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domenica 6 ott
  • Romina e Giulio

    Visti di spalle e a media distanza, Romina e Giulio sembrano due persone normali; in realtà normali non lo sono affatto. Romina e Giulio sono innamorati pazzi nel senso più ampio del termine, sono infinitamente innamorati ma sono altrettanto, infinitamente pazzi. Ricoverati più o meno nello stesso periodo, nel centro d’igiene mentale, vicino la via San Lorenzo, si scelsero immediatamente.
    Si guardarono, si avvicinarono e come farebbero due bambini all’asilo, si presero per mano. Se la strinsero forte quasi a stritolarla e quella morsa fu la loro illuminazione, rassicurante come il ciuccio per un bebè.

    I primi mesi non si parlarono neppure, ne ebbero una benché minima curiosità di ascoltare il suono delle rispettive voci. Non conoscevano neppure l’uno il nome dell’altra e sedati per com’erano, neanche avrebbero ricordato il proprio di nome. Nel delirio della propria esistenza, nella percezione distorta di tutto ciò che li circondava, l’unione che istintivamente trovarono costituì un’ancora che al meglio li riparava dal mare in tempesta. Agli occhi dei medici la cosa sembrava quasi terapeutica, pertanto, aggiunsero alla terapia farmacologica di Romina un anticoncezionale e a quella di Giulio aumentarono i sedativi.

    Da allora ad oggi sono trascorsi diversi anni. Nonostante ciò, camminano sempre stretti, l’uno a fianco dell’altra, avvinghiati: una persona sola con due pazzi dentro.
    Tutti i giorni ad ora di pranzo ciondolano su e giù per via Lanza di Scalea, avanti e indietro dall’ospedale fino al Carrefour. Una volta arrivati al supermercato, entrano nello spazio coperto del parcheggio e riparati in un angolo, assaggiano un boccone d’intimità. Noncuranti di dove si trovano ed emozionati come due adolescenti, si fermano un paio di minuti al massimo per riprendere nuovamente il ping pong, ospedale – supermercato.

    Qualche giorno fa camminavano abbracciati come sempre. Si trovavano fuori dal parcheggio del Carrefour.
    Romina girò la testa verso Giulio, con il naso sfiorò la guancia di lui e con la bocca fece un sorriso a cui gli occhi non parteciparono. Sembrava stesse sussurrando qualcosa a Giulio, come al solito dotato di un’unica ed immutabile espressione facciale, simile ad una smorfia assassina. Ad un tratto i due si fermarono per guardare il marciapiede di fronte il supermercato.
    In realtà guardavano la Fiat Punto/negozio/abitazione del venditore di sale.
    Quest’ultimo, dritto ed impettito come sempre, si trovava a fianco di quello che in una vita precedente era un comodino e che adesso era il suo banchetto pubblicitario.
    Il venditore di sale ricambiò lo sguardo della coppia e lentamente fece cenno di si con la testa, per due volte. Subito dopo dondolo il capo una volta sola in direzione dell’automobile.
    Romina e Giulio con passo spedito marciarono in direzione della Punto, aprirono lo sportello e presero posto nell’abitacolo.
    Giulio teneva le mani sul volante e guardava avanti. Di tanto in tanto, oscillava il volante. Romina stava accocolata sulla spalla di lui.
    Giulio guidava responsabilmente mentre la sua smorfia assassina si faceva più marcata per l’effetto di questa simulazione. Romina nel frattempo, si godeva il paesaggio, sicura di essere in buone mani.

    Tutto a un tratto una macchina che procedeva lentamente lungo via Lanza di Scalea si affiancò a quella del venditore di sale.
    Il conducente sporse la testa dal finestrino e domandò: «Scusate sapete dov’è la clinica Stagno?».

    Insieme Romina e Giulio risposero: «Lontano».

    Ospiti
  • Un commento a “Romina e Giulio”

    1. Bravo, bel racconto, sta migliirando post dopo post, ma non si monti la testa, eh?
      E se poi talvolta si puo’ spostare da Via Lanza di Scalea, Carrefour e centro commerciale andrebbe ancora meglio.
      Comunque i miei complimenti.

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