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martedì 16 apr
  • La corazzata gay

    I gay sono forti. Talmente forti che, per il Pride a Palermo, non hanno avuto nessuno imbarazzo nel rischiare di far incazzare i palermitani.

    Due cose:

    1. I prezzi del Pride Village sono troppo alti per un target di giovani. In più, non c’è nessun altro punto di ristorazione nelle vicinanze dei Cantieri culturali, quindi sembra proprio un’imboscata commerciale.
    2. Hanno concentrato più di una settimana di eventi ai Cantieri culturali della Zisa, dirottando in questo modo tutta la Palermo studentesca-alternativa dai soliti posti di ritrovo del Centro Storico, che subiranno un notevole danno economico.

    Questa è una dimostrazione di quanto sono forti i gay. Talmente forti che di queste possibili critiche, prevedibilmente, se ne fregano.

    La scelta della location è la dimostrazione di quanto sono liberi e autonomi, di quanto hanno potere di fare ciò che vogliono fare, senza pagare cambiali a nessuno, senza eccessivi condizionamenti esterni.

    A Palermo hanno organizzato un Pride coraggioso e ricchissimo, che attirerà tantissimi tipi di target per la varietà degli eventi proposti: arti figurative, teatro, musica, intrattenimento, fino alla sfilata finale di sabato 22 che sarà – come è sempre stata – una grande e lunga festa a cielo aperto.

    I gay sono un caso da studiare.

    Dopo decenni di associazionismo e mutuo soccorso, in un’Italia che andava diventando sempre più individualista e frammentata, sono loro forse l’unica realtà collettiva che funziona veramente. In virtù del loro disagio sociale, emarginazione, ingiustizie subite, i gay negli anni hanno trovato la forza per fare quadrato, organizzarsi come Dio comanda e diventare una vera e propria macchina da guerra.

    I prevenuti la chiameranno lobby, ma probabilmente è solo associazionismo “vero” e non “di facciata”. Roba che da noi sembrava fantascienza, ma per i gay non è stato così.

    La realtà omosessuale italiana magari non è compatta e organica, ma è una spanna in avanti rispetto a tutto il resto. All’interno del mondo gay, i talenti, le qualità, le intuizioni non vanno del tutto disperse, come succede ormai nel resto d’Italia.

    E poi hanno rinominato il “Gay Pride” semplicemente “Pride“. Genialità fatta marketing.

    Ospiti
  • 44 commenti a “La corazzata gay”

    1. Nino Fricano, l’impressione è che lei usi per i gay lo stesso approccio che i nazisti usavano per gli ebrei.
      Li descrive come ruppo forte ed isolato, che sfida i palermitani, affarista, ricco di abilità commerciale, macchina da guerra, fenomeno da studiare. Hitler usava argomenti siffatti.
      Resto molto perplesso davanti al suo modo di analizzare un fenomeno così complesso a partire dal panino che costa troppo.
      E francamente lei mi da l’impressione di essere razzista dentro o comunque talmente infastidito dal gay pride al punto da sembrare razzista.

    2. E pensare che avevo avuto l’impressione che rinchiudere il pride dentro i cantieri culturali somigliasse troppo ad una (auto)-ghettizzazione.
      E invece ecco che basta poco per trasformarla in una scelta strategica, di marketing aggressivo e sicuramente vincente.
      Fantastico.

    3. Non conosco l’autore dell’articolo, ma effettivamente il suo tono mi ha lasciato perplesso, con lo stesso sospetto di malcelato disturbo nei confronti di questo “gruppo di alieni” che é la comunità omosessuale. Effettivamente il caro-panino é difficile da accettare come elemento distintivo di una identità forte, la scelta di parlare di “pride” a mio avviso nasconde l’autocensura della parola “gay”, e comunque mi viene difficile credere che greggi di giovani virgulti palermitani abbia transumato verso i cantieri lasciando kebab e birra forst ai desolati luoghi del centro storico

    4. Il village (ora pride, in futuro chissà) dovrebbe diventare una struttura permanente! Uno spazio per artisti, musica, locali, aria fresca e nessuna macchina. Visto che l’amministrazione palermitana non è in grado di chiudere al traffico il centro storico e di creare zone apposite per i locali notturni, i cantieri culturali della zisa diventano il posto perfetto per le serate palermitane.

    5. Leggo troppe divagazioni.Inoltre sembra che tutti inizino col dichiarare simpatia e solidarietà.Pochi entrano nel tema cruciale,che è solamente economico e riguarda lo Stato cioè tutti noi e le nostre tasche.Mi spiego meglio.I diritti civili costano.Potremmo allargare il concetto di famiglia ed estendere i diritti civili a tutti,anche alle coppie non estero.Ma le politiche di sostegno alla famiglia che in Italia viene considerata il nocciolo della buona Societa’ sono normate a favore di quelle unioni capaci di assicurare la continuità della specie umana.Si può lottare contro questo principio.Ma in quale sede e con quali modalità?Molti sono convinti che queste sfilate non servono a nulla e sono pure diseducative .Molti si ritengono toccati nel loro comune senso del pudore.
      C’è poi l’aspetto politico della questione.La rivendicazione dei diritti civili dei non estero
      sono appoggiati dai movimenti della sx estrema.C’e’ la Boldrini,Sel,e la manifestazione si fa a Palermo,nella regione di Crocetta.Non mi spettavo di vedere Orlando avvolto in un giro di boa,rosa antico.

    6. Non etero,
      (Estero)!

    7. aspettavo
      (Spettavo)!

    8. Il 22-23 giugno tutti al PARCO CASSARA’ per il FAMILY DAY

    9. Dunque, se ho ben capito, lei dice che i Palermitani si possono inalberare perche’ i prezzi dei drinks o affini sono al di sopra della media nel Pride Village. E perche’ per qualche giorno la maggioranza degli avventori dei locali del centro storico si spostera’ altrove.
      Allora, sig. Fricano, se il suo post e’ ironico le assicuro che non fa ridere. Se e’ invece serio, le assicuro in compenso che fa piangere.

    10. Sig. Fricano
      Molte sue affermazioni NON le condivido.L’italia e’ un paese di caste,lobby,corporazioni,partiti,movimenti,associazioni gruppi famiglie,affiliati,circoli,
      ed io tutto questo senso dell’organizzazione che lei vede nei movimenti gay e lesbiche
      non lo vedo proprio,altrimenti non sarebbero ancora una volta scesi in piazza x rivendicare qualcosa.
      In quanto ad organizzazioni,criminalità a parte,credo che tra le più potenti e funzionali
      bisogna evidenziare quelle Cattoliche,che accompagnano la vita dei credenti dalla nascita al giorno estremo.Dando sostegno e conforto.E questo ruolo viene riconosciuto anche dai non credenti.

    11. Io ho fatto una riflessione: tutta l’ideazione, la preparazione e l’attuazione del village dimostra come i gay sono organizzati divinamente, e quindi sono FORTI, come entità collettiva. Hanno il POTERE di fare scelte coraggiose, impopolari, imporsi sopra gli equilibri di una città, non scendere a compromessi, andare della propria strada. Questo mi sembra il risultato di trent’anni di associazionismo portati avanti con i controcazzi. Probabilmente l’esempio migliore in Italia. Sul parallelismo gay=ebrei, poi, anch’io ci ho pensato, ed in effetti ci sono molti punti in comune, come dinamiche e situazioni storico-politico-sociali che hanno portato ad una certa identità e un certo modo di pensare e affrontare la vita individuale e collettiva (io personalmente vado matto per gli ebrei, ma questo è un altro discorso). Il pezzo è offensivo? Io sembro razzista? Sinceramente, me ne frego.

    12. @alberto: Purtroppo, l’argomentazione che sia soltanto un problema economico è totalmente risibile. Se lo stesso numero di persone fosse etero, non ci sarebbe alcun problema a trovare i soldi.
      La verità è che si tratta di un mero problema di civiltà nonché politico.
      Il fatto che uno Stato riconosca alcuni diritti ESCLUSIVAMENTE in base alle preferenze sessuali è già in sé indicativa del livello di civiltà (basso) di quello Stato. Inutile che si faccia tanto parlare e criticare la discriminazione sessuale, quando poi lo Stato è il primo a farla…

    13. Se fossero etero,starebbero nella norma.
      Comunque il problema dei soldi,c’è,come e vero che
      ci sono stati tantissimi casi di suicidio per ragioni economiche.

    14. Ma perchè voi avete visto Gay al pride? io speravo almeno in qualche Drag Queen, ma manco quello!!!

    15. parafrasando la ben più famosa corazzata, questo post è una (…….) pazzesca.
      saluti.

    16. Isaia
      Mi pare che stiamo distorcendo la logica.Lo stato riconosce particolari diritti alla famiglia in quanto organo fondamentale per la procreazione e la continuità della specie
      In una società organizzata ,disciplinata,ordinata.
      Purtroppo date le condizioni al limite di default del nostro debito pubblico non ci sono le condizioni per estendere determinati diritti al di fuori dei nuclei familiari formati da coppie etero.Dunque non ci entrano le preferenze sessuali.Vengono escluse le coppie che non possono generare prole.
      Qui forse si potrebbe aprire uno spiraglio per le coppie non etero che tolgono un bambino da un orfanotrofio per adottarlo.Lo Stato potrebbe dare un sostegno per l’adozione,visto che avrebbe meno oneri per tenere in piedi gli orfanotrofi.Ma credo che subentrino problemi di altra natura.Servono tanti prerequisiti per consentire l’adozione .

    17. L’INFORMAZIONE DOMINANTE PROGRESSISTA, QUINDI, CON UN TERMINE VOMITEVOLE, “POLITICAMENTE CORRETTA”, SI PROPONE IN MALAFEDE DA MEGAFONO PER ASSECONDARE IL PROPRIO FRONTE, IN PREVALENZA MATERIALISTA, PUR SAPENDO BENE CHE LE CRISI ECONOMICHE NON GUARISCONO MAI SE NON SI ESTIRPANO PRIMA I DISVALORI CHE LE HANNO CAUSATE (L’auspicata pioggia di liquidità monetaria è come voler concimare la gramigna o, se preferite, gettare ricchezze nel “pozzo di S,Patrizio”.)
      QUANDO CERTI POTERI MONDIALI VOGLIONO IMPORRE IN MODO SUBDOLO ED ACCATTIVANTE VISIONI E STILI DI VITA CHE VIA VIA MINANO LA CIVILTA’ OCCIDENTALE NELLE FONDAMENTA ( IMMIGRAZIONE,IUS SOLI…+ MATRIMONI OMOSESSUALI…. + LIBERALIZZAZIONE DELLA DROGA….) , OCCORRE ESSERE DETERMINATI NEL CONTRASTO PER EVITARE DI DOVER RICORRERE AD ESTREMI RIMEDI.
      CHI CERCA DI EVITARE LO STRAVOLGIMENTO ETICO-SOCIALE DELL’OCCIDENTE NON SOLO SUI MATRIMONI STERILI E DA RIBREZZO (VEDI IMMIGRAZIONE ECC) VIENE INDICATO COME VIOLENTO. CHI LO VUOLE IMPORRE CON ARGOMENTI ASSURDI E/O PER LEGGE, INVECE E’ NEL GIUSTO?
      VOGLIAMO RIBALTARE IL MONDO? SAREBBE IL TRACOLLO UNIVERSALE.
      QUINDI, PER DIFENDERSI DAI VENTI VELENOSI CHE PERCORRONO OGNI ANGOLO DELLA TERRA ED AGIRE CORRETTAMENTE O DEDURRE LE VERITA’ STROMBAZZATE DAI MEDIA SENZA SCRUPOLI, BASTERA’ FARE L’OPPOSTO OD INVERTIRE IL SENSO DI OGNI INDIRIZZO PROPOSTO DAL PROGRESSISMO SUICIDA.
      Leonida.Laconico@Inbox.Com

    18. E’ molto semplice. Diciamo che in italia ci siano 10 milioni di persone, equamente divise tra maschi e femmine. Lo stato prevederà, ovviamente, 5 milioni di diritti per le potenziali coppie maschio-femmina.
      Se siamo d’accordo su questo, possiamo proseguire.
      Se di queste 5 milioni di coppie, 1 milione fossero coppie gay (maschio-maschio o femmina-femmina), alla fine dei conti… SEMPRE 5 MILIONI di diritti si tratta!!
      E se c’è la crisi e decidi di favorire solo alcune di queste coppie e SCEGLI di favorire le coppie in base al fatto che siano etero, di fatto stai discriminando sessualmente.
      Se poi vuoi favorire la “preservazione della specie”, puoi inserire degli incentivi esclusivamente per chi i figli effettivamente li fa. Ma PRIVARE dei diritti qualcuno solo perché non è in grado di procreare naturalmente (cosa valida solo per i maschi, oltretutto!) è discriminatorio punto e basta.

    19. Ah ah ah. Lo sapevo che dovevo tirarmi dietro gente del genere 🙂

    20. Leonida.Laconico
      Potrebbe per cortesia spiegare con parole semplici cosa intenderebbe sostenere?
      Confesso che non ci ho capito niente.

    21. Isaia
      Non giocarci intorno.
      Se su dieci milioni 1 milione sono gay e lesbiche,le potenziali coppie sono 4,5 milioni
      capaci di procreare e quindi di godere dei diritti civili.
      Comunque stiamo esponendo la situazione per quella che è’
      Il cui ordinamento e’ nato quando gay e lesbiche non esibivano la loro preferenza sessuale ed erano considerate eccezioni rare.

    22. Fricano
      a scanso di equivoci,può precisare a chi si riferisce con la frase “gente del genere?”

    23. Mi riferivo a Leonida Laconico, tanto per non fare nomi

    24. Quindi,suppongo,che lei ha capito cosa dice?
      Se ha capito,può spiegarcelo?
      Io,ripeto,non ci ho capito niente di niente.

    25. Fanatismo pseudo nazista, futtitinni!

    26. Infatti!
      Tutte le volte che arriva gente che scrive frasi incomprensibili,
      oppure scrive qualcosa tanto per dire ci sono anch’io,ma non ti dice niente,
      o che viene a raccontare le proprie cose come se potessero interessare gli altri,
      la cosa da fare e’ lasciare perdere.

    27. Nino Fricano, il Pride ti ha abbassato il business? Fattene una ragione.

    28. Matteo, come fai a sapere che sono un kebabbaro del centro storico? Mi hai smascherato

    29. La maggior parte dei commentatori ha letto soltanto il primo e l’ultimo rigo di questo articolo. Lo dimostrano i commenti sconclusionati che non hanno mai una volta centrato le argomentazioni dell’articolo.

    30. Non capisco la rabbia “intraletta” in alcuni commenti.
      Credo che alcuni abbiano equivocato il tono e le intenzioni di questo post che, a mio avviso, dà un quadro generale e per nulla omofobo di un evento di città. Invito tutti a rileggere l’articolo dandogli un tono differente dal precedente e soprattutto senza “metterci di traverso” a prescindere.
      ;))
      A me è piaciuto molto leggerlo!!

    31. Non c’è da stupirsi. Tra i principali sostenitori e patrocinatori del Pride 2013, il Comune di Palermo, che ha stanziato diecimila euro, mentre il resto dei costi verrà affrontato usufruendo di donazioni. “Si tratta di una manifestazione – dice il sindaco Orlando – che costerà alcune centinaia di migliaia di euro ma porterà un milione di euro di indotto”.
      A me sa più di una trovata commerciale per far soldi che altro.
      (fonte: http://palermo.blogsicilia.it/diritti-lgbt-palermo-verso-il-pride-2013-il-piu-a-sud-deuropa/172826/)

    32. Nino Fricano, la prego, con questo “me ne frego” riproduce Gabriele D’annunzio in occasione dell’impresa di Fiume ed il suo degno successore il duce. 🙂 . Deve essere un riflesso incondizionato.

      Il gay pride è una festa e probabilmente una forma di autofinanziamento. E’ un’occasione di affermazione pubblica di una collettività finora debole che, per non soccombere, deve essere forte. Insomma… partire dal panino mi pare una boutade che sottovaluta la complessità del fenomeno.

    33. Caro Orazio, lei hai detto che ricordo Hitler e D’Annunzio. Questa sua mossa dialettica è veramente ridicola e superficiale. Siamo seri, per favore.
      Lei scrive:
      “Il gay pride è una festa e probabilmente una forma di autofinanziamento. E’ un’occasione di affermazione pubblica di una collettività finora debole che, per non soccombere, deve essere forte.”.
      Io sono perfettamente d’accordo con lei.
      Nel post, però, ho soltanto messo in evidenza due indizi per sostenere una tesi: che oggi il mondo lgbt è forse la realtà associativa meglio organizzata di tutta Italia.
      E che aver compiuto questa mossa strategica forte, con il village, è la dimostrazione di questa tesi.
      Non parlo solo del “panino”, ma di tutto: prezzi alti, dislocazione rispetto al centro di palermo, organizzazione di una settimana ricchissima di eventi.
      è tutto un insieme che può attirare critiche più o meno interessate.
      Io ho solo esplicitato due critiche possibili, come fanno tutti gli organizzatori di eventi.
      E ho concluso che, date certe situazioni, di queste critiche i gay sono talmente forti che se ne possono fregare.
      Ho solo cercato di mettere in chiaro una – criticabile, discutibile per quanto sia – verità.
      Questo significa: essere contro i gay?
      Significa: essere contrario alle libertà civili e ai diritti umani?
      Dov’è scritto?
      Io sapevo che il post avrebbe provocato queste reazioni. Perchè va a toccare uno stagno di perbenismo, cristallizzazioni intellettuali e politicamente corretto.
      Il problema è che parlare di mondo lgbt è come parlare di antimafia: è quasi impossibile farlo con serenità. E se lo fai con serenità, non vieni capito. Devi essere per forza “pro” o “contro”.
      Sono argomenti intoccabili, tabù, campi di discussione in cui non si ragiona. Si tifa.
      Però, se si vuole il progresso culturale, si deve discutere di tutto. E tutto deve essere criticabile e discutibile. Altrimenti si passa da paraocchi a paraocchi.

    34. Le rivendicazioni sono il matrimonio,le adozioni,e la parità di tutti i diritti civili di cui godono le famiglie eterosessuali.
      Le ricadute sul fronte della spesa pubblica non sono di poco conto.
      Non credo che tutti gli omosessuali aderiscono ai gay pride.
      Non è detto che i criteri seguiti per portare avanti quelle rivendicazioni siano efficaci.
      Molta gente e’ scandalizzata e non approva certe esibizioni.
      Resta ancora da vedere se questi gay pride portino a qualche risultato,oppure
      siano controproducenti.
      Le polemiche tra chi è pro e chi è contro,sono inutili.
      Negli interventi di questi giorni sui media,molti manifestano di essere favorevoli alla concessione dei diritti civili alle coppie non etero,ma chi potrebbe decidere non mi pare sia dello stesso parere.

    35. Gentile autore, lei evidentemente ignora che si chiama Pride per ragioni culturali e non di marketing, che non sono “i gay” a organizzare il Pride, ma un mondo di realtà associative diverse, variegate e tutt’altro che monolitiche.
      “I gay”, in compenso, in Italia non si possono sposare, non hanno i diritti che ai “normali” sono assicurati (e no, i diritti non costano, al massimo producono una società più ricca, Alberto).
      Ahimé, come spesso succede quando si parla di ciò che si disconosce, sia l’articolo che una gran quantità di commenti trasudano pura e semplice ignoranza.

    36. ed invece ci sono diritti civili che costano.
      Ad esempio la reversibilità’ della pensione a favore del coniuge in caso di morte di uno dei due,titolare di pensione.
      Comunque i suoi apprezzamenti sui lettori che rilasciano commenti,
      risultano gratuiti e fuori luogo.Tanto più che lei spara nel mucchio senza fare lo sforzo di spiegare cosa contesta e perche’.

    37. Non mi sembra questo il luogo per spiegare come il welfare sia essenziale ad una economia sana e moderna (basterebbe vedere quali sono i paesi più ricchi d’Europa e come siano anche quelli con i livelli più alti di tasse e di welfare insieme). È ovvio che una pensione di reversibilità costi nel momento in cui la si concede, così come è ovvio che è un tassello di una società non solo più giusta, ma nella quale l’individuo è più libero di investire nel senso più ampio, nel proprio sviluppo personale e nello spazio economico. Il welfare, lo dimostrano 200 anni di storia è strumento per produrre società più sane, più colte, più intelligenti: più ricche, quindi. Escludere dal welfare fasce di popolazione significative (come ad esempio le coppie omosessuali) è un costo sociale altissimo che paghiamo a bigotti e conservatori.

    38. Quando lei imparerà a rispettare le opinioni degli altri,ed a rispettare lo spazio gratuito che ci ospita,scoprirà che il blog e’la sede ideale per presentare i propri convincimenti e confrontarsi.

    39. Ma che tristezza di post

    40. Gentile Nino Fricano

      le vorrei però anche ricordare che i Cantieri Culturali, prima dell’infausta epoca del becchino sorridente assai cool, erano il fulcro dell’attività culturale palermitana e non erano il quasi deserto che sono diventati adesso.

      Poi siamo d’accordo su tutto ciò che è dettaglio e da parte mia ho solo voluto dire che argomenti del genere da lei usati sono stati adoperati in un certo modo e per certi fini, e mi riferisco soprattutto al primo post al quale ho risposto con un certa dose di provocazione, però anche il post mi sembrava volesse provocare (una bella discussione).

      Dopo, quando ho letto il “me ne frego” mi è venuto dunque da ridere, lo capirà da se il perché e mi consentirà la mia spiritosaggine.

      Tolto il dettaglio ed andando alla sostanza mi resta il dubbio che lei by-passi il problema dei diritti civili delle coppie gay, in Italia fortemente negletti, come Simone ha fatto rilevare prima di me. E forse non ha mai assistito alla scena di gay inseguiti di notte da teppisti che credevano di essere maschi.

    41. Sig. Orazio, le miei erano osservazioni e spunti di analisi, e non “argomenti” per supportare una qualche tesi pro o contro la causa dei diritti civili.
      Chi l’ha detto che io bypasso il problema?
      Bisogna essere per forza politicamente corretti e scrivere “premesso che io sono per i diritti delle coppie omosessuali, esprimendo piena solidarietà per, etc etc, però devo dire che…”?
      Non credo. Non sono nè un politico nè niente, non ricopro nessuna carica pubblica.
      Posso evitare certe pesantezze della comunicazione pubblica e andare dritto al punto: la singola critica, le reazioni, il dibattito.
      Forse perchè è un tema – diritti civili – a cui tengo veramente.
      Spieghiamoci.
      Io penso che le critiche fanno bene, sempre, alla “causa”. E che tutto ciò che sia criticabile sia legittimo.
      Se – in modi più o meni involontari – si soffoca la critica, allora c’è il rischio che la “causa” delegittimata.
      I fanatismi, gli assolutismi, il rendere tutto un’ideologia – non parlo necessariamente del suo caso -SECONDO ME non aiutano una giusta causa, ma rischiano di trasformarla nell’ombra di sè stessa, ne svuotano il significato di vero progresso sociale e culturale.
      Un esempio a cui tengo molto.
      L’antimafia che abbiamo, per esempio, quanto avvantaggia la mafia?
      Cosa insegnano Falcone e Borsellino, ora, trasformati in spillette da appuntare alle giacche dei figli di papà che vogliono fare gli “alternativi”?
      Quanto serve tutta questa fuffa antimafia? A chi serve?
      Per la causa dei diritti civili, il rischio è pure quello. Di trasformarla in un’ideologia ottusa, nei confronti di cui ognuno si sente in dovere di dichiararsi “pro” o “contro”.
      E questa faziosità, questi paraocchi, FANNO MALE ad ogni speranza di cambiamento, riducono tutto in questione di tifo da stadio, continuamente delegittimabili, e avvantaggiano di riflesso gli istinti reazionari e retrogradi.
      Sto esagerando, secondo lei?
      Io credo che la lotta per i diritti civili in italia sia una cosa fondamentale, e le mie “critiche” su alcuni aspetti derivano proprio da questo. Perchè ci tengo molto.
      Credo pure che se ad una critica circostanziata e concreta si risponde con “ma è una giusta causa” si fa il gioco di chi vuole che niente cambi.
      è un discorso complicato che neanch’io l’ho chiarito bene con me stesso, però le assicuro che ho scritto il post perchè credo veramente alla legittimità della battaglia lgbt, e sapevo perfettamente che sarebbe stato inteso come una provocazione. Ma è questo quello che ci vuole, secondo me, in un contesto come quello italiano, dove l’opinione pubblica è tutto tranne che razionale: ci vogliono le provocazioni, per generare dibattito, e lanciare sassi nello stagno. Perchè l’acqua ferma, stagnante, non è mai salutare.

    42. Personalmente Nino Fricano ho orrore tanto per le semplificazioni della moderna comunicazione quanto per le faziosità ideologicamente ottuse.
      E, come lei, non difendo né santi né santuari e credo che la critica sia essenziale sempre.
      Credo solo che non sia necessario banalizzare troppo la comunicazione per evitare la pesantezza di certa altra comunicazione. In fondo nel mondo sono sempre esistite sia le elites sia le masse incolte, andare appresso ai neo-ignoranti per suscitar loro l’interesse per problematiche importanti non è poi così necessario, tanto pecore sono e pecore resteranno, tanto decidono le elites. Per loro basta trovare il linguaggio adatto a propagandare telefonini o pseudo SUV da 10.000 € o tablet di concorrenza o per far fare loro cover autoprodotte di cazzate planetarie, ma non è detto che per stare appresso a loro serva per forza banalizzarsi troppo anche quando si parla di cose serie.
      Ovviamente non le ho detto banale, né io sono pesante.
      Mi ha piacevolmente portato qualche metro fuori tema.
      E per dibattere, Nino Fricano, stiamo dibattendo come lei auspicava che succedesse.

    43. […] Le reazioni che provoca la questione dell’omosessualità sono l’indizio di un malessere generale che riguarda per intero la sessualità contemporanea. Prova a parlare di omosessualità e trovi solo tifo da stadio – appoggio incondizionato e nessun senso critico – oppure vomitate di veleno, rancore e livore, frasi di odio che si dicono però – anche questo è un dato interessante – sempre in disparte, senza farsi sentire troppo. […]

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