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giovedì 28 mar
  • Galateo notturno

    Galateo notturno

    Non sia mai che nei primi anni del terzo millennio mi metta a scomodare Monsignor Della Casa, altri tempi, e il suo Galateo che era una raccolta di consigli e regole tali da consentire una vita armonica e semplice secondo i dettami rinascimentali. Ma, Dio mio, il galateo oggi è da vecchi, nemmeno mi ci metto a rispolverarlo.

    Eppure gli esiti delle serate urbane di residenti migranti che si spostano da una parte all’altra della loro città, finanziando le attività commerciali disposte all’accoglienza, all’intrattenimento, alla gastronomia (piazza Rivoluzione, via Bara all’Olivella, via Candelai, per fare esempi calzanti) non sono solo le volatili chiacchiere o i rituali scambi di effusioni, quanto piuttosto, con maggiore evidenza, le stratificazioni sconnesse di rifiuti solidi che ci si arroga il diritto di poter abbandonare dovunque.

    Siccome la città è di tutti, dunque anche mia, posso farci quel che mi pare. Comportamenti base, a cui ci si è abituati e non ci si fa più caso, riguardano le pratiche legate all’usa e getta: mastico chewing-gum, sputo; fumo, getto; mangio, appallottolo e getto; bevo, lascio cadere con nonchalance o colloco, con un certo aplomb, contenitori semivuoti sul tetto delle automobili, lungo i marciapiedi, sui davanzali delle finestre, eccetera.

    Diciamo allora, piuttosto, che sarebbe quantomeno utile sostenere e divulgare una coscienza civica, un’etica collettiva, una maniera di evidenziare la propria capacità di comprendere che si è parte di un gruppo, una società, alla quale aderiscono, loro malgrado, anche quelli che non usano praticare i riti notturni. Oppure, potrebbe essere declinato dagli esercenti dei locali pubblici un pentalogo (un decalogo mi pare troppo per chi si vuole divertire il sabato sera) che preveda un comportamento civile minimo da parte dei loro avventori. Invito i lettori del blog a proporre e definire tali regole base, e Rosalio a diffonderle ai locali della città.

    Palermo
  • 8 commenti a “Galateo notturno”

    1. Complimenti hai detto esattamente quello che penso! Solo che l’hai detto con una proprietà di linguaggio di gran lungha migliore della mia… Io ho 18 annni e vivo a Palermo. Quando esco la sera con gli amici o con la ragazza mi chiedo sempre la stessa… ma perchè?! vedo sempre le stesse scene.. bottiglie sui tettucci delle macchine, per terra, sulle finestre o rotte a terra… tutto questo quando ameno di 50 metri ce uno splendido cassonetto.. La cosa che mi fa più rabbia è che lo vedo fare si da gente più grande ma soprattutto da ragazzi come me! E allora mi chiedo: come possiamo parlare di cambiamento della società e di Palermo se il cambiamento non viene prima da noi giovani??

    2. triste condizione quella del palermitano.

    3. Multe multe e multe….è l’unica soluzione!!!
      Ma chi dovrebbe sorvegliare ovviamente preferisce lasciare le cose per come stanno…
      Nel nostro piccolo più di buttare i nostri rifiuti negli appositi cassonetti non possiam fare, perkè sappiamo bene che educare un palermitanazzo medio è tempo perso, ma toccategli il portafogli con una bella multa e forse qualcosa cambierà…

    4. Il punto é che si deve garantire la ‘movida’. Perché fa guadagnare gli esercizi commerciali.
      Ma la ‘movida’ é generalmente costituita da persone libere di perdere coscienza di sè, perché abusano di alcoolici. Gli stessi che lasciano la notte la bottiglia di birra sopra i tetti delle macchine, la mattina non lo farebbero mai.
      La ‘movida’ é difatto un’autorizzazione all’ubriacatura diffusa e ai conseguemnti comportamenti irresponsabili.
      Non meravigliarti che non esista un etica in questo.
      Non ragionerai mai con un ubriaco, che anche vedendo un cestino possibile, non andrà mai a raggiungerlo, perché lui sta lì in quel momento, quasi privo della capacità di intendere e volere.
      Anche a Bologna, città rispettosissima della comunità, questo problema é diventato esponenziale.
      Più controlli da parte dei vigili sarebbero sacrosanti, più etica da parte dei gestori di locali, sarebbe altrettanto sacrosanta (ma loro guadagnano sul contrario, quindi é impossibile che inneschino questo principio).
      Quindi, a cosa potresti appellarti?

    5. Uma, capisco tutto. Probabilmente gli “esercizi commerciali” che guadagnano su questo dovrebbero anche essere coscienti di quello che può accadere se danno da bere a uno che è strafatto. La bottiglia sul tettuccio dell’auto è il danno minore, ma è un segnale di irresponsabilità. Se ogni esercizio commerciale, che guadagna da quel che vende e non ha a cuore la salute dei propri avventori né lo stato di disordine che gli affari procurano, fosse educato (non necessariamente in maniera coercitiva) a lasciare il territorio di prossimità come lo ha trovato nel momento in cui inizia la sua attività, magari sottolineando la sua condotta civile, non farebbe storcere le labbra a chi la mattina si alza presto per andare a lavorare e, al tempo stesso, suggerirebbe con atti elementari ai propri fruitori una maniera di comportamento che, se sedimentata e decantata, anche uno che fino a un’ora prima non era ancora ubriaco può riuscire a far emergere dalla propria coscienza. Infine, non è “buona creanza” suggerire agli ospiti di questi luoghi, anche i più sobri, che la città ogni sera ha il permesso di vomitare per le strade centinaia di mister hyde che la mattina dopo torneranno ad essere, col loro solito aplomb, dottor jekyll.

    6. ma d’altronde questi posti (piazza Rivoluzione, via Bara all’Olivella, via Candelai)da che tipo di gente sono frequentati?

    7. vuoti a rendere!
      perlomeno così non vedremmo più bottiglie di vetro ovunque

    8. @hidalgo: scusa se noi non andiamo al reloj a fare ” u pirocchio arrinisciuto come te”

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