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martedì 19 mar
  • Alla vigilia delle primarie

    A Palermo la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale è entrata nel vivo. Domani si vota per le primarie del centrosinistra. Un appuntamento importante. Reso incandescente dalle minacce di morte “recapitate” ieri a Rita Borsellino. È evidente che ai mafiosi – e su questo non ci dovrebbero essere dubbi – la candidatura di Rita Borsellino non va proprio giù. Il “rischio”, per la mafia, è di ritrovarsi con un sindaco che si annuncia completamente “impermeabile” alle richieste dell’onorata società.
    Ieri non sono mancate le dichiarazioni di solidarietà a Rita Borsellino. A cominciare da Nichi Vendola, arrivato a Palermo per sostenere la candidatura della stessa Borsellino. Ma anche dai suoi avversari Fabrizio Ferrandelli e Massimo Costa. E, naturalmente, dal segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, grande sponsor della Borsellino. Proviamo ad analizzare, al di là delle intimidazioni, quello che potrebbe succedere nelle prossime ore.
    Alle primarie del centrosinistra i candidati sono quattro. C’è Rita Borsellino, appoggiata da una parte del Pd (a cominciare dal segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo, ma anche da altri dirigenti di spessore, come Sergio D’Antoni e Bernardo Mattarella, per citarne solo due), dal variegato mondo cittadino che impersonato da Leoluca Orlando e da Sel, il partito che fa capo a Nichi Vendola. Il secondo candidato è Fabrizio Ferrandelli, nato come candidato dei “Poli civici” e appoggiato da un’altra parte del Pd, quella che fa capo ad Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Ars, e dal parlamentare nazionale, sempre del Pd, Giuseppe Lumia. E siccome Cracolici e Lumia, alla Regione, sono alleati di “ferro” con il presidente della giunta siciliana, Raffaele Lombardo, è probabile che anche gli adepti dello stesso Lombardo sostengano Ferrandelli, magari sottobanco.
    Il terzo candidato è Davide Faraone, esponente di punta, in Sicilia, di quella parte del Pd che, a livello nazionale, fa capo al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, detto il “rottamatore” perché vorrebbe “rottamatare” – e forse non ha tutti i torni – il “ciarpame” politico di un partito, il Pd, che è ancora oggi controllato in buona parte da personaggi già sulla breccia nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso. Già consigliere comunale, profondo conoscitore della “macchina” del Comune di Palermo, oggi parlamentare regionale del Pd, Faraone, forse un po’ troppo sottovalutato, potrebbe essere la vera sorpresa di queste primarie. In fondo, è l’unico, vero candidato del Pd.
    Il quarto candidato è Antonella Monastra, esponente dei movimenti della sinistra.
    Chi vincerà? Questo, ovviamente, non lo sappiamo. Ma possiamo immaginare un po’ di “maretta” dopo le aperture delle urne. In questi casi ci viene in soccorso l’aritmetica. Nel 2007, quando il centrosinistra di Palermo si celebrarono le primarie per scegliere il candidato da contrapporre al sindaco uscente di allora – Diego Cammarata – a presentarsi furono in tre: Leoluca Orlando, Alessandra Siragusa (che era già nel Pd) e Giusto Catania di Rifondazione comunista. A votare si recarono oltre 19 mila elettori. Vinse Orlando con oltre 13 mila voti.
    Che succederà domani? Considerato che i candidati sono quattro, che uno di loro – Ferrandelli – si porta dietro elettori che non sono, almeno fino ad oggi – del Pd e che la competizione è piuttosto sentita, è immaginabile un incremento del numero dei votanti. Così come è immaginabile che tanti elettori, domani, si recheranno alle urne di queste elezioni primarie non perché sono realmente interessati a sostenere un eventuale candidato a sindaco del centrosinistra, ma per finalità politiche che nulla hanno a che vedere con il futuro di Palermo.
    Ci riferiamo, in particolare, all’area politica che fa capo a Lombardo, Cracolici e Lumia, che da un’eventuale vittoria di Rita Borsellino alle primarie hanno tutto da perdere. Rita Borsellino, infatti, non ha mai nascosto di essere contraria all’accordo tra l’ala del Pd che fa capo a Cracolici e Lumia (ma anche ad altri dirigenti di primo piano di questo partito, da Nino Papania a Francantonio Genovese, fino a Salvatore Cardinale) e Lombardo. Rita Borsellino – e questo è stato il motivo conduttore della propria campagna elettorale – si batte per un effettivo cambiamento politico e amministrativo a Palermo, ma anche oltre Palermo. Concetto che è stato espresso con estrema chiarezza da Nichi Vendola, che ha detto senza mezzi termini che il vero problema è Lombardo e la sua politica “trasformista”.
    Che significa tutto questo? Che non è improbabile che domani elettori del Movimento per l’Autonomia si rechino a votare per Ferrandelli. Cosa, questa, che Live Sicilia ha dimostrato, raccontando di una festa tenuta da un esponente dell’Mpa per Ferrandelli.
    Non mancano i problemi anche nel centrodestra. Dove è in corso una bizzarra partita. Il candidato, per ora, è Massimo Costa, presidente del Coni Sicilia, personaggio vulcanico e – a giudicare dalla conferenza stampa di autopresentazione – un po’ sopra il rigo. In ogni caso, è un candidato forte per almeno due motivi. Il primo motivo è che è espressione di una grande area politica in evoluzione. Massimo Costa, infatti, si muove a proprio agio tra i partiti che potrebbero dare vita, magari non a breve, a un grande partito dei moderati. In secondo motivo è legato al fatto che è espressione del mondo dello sport, cosa da non sottovalutare.
    Da almeno due settimane le “bocce” del centrodestra di Palermo sono ferme. A tenere momentaneamente bloccati i “giochi” sono l’Udc di Pierferdinando Casini e il Pdl di Angelino Alfano. Questo perché Lombardo e i suoi alleati, che non vogliono a tutti i costi perdere Palermo (e che quindi debbono a tutti i costi battere Rita Borsellino), stanno giocando su due “tavoli”. Nel centrosinistra, come già ricordato, Lombardo, Cracolici e Lumia puntano su Ferrandelli. Ma non essendo sicuri di vincere hanno messo anche un’ipoteca sul già citato Massimo Costa.
    In pratica – in perfetto accordo con lo stile politico “trasformista”: stile che Vendola, non a torto, ha stigmatizzato – se Ferrandelli dovesse vincere le primarie, Lombardo, Cracolici e Lumia, ovviamente, lo appoggerebbero nelle successive elezioni a sindaco. Se, al contrario, Ferrandelli dovesse perdere, Lombardo punterebbe su Massimo Costa. Non a caso i suoi alleati di Futuro e libertà (sarebbero i seguaci del presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, che in Sicilia governano con Lombardo in una coalizione di centrosinistra) hanno portato il giovane Massimo Costa al cospetto di Casini e Fini. E dovrebbero essere proprio questi due big politici nazionali gli sponsor di Massimo Costa.
    In questa partita si è infilato anche Lombardo. Che è un po’ ambiguo perché, come abbiamo detto, gioca su due tavoli: con Ferrandelli e con lo stesso Costa.
    Che farà il Pdl? Potrebbe candidare a sindaco il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, che tutti pensavano essere il “capocorrente” del giovane Massimo Costa che, invece – come abbiamo visto – circa venti giorni fa (all’insaputa di Cascio o con la sua “benedizione”? questo ancora non è chiaro) è volato a Roma per farsi “incoronare” candidato del Terzo polo a sindaco di Palermo da Casini e Fini.
    I giochi, però, sono ancora aperti. Perché a Roma – soprattutto dopo l’annuncio di Berlusconi, che ha dichiarato che non sarà più candidato alla guida dell’Italia – non può essere escluso un accordo tra Casini, Fini e lo stesso Pdl di Alfano per dare vita al grande partito dei moderati. In questo caso, Massimo Costa potrebbe diventare il candidato a sindaco di Palermo di questo nuovo partito dei moderati. Mentre l’Mpa di Lombardo e gli stessi finiani siciliani sarebbero in difficoltà, perché non potrebbero giustificare un governo di centrosinistra alla Regione e un candidato a sindaco di Palermo con il Pdl… Insomma: anche il trasformismo ha un limite.
    Ah, dimenticavamo: c’è anche la variabile Leoluca Orlando. Se Ferrandelli dovesse vincere le elezioni primarie di domani, Orlando si candiderebbe a sindaco di Palermo? Nessuno potrebbe impedirglielo.
    Insomma, ne vedremo delle belle.

    (in collaborazione con LinkSicilia)

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  • 4 commenti a “Alla vigilia delle primarie”

    1. l’hanno capito tutti che quelle minacce sono state una buffonata volta alla disperata rimonta dei voti delle primarie, Giulio Ambrosetti, ormai è chiaro il tuo intento di sostenere Rita anche dicendo che alla “mafia non va giù la sua candidatura”, ma smettila che ci fai piu’ figura!

    2. Apprezzo la scrittura, la lettura e il pensiero di Giulio Ambrosetti.
      Pero’ negli ultimi tempi i giornali hanno disegnato le primarie come il mondo di ALice ne paese delle meraviglie , dove e’ possibile tutto eil contrario di tutto.
      BEne,va bene lo stesso.
      Pero’ mi aspetterei allora qualche ramanzina in piu’ sulla presenza dell’ON VIZZINI alla convention Bersaniana ( Vizzini era li’ per la Borsellino o per ferrandelli ? ),nonche’ dell’on Crisafulli .
      E cosa ne pensa dei possibili voti PID e PDL dirottati sulla ” debole” Rita

    3. le primarie, dove possono votare persone che non hanno diritto al voto (minorenni e stranieri), non servono a nulla.

    4. Quindi le primarie – lungi dall’essere teatro di una reale selezione tra il popolo della sinistra – sono un’arena in cui il risultato sarà influenzato da uomini del pdl (pro Borsellino) e dell’mpa (pro Fernandelli) , per le ricadute successive sull’eventuale sostegno/candidatura o meno agli altri attori di questa recita (Costa e Cascio)…
      E che comunque è un regolamento di conti anche all’interno della sinistra (Bersani vs Renzi vs Vendola, ma anche con Orlando che potrebbe candidarsi in caso di sconfitta della Borsellino )
      Molto utili queste primarie …. Molto edificante il quadro generale …

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