Self science: dal digital detox al financial freedom
L’inizio di ogni anno è sempre foriero di speranze e di buoni propositi e poiché ogni cambiamento profondo non può che partire dalla conoscenza di sé, pare che la moderna declinazione dell’esortazione «conosci te stesso», pervenutaci dal frontone del tempio di Apollo a Delfi attraverso gli insegnamenti di Socrate, sia diventata oggi “self science”. Ne è convinto il prof. Sandro Formica dell’Università della Florida che sta tenendo in Italia dei seminari sul tema, anche a Palermo. Alcuni spunti mi sembrano interessanti e ne parlo quindi volentieri.
«Se hai l’impressione che lavori di più, produci di meno e non hai mai tempo, allora hai bisogno di digital detox». Con il classico approccio anglosassone, quelle di Sandro Formica sono sempre affermazioni accademiche confortate da dati e rigorose citazioni delle fonti. Pare che negli Usa il costo economico delle distrazioni digitali causate da social, mail e messaggerie varie abbia raggiunto la cifra astronomica di 678 miliardi di dollari: in media due ore per dipendente! Un serio problema non solo per la produttività, ma anche per la creatività e persino per il quoziente di intelligenza (si rischiano 15 punti!). E non mancano i danni collaterali sulla salute: depressione ed ansia. Ovviamente, si può rimediare con la conoscenza della personale gestione del tempo, la risorsa più preziosa a nostra disposizione, e con accorgimenti che consentano, come è giusto, di utilizzare la tecnologia digitale invece che esserne usati.
Altro tema di grande portata sociale, soprattutto in Italia, per il gioco combinato di calo delle nascite, invecchiamento della popolazione, crisi economica, disoccupazione e ritardato ingresso nel mondo del lavoro e della contribuzione previdenziale, è quello della libertà o dell’indipendenza finanziaria. Le pensioni non basteranno in futuro che solo a pochi privilegiati ed è un dovere personale di portata ormai sociale provvedere per tempo alla protezione di un certo tenore di vita. Negli Usa si arriva a proporre di accantonare sin da adolescenti un dollaro al giorno con la prospettiva di diventare milionari all’epoca della pensione. Certo, i soldi vanno investiti e al risparmio da formichina va aggiunta qualche occasione extra di guadagno da destinare allo scopo, ma la logica condivisibile che rimanda alla saggezza dei nonni è che per risolvere un problema futuro e certo (mantenersi) bisogna partire per tempo contando meno su improbabili fortune last minute. Eppure, pur in presenza di una bomba a orologeria nel sistema previdenziale, il dibattito pubblico e il sistema educativo rimuovono tali temi che andrebbero ormai insegnati nelle scuole come si faceva (erano altri tempi) con le celebrazioni del risparmio con tanto di salvadanai donati nelle scuole.
Come genitore baby boomer di una figlia millennial, mi sembrano due spunti educativi attuali ed urgenti e per sola completezza della scaletta dei temi trattati da Formica (nomen omen) nei suoi seminari, frutto innanzitutto di un lavoro di autoanalisi e di ricerca personale di soluzioni, accenno degli altri argomenti da lui trattati: il “proposito di vita”, “soluzione dei conflitti”, “intelligenza emotiva”, “capacità immaginativa”, “riprogrammare le convinzioni” e “alimentazione”.
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