Cara Palermo, ti scrivo questa lettera perché ho capito che non mi manchi. Scusa la schiettezza ma è bene chiarire le posizioni. Io ti abito più di dieci mesi l’anno, lavoro con le attività che ospiti, mi confronto con i tuoi utenti, ti vivo e non mi considero un cittadino ideale ma, qualora fosse possibile definirlo, non so nemmeno in che modo debba essere un tuo abitante modello. Troppi di quelli che incontro per strada sono, per esempio, irrispettosi delle regole elementari di convivenza civile o ne sono surreali interpreti. Tre su tante: non si fermano accanto alle strisce pedonali per far passare i pedoni, ma si piantano come giavellotti olimpici dopo il lancio ai rossi semaforici; si lamentano, criticano, si sbracciano, protestano dinanzi ai cumuli di immondizia e poi, con nonchalance, appallottolano fazzoletti di carta, pacchetti di sigarette, stampe pubblicitarie che distribuiscono dovunque, ma non negli appositi contenitori; parcheggiano i loro mezzi di trasporto personale nelle posizioni del più aggiornato kamasutra fregandosene di pedoni, disabili, passeggini ma anche di marciapiedi, sedi stradali e piste ciclabili e poi, al primo blocco di traffico, strombazzano le loro cacofonie clacsoniche e verbali in tutte le tonalità. Ho iniziato le mie vacanze una settimana fa, prima del Festino. Ora abito un piccolo centro meridiano, vicino al mare, con la mia famiglia. Continua »
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