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venerdì 19 apr
  • Sicilia contraddizione

    – Scusi, può scattarmi una foto?
    – What?
    – May you take a photo?
    – Oh, yes.
    – Thank you.
    – You’re welcome.
    – Ok, cheese…
    Clic.
    – Thank you.
    – Oh, it was a pleasure.
    – And you’re very polite:
    – Where are you from?
    – From Italy, Sicily.
    – Ah, Sicily mafia.
    – Eh?!
    – Sicily – ridendo – mafia.
    – Vaffanculo lo capisci?
    – What?
    – Where are you from?
    – Japan.
    – And no mafia in Japan? Faccia di culo!
    – No, Japan no mafia.
    – Allora sei scemo? O ci fai?…
    – What?
    Ride di meno adesso il bastardo e mostra gli incisivi gialli come la faccia che non so se sia così gialla di suo o per via di una orripilante T-shirt giallo elettrico che ricade abbondante su uno short a scacchi bianco azzurri con venature verde pistacchio e marrone castagna. Da sotto gli spuntano due gambette esili come cerini il cui capo è segnato da scarpe da ginnastica rosse come la Ferrari.
    Sono a Parigi, davanti al Moulin Rouge, appena emerso dalla fermata della metro che esce ad Anvers, così che risalendo dalla buca sotterranea ti trovi le pale rosse del più noto locale parigino proprio davanti agli occhi. Sono così contento di essere finalmente giunto nella città in cui da ragazzo sognavo un futuro da giornalista corrispondente dall’estero che questa proprio non ci voleva. Intanto è sempre la stessa storia, ovunque vada, fuori dall’Isola. Mai che qualcuno dica: Sicilia – mare o Sicilia – sole, Sicilia – Pirandello, Sicilia – Federico II, Sicilia – Sciascia, mi andrebbe bene persino Sicilia – Schillaci. No. Ovunque è la stessa storia: Sicilia – mafia.
    Dunque, io non esisto. Io, cioè noi persone normali, noi rispettosi della legge, delle regole, noi che abbiamo studiato col sacrificio di genitori semplici impiegati e casalinghe, noi che abbiamo fatto il militare, che siamo riusciti a vincere un concorso in un Paese come l’Italia così pieno di vizi sempre auto-assolti, noi che paghiamo le tasse, che non possiamo andare in pensione perché man mano che avanziamo con l’età ci spostano il limite sempre un po’ più avanti, noi che ci siamo trovati un Paese razziato dai furbi, noi che non abbiamo avuto un cognome da spendere, che non siamo stati tutelati da un potente o prepotente disposto a elemosinarci protezione, noi che eravamo giovani quando ancora si privilegiava gli anziani e che da anziani ora dobbiamo lasciare passare i giovani, noi che abbiamo sempre votato pensando prima al dovere del voto e poi al diritto, noi che abbiamo donato tempo ed energie al lavoro per via di un’etica ma che abbiamo visto premiare gi stolti, gli incompetenti, i furbi, i prepotenti, gli scansafatiche, i delinquenti, i falsi invalidi, i falsi poveri, i falsi stranieri, i falsi lavoratori, i falsi sindacalisti, i falsi politici, i falsi giudici, noi che siamo stati perseguitati per un divieto di sosta o per il canone rai mentre governi e governatori sguazzavano tra puttane e sputtanamenti, noi che consumiamo cultura come auspicano gli ignoranti, noi che paghiamo tutto senza avere gratuità, noi che spendiamo con sacrificio 15 o 50 euro per il cinema o il teatro togliendoli da uno stipendio di 1.200 mentre chi ne preleva 120.000 dalle risorse pubbliche gode di gratuità in ogni dove, per vedere, sentire, viaggiare, mangiare, far toilette, spedire e persino fare l’amore, come lo chiameremmo noi e come non potranno mai chiamarlo loro.
    È un istante. Guardo il suo sorriso smorzato. Sta ancora appeso alla sua domanda.
    – What?
    Così gli sorrido anch’io.
    – You’re right! Gli dico e lui restituisce. Ha begli occhi questo giapponese tascio.
    – Vaffanculo alla Sicilia! gli urlo mentre si allontana.
    – Sicilia? Eh, Sicilia a-rri-ve-de-rci, mi dice sillabando con un accento da registratore.
    – Have you never been in Sicily? gli grido incuriosito.
    – Oh, yes. Si-ci-lia-be-dda.
    Come può essere? Cosa diavolo ci troveranno questi stranieri che giungono da noi e già in aereo un applauso all’atterraggio segnala l’arrivo in un’altra dimensione? Come possono serbare un bel ricordo di un luogo dedito all’inazione? Tanto che padre e figlio, a distanza di vent’anni, provenendo da un qualunque angolo del mondo, possono fare viaggi distinti e separati ma trovare entrambi, uno dopo l’altro, a Palermo gli stessi lavori in corso? Cosa li può spingere a pensare con gioia alla sola isola al mondo che si è dedicata con costanza e tenacia da piraña a sbranare le proprie coste, insozzare il suo mare di putridi catrami, a sventrare il suo territorio per sconquassarlo di abusi edilizi, ricoprirlo di spaventose porcherie di cemento armato, disseminarlo di pezzenti tuguri incompleti e sporchi sul lato pubblico mentre all’interno vi si nascondono fregi aurei seppure spesso volgari ed osceni senza rimedio? Cosa può indurre uno straniero a volgersi con gioia al ricordo di una terra dove il tempo è un’opinione insindacabile e personale del privato cittadino che tuttavia campa con denaro pubblico per garantire un servizio collettivo? Una terra dove lo spazio comune non è pensato, né progettato, né preservato ma è il labirinto mortale e maleodorante che residua alla bestiale conquista che privilegia, sana e tutela l’abuso? Che delirio è mai questo che permette a un turista di passaggio in Sicilia di obliare il cancro mafioso che ci umilia, ci rende perversi, vigliacchi, falsi, canaglie, fantocci, bastardi, corrotti, pusillanimi, ma gli permette di imprimere nella sua mente l’Isola che non c’è? o che non c’è più? Dove volge il loro sguardo quando penetrano il mare nostrum circondati da assorbenti seta ali e plastiche di ogni forma e colore? Cosa penetra le loro narici quando fanno la fila per i nostri monumenti storici in compagnia di cumuli deformi di immondizie imperiture come i marmi secolari? Cosa reca gaudio alle loro orecchie girando tra le nostre strade mentre le tivù di ogni casa vomitano a tutto volume il loro pattume di culi e bisticci? Cosa li affascina di genti aduse al vanto sotterraneo dell’ascendenza mafiosa e all’oblio della progenie valorosa?
    – You’re right! Again. Gli dico con ritrovata gioia nel cuore mentre lui mi inquadra entro il foro degli indici e dei pollici uniti a mimare un teleobiettivo.
    Mi metto in posa per stare al gioco, mi sento arrabbiato e contento, mi avverto imbalsamato dal potere delle contraddizioni che urtano e bloccano, che urlano e tacciono, che amano e odiano. Forse un giorno, dopo la mafia, oltre le cose belle e dimenticate, oltre il non fatto, il non detto, il non pensato, il non agito, magari a dispetto delle voci come delle ipocrisie, forse un giorno incontrerò un altro giapponese, un altro turista.
    – Where are you from?
    – Sicily.
    E sillabando con accento da straniero mi risponderà:
    – Si-ci-lia-con-tra-ddi-zio-ne.

    Ospiti
  • 46 commenti a “Sicilia contraddizione”

    1. Mi piace

    2. bello.
      anche se debbo dire che vista l’idea che molti stranieri hanno della Sicilia associandola solo alla mafia dimostra che l’ignoranza non è solo in Italia. basta vedere cosa pesano delnostro paese molti tedeschi…

    3. articolo bellissimo…e purtroppo molto molto vicino alla realtà…

    4. – Excuseme, Can I have a panino?
      – Non ti capisco?
      – Don’t speak english?
      – Devi parlare italiano, giapponese mafioso!
      – 1 panino!
      – A! Panino!
      (pausa)
      – Thank you! How much?
      – CChi disse?
      – Money! Cash! Monetes! How much!!
      – AA! 20 Euro!
      – 20 EURO!!!
      – 20!
      – What the fuck! Sicily is realy expensive! Please Mister can i have the bill?
      – A?
      – Bill? Reset?
      – A?
      (subito vengono tutti indietro del paninaro e guardano il giapponese)
      – OK, OK, here are your 20 Euro.

    5. molto arguto e piacevole.
      Forse e’ il caso di ricordare che:
      .
      http://it.wikipedia.org/wiki/Yakuza

    6. Molto bello!
      Complimenti!

    7. Anche a me è capitato qualche volta di subire, all’estero, l’accostamento “Sicilia-mafia”.
      Però devo pure precisare che tutte le volte il mio interlocutore sorrideva divertito nel pronunciare quelle parole: quasi volesse “pesare” la mia reazione….
      Subito dopo, immancabilmente, aggiungeva infatti che la mafia (o qualcosa di simile) avevano purtroppo scoperto di averla anche loro, ancora più subdola ed insospettabile.
      E alla fine mi rimaneva l’impressione che, in fondo, nutrivano ammirazione per noi siciliani, soprattutto per chi, fra di noi, aveva avuto il coraggio di denunciarla e contrastarla.

    8. E’ la Sicilia…

    9. patetico. un esercizio di prosa neanche tanto felice e prevedibile nei contenuti. oltre che stucchevole, ripeto. sarò fortunata ma viaggio tanto e incontro moltissima gente, il connubio/clichè sicilia/mafia esiste ancora ma fortunatamente gli si è sovrapposta una coscienza culturale e ambientale che porta i turisti a ricordare anche le nostre meraviglie, pur non ignorando le iatture. esattamente come capita a noi, che sentiamo la mancanza del profumo di zagara e gelsomino quando siamo lontani benchè coscienti che troveremo anche il lezzo drivante dal caos amia per esempio. trovo il patetismo e il piangersi addosso davvero sterile. è edificante invece tirare su la testa, sedare l’orgoglio passivo e farsi promotori del nostro ‘meglio’.

    10. A me è successo ancora una volta due giorni fa. A migliaia di chilometri dall’Italia e nell’ennesimo paese in cui corruzione e illegalità sono ben piu’ diffuse che in Sicilia. Magia della TV.

    11. l’Isola che non c’è? o che non c’è più?

      la sintesi per riflettere e darsi da fare
      non mi pare una domanda del piangersi addosso
      il cammino è lungo ma si può fare

    12. Curiosità legata anche a caratteristiche antropologiche (anche se non lo sanno, non tutti, consciamente), esotismo, diversità umane ma soprattutto monumentali e paesaggistiche, e da turisti fascino comunque originale, per certi versi eccezionale. Ecco perché hanno amato, e si ricordano della Sicilia. Non ci vivono, e non gliene frega niente delle problematiche di vita quotidiana, non le sentono, non le vivono. E’ scontato.
      Pero’ i luoghi comuni sono ovunque.
      A me il Moulin Rouge non piace, lo trovo tascio. Non è il locale piu’ noto di Parigi. Ed è situato in uno dei quartieri meno interessanti che gode della fama dovuta, appunto, a luoghi comuni.
      Io conosco il triangolo Marais-Saint Paul-Bastille dove abito, conosco il quartiere Montorgueil (pittoresco, tra i più belli di Parigi) dove ho abitato 8 anni, conosco Saint Germain des Prés dove ho il mio ufficio, conosco il giardino al livello della Senna sotto il Pont Neuf, il posto più bello di Parigi e forse del mondo, dove andavo a leggere nei miei primi anni parigini. Non frequento… i luoghi comuni, né fisici né morali.
      Detto questo se qualcuno mi rompe le scatole scatascio tutti i loro scheletri, le prede preferite sono i milanesi, russi, giapponesi, e i cinesi… ma i metodi mafiosi esistono ovunque, noi, cittadini siciliani onesti, siamo solo le vittime FESSE

    13. anonima silvia, il testo non si piange addosso, è un racconto e può piacere o no, mantenendo civile rispetto. Magari un pregiudizio guida talvolta l’esplorazione che facciamo degli altri. Non credi? Inoltre: “tirare su la testa, sedare l’orgoglio passivo e farsi promotori del nostro ‘meglio’” ti pare un’idea nuova? Non ti ricorda il diffuso politichese? Chi mi conosce sa che con la testa alta lavoro in trincea da 25 anni, la trincea vera, adoperandomi senza risparmio per cambiare le cose lì dove posso. Stare alla finestra, attendere e sparare è quello che fanno i cecchini… non i bravi cittadini.

    14. Esagero se propongo una standing ovation all’autore di quest’articolo?
      Fantastico!

    15. Vivo all’estero e l’accostamento Sicilia-mafia non e’ purtroppo nuovo alle mie orecchie. Quello che mi spiace di piu’ e’ che siano i siciliani stessi ad insultare la Sicilia…vedi quelle maglie stupide che si trovano nei tanti negozi di souvenirs in corso Vittorio, col padrino in primo piano…e poi ci lamentiamo di essere etichettati dagli stranieri???

      per quanto mi riguarda: “[…] poi improvvisamente si scopre che in quel maledetto paese stanno tutte le ragioni che la ragione conosce e non conosce” (Sciascia)

    16. ma perché, questa non è mafia?

      Palermo, Consiglio fermo e i gettoni costano 3 milioni l’anno- gds.it

      http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/131593/

      Dov’è la gente che si è mobilitata per i 2 milioni del Papa? Di questo scempio non gliene frega nulla, vero!!?? E’ QUESTO IL VERO MOMENTO DI PARLARE!!!

    17. Giampiero, ben scritto. Ma mi permetto di dissentire. Ci sono turisti che ci associano alla mafia ma altri, sempre di più, che riescono a vedere molti ma molti più pregi di noi cittadini!

    18. Antalia (Turchia)2009, tutti coloro che ci chiedevano da dove venivamo, alla risposta Sicilia-Italia, rispondevano -ridendo- mafia, Berlusconi…. e chiedendo “tu mafioso?” (sic) -sempre con il sorriso stampato.
      (Questo si aggiungeva alla rabbia per la pulizia e la civiltà trovata in quei luoghi mentre avevamo lasciato la nostra città tra i fumi dell’immondizia bruciata x strada…. )

    19. In due casi l’esperienza che ho avuto io è stata diversa. A Sydney una signora mi ha chiesto di dove fossi e quando ho risposto Palermo ha affermato che c’era stata e che aveva un bellissimo ricordo ma purtroppo si era soffermata solo pochi giorni. In Florida un tizio di un negozio mi ha chiesto la mia provenienza e alla risposta “Palermo, Italy” ha esclamato: “Sicily! Sicily is not Italy! Sicily is more beautiful than Italy! Would you change your home with me?!”.
      Poi magari avranno pensato anche alla mafia ma per delicatezza non ne hanno parlato.

    20. Vivo a Parigi e lavoro con Francesi, Tedeschi, Spagnoli, Cinesi, Marocchini, Rumeni e Australiani…
      e TUTTI, nessuno escluso, quando dico orgoglioso che “I come from Sicily, Italy” mi rispondono subito Mafia, Godfather, Berlusconi, Cicciolina!

      Inutile dire la mia rabbia sempre mal celata ma:
      – non mi sono mai permesso di rispondere ai Tedeschi citando Hitler (ma ho spiegato loro che per me fa lo stesso effetto)
      – non riesco a spiegarmi i commercianti siciliani (soprattutto a Taormina) che orgogliosi vengono magliette con la scritta “Mafia, made in Sicily” al turista di turno
      – non riesco a spiegarmi come si possa solo immaginare di rinominare l’aeroporto perché citare due eroi fa cattiva pubblicità
      – non riesco a spiagarmi come un certo Cuffaro sia diventato governatore della Sicilia
      – non posso spiegarmi Dell’Utri
      – non trovo molta differenza tra il Partito dell’amore (Cicciolina e Moana docet) ed altri partiti più “moderni”

    21. Bello! Amaramente geniale!! 🙂

    22. @Roberto

      Beh, almeno quel tizio della Florida ha detto una verità sostanziale non considerandoci parte integrante del “similpaese Italia” come è aduso affermare Gigi. In fondo è la considerazione che hanno sempre avuto buona parte di quelli che potremmo chiamare continentali italioti!
      Aggiungo: magari molti di noi siciliani traessero la stessa conclusione di quel tizio in Florida.

    23. A ma il racconto è sembrato interessante, ben congegnato e arguto. Ma devo fare una riflessione generale magari anche sbagliata, solo una semplice opinione personale.
      Secondo me noi ci pensiamo troppo a questi argomenti è qualcosa che ci rode dentro, finiamo per parlarne sempre invece dovrebbero essere le nostre azioni a parlare per noi.
      In breve lasciamo che siano gli altri a parlarne, a giudicarci, se noi saremo costruttivi in positivo e abbiamo tutti i mezzi per riuscirci dimenticheranno i nostri lati negativi.

    24. @silvia
      “il lezzo derivante dal caos amia per esempio”
      …ed io che credevo fossero i cittadini (si fa per dire)a buttare frigoriferi, lavatrici, carcasse di scooter ecc..ecc. per la strada nei pressi dei secchioni adibiti alla “spazzatura normale”….sono un ingenuo…è tutta colpa del caos amia!!!

    25. 1991-Patrasso-Grecia
      negoziante: di dove voi?
      noi: di Palermo, Sicilia
      negoziante( con sincera ammirazione e gesti di entusiasmo): ohhhhhh … Palermo! Sicilia! Falcone, viva Falcone …
      E’ stato un bel momento credetemi …

    26. -@laura, non c’è dissenso, lo so anch’io che abbiamo qualcosa di buono, figuriamoci. Il racconto evidentemente preme su corde molto sentite.
      -@gaetano62, la tua tesi è interessante, forse hai ragione che ne parliamo troppo, di sicuro parliamo più di quanto agiamo, fosse il contrario…
      -@commentatori di rosalio, grazie per il vostro interesse, è segno della contraddizione di cui racconto perchè oltre la mafia e il suo immenso indotto c’è l’energia pulita che tutti voi rappresentate.

    27. ” Un cognome da spendere “. Finocchiaro però è un bel cognome. Palermitano. Un bel cinema anche, che a quanto so resiste. Complimenti per la passione.

    28. Il pezzo di Giampiero Finocchiaro è fluido, magnifico, scritto benissimo, nei contenuti e nella forma, l’ho letto d’un fiato e mi ha suscitato molte emozioni, ora negative per le brutture, le contraddizioni, la staticità che permeano la nostra cultura, ora positive perchè, scusatemi, sapere e leggere che c’è ancora qualcuno che lotta, e “in trincea vera”, per ideali di trasparenza e onestà, mi emoziona, mi rende felice e alimenta in me la speranza che qualcosa possa cambiare, o che comunque c’è gente che si impegna per farlo. Come dire…. mi sento meno sola.
      PS lavoro da 7 anni in una pubblica amministrazione e anche io, ogni giorno, anche con piccoli gesti, lavoro per una Sicilia pulita e migliore.
      Grazie a Giampiero per il suo articolo.
      Paola

    29. A me è capitato all’estero sentirmi dire addirittura “Italia mafia, Sofia Loren”, ma queste battute penso proprio che siano dovute ad un’abissale ignoranza di chi proprio per sfuggire a quest’ultima, fa “sfoggio” di luoghi comuni.

      p.s. da anni che seguo Rosalio e non c’è post dove non si critichi o si lodi lo stile, la sintassi, la forma con cui è stato scritto.
      E’ vero che gli esami non finiscono mai…

    30. Infatti oggi, tranne se non è in vacanza, alle ore 9:40 è connessa a internet. E’ il computer della pubblica amministrazione pagato con tasse e oneri dei cittadini?
      SE SI, non si senta sola, oggi, in questo momento a Palermo sono migliaia connessi invece di lavorare pagati da soldi pubblici.
      Ieri dicevano che nel Lazio erano il 70% a navigare nelle ore di lavoro pubblico.
      Come dice sempre il mio amico Ninni Palermo è piena di gente che fa moralismo, che si lamenta di tutte le storture del mondo, che predica, ma poi degrada, e pure frega il cittadino vicino… e anche quello lontano che non conosce…

    31. Complimenti! Anch’io mi sento arrabbiata e contenta!

    32. Nessuno faccia l’ottimista a tutti i costi e non c’è nulla di positivo e di meraviglioso da “pubblicizzare” della nostra terra. Prima lo capiamo tutti e prima ci sarà una reazione civile.
      La nostra terra, in particolare Palermo, è esattamente quella descritta dall’autore e il suo è solo l’ennesimo grido di dolore. O pianto di vergogna che dir si voglia.
      Poi, se vogliamo buttarla in pane e panelle, caponata pasta con le sarde e “forza palermo” allora è tutto fantastico.

    33. Beh, io sono cittadina rumena di etnia ungherese, residente da 9 anni e sposata con un palermitano da 8.
      Mi sento molto italiana dopo tutti questi anni, rimango senza parole quando sento determinate persone parlare in un certo modo dalla Sicilia.
      Questa è una terra bellissima, piena di storia, cultura, arte ma quando viaggi e pronunci la parola Sicilia la risposta automatica del tuo interlocutore e mafia. Cosi ci è successo persino in Thailandia e Jamaica( italiano mafioso paraculo). Ma non dobbiamo allontanarci troppo. Succede anche in Italia. Una mia compagna di liceo che è sposata nel nord Italia non vuole venire a trovarmi perché si spaventa dalla mafia e dalla poca sicurezza.
      Sull’aereo da Milano per Bucarest mi hanno anche chiesto perché una ragazza carina come me sta con un siciliano mafioso. L’ignoranza regna!

    34. Secondo me dipende anche da chi si frequenta.
      Se si incontra uno del Texas e si fa il gesto del pistolero si fa la figura del cretino, se si incontra un tedesco e si fa il saluto ad Hitler, altrettanto. E così via. Ma se uno straniero mi chiede ragguagli sul problema della mafia, io sono ben lieto di parlagliene. Se mi dice che la Sicilia è il più bel paese al mondo, dove è magnifico vivere, mi offendo perchè non è vero e sento che sotto sotto mi sta prendendo per il c…

    35. PER GIGI: Critica inutile e sterile. Provocazione che non accolgo. Si, ero in pausa. Dovresti approfondire sui contratti sindacali. E avere più fiducia. Se fossi una ladra come accusi, o una che “fa moralismo, che si lamenta di tutte le storture del mondo, che predica, ma poi degrada, e pure frega il cittadino vicino… e anche quello lontano che non conosce…” non scriverei su Rosalio 🙂
      Paola

    36. @GIGI:
      le critiche generalizzate e PRIVE DI FONDAMENTO risultano inevitabilmente sterili.
      La cosa più triste è constatare che diffidenza e sfiducia siano così connaturate in noi palermitani.
      Paola

    37. Prive di fondamento no. Perché è risaputo che la Sicilia sperpera 25 miliardi l’anno su 80 del PIL per tutte le “attività” che ruotano intorno alla politica e alla spesa pubblica, quando per i risultati ottenuti, cioè tra le regione più degradate e dove la qualità della vita è tra le ultime posizioni da troppi anni, e per i bisogni non si dovrebbe spendere nemmeno la metà e i dipendenti e consulenti non dovrebbero essere nemmeno la metà.
      Io sono un libero professionista e il tempo me lo gestisco e me lo pago come mi garba, e non ho tempo per andare a leggere i vostri accordi, per cui le chiedo di dirmelo lei quali sono questi accordi, e quante pause e a quali ore, per esempio lei, ne ha diritto.
      PER il resto, tra una pausa e l’altra si concentri meglio nella lettura, perché stavolta non ha capito. Allora le spiego: 1) quando cito il mio amico Ninni mi riferisco ad una situazione generalizzata che qualsiasi cittadino onesto può constatare alla luce del degrado e disservizi generalizzati 2) il web è pieno tutto il giorno di precari ed impiegati pubblici che “tampasiano” tutto il giorno nel web, magari a intermittenza ma durante tutte le ore del giorno. Ho riportato un’altra notizia che riguarda il Lazio che è stata pubblicata sui giornali ma in Sicilia la situazione è simile.
      ORA, forse lei è un’eccezione, e ha letto male perché in entrambi i casi si tratta di situazioni generalizzate ed io l’ho scritto in questo senso, fino a prova contraria lei non rappresenta TUTTI.
      La ringrazio in anticipo di volermi informare sulle regole concernenti le pause per i dipendenti pubblici.

    38. Comunque, mi consenta, e sottolineo che non mi riferisco alla sua persona dato che lei ci ha informati di essere particolarmente zelante, ma se lei mi chiede di avere fiducia nella gestione pubblica della vita siciliana mi fa ridere, è una barzelletta. Nelle imprese private dove sono richieste inderogabilmente competenze, efficacia e di generare profitti, la maggior parte sarebbero licenziati in tronco. Ma forse lei non vede i disservizi siciliani da terzo mondo e il degrado sociale anch’esso da terzo mondo.
      N.B. NON C’ERA NESSUNA PROVOCAZIONE, anche qui aveva capito male; questo tipo di atavismo non mi appartiene… io parlo chiaro e diretto.

    39. Se la mettiamo sul piano del lavoro e dei relatvi criteri di efficienza, efficacia ed economicità non v’è dubbio che il pubblico resta un abisso distante dal privato. Se la mettiamo sul piano del fisco… la situazione si capovolge. In entrambi i casi, la parte “valorosa” è frutto di una coercizione: se nel privato non lavori vieni licenziato; nel pubblico impiego le tasse vengono prelevate alla fonte.
      Se ne ricava una situazione di sostanziale parità dove la differenza viene dall’esterno del singolo individuo (ovviamente esistono persone che lavorano senza essere costrette e altre che pagano le tasse in ogni caso). Resta cioè costante il difetto di ciascuno verso il proprio dovere a testimonianza della totale perdita di riferimenti etici che erroneamente si sono creduti superflui.

    40. Non bisogna andare lontano…a me hanno accostato la parola Sicilia-Mafia anche in Italia…nel Nord Italia..

    41. Il nuovo Presidente della Corte dei Conti
      appena insediato,ha parlato del fatto che
      IL PAESE e’ connotato da una
      CORRUZIONE PERSISTENTE
      e da una
      DISSIPAZIONE DELLE RISORSE PUBBLICHE
      .
      ormai certi fenomeni sono nazionali.

    42. ALLORA, se facciamo le tabelle dobbiamo fornire pure le cifre, Finocchiaro.
      Per esempio, la parte di tasse che derivano dal pubblico impiego, e la parte del privato.
      tenendo conto, comunque, che in Sicilia la spesa per tutte le attività che ruotano intorno a politica e pubblico impiego ammonta a 25 miliardi di euro l’anno su 80 del PIL, e che la metà non dovrebbero pagare le tasse da impiego pubblico, perché in Sicilia la suddetta spesa non dovrebbe superare la metà come gli impieghi dovrebbero essere la metà.

    43. direi un pò banale
      mi sembra di aver letto alcuni articoli molto simili sul blog.
      solito snobismo acculturato?

    44. che tristezza leggere commenti come questi… banale piuttosto mi sembra questo commento. di simili ce ne sono miliardi e in tutti i blog. e snobbismo, a mio parere, è proprio questo modo saccente di giudicare stando alla finestra. ognuno è sia quel che dice sia il modo che sceglie per dirlo…
      io trovo questo articolo come quasi tutti i commentatori davvero bello e ben scritto ed è ancor più bello vedere che in quest’isola abbiamo ancora gente capace di una tale sensibilità…

    45. “ognuno è sia quel che dice sia il modo che sceglie per dirlo..”????????

    46. – Excuseme, Can I have a lemon?
      – Non ti capisco? Parli italiano, giapponese basso mafioso!
      – 1 lemon!
      – A! Limone!
      (pausa)
      – Thank you! How much?
      – CChi disse?
      – Money! Cash! Monetes! How much?
      – AA! 20 Euro!
      – 20 EURO??
      – 20!
      – Sicily is expensive! Please Mister can i have the bill?
      – A?
      – Bill? Reset?
      – A?
      (subito vengono tutti indietro del paninaro e guardano il giapponese)
      – Here are your 20 Euro!

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