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sabato 20 apr
  • Cappuccetto rosso si chiama Angela

    Cappuccetto rosso si chiama Angela, ed anche la nonna per la verità. Questa è una incrollabile certezza mia e di mia figlia da quando abbiamo assistito alla rappresentazione dedicata a Cappuccetto Rosso al Teatro delle Beffe in via de Spuches.
    Omonimia questa che peraltro è ragione di indiscutibile confusione e divertimento dentro e fuori la storia.
    Il Teatro delle Beffe è una realtà molto preziosa della nostra città, sopravvive tra mille difficoltà ed a suo sostegno si sono mobilitati lo scorso anno moltissimi artisti. A questo proposito segnalo, senza modifiche o correzioni, un intervento molto bello scritto in sostegno del teatro che vi consiglio di leggere, per come è scritto è per i mondi che rappresenta.
    Il Teatrino delle Beffe è una grande occasione per noi ed i nostri figli per lasciare aperta la dimensione della narrazione, del racconto e della fantasia; troppo spesso condizionati da ritmi frenetici dimentichiamo quanto sia importante l’immaginario per interpretare correttamente il presente e progettare altri futuri. Occorre rallentare tutto, ogni tanto; solo “vedendo” come potrebbe essere diversamente la realtà infatti possiamo contribuire a modificarla. Se mi sono dato un obiettivo nel progetto di percorso che ho intrapreso con mia figlia è proprio quello di insegnarle a conoscere ed abitare mondi possibili, alimentando curiosità e pensieri differenti, una cornice nella quale artisti e visionari sono indispensabili compagni di strada. In questa chiave il Teatro delle Beffe mi pare una risorsa irrinunciabile della nostra città.
    Attualmente è in corso un laboratorio, al quale è ancora possibile partecipare, se hai meno di dieci e più di sei anni, il laboratorio mira a coinvolgere attivamente i bimbi nella creazione e nella narrazione di una storia.
    Se avete voglia ogni tanto di ricordare un tempo nel quale il tempo può scorrere lentamente, passate dal teatrino, informatevi delle attività, cogliete l’occasione per accompagnare vostro figlio, o il figlio di qualcuno a cui volete fare un bel dono. Entrando sulla sinistra c’è una teca, potrete fare una donazione, perché non c’è modo migliore per rafforzare le cose che non hanno prezzo di sostenerle con un contributo libero, un contributo in favore del teatro, dell’idea di società che rappresenta, ed in favore dell’immaginario di tutti noi e dei nostri figli.
    Mi torna in mente una battuta che circolava quando frequentavo l’università: «Se devo credere in qualcosa che non vedo preferisco credere in Dio che nei virus». Le storie sono la quintessenza dell’immateriale, ma a ben guardare sono molto più reali del PIL e dello spread che ormai abitano prepotentemente il nostro quotidiano.

    Palermo
  • Un commento a “Cappuccetto rosso si chiama Angela”

    1. Evviva il Teatrino delle Beffe!

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