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    Occhipinti sulle Partecipate: “Fanno acqua da tutte le parti”

    Ieri il consigliere comunale Filippo Occhipinti ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile sullo stato delle società partecipate del Comune di Palermo, nel corso della quale è stato illustrato un dossier consegnato agli organi di informazione e alla città.

    Occhipinti ha dichiarato: «Il sindaco e i suoi assessori ci parlano da anni di un mondo incantato, di un Comune senza più problemi e con aziende dai conti in ordine. Abbiamo dimostrato, numeri alla mano, che non è così. I palermitani vivono un incubo e gli stessi documenti dell’amministrazione lo confermano. Pochi servizi, fatti male e a costi elevatissimi, troppi sprechi e inefficienze, con cda incapaci di imprimere una reale svolta. Il sindaco farebbe bene a mandare tutti a casa e, un minuto dopo, a dare le dimissioni. Basti pensare che il tanto sbandierato utile di tutte le aziende, prova secondo il sindaco del cambio di passo, è in realtà un artificio contabile. Amg è in attivo solo grazie a una transazione che però il prossimo anno non si ripeterà e Amat solo grazie ai minori fondi per i rischi legali. Insomma, dei trucchetti contabili per consentire le ricapitalizzazioni che saranno pagate dai palermitani con nuovi mutui che peseranno sui nostri figli: anziché tagliare gli sprechi e migliorare i servizi con l’efficienza, il sindaco mette la polvere sotto il tappeto e le mani nelle tasche dei cittadini. Il Comune di Palermo non è mai stato a rischio dissesto, il problema erano e rimangono le partecipate. Orlando ha usato i palermitani come bancomat, al pari di chi lo ha preceduto. Manca una visione di insieme anche perché mancano i documenti: la Reset non ha neanche presentato una semestrale e non potrà rispettare gli impegni presi, visto che si è anticipata l’entrata in servizio di 650 dipendenti, anche se va riconosciuto l’ottimo lavoro del presidente Perniciaro. Palermo Ambiente e Sispi sono solo costi, senza alcun vantaggio per i cittadini, tanto che proponiamo per la seconda lo scioglimento e l’internalizzazione del servizio con relative professionalità. Riguardo le altre aziende, in tutte si segnalano partite straordinarie consistenti, poca attenzione al rispetto del principio della prudenza, ricavi vari non ripetibili nel tempo, elevati contenziosi, partite di credito e debito con il socio Unico Comune e ricorso al sistema bancario».

    Negli ultimi cinque anni il valore dei contratti di servizio ha sfiorato 1,3 miliardi di euro. Nel bilancio 2015 sono stanziati oltre 290 milioni di euro solo per le aziende, somma che sfiora il 40% dell’intera spesa corrente. Gli occupati dalle partecipate, al 31/12/2014, sono 5.113, a cui si aggiungono gli 8.360 (7.360 di ruolo e 1014 non di ruolo) dipendenti del Comune e i circa 1.600 della Reset per un totale di oltre 15 mila dipendenti.

    SCHEDA RIEPILOGATIVA DEL DOSSIER

    AMAP
    Chiude con un utile di 1,4 milioni euro circa grazie a una partita straordinaria di oltre 2,5 milioni, di cui 2 per interessi iscritti a bilancio a seguito del contenzioso con Eas. Il risultato maschera le forti criticità dei conti aziendali che possono così essere riassunte: presenza di crediti per circa 101 milioni, la maggiore parte in contenzioso e di dubbia monetizzazione (Eas 50,7 milioni, Iacp 10 milioni e Aps 9 milioni); partite creditorie e debitorie con il Comune di Palermo; operazioni industriali che appesantiscono i conti aziendali quali l’acquisizione di ex lavoratori Amia Essemme che svolgono il servizio di pulizia e manutenzione caditoie (operazione che ha avuto un impatto negativo nei conti aziendali e ha portato la società a chiedere un adeguamento di circa 1,7 milioni del contratto di servizio, richiesta ad oggi non accolta dalla amministrazione); affitto dal 18.5.2015 del ramo di azienda della fallita Aps per la gestione del servizio idrico per molti comuni della provincia di Palermo. Entrambe le operazioni causano forti appesantimenti e perdite nei conti dell’Amap. La semestrale riporta una perdita di circa 886 mila euro: a causa dell’operazione Aps, si registra una perdita che sfiora i 4 mila euro al giorno.

    AMAT
    Chiude in utile di appena 76 mila euro, dopo anni di perdite consistenti, per l’effetto combinato di sopravvenienze attive per 2,6 milioni e della sparizione degli accantonamenti da rischi per contenzioso e altri rischi che nel 2013 ammontavano a 2,8 milioni. Una mancanza di prudenza che potrebbe costar cara. A questi si aggiungano minori interessi bancari per circa 800 mila euro, a causa di un’operazione fatta sulle spalle del Comune che si è indebitato per i prossimi 29 anni pur di pagare 9 milioni di crediti, e risparmi nei costi di gestione per la riduzione dei mezzi in circolazione e dei minori chilometri percorsi, arrivati a 13,5 milioni annui; dei previsti 400 bus, solo 200 circolano con regolarità. La semestrale registra una perdita nei primi sei mesi del 2015 di circa 4,9 milioni, che proiettata alla fine del 2015 può determinare una perdita di oltre 10 milioni di euro.

    RAP
    Chiude in utile di 202 mila euro per partite straordinarie e proventi diversi per oltre un milione di euro, eventi non ripetibili nel tempo. Inoltre l’azienda si autocertifica , a fine esercizio ,il costo del servizio di igiene ambientale: in pratica il Comune paga quello che la Rap chiede, senza controlli e verifiche a priori e in barba al contratto di servizio. Per il 2015 c’è per questo un buco da 6,6 milioni di euro mascherato con costi inesigibili. Il contratto fa acqua da tutte le parti perché non prevede penali nel caso che la società, come accaduto nel 2014, e si ripetere per il 2015, non svolga tutta la manutenzione strade e marciapiedi prevista, a danno dei palermitani e dei servizi. La semestrale è priva delle previste certificazioni del Collegio Sindacale e dell’organo di revisione.

    AMG
    Chiude con un utile di euro 137 mila grazie a proventi straordinari e al contenzioso Saipem, che rappresenta una tantum. L’azienda ricorre troppo ai debiti bancari per i pagamenti ritardati del Comune. La semestrale conferma tutte le criticità, evidenziando 15,7 milioni di debiti bancari (di cui 7,7 a breve per finanziare la gestione corrente) e i 7 milioni di crediti vantati verso il socio, ossia il Comune. Particolarmente impegnativo per le casse dalla società risulta essere stato il contenzioso con la Ati il cui capofila era Saipem, una vicenda che ha origine nel 1993 per lavori di metanizzazione della città e che si è conclusa dopo un aspro contenzioso; la transazione da 17 milioni di euro ha consentito risparmi di circa 5 milioni utilizzati nei bilanci 2013 e 2014.

    PALERMO AMBIENTE
    Chiude con un utile di 196.397 euro: una società improduttiva il cui contratto di servizio costa 3,8 milioni, ma di cui non si capisce l’utilità per i palermitani che la mantengono con la Tari. La società va chiusa e il personale utilizzato come guardie ambientali o per potenziare i servizi di Rap.

    SISPI
    Chiude con un utile di 1,3 milioni di euro, ma andrebbe chiusa internalizzando i servizi e i dipendenti e realizzando economie per 5 milioni di euro, di cui 2 immediati per l’Iva. Fallimentare la gestione delle multe per le infrazioni al Codice della Strada.

    Tabella costi.

    Dossier.

    Palermo
  • 3 commenti a “Occhipinti sulle Partecipate: “Fanno acqua da tutte le parti””

    1. Questo consigliere è molto attivo e fa un’opposizione veramente ammirevole.
      Ma quando è stato eletto nel 2012 nella lista IDV del Sindaco Orlando, con si badi ben 312 voti, queste cose non le sapeva?

    2. Dovremmo cambiare la mentalita palermitana cosi possiamo dire che siamo in europa

    3. Bisogna dare atto al consigliere Occhipinti di aver smascherato le bugie del sindaco . Da mesi Orlando va dicendo a mezzo mondo che i bilanci delle partecipate sono in attivo. Da questi dati emerge la triste verità . L'”attivo” di bilancio è frutto di manipolazioni e artifici contabili . Per esempio, inserire tra i crediti somme che non saranno mai recuperate e ridimenzionare le perdite, spesso spalmandole per decine di anni. Per fare queste “operazioni” contabili ci voleva un commercialista di fiducia e non un colonello della Finanza in pensione. Ecco perché l’assessore Marchetti è stato liquidato immediatamente.

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