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venerdì 19 apr
  • Cercare casa (a Palermo!)

    Dopo il diploma di maturità generalmente allo studentello/ella che vuole intraprendere gli studi universitari, che pensava di aver già dato il massimo sui libri e di aver raggiunto vette inaudite toccate solo da Marie Curie, Leonardo o Pirandello, si aprono tre strade:

    • C’è chi continua a studiare disperatamente per entrare in un corso di laurea a numero chiuso. Vede il mare col binocolo e a settembre sembra ancora una mozzarella. Con la differenza che la mozzarella gronda acqua, nella migliore delle ipotesi latte, mentre gli studenti che studiano da aprile per i precorsi e in più per gli esami di maturità, arrivano a settembre chi ‘ettanu sangu.
    • C’è chi ancora ad agosto è attanagliato dall’atavico dubbio: meglio Giurisprudenza che mi dà lavoro (ah ah ah) o quello che mi piacerebbe davvero fare?
    • E poi c’è chi ha già deciso da tempi immemorabili, complice una sana chiarezza di idee, o una professione paterna (o materna, o ecc.) già avviata, o ancora per moda. Sì, per moda, perché qualcuno fa anche scelte simili.

    A qualunque categoria voi apparteniate, per tutti gli studenti fuori sede, presto o tardi (per la prima categoria un giorno dopo aver saputo di essere stati ammessi), arriverà il fatidico momento. Un momento importante, quasi come la scelta della facoltà da seguire, perché condizionerà non poco il vostro stile di vita, si pensa per i prossimi tre o cinque anni (seee, ottimisti!): la ricerca della casa.

    Generalmente ci si cimenta nell’impresa animati da tutti i buoni propositi. Accompagnati da mamma e papà, con i compagni del liceo o con amici di vecchia data si scende in questa bolgia infernale, senza lontanamente immaginare che:

    1. Presto o tardi si litigherà con tutti. Sia amici che compagni di liceo che semplici coinquilini. Poi magari si rifarà “pace” ma comunque qualche piccola scaramuccia non se la farà mancare nessuno.
    2. Prima di trovare la casa adatta ad ogni vostra esigenza passeranno giorni, se non addirittura settimane, sotto il sole cocente di Palermo, attaccati al cellulare e con in mano i numeri scippati dai volantini appesi in ogni dove all’Università (e se l’annuncio vi piace scipperete tutto il volantino, potete starne certi).
    3. Si prenderà, alla fine, la casa meno peggio, nel quartiere meno peggio, con il padrone di casa meno peggio.

    Andiamo quindi alla categoria più temuta, appunto quella dei padroni di casa. Che di solito fanno unico blocco con la casa stessa.

    L’animale raro da evitare è quello convinto che la sua casa sia una reggia. Non si può toccare questo, non si può maneggiare quell’ altro, non si possono dare feste, non si possono aprire certe stanze (che ci sarà mai nella stanza dei segreti? Niente, solo scope vecchie, attrezzi, barattoli di vernice, e vecchi mobili che non vorrebbero nemmeno al mercatino dell’usato). Questo padrone di casa ci tiene a precisare che il comodino è impreziosito da “marmo di Carrara” (vetro colorato), gli infissi sono “antichi” (serrande in legno vecchissime, davvero una rarità, le quali hanno il pregio di rompersi ogni santo giorno) e avrete il piacere di trovarvelo sempre tra i piedi. Esigerà che ogni tot del mese, pena la vita, versiate il denaro sul c/c, nel caso firmaste un contratto. Nel caso fosse tutto in nero, situazione rarissima a Palermo, rigorosamente in busta chiusa da dare al portiere o da consegnare direttamente nelle sue mani, dipende dal rapporto che questi ha col portiere (‘n’autro beddu spicchiu).

    Poi c’ è il padrone di casa finto – amico. Quello della serie «potete fare quello che volete, dare feste, ospitare gente a dormire, portare ragazze» ma che ti prospetta una pagamento di danni, nel caso «distruggeste tutto», pari a tre anni di affitto. E pretende due mesi anticipati «da restituire alla fine della locazione, salvo imprevisti». E su quel «salvo imprevisti», scende su di voi il timore di rompere perfino le bottiglie di detersivo vuote che avete trovato sotto al lavello della cucina. E pensi: «Io il chiodo lo pianto, poi in caso ci metto un po’ di stucco».

    C’è il padrone di casa (bella faccia tosta) che non accenna minimamente all’ombra di un contratto, nonostante le richieste, però fissa regole e scadenze tipiche di un affittuario in regola… «Quando ve ne andate me lo dovete dire tre mesi prima», e che quando voi deciderete di andarvene due settimane prima perché avrete trovato una casa migliore e ad un prezzo decente, vi minaccia livido di rabbia: «Agirò legalmente!»… «Sì, agisci legalmente, così arrestano te e tutta la tua settima generazione», pensate giustamente voi. Tra i più sfacciati qualcuno risponderà… «Guardi che io studio Giurisprudenza e certe cose le so!»…e lì, devo dire, la scelta che avete fatto tra agosto e settembre vi salverà.

    Poi ci sono le zitelle/coppie di anziani. Che vogliono il numero di telefono tuo, di tuo padre, di tua madre, di tua nonna e del cane. Perché «nel caso ce ne fosse bisogno, è meglio avere i numeri di tutti». Questa categoria è particolarmente odiosa per le ragazze. Si stabilisce fin da subito che non si possono ospitare maschi a casa, solo femmine, o al massimo fratelli. E che se qualche collega proprio deve venire a studiare, può rimanere al massimo fino a mezzanotte. Sì, credici. Proprio simpatici questi vecchietti. Ti costringono comunque a spacciarti per fratello o cugino ogni qualvolta li incontri sul pianerottolo alle sette di mattina, mentre sgattaioli via per andare a lezione.

    A volte queste strane figure si intersecano fra di loro, dando vita a creature ibride di stampo mitologico che metteranno a dura prova i vostri nervi, e lì dovrete proprio armarvi di pazienza e tirare fuori tutte le qualità di artisti e affabulatori che possedete.

    E infine, ma questo non esclude che esistano mille altre sottocategorie, ci sono i padroni di casa normali. Rari da trovare, gentili, senza pretese assurde, tolleranti, proprietari di case accoglienti. Capiscono che se grazie a questi sciagurati guadagnano un tot al mese (più di quanto guadagnerebbero affittando a una famiglia), qualche rischio devono pur correrlo. A me è capitato nell’ultimo periodo della mia permanenza a Palermo, siamo rimasti amici e ancora mi ospitano quando ne ho bisogno. Teneteveli stretti.
    Per quanto riguarda le case, queste, come ho detto prima, spesso fanno un tutt’uno con i proprietari, nel senso che rispecchiano i vari tipi di cane-cerbero che le possiedono. Racconto solo di un aneddoto, indelebile nella memoria.

    Una casa «con vista su piazza Indipendenza», prezzo 350 euro. La posizione panoramica si materializza in una location da seconda guerra mondiale, da cui era possibile vedere, bisogna renderne atto, almeno le punte degli alberi di Piazza Indipendenza. Ottimo inizio. Entriamo nel vano scala con scala a chiocciola in cui nella migliore delle ipotesi il mio futuro coinquilino, un tipo palestrato, avrebbe potuto entrare di sbiego con la valigia in testa. Al primo piano subito la stanza, doppia e unica. Sopra, la cucina. Che prima era una terrazza, poi è stata chiusa a vetri ed è diventata una cucina. Ghiacciaio d’inverno e sauna d’estate (però c’era il condizionatore, ‘i cosi giusti).Improvvisamente ci ricordiamo di non aver visto il bagno. Il bagno è in camera, non avevamo fatto caso alla porticina minuscola che dava direttamente sulla stanza. «Qua c’è il bagno, con water, lavandino e doccia». «Scusi, dov’è la doccia??». «Qui! Non vede?»..il padrone di casa indica un buco a terra, con tanto di griglia rotonda, in mezzo al bagno. Ci guardiamo. Lo guardiamo. Il minuscolo bagno era in realtà una doccia un po’ più grande, in cui avevano messo un lavandino e un gabinetto (senza tavoletta, anzi come la chiamano a Palermo “tavoloccia”, che avremmo dovuto portare noi).

    A pensarci bene però un vantaggio c’era nel bagno-doccia…mentre ti lavavi potevi, con il tubo, pulire il bagno e dare una passata di sgrassatore un po’ dappertutto, risparmiandoti il turno delle pulizie…vuoi mettere??

    Comunque sia, cerca e cerca, alla fine le vostre peregrinazioni forsennate non saranno del tutto inutili. Anche se, come ho detto prima, probabilmente la vostra non sarà di certo la casa perfetta, essa avrà comunque qualcosa di voi, a cui non potrete rinunciare, perché è stata l’ultima delle vostre scelte. I più fortunati riusciranno a trovare, oltre ad un proprietario amico, un appartamento semi-nuovo, con la cucina piccola, gli spifferi alle finestre e intermittenti problemi alla caldaia, ma con meravigliosa vista sul golfo di Palermo.

    Vi accorgerete che studiare guardando cupole, comignoli e campanili che abbracciano la distesa azzurra del mare…non ha prezzo.

    P.s.: spero in tutto ciò di non incocciare qui il mio primo proprietario, quello del “marmo di Carrara”!

    Ospiti
  • 28 commenti a “Cercare casa (a Palermo!)”

    1. IV opzione (tutta da rivalutare) non iscriversi a nessuna scuola superiore e intraprendere uno di quei bei vecchi mestieri di un tempo: modista, calzolaio, barbiere, tappezziere, ricamatrice…

    2. Incisivo e sagace come al solito.

    3. confermo tutto:)…nel corso della mia carriera universitaria ho cambiato quattro case, ma sono ancora a Palermo per un master..quindi ancora inquilina!ho incontrato tutte le categorie..e anche di più!tra proprietari coinquilini e case ci sarebbe da scrivere un trattatto..

    4. ciao Vito mi sono divertita molto a legger questo tuo bellissimo post, che definire veritiero è dir poco! Ricordo il primo giorno a Palermo:inesperta e come si suol dire “garzunella”,in mezzo al caos e soprattutto al grande caldo dei giorni di agosto disperata a cercar case con, come hai ben detto tu, le “compagne di scuola”ovviamente diventate nemiche sei mesi dopo ah ah ah;ma fortunatamente dopo i primi sei mesi infernali sono arrivate le mie adorate coinquiline che dopo 5anni sono rimaste adorate!!!Lo stesso non si può dire dei padroni di casa,avari,il cui unico interesse è la mensilità naturalmente senza contratto!!!cmq spero di legger al più presto un post sulla convivenza!!!

    5. Sì, a presto un post sulla convivenza nelle “case di studenti”..! Io, personalmente, ne ho cambiate quattro in sei anni, passando da quartieri da coprifuoco a snodi viari centrali e rumorosi fino quartieri di lusso, ho vissuto con altri sei ragazzi (peggio, studenti di ingegneria) e un solo bagno ma anche con dentro il padrone di casa sessantenne… fino ad approdare in un minuscolo monolocale di 18mq bagno compreso. Ovviamente un contratto non so cosa sia… I padroni di casa sono una razza strana, comunque. Stringi stringi quello che gli interessa è ottenere il massimo reddito col minimo sforzo. Che è, in fondo, quello che saremmo tentati di fare un po’ tutti…

    6. Professoreeee/Scrittoreeeee
      I miei complimenti per qst meraviglioso, veritiero ed anche comico post….diventare studenti universitari fuori sede, significa ritrovarci tutti nella stessa barca a fare tante di qll incredibili esperienze da poter raccontare come fossimo stati dei veri marinai che attraversarono i 7 mari.

    7. Ciao Vito, il tuo articolo mi fa tornare indietro di qualche anno quando anch’io sprovveduta e inesperiente cercavo casa sotto al sole cocente di Catania assieme alla mia più cara amica (che è rimasta tale) con la quale ( e non solo) ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita. Ancora oggi, e tra 20 anni e oltre, io e le altre coinquiline ricordiamo ridendo con un pizzico di malinconia la nostra convivenza senza dar più peso allo stato delle “dimore”, alla tipologia di “padrone di casa”, ecc…
      Ho vissuto la migliore convivenza possibile.

      ps: dopo aver estratto un chiodo dalla parete, per nascondere il buco – tanto odiato da qualsiasi padrone di casa – si può prontamente utilizzare il dentifricio.

      Complimenti per l’articolo, bravo. 😉

    8. il dentifricio!questa è una preziosa informazione da tramandare alle successive generazioni studentesche!grazie x l’ info agata 😉

    9. Il “secondo post è sempre più difficileeeeee” cantava qualcuno/scrive oggi qualcun altro ma questo non è assolutamente il caso tuo Cato Vito! Esilarante e brillante scorcio di questa vita da studenti universitari che rimarrà per sempre una delle parti più belle della mia vita, personalmente parlando! Pur non essendo stata, per mia sfortuna, una studentessa fuori sede ho vissuto di riflesso tutte queste esperienze di vita vera, talvolta al limite dell’assurdo, che hanno coinvolto i miei colleghi/AMICI e queste tue parole così vere&sincere mi hanno portato indietro nel tempo facendomi rivivere tutte le sensazioni di quei momenti passati ma così unici&spensierati! Ringraziandoti per questo tuffo nel mare dei ricordi aspetto il terzo post con trepidante attesa 😉

    10. @hidalgo: a che serve nel 2012 una modista??
      @vito: divertentissimo post..soprattutto l’ aneddoto del bagno-doccia, sembra quasi surreale!

    11. comunque si dice tavoloccia non solo a palermo

    12. “tavoloccia” non si può sentire ;)..grande vito!

    13. ahahaah..hidalgo il link che hai pubblicato è interessante però in effetti non hai risposto alla domanda di angy..a che serve oggi un modista?!?

    14. Che dire?! essendo di Palermo non ho mai potuto avere il privilegio di conservare nella memoria quello che immagino rimangano ricordi assolutamente meravigliosi.soprattutto per la loro semplicità… Peccato! ma almeno il tuo articolo è riusciuto a riempire il vaso della mia immaginazione ! ahaha ! Bravo Vituzzu !!! a quando la “TERZA PARTE” ?

    15. da proprietario di appartamento, anche se non a Palermo,non ho potuto fare a meno di ridere..diciamo che tutte e due le parti siamo particolari..noi proprietari a “rompere” e gli studenti a inventarsele tutte!

    16. @Angelo meno male che ci ridi!
      Da proprietario onesto ripeto e sottolineo mille volte onesto, potrei ribaltare la frittata, e parlare di tanti ragazzi perbene, educati e puliti, ma posso parlare di ragazzi e famiglie maleducate e “ngrasciati” dalla testa ai piedi, cruzzuna che “scinni ri muntagni” e pretende la casa di lusso, vuoi la casa di lusso vattene allora in Via Libertà e vai a pagare 1000 € al mese per una stanza con tutti i confort e poi vedremo se ci “chianti un chiovu” o rompi qualcosa, se non la paghi.

      Personalmente affitto con contratto regolare registrato per l’intero importo (e questo significa che il 30% circa dell’affito se ne va con le tasse), non sono per nulla invadente, tollerantissimo, ma pretendo la pulizia (che non sempre vi è) la riservatezza e l’educazione con gli altri coinquilini dell’appartamento e con gli altri condomini, sono comprensivo con le esigenze di questi ragazzi, ma mi rendo conto che alcune volte è inutile, dai un dito e vogliono una mano.
      I peggiori quelli iscritti in Ingegneria.

      Per molti di voi arrivare a Palermo significa sfuggire alle “grinfie” della vostra famiglia, altro che studiare!, e questi naturalmente non sono affari miei, finchè non ledono il mio diritto di proprietario, di un bene che si è fatto con sacrificio e che viene dato in affitto il più delle volte per “campare”, perchè non tutti i “padroni di casa” sono ricchi.

      L’appartamento lo consegno pulito in ordine e lo rivoglio pulito.
      Quante mamme accompagnano i “figlioli” quando cercano casa e quante cose hanno da obiettare per la salute e l’igiene dei loro “bambini”, salvo poi scomparire durante tutta la durata del contratto e non farsi rivedere nemmeno per dare una passata di scopa, poi l’igiene del “bambino” non è più una priorità.
      I chiodi al muro io ve li ficcherei in testa, ne ho contati mille (uno schifo) l’ultima volta che ho fatto ripulire l’appartamento.
      Visto che molti di voi dicono di conoscere la legge, sappiate che questo genere di contratto transitorio e come quando si va in albergo, e non mi pare che in albergo si possano fare i propri “porci comodi”. Se si affitta a 2 a 3 o a 4 quelle persone ci devono stare e basta perchè quelle sono denunciate per la Legge antimafia, e io non rischio per persone che fondamentalmente non conosco.
      E che dire di quelli che sono spariti lasciando pendenze economiche, uh! brave persone!

      Mi fermo qui, aggiungo solo che io affitto solo a studenti maschi, niente femmine, sono le peggiori, almeno i maschi hanno la giustificazione di essere maschi e di non avere confidenza con le pulizie domestiche, ma le femmine no nessuna giustificazione, e poi le femmine “attirano” come il miele, “troppu trasi e nesci”, non va bene.

      Al contempo posso parlare di tanti ragazzi educati, ordinati, puliti, con i quali si è istaurato un rapporto civile e grazioso, sono rimasti a lungo 4/5/6 anni si sono laureati, sapevano (e sanno gli attuali occupanti), che per qualsiasi cosa (inerente l’appartamento) potevano chiamarmi e io mi sarei attivato senza l’aggiunta di compensi ulteriore.

      Anche perchè il più delle volte si deve fare di necessità virtù!

    17. full per carità non ti arrabbiare!:) è vero tutto quello che dici..gli eccessi ci sono eccome, si presentano sia dall’ una che dall’ altra parte, noi studenti a volte sappiamo essere dei “vastasi”.Ma ogni caso è singolo, ogni situazione è a sè.Nel tuo caso, in cui vige un regolare contratto, è giusto e sacrosanto avanzare delle pretese.Ci sono però situazioni in cui il proprietario pretende comportamenti assurdi, che francamente non avrebbero nessun diritto a chiedere consierando la situazione di illegalità.
      Anche per i proprietari in regola comunque, capisco perfettamente che dia fastidio vedere il proprio appartamento sporco e in balìa di “delinquentelli”(con simpatia), ma è anche vero che alla fine disponi di una panacea incontestabile: l’ affitto.Prendi una, due mensilità e imbianchi e pulisci, anche perchè non sarebbe educato far trovare ai prossimi inquilini tale scenario.E’la regola del gioco:investi e guadagni non senza rischi, sarebbe bello guadagnare facile senza perdere nessuna percentuale sull’ affitto, ma non è la realtà.L’ importante che alla fine “non vai di sotto”, ma non credo che succeda, i costi per una singola o una doppia sono già abbastanza alti.
      PS: le persone che vanno via senza pagare le bollette sono ingiustificabili.qualunque sia la situazione, la luce è stata consumata e deve essere pagata.Il proprietario non c’ entra!capito colleghi??

    18. Caro Vito, non sono arrabbiato, ho solamente voluto puntualizzare alcune cose, dopo aver letto i commenti.
      Hai ragione non bisogna generalizzare, e infatti ho fatto distinzione netta tra ragazzi educati e non.
      Quello che dici sulla perdita “di guadagno” è aleatorio, perchè come ho scritto lo Stato si prende circa il 30% dell’affitto, e se ci devi pure campare (avere una casa in affitto non vuol dire essere ricchi), capisci bene che non è facile.
      La manutenzione ordinaria è normale che si debba fare necessariamente (pitturazione e ripulitura), quello che non è normale sono le spese extra dovute all’incuria ed al menefreghismo degli inquilini, (mille chiodi, calci alle pareti, sedie rotte, etcc.. ).

      Certo ci sono i padroni di casa che non registrano o registrano la metà di quello pattuito, (questi vanno perseguiti dallo Stato), ci sono gli invadenti, quelli che affittano case fatiscenti e puzzolenti e mezze diroccate, con arredamenti vecchi e sporchi, e magari chiedono ed ottengono canoni alti. Ma tutto questo non rientra nel mio caso anzi cerco sempre di rendere accogliente l’alloggio, ma a volte non serve lo stesso e forse si diventa “padroni di casa” del tipo discritti nel tuo articolo.

    19. “Ma tutto questo non rientra nel mio caso anzi cerco sempre di rendere accogliente l’alloggio, ma a volte non serve lo stesso e forse si diventa “padroni di casa” del tipo discritti nel tuo articolo.”
      sono certo, da quello che dici, che sia così.Con certi elementi cmq non basta solo presentare una casa accogliente ma, e questo devi prenderlo come un consiglio personale, bisogna fin da subito “abbattere le distanze”, presentarsi come affabili senza mettere troppi paletti e divieti, altrimenti è come creare un qualcosa di “proibito” che si prova gusto ad infrangere.E’ quasi come il rapporto genitori-figli:si dovrebbe cercare di essere autorevoli ma non autoritari, permissivi ma non deboli.Instaurando un rapporto di fiducia reciproca lo studente è meno portato a “farla” al proprietario, perchè si sente in colpa, sente di tradire la fiducia di un amico.E’ anche vero che ho assistito ad episodi in cui il proprietario era 1 pezzo di pane, l’ inquilino “di buona famiglia”, ma la maganga è stata combinata lo stesso a danno del proprietario..!ergo:tutto è relativo!invito studenti&inquilini a venirsi incontro, evitando il classico atteggiamento siciliano del “devo fregarti prima che mi freghi tu!”

    20. vito ammiro la tua eleganza esuberante nel trattare gli argomenti e rispondere ai commentatori..hai doti di moderazione ed equilibrio rare da trovare

    21. Un linguaggio conciso e diretto quello di Vito Cipolla, che arriva chiaro all’interlocutore. Un modo di scrivere che non avrebbe nulla da invidiare a quello di un giornalista. Ho letto con piacere questo articolo e mi è doveroso porre l’attenzione sull’aneddoto ironico, seppur vero, del “marmo di Carrara” che mi ha intrattenuto con piacere. Complimenti!

    22. complimenti VITO!!ANCHE STAVOLTA SEI STATO GRANDE!!!hai descritto cn estrema precisione e pungente ironia tutte le figure_personaggio dei possibili proprietari di casa!!!sei stato bravo anche nel citare cn poche parole quanto ia difficile la scelta universitaria e il trasferimento successivo!!!ho letto questo articolo tuttto in un fiato,ricordando varie esperienze cn assurdi e bizzarri proprietari!!!io personalmente ho cambiato 2 volte casa e nell’arco di tempo trascorso ho dovuto socializzare cn varie coinquiline!!ho cambiato idea su persone che ritenevo amiche e mi sn aperta a nuove conoscenze!!!adesso ricordo un pò tutto cn simpatia!!beh,ognuna di loro mi ha lasciato qualcosa e ha contribuito al mio bagaglio di esperienza!!!penso che la scelta della casetta nn va fatta a casaccio,è importante!!rivedere la mia prima stanza mi farebbe proprio un bell’effetto e nn nascondo che sarei gelosa nel rivederla tuutta modificata!!vito,dopo lettere,fai giornalismo!!sei portatissimo!!!

    23. x un ragazzo fuori Palermo cercare casa è sempre un problema….certo a volte è difficile convivere con persone ke neanke conosci…a me è capitato;poi non parliamo dei proprietari di casa(se ne trova 2 buoni su 10)hanno sempre qualkosa da dire….cmq Vito come sempre hai centrato l’argomento.si vede ke 6 uno ke ha un bel po’ d esperienza sulle spalle…..coninuaaaaaa

    24. Sono una ragazza di Genova e forse l’anno prossimo mi trasferirò a Palermo per la magistrale, ho trovato il tuo articolo divertente, scorrevole e soprattutto molto utile! Complimenti!!

      Spero però di non avere troppi problemi!!!
      In ogni caso Palermo è così bella, che ne vale la pena!

    25. ciao beatsofi! grazie x i complimenti… sei riuscita a decifrare tutte le parole in dialetto? in tal caso ti può servire per abituarti 😉

    26. sisi, sono riuscita a decifrarle tranquillamente, diciamo che parto un po’ avvantaggiata… tengo un po’ di sangue siculo! 🙂

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