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venerdì 29 mar
  • Piccolo manuale di sopravvivenza al centro commerciale – Euro 7.99

    «DomenicaMattinaAndiamoTuttiAlCentroCommerciale».
    Lo sentenziò mio padre senza prendere fiato.
    Il tempo si fermò per tutti; persino il condirettore con il suo camper, da dentro la TV, sembrò spaesato e ci guardava sotto un cappellino da antologia, con un misto di stupore e ammirazione.
    La zia Piera abbassò lo sguardo, cosciente del fatto che non eravamo ancora pronti e mia madre strinse con forza i volantini su cui studiava da giorni.
    I volantini entravano in casa accolti da febbrile eccitazione: quelli con i detersivi venivano stipati in bagno, quelli alimentari si muovevano tra la cucina e il salotto, ma quelli degli ipermercati venivano foderati come i libri delle medie, sfogliati con cura e archiviati in libreria.

    «Nel mezzo del cammin di nostra vita
    mi ritrovai per una selva oscura
    ché la diritta via era smarrita»

    Il programma era chiaro:

    • 6:15 AM, appuntamento;
    • 6:18 AM, appello;
    • 6:22 AM, distribuzione del kit, contenente: n.1 piastrina con nome cognome e gruppo sanguigno, n.3 telefoni cellulari, n.1 bussola, n.2 razzi di segnalazione;
    • 6:33 AM, discorso motivazionale: «Oggi ci muoviamo insieme verso un luogo avverso. Alcuni di voi sentiranno il desiderio di mollare, di arrendersi. Tanti prima di noi hanno tentato e sono ancora vivi, certo qualcuno non parla più, qualcun altro si muove a fatica, ma noi non possiamo essere da meno. Siamo una famiglia e, anche se feriti, torneremo a casa insieme«;
    • 6:38 AM, applausi e commozione;
    • 6:44 AM, saluti e abbracci con i condomini del secondo, terzo e settimo piano, da sempre i più sensibili ad atti eroici;
    • 6:51 AM, muovere in direzione Circonvallazione.

    «Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
    esta selva selvaggia e aspra e forte
    che nel pensier rinova la paura!».

    Il parcheggio si estende per almeno tre CAP, ci destreggiamo tra le zone del Gambero lavandaio e la Cozza elettricista senza alcun risultato, i posti sono tutti occupati. Veniamo richiamati da un signore sulla sessantina che legge il giornale su una sdraio proprio nel mezzo di un posteggio.
    «Serve il posto?».
    «Sì, ma non vorremmo disturbare».
    «Nessun disturbo, certo se mi vuole offrire il caffè».
    Paghiamo una cifra che sarebbe bastata per noleggiare il 101 con tanto di autista per tre giorni e lasciamo la macchina in una zona denominata il Totano commercialista.

    «Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
    tant’era pien di sonno a quel punto
    che la verace via abbandonai».

    Di fronte a noi un orizzonte luccicante di acciaio e vetro, nella parte bassa diecimila naufraghi gridano, si dimenano, si aggrediscono, nell’attesa dell’apertura. Una voce al megafono scandisce slogan, promozioni e oroscopi alternati a intro della più brutta musica italiana degli ultimi settantacinque anni.
    A dieci secondi dall’apertura parte il conto alla rovescia, gridiamo tutti con facce soddisfatte, solo quella di mio padre rimane tesa.
    Lui sa cosa ci aspetta.
    Lui ha già vissuto tutto questo.

    Veniamo travolti.
    Tengo per mano la zia Piera, stringo forte, ma nonostante tutto viene trascinata via. La vedo scomparire dietro le vetrine di un negozio di intimo aggressivo. Qualche minuto dopo ritrovo mia madre: stringe tra le dita i volantini e continua a ripetere «solo per oggi 6.99, solo per oggi 6.99, solo per oggi…».
    Mi sento poggiare una mano sulla spalla. È mio padre.
    «Vai, a lei ci penso io, ci incontriamo tra trenta minuti all’Ipercup».
    La filodiffusione propina Benvenuti in paradiso di Venditti.

    Non è semplice arrivare sino all’ingresso dell’Ipercup, il tragitto è tempestato di prove.
    La prima si chiama Claudia, sorride colpita e mi chiama per nome. In sette minuti quasi mi convince a comprare un SUV.
    La seconda prova è Selene. Seria, timida e anche lei mi chiama per nome. Dopo nove minuti ho in tasca tre sigarette elettriche, pur non avendo mai fumato.
    Le prove si susseguono: Gemma vuole che faccia un’assicurazione, Corinna che mi iscriva a un master in cromoterapia veterinaria, Carla mi mette in braccio un bambino coreano di 3 anni e mi dice che ne ha disponibili in più colori. Tutte mi chiamano per nome.
    Arrivo all’Ipercup dopo novantasette minuti. Mia madre sembra imbottita di Prozac, la zia Piera porta lingerie in vista sopra il maglione, mio padre studia le istruzioni di un accendino con riconoscitore vocale.
    La filodiffusione ci accompagna con Se bastasse una canzone di Eros Ramazzotti.

    Entriamo nell’antro della belva.

    «Per me si va nella città dolente,
    Per me si va ne l’etterno dolore,
    Per me si va tra la perduta gente».

    All’ingresso ci sono i box delle offerte, roba di scarsissima qualità, assolutamente inutile ma a prezzi imbattibili.
    Eravamo lì per questo e lo sapevamo.
    Ammiriamo, tocchiamo, annusiamo ma soprattutto acquistiamo ogni sorta di cosa:

    • 1 set di punte di trapano con il logo di Hello Kitty;
    • 3 cappellini con ventilatore e pannellino solare;
    • 5 paia di pantofole batuffolose con lampadina in punta per passeggiate notturne;
    • 2 confezioni di merendine al sapore di lampone e rosmarino;
    • 4 coltelli da cucina con bussola nel manico;
    • 3 portatovaglioli della serie Marta Martotto consistenti solo in una pietra da poggiare sopra i tovaglioli;
    • 4 profumatori per ambiente con fragranze di uva coreana, mandarini indiani, pera malese e cedro mongolo;
    • 23 portacandele raffiguranti i giocatori della nazionale del ’98 compresi i panchinari e Maldini allenatore;
    • 1 bancale di candele profumate del peso complessivo 213 kg.

    I commessi si mimetizzano, nascondono i loro gilet marchiati come ricercati, e quando qualcuno malauguratamente rivela la sua identità viene assalito con violenza: vidi, mio malgrado, l’amputazione di un orecchio a causa di un errore sulle promozioni in volantino.

    La zia Piera si ferma alla zona trucchi con una promoter e, quando ci raggiunge, somiglia a Platinette; mia madre tiene stretta una scopa elettrica di nome “Ciccio”; mio padre ripete a mezza bocca gli slogan promozionali, mentre io inizio ad aprire i confini della mia mente dopo avere assaggiato tutta la frutta proveniente dal centro Vietnam.
    La filodiffusione ci condanna ad ascoltare In te di Nek.

    Alle ore 10:34 PM rintracciamo la macchina al Totano commercialista. Di fronte una signora anziana ci aspetta.
    «Finalmente, ma quanto ci avete messo?».
    «Scusi signora, ma lei chi è?».
    «Sono nonna Tina, vi aspetto da due ore».
    «Ma forse si sbaglia, signora, veda che…».
    «Non perdiamo tempo che sono stanca, apri questa macchina».

    Sono sette mesi adesso che nonna Tina vive con noi, ci siamo anche affezionati, ma se qualcuno dovesse essere interessato a riaverla indietro, la mettiamo in offerta a 19.99 euro per i prossimi 20 giorni.

    Palermo
  • 19 commenti a “Piccolo manuale di sopravvivenza al centro commerciale – Euro 7.99”

    1. bello lo stile narrativo, terribilmente vera la realtà raccontata della vita dentro al centro commerciale. bravo alessio! 🙂

    2. Semplicemente Geniale! Ho letto altri tuoi post tutti bellissimi (in modo particolare “Il colloquio” e “Al Diavolo il Lavoro”)e adoro questo tuo modo di rendere…reale il surreale!(non il contrario…)
      Sei bravissimo…continua a deliziarci!

    3. Bravo, molto divertente!

    4. eh eh eh eh!!! mi sto sbellicando!!!

    5. Bravo davvero. I portatovaglioli… ehehehehe!

    6. la prossima volta postalo in più puntate 😉

    7. Geniale, divertente, originale…. Complimenti!

    8. Esilarante!! Bravo!! 🙂

    9. ahahhahaha bravo alessio! un ex collega alicos

    10. E bravo Alessio!!!
      Hai mai pensato di scrivere sceneggiature? Sicuramente verrebbe fuori qualcosa di più esilarante rispetto a quei vetusti “cine-panettoni” che ci dobbiamo sorbire tutti gli anni a Natale 😉

    11. Bravo, Ale! continua così!

    12. Signora Colli!!!! 🙂 Mi hai fatta ribaltare 😀

    13. Alessio fantastico, sto ridendo da due ore!!!
      Non sapevo scrivessi in un blog… ora ti aggiungo ai preferiti 🙂

    14. AHAHHAHHAHAHHAH Il grande Alessio di sempre! Ti adoro! Eccezionale mi hai fatto venire l’asma dalle risate! Ti abbraccio!

    15. Cugino!! Troppo bravo davvero! 🙂

    16. Bellissimo!

    17. Mai entrata in un centro commerciale, ma ho la sensazione che il racconto non si discosti molto dalla realtà!!.. 🙂 GRANDISSIMO ALE! come sempre.

    18. A quando il prossimo il pezzo??!
      Mi piace moltissimo il tuo modo di scrivere.
      Spero pubblicherai presto qualcos’altro per noi!

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