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mercoledì 24 apr
  • La prova che, volendo, si può

    Fateci caso! In mezzo a quello spettacolo vergognoso di cumuli di immondizia e trasandatezza della cosa pubblica e privata che è il tratto di autostrada – con le vie parallele – che collegano l’aeroporto alla città, c’è un’oasi di ordine, di pulizia e di estetica: il McDonald’s della rotonda che porta al Poseidon e alla zona industriale di Carini.

    La prova che, volendo, si può
    (foto da Google Maps)

    È la dimostrazione che è la testa degli amministratori pubblici, dei proprietari privati di “villini” e degli imprenditori locali che non va se un operatore di stile americano dimostra che il decoro, il buon gusto, l’ordine sono possibili, a condizione di volerlo. Il prato è impeccabile.

    Negli Stati Uniti una sorta di naturale controllo sociale fa sì che non sia possibile trascurare il proprio giardino per il semplice, ma fondamentale motivo che, così facendo, si danneggia il valore immobiliare del contesto.

    Forse, ciò su cui non c’è sufficiente consapevolezza è il danno anche economico personale che la reciproca trasandatezza causa grazie ad una malintesa tolleranza.

    Palermo
  • 8 commenti a “La prova che, volendo, si può”

    1. Giusto.

    2. Non commento. Se lo faccio… finisci a buiddiallu 😀

    3. Ecco GIGI, finalmente ‘nsirtasti.

    4. Ci sarebbe da spiegare se quell’oasi e’ mantenuta con intervento privato oppure pubblico.
      In quanto al degrado generale della zona non bisogna dimenticare che sono in corso le demolizioni per ridare la visibilità’ del mare a chi percorre quel tratto di autostrada verso l’aeroporto,anche se questo non dovrebbe avere nulla da spartire col mantenimento di lunghe discariche maleodoranti.

    5. Paradossale simbolo di pulizia in Sicilia dal McDonald in una zona devastata da odori di marcio e dove volano anziché volatili sacchetti di spazzatura vari, paradossale ancora di più che chi tiene alla pulizia del proprio locale commerciale proponga junk food, cibo spazzatura. Insomma la spazzatura é tutta intorno a noi.

    6. Anche il prato del furgoncino del venditore di panini che staziona al Foro Italico è bello verde. E’ la prova che anche gli imprenditori “nostrali” sanno prendersi cura dell’ambiente che li circonda… 😉

    7. Ciò che riporta il Sig. Didonna, è facile legarlo ad un’altra lampante, quanto necessaria riflessione: Palermo è sporca perché lo sono i palermitani. Agli angoli dei marciapiedi, non ci sono foglie secche o sacchi di pattume fuggiti via dai contenitori pubblici, le strade sono luride perché piene di oggetti “scivolati via” dalle mani degli stessi che poi lamentano la sporcizia sulle strade o l’inefficienza di chi dovrebbe pulire. Il miglior modo per pulire è non sporcare e raccogliere i rifiuti in modo proprio. Cittadini capaci di tale civiltà eleggerebbero amministratori loro pari e non potrebbero mai tollerare la qualità media di quelli attuali.

    8. Mi pare che il discorso si stia imbastardendo.Lo spettacolo e’ indecente e le responsabilità sono distribuite,ma alla base ci sta una evidente incapacità di fornire un servizio degno di tale nome.Se vai in un’isola,diciamo così,ecologica,per fare la RD,ti manca sempre una campana e frequentemente quelle che ci sono,sono stracolme.
      Quindi la roba viene depositata fuori da campane e cassonetti.
      Gli scopini sono una rarità e quando ci sono ne fanno una questione di competenze.Al massimo preparano qualche mucchietto,che spesso resta li per settimane finché il vento non lo disperde.La rimozione della terra che si accumula sotto i marciapiedi e che e’ la culla delle erbacce,non è chiaro a chi competa .Se provate a chiedere perché non viene rimossa,la risposta e’:ci vorrebbe una zappa,ma non ce la danno.
      Rifiuti da giardino,mobilio,materassi,oli esausti,pile,farmaci scaduti,eternit,
      per la nostra amministrazione non esistono.Nessuno si cura di dare una informativa =
      Guida per gli Utenti.Sicche’ alla fine li ritrovate in discariche che sono un business
      per i privati che vengono chiamati ad operare la rimozione.

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