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giovedì 25 apr
  • Palermo è ancora la città più congestionata d’Italia

    Secondo i dati del Tom Tom Traffic Index Palermo rimane la città più trafficata d’Italia. Il tram e gli interventi sulla mobilità non bastano e cantieri e pedonalizzazioni in assenza di un rafforzamento del trasporto pubblico incidono certamente sul dato: il livello di traffico è al 43% in media.

    La velocità media in città è di 36 chilometri all’ora. Palermo precede Roma (40%) e Messina (39%).

    Il traffico ha anche un impatto economico, quasi 36 milioni di euro andrebbero sprecati in coda ogni anno.

    Palermo
  • 2 commenti a “Palermo è ancora la città più congestionata d’Italia”

    1. A parte le ovvie ragioni riferite a mancanza cronica di mezzi pubblici efficienti e di infrastrutture viarie adeguate alla mole di traffico, secondo me il 50% del traffico è causato da automobilisti che, pur potendo girare con i mezzi pubblici esistenti, a piedi o in bici, si ostinano a prendere l’auto.
      Un adulto in buone condizioni di salute, che ad esempio abita e lavora in ufficio o attività commerciale nella zona del centro, e quindi non deve spostarsi più durante le ore di lavoro, può benissimo raggiungere il posto di lavoro in venti minuti di passeggiata. Naturalmente distinguendo caso per caso, figli da prendere a scuola a ecc., ma la stragrande maggioranza potrebbe benissimo farlo.
      Sono convinto che anche avendo una metropolitana efficiente come quella di Londra, a Palermo migliaia di imbecilli continuerebbero a soffocare nelle auto e a imprecare agli incroci senza motivo.

    2. Non è un problema di imbecillità, Pablo. Il palermitano è abituato oramai da decenni al traffico lento, ad avanzare un metro ogni dieci minuti. Nel frattempo la macchina è diventata la prima casa. Tutto sommato è comoda, metti la musica, accendi l’aria condizionata, ti fai qualche telefonata nell’intimità del tuo abitacolo/abitazione, dai un morso ad un ‘rollò’, rutti, ti fai un selfie e lo mandi su facebook, puoi anche scaricare l’eventuale residua aggressività ad ogni incrocio, grattarti dove mai potresti su un tram, e tanto altro. Non devi più nemmeno dedicare una frazione della tua concentrazione alla guida, tanto ora c’è il navigatore. Chi se ne fotte se arrivi un po’ più tardi, ammesso che sia vero. Fretta di cosa, poi? La fretta ce l’hanno i milanesi. Qui il lavoro non è la prima ragione di mobilità. Semplicemente perchè trattasi di occupazione sempre meno diffusa. Il tempo diventa quindi una dimensione quanto mai relativa, e quanto sia davvero ininfluente su questa città e non solo sui suoi abitanti, lo capisci, appunto, girando in macchina.

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