua lettera con tanta sufficienza? Non ti sfiora il dubbio che gli altri – quelli che non hanno aderito – non siano per forza dei pavidi o qualunquisti, ma semplicemente persone che non condividono, o magari nutrivano dei dubbi e cercavano un confronto?
      È triste notare che ormai anche chi dice di cercare spazi democratici e partecipazione attiva, si trinceri dietro ad un atteggiamento berlusconizzato che non ammette un pensiero critico o il dissenso. Nessun confronto. Ecco cosa leggo in filigrana dalle tue affermazioni: o aderite o siete dei codardi e se le cose vanno così è colpa vostra.
      Poi a firmare una petizione in rete sai che ci vuole, non stai mica chiedendo di andare in battaglia? 😀
      Devo ammettere che di petizioni ne firmo poche, forse perché non ho l’esigenza di pulirmi la coscienza, o almeno non più di tanto.
      Ti faccio un esempio. Io convivo con tre cani e un asino e se non l’avessi preso questo asino – ovviamente maschio e quindi non mungibile per il nuovo oro bianco che in Sicilia sta attingendo a piene mani ai finanziamenti, quindi “scarto di produzione” di altrui speculazioni – sarebbe diventato salsiccia e brasato, e due dei tre cani sono trovatelli abbandonati, uno perché era malato e se non l’avessi accolto sarebbe già morto e stecchito da un pezzo. Questa è una forma di AZIONE, secondo me, di assunzione di responsabilità, tra l’altro per riparare all’altrui scelleratezza, senza stare a firmare tante petizioni di animalisti da salotto…ovviamente è un esempio, ma spero di ever reso l’idea scusandomi di aver parlato dei fatti miei! Tra tanti picciriddi e mondi migliori, ci misi pure lo scecco… 😉
      Comunque, signor Callea, se prima le davo la buona fede, dopo il suo ultimo commento comincio a dubitarne, e comincio a pensare che si vogliano mettere le mani davanti e preparare un “terreno” per non finire col culo per terra. A questo punto se usassi i suoi metri di giudizio cosi tranchant, potrei dire di non vederci chiaro in tanto improvviso e democratico zelo.
      Concludendo, pepè a ben sintetizzato parte di quello che penso e cercavo di esporre.

    53. per Stefania Petyx: lei è una donna molto pragmatica. La invidio 🙂 Qui vince la ribollita di sangue al cervello (no, non è un piatto recensito da Basile, lo dico dovesse passare Daverio).

    54. sandra loverde
      palermitana
      presente,
      non davanti una tastiera a casa, ma in un meraviglioso mare di Mondello, pulito verde e cristallino. Neanche tanta gente.
      Mi immagino se fossimo tutti presenti in in luogo.
      Per esempio qui a mare a discutere mentre ci facciamo una bella nuotata. Sicuramente +rilassante che ognuno isolati dietro la propria tastiera.
      Niente, sto vaneggiando, dovevano essere le pollanche scadute. 😉

    55. ma siete davvero coonvinti che ci sia un mercato culturale a palermo…???
      sicuramente ci sono spazi di manovra, ma non credo che un teatro massimo vuoto possa sopravvivere senza finanziamenti pubblici, e dico teatro massimo solo perche` strumento culturale statico piu` grande e strategico della citta`..

      e non per essere polemico ma credo che dagli spazi culturali molte persone sia siano allontanate perche` non essendoci competizione ma favoritismo il livello negli ultimi 15 anni sia stato un po` scarsino..

    56. Non è più tempo di petizioni. Adesso – come dice Sandra – è preferibile godere, finché possibile, di un mare cristallino, così da lasciarsi raffreddare la rabbia e riordinare le idee. Diamoci appuntamento dopo, per la Rivoluzione d’Ottobre. Seriamente.

    57. Surreale. Ho criticato in tutti i modi possibili questa iniziativa, ed ora il promotore usa le mie parole deformandole a sua convenienza meglio di un politico di lungo corso, altro che politichese ! Callea, io non ho detto quello che mi attribuisci. Ho scritto che questa iniziativa interessa solo te e Sandra, peraltro infastidisce la vostra insistenza a parlare di regole per un contesto assistito, quindi falsato in partenza – è paradossale ! – . Io non ho scritto di essere contro le regole e nemmeno mi sono permesso di dire che gli altri non si interessano alle regole. Ho detto che non leggo nessuno – tranne un paio di persone – interessato alla vostra iniziativa.
      E’ una proposta, la vostra, assolutamente inutile per lo sviluppo della città, né per la cultura trattandosi solo di passatempo che non lascia traccia, che serve al limite a creare un po’ di occupazione per qualche operatore togliendola ad altri, insomma qualcuno nel banchetto pubblico prenderebbe il posto occupato per il momento da altri, ma con identici risultati, cioè nessuna utilità per la collettività.
      SE avete voglia di regole e fare proposte utili tu e Sandra non avete che a sintetizzare i post precedenti e capire dove sono le vere priorità urgenti da regolamentare. MA TUTTI AMIAMO LE REGOLE, te l’assicuro, credimi !
      Infine, è vero che ho detto che Petix con una sola denuncia è molto più utile di tutti gli spettacolini riuniti. Ma mai citerei Faraone come esempio: lo conosco solo attraverso sue dichiarazioni, il web, e cose che ha scritto, ma da quello che ho letto non lo citerei come esempio, dopo che ha dato del ladro a Daverio quando loro alla regione hanno finanziato buffonate sulla farsa unità ancora più care; come tra l’altro non capisco la sua strana ubiquità (per forza di cose quando è in uno dei due posti – regione e comune – vuol dire che è assente dall’altro ?), e il suo non rifiuto di tutti i privilegi, indennità e rimborsi, e indennità post carica, ovvero con 700 euro al mese di contributi – cioè deduzione dai privilegi comunque – avrà per tanti anni quanti quelli trascorsi alla regione l’80% dell’indennità attuale; perlomeno poteva evitare di attaccare Daverio sui soldi percepiti. Ce ne sono tante di quelle cose serie da regolamentare e vi siete appricati a quella inutile.

    58. preciso, prima di raggiungere anche io il mare convinto anche da questa proposta di Sandra, che ognuno è libero di esprimere il pensiero che vuole con il nick che vuole.
      Ma quando in maniera supponente ed arrogante con la forza che dà l’anonimato (vorrei vedere se questi toni sarebbero stati adottati guardandoci in faccia) si chiede a qualcuno redde rationem della sua storia, come se questi avesse qualcosa da fare scordare, e come se ci fosse qualcuno abilitato a ricordare/dimenticare, come ha fatto il sig. Jhon, è leggittimo richiedere a questi di mettere sullo stesso tavolo la propria di storia, senza paura o vergogna, essendo disposti a farsi fare le stesse domande con lo stesso identico tono. Se qualcuno mi insulta per strada uso chiedere di presentarsi prima di manadarlo a quel paese. Non è questione di nettiquette, è questione di educazione.
      La democrazia si esprime con il coraggio delle proprie idee, io ho il coraggio delle mie e le firmo con nome cognome e storia. Sulla quale mi può interrogare, con i dovuti modi, chiunque non abbia a vergongnarsi della sua.

    59. Gigi
      ma mica il dottore ti ha prescritto di stare su questo post costringedoti a farti infastidire da 2 individui camurriusi?
      Un ti pigghiari firnicia. Futtitinni.
      Goditela come ho fatto io questo pomeriggio a Mondello.
      John dice: “Qui vince la ribollita di sangue al cervello” e ragione ha.
      Oggi a Mondello ho visto un bambino che si è messo a costruire castelli di sabbia in un cerchio, va da suo padre e gli dice: “papà guarda che ho costruito!”
      Ecco quello che invidio dei bambini: il loro senso pragmatico della realtà. Non ha detto a suo padre: “ho una proposta, vorrei fare dei castelli di sabbia”, semplicemente li ha fatti. Niente ribollita di sangue al cervello.
      Sento molto vicino quel mondo puerile e lontanissima la ribollita di sangue al cervello.
      Gigi, in questo post chi ha proposto qualcosa non ha dei ruoli assegnatigli da qualcuno.
      Dici: “SE avete voglia di regole e fare proposte utili tu e Sandra non avete che a ….” non abbiamo che ? Se hai idee e proposte diverse dall’autore o da me o da quei 2-3 che hanno condiviso la proposta, pensaci tu, sviluppale tu, fai la road mad d’azione tu, descrivi come raggiungere concretamente gli obiettivi che hai citato tu.
      In questo post la proposta è chiara. Se ti da fastidio è un probelma tuo. Non è stata arrecata offesa alla tua persona. Nessuno ti impone di stare a leggere o condividere.
      Non dici altro che hai fastidio in ogni tuo commento. Ma io quando ho fastidio cambio aria. Non permetto a nessuno di darmi fastidio.
      Dici: “le regole da proporre e pretendere sono quelle che riguardano i tagli alle spese folli, ai privilegi, agli eccessi, ai finti lavori, al fine di risparmiare decine di miliardi….. da destinare allo sviluppo reale, cioè produzione” e perchè non proponi e spieghi come si possono raggiungere questi obiettivi concretamente, chi contattare, a chi scrivere, come fare?
      Se hai da proporre in alternativa alle proposte di questo post, fallo ma spiega come raggiungere l’obbiettivo concretamente. Scrivere solo genericamente le proposte senza spiegare come renderle concretamete attuabili non porta al raggiungimento degli obbiettivi. Non è che il parlamento siciliano leggendo le tue proposte su questo blog e sensibilizzato, domani mattina avvia in automatico una riforma in merito. Quindi illustraci la road map operativa. Altrimenti pure io posso dire: voglio andare su Saturno perchè sulla Terra non mi trovo piu’ bene, ma se non spiego come arrivo a Saturno, come sopravvivo a Saturno, cosa magio a Saturno, non ho detto nulla.
      Io sono incuriosita dalle tue proposte ma vorrei capire come tu le renderesti attuabuili, cioè quali sono le azioni, una dopo l’altra per arrivare all’obiettivo. Scusami ma lavoro in un ambito tecnico (non relativo alla cultura/eventi culturali o artistici) e quindi ragiono per procedure operative, per cronoprogramma, per sistemi di gestione, per obiettivi, per risultati attesi, per monitoraggio, per work breakdown structure (cercala su google, wikipedia o nel project management).
      Ti dedico una mini poesia:
      Un piano senza una struttura è solo “teoria”.
      Una strategia senza una pianificazione è solo “utopia”
      Chi pacenzia chi ci voli a cummattiri cu “ttia” ! 🙂

    60. “Non dici altro che hai fastidio in ogni tuo commento. Ma io quando ho fastidio cambio aria. Non permetto a nessuno di darmi fastidio.”
      @sandra, dall’ardore con cui speri che un’azione partecipata possa cambiare qualcosa che ti da evidentemente fastidio – la malpolitica che ha bisogno di regole? – e dalla mole di commenti e di materiale che giustamente produci, non sembra che tu ti tenga distante da cio che ti da fastidio.
      perchè mai quindi consigli di cambiare aria a chi interviene su un tema che gli sta evidentemente a cuore?
      non vorrei pensare che siano graditi solo commenti allineati.
      e torno alla domanda di pepè: servono nuove regole o – agguingo io – nuova gente?
      fin quando non vedrò nuova gente, ogni discorso che speri di interloquire attivamente con la politica mi sembrerà, dando la buona fede, aria fritta e tempo perso.
      il lavoro credo debba essere molto più articolato: non sono quattro regolette, in un paese di furbi come l’italia e la sicilia, a poter risolvere i problemi, si potrebbe risparmiare qualche spiccio e assegnare un bene invece che ad unìassociazione completamente fasulla ad una mezza fasulla con i bilanci un po’ più in ordine ed una parvenza di attività sociale o culturale, vi basta?
      a me no!!!
      così non si andrà da nessuna parte, qualcuno so portà salvare la coscienza, qualche altro magari rifarsi una verginità, e qualche altro ancora accedere, con uno straccio, ma proprio straccio, in più di credibilità….e allora non co sto a questi pannicelli, se bisogna agire, facciamole in grande, che queste sono cazzate!
      ACTION!

      http://lh4.ggpht.com/_3cik7qV0Lkg/S8TMUKErL6I/AAAAAAAABlQ/CmN5Zjfs1GM/s1600/pesciblu5.png

    61. Sandra, ti ringrazio per la bella poesia.
      Se permetti:
      1) il vostro piano è ben strutturato ma la finalità… non lo ripeto più che non è utile ( 😀 ) per non apparire cattivo
      2) molte di quelle cose che sembravano utopie, e che costavano in certi casi galera e manicomio per gli inventori, oggi rappresentano il progresso
      3) camurrusu me lo diceva una mia ex compagna quando non riusciva a “impolpettarmi” un’idea o un prodotto (non è volgare impolpettare, lo usa un mio amico con un posto di grande responsabilità a Palermo in un istituto finanziario riferendosi alla vendita di certi suoi prodotti).
      No, non me l’ha prescritto il medico, semplicemente mi piace “ascoltarti”, invece di scendere, dal mio ufficio, al bar nei momenti di pausa vengo qui. Per il momento non posso godermela a Mondello, lo faro’ tra un paio di settimane, per il momento mi accontento di “Paris plage” sul lungo Senna.
      Comunque, Cara Sandtra, se per caso ci incontriamo un giorno a Mondello te ne parlero’ dettagliatamente, ti avverto che lo farei con linguaggio semplice e comprensibile, perché la tua “Struttura Analitica di Progetto” ( work breakdown structure ) è interessante ma si può dire pure con parole italiane e concetti semplici.
      In ogni caso non troverai nessun post dove io avrei preteso di fare proposte, NESSUN POST, ho semplicemente commentato la vostra proposta contestandone l’assenza di utilità finale per la cittadinanza palermitana; voi avete proposto per essere commentati o per ottenere un plebiscito ? Io ho semplicemente elencato le priorità urgenti, ma non ho mai detto di credere a una soluzione di questi problemi e nemmeno che io detengo eventuali rimedi, perché non sono masochista, preferisco la concretezza. A dire il vero io credo che da come è strutturata la società siciliana, in testa economia e lavoro, certe precarietà ed assistenzialismi sono inevitabili per avere una simil-pace sociale, alla luce delle prospettive di sviluppo – scarse o inesistenti – che vuol dire innanzitutto lavoro e produzione reali. Certo poi c’è chi usa questa situazione per trarne vantaggi personali, chi per fare il parassita, chi per fare il furbo, etc. e qui girano le scatole… e tutto il resto…

    62. mi scuso per gli errori…ffacaldo! 🙂

    63. Gigi scusami se uso quel linguaggio tecnico, ma lavorando insieme a colleghi di altri paesi non posso utilizzare termini italiani e nella letteratura nazionale degli addetti ai lavori si usano comunque i termini anglosassoni.
      Si, dovremmo farci tutti insieme un bagno a Mondello o Capo Gallo e sono sicura che in un paio di nuotate potremmo condividere tante azioni da portare avanti insieme.
      Per ora sto leggendo un libro. “Libertà in vendita” di John Kampfner (brillante autorevole commentatore politico inglese, e amministratore di Index on Censorship, organizzazione mondiale x la libertà di espressione). A pag 182 come introduzione al capitolo 6 dal titolo “Italia: one man show” c’è una citazione di Ezio Mauro che mi ha fatto riflettere:
      “L’abbassamento qualitativo della democrazia trova espressione in una politica che non chiede ai cittadini di mobilitarsi o di partecipare. Tutto quello di cui ha bisogno è una good vibration…”
      Good vibration…. Good vibration

    64. good vibration…good vibration?
      va curcati sandra, tu, le work breakdown structure e le good vibration.
      amen

    65. Il suo fare fa rima con regresso. Incensa internet come strumento innovativo per costruire le “rivoluzioni” e nel giro di un nulla torna a “nome e cognome” e “guardiamoci faccia a faccia”. Dove? Dietro le scuole sotto l’albero di pero? Io le ho fatto due domande da cittadino, questo strumento me lo consente, usando un nickname e credo di essere “in topic” e “in policy”. Se non le conviene vada a rivoluzionare altrove. Lei continua a “sentirsela” e a non rispondere, rispondendo che non calcola i “senza nome”, tacciando di supponenza e arroganza (storia di un bue e di un asino). Le ho già scritto che le scrivo come CITTADINO che vorrebbe sapere, facendole due domande chiare e coincise. A questo punto mi pare tutto molto chiaro, anche che le maschere di cera col caldo si sciolgono. Io pensavo che è giusto guardare avanti ed essere più pragmatici, condividendo però anche errori di valutazione del passato, se ci sono stati, per imparare insieme. Lei è assittato in pizzo e questo in effetti vale più di mille risposte. Le auguro di trovare un mare trasparente.

    66. Sandra mi scusi: il suo mi sembra un invito rivolto al think positive vagamente retrò e per questo mi sembra doveroso dirle, anche se vado off topic, che stasera io e gli altri miei amici hyppie siamo andati su alla valle a cantare e suonare vecchi pezzi di Bob Dylan e Joan Baez. Poi abbiamo fumato due sigarette, aprendo le porte, abbiamo sentito l’energia e abbiamo cavalcato il serpente, sintonizzando il nostro karma facendo il bagno al lago mentre un vecchio mangiadischi suonava Purple Haze. Pensi come mi sento io, adesso, a ricordare al Signor Callea che gli ho semplicemente posto due domande. Peace. Domani tagliamo la route in Harley, non so se potrò commentare. Sinceramente no anche se vorrei ricordare al Signor Callea che essendo io discreto conoscitore del mezzo blog, forse è proprio grazie a noi che questo post è ancora in vita. Oggi andava “‘u re ri pollanche”. Ci sono post che danno una scossa, altri che attirano solo 4 tacchini tra cui il sottoscritto. Purtroppo i grandi geni rivoluzionari non sempre sono compresi. Ci scusi. La lasciamo scivolare a metà classifica e mi sento di consigliare agli altri pennuti di fare un bel CIAO CIAO al Signor Callea.

    67. Signor Callea, lei non risponde. Forse perché c’è solo un risposta: regole senza sanzioni certe e inevitabili sono inutili.

    68. Anch’io, come John, ho pensato che nonostante il numero di comment, 69, in realtà siamo quattro “cani sciolti” (lo preferisco a tacchini) ad avere “animato” questo spazio. Provo a immaginare le reazioni di chi non ha voluto commentare o come reagirebbe qualsiasi palermitano indifferente davanti alla proposta in oggetto.
      – Callea per diversi anni ha fatto il direttore artistico per “eventi” finanziati da POR e Comune.
      – anche associazioni vicine a Callea hanno beneficiato di simili finanziamenti (se ho letto male me ne scuso)
      – che ce ne frega a noi di finanziare giovani cantanti senza mercato, e se vogliono suonare e cantare trovino sistemi legati al mercato. Inoltre se vogliono riproporre Rosa Balistreri (quand’ero bambino mio padre mi portava ai comizi di quartiere del PCI e veniva a cantare Rosa Balistreri, a dire il vero mi piaceva ma non vedevo fermento) trovino veicoli indipendenti e non i “nostri” soldi
      – perché il Signor Callea si accorge solo ora che il sistema dei finanziamenti agli spettacoli deve essere regolamentato, quando è lo stesso sistema dove lui lavorava fino a tre anni fa ?
      – con tutti i gravissimi problemi PRIORITARI E VITALI che abbiamo a Palermo dobbiamo cominciare a fissare le regole proprio in un settore popolato da quattro schiffarati che si svagano in una città dove c’è poco da avere voglia di svago?
      Callea, sono deduzioni le mie e non penso affatto di essere lontano dalla realtà. Le scrivo non perché qui usiamo nick, le stesse considerazioni sono pronto a farle di presenza con assoluta serenità.
      P.S. aggiunto a quanto detto sopra: se addirittura ci mettiamo a parlare con terminologie straniere, e tecnicismi e formule che se dette in italiano ci accorgiamo che sono semplicissime (ho visto degli schemi del “work breakdown structure” ed è l’impressione che ne ho tratto: grandi termini ma dietro semplicità disarmante, si poteva parlare pure semplice, tanto certi termini non impressionano nessuno) quei pochi che si potrebbero interessare invece scappano a gambe levate.

    69. per evitare malintesi: ho provato a immaginare le reazioni, e alcune sono pure le condivido, ma faccio comunque delle distinzioni. Per esempio VUCCIRIA del 2007, alla lettura della presentazione degli artisti (che comunque spesso contengono ENFASI e non poca, intendo in genere e non solo per vucciria), a parte il fatto che sono contro la gratuità, verrebbe voglia di vederne alcuni; il problema è il finanziamento ad attività che dovrebbero vivere di meriti propri (consensi del pubblico e incassi) e il tentativo di farlo passare per la panacea ai problemi gravissimi della città, oppure all’esempio da seguire in fatto di regole, invece le regole si devono fissare per fatti prioritari e vitali, l’arte NON FINANZIATA da soldi pubblici IN OGNI CASO deve semplicemente essere l’ornamento di una società NORMALE.

    70. @pepe
      sono pienaente d’accordo sulla questione sansioni, servono ed anche molto rigide.

    71. Breve lamento(non ruberò molto spazio ai concretissimi progetti sulla cultura a Palermo): sono stufo di andare all’ex
      deposito locomotive di S.Erasmo percorrendo l’indecente strada che porta lì, per poi ritrovarmi accanto la foce dell’Oreto ridotta in quel modo; non capisco più come ci si possa divertire o fare cultura in luoghi simili.
      Ma evidentemente qualcuno ci riesce.
      p.s.
      solidarietà a gigi per camurrusu.

    72. su queste cose,tipo la foce dell’Oreto,
      Legambiente chiude gli occhi.
      Anche sulla Munnizza palermitana,
      non vedo interventi di Legambiente.
      Ed ancora su certi Centri Commerciali che nascono in aree di PRG a verde agricolo,
      Legambiente si fa i fatti suoi.

    73. Se68, ti ringrazio. Comunque in questo caso camurrusu lo prendo come un complimento.

    74. Vi invito a rimanere in tema e vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.

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