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martedì 23 apr
  • Stiamo freschi?

    Novembre 2011, dopo più di mille giorni di follia e lavoro e sogni e tempo e denaro finalmente apre Freschette BioBistrot+Market. Due donne – Francesca e Marina – hanno un progetto, un’idea che trova il suo spazio all’ombra di un ficus ventennale, in pieno centro, tra il caos colorato dell’Olivella e le poste di via Roma.
    Un’idea fatta di materia prima locale, km0 da mangiare ma anche da comprare, nell’angolo Market che il bistrot ospita al suo interno.
    Il bistrot ha anche dello spazio fuori e, previa autorizzazione, lo trasforma in due patii profumati e quieti, arredati con molto amore e silenziosi in un modo che pare incredibile in questo punto della città, una vera oasi per i clienti, gli amici, i tanto ospiti di questi anni.

    Finché, uno dopo l’altro, aprono intorno altri locali, arrivano in piazza musica, urla, motorini sfreccianti. Sopratutto la sera diventa pian piano una lotta per la salvezza di questo spazio dal rumore, dall’invasione di moto parcheggiate intorno, dagli odori non sempre gradevoli.

    Da lì agli atti vandalici è un batter di ciglia e la situazione peggiora man mano che chiudono e restringono le attività di molti locali della Vuccirìa e di Ballarò. A quel punto la piazzetta accoglie tutto il pubblico escluso da quelle piazze, i Market diventano improvvisamente pub e fanno mescita, evidentemente senza troppa cura, e decisamente senza alcun controllo. Non tutti sono improvvisati locali abusivi, molti lavorano onestamente e con questi ci si da manforte, ma il proliferare di quegli altri è più potente, più rapido, più invadente.
    Piazzetta Monteleone si tinge a colori scuri, tra sporcizia, degrado, delinquenza e abusivismo senza che nessuno si presenti a controllare, sancire, sanare.
    Freschette comincia a fare fatica, i clienti si lamentano ed è difficile parlare bio mentre si respira immondizia. Poco a poco anche gli affezionati diradano le loro visite, la gestione si complica: come fai a curare la cucina mentre litighi con l’ennesimo parcheggiatore? Come possiamo raccontare la storia di una vendemmia tardiva di uve bio mentre fuori imperversa l’ennesimo tormentone a un volume insostenibile? Abbiamo denunciato, parlato, scritto, chiesto aiuto. Poco o niente è cambiato e non ci resta che sospendere la cena, che è il momento più difficile, almeno nei fine settimana. Un danno spaventoso, dipendenti a casa, una storia non bella da raccontare ai clienti e agli amici. Ma non c’è alternativa: o cediamo alle lusinghe di cento posteggiatori che puntellano le nostre aiuole e di mille locali che vendono a niente e suonano fino a tardi o chiudiamo.

    Laboratori, presentazioni, rassegne cinematografiche sono un’offerta complessa e costosa che non può competere con dj-set non autorizzati, birra a un euro e ubriachezza molesta. Ci proviamo a forze ridotte, ci lasciamo incoraggiare dal comitato di quartiere che si sta formando per fare un esposto corale, dall’impegno dell’assessore alle attività produttive Giovanna Marano che ha mostrato tutto il suo interesse e il suo sostegno.

    Ma siamo sfinite, davvero serve una scossa dalle fondamenta. Nel frattempo lavoriamo e resistiamo a pranzo dal martedì alla domenica e nelle sere di martedì, mercoledì e giovedì.

    Palermo
  • Un commento a “Stiamo freschi?”

    1. una delle poche belle realtà di quella zona di degrado e malaffari costretta a ridimensionarsi per l’inciviltà dei palermitani e la solita, castrante, indecente e ipocrita indifferenza delle istituzioni
      ho letto da qualche parte che qualcuno ha associato lo schifo che si è abbattuto sulle Freschette con la sospensione del cosiddetto regolamento alla movida..ma per piacere, non nascondetevi dietro un dito: la verità è che in decenni di frequentazione di quei posti non ho mai visto un vigile, un carabiniere o un poliziotto..e sono sempre state zone di tafferugli e inciviltà. Stilare uno stupidissimo regolamento (che oltretutto va a incidere ovviamente solo su chi i regolamenti li segue…perciò che cavolo di effetto dovrebbe avere sullo schifo che si è creato negli anni in barba alla legge?!?!?) è offensivo nei confronti di chi, come Francesca e Marina, ha messo sudore e sangue per costruirsi un futuro (e perchè no, anche cominciare il recupero della zona)
      spero almeno che la cittadinanza, almeno questa volta, si dimostri meno mancante delle istituzioni facendo sentire, anche materialmente, la propria solidarietà a Francesca e Marina…

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