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    Orlando usa i social per aizzare i palermitani gli uni contro gli altri

    C’è un nome con cui si può chiamare la nuova e aggressiva strategia del sindaco di Palermo contro gli “incivili”, cioè contro quelli che sporcano e gettano i rifiuti dove e quando non si dovrebbe: public shaming. In poche parole, è l’uso dei social media come strumento per pubblicizzare comportamenti percepiti come anti-sociali.

    Da due giorni, infatti, chi si occupa del profilo pubblico di Leoluca Orlando su Facebook condivide le foto e i video segnalati dai cittadini via WhatsApp, Telegram ed e-mail con una formula che, più o meno, è sempre la stessa:
    a) incipit retorico rivolto all’incivile con la parola “vergogna” (shaming, per l’appunto);
    b) comunicazione della trasmissione della malefatta all’Autorità giudiziaria;
    c) ricordare ai palermitani che prima di attaccare la Pubblica Amministrazione per il servizio di gestione e raccolta dei rifiuti, è meglio puntare il dito contro i cittadini sporcaccioni e che infrangono le leggi.

    Ora, è ovvio che i palermitani che commettono azioni contro il decoro urbano vadano puniti con una multa ma la scelta di Orlando di stampo “cyber-bullistica” di attaccare i singoli cittadini, pur omettendo le informazioni per evitare l’identificazione (al netto di qualche gaffe, come la pubblicazione della targa CX000AA, ovvero un autoveicolo immatricolato in Veneto: lo scopo era pubblicare una targa fittizia), è pericolosa e sfrutta il sentimento principale che scorre sui social media: l’odio.

    Un gruppo di incivili denunciati alla Magistratura

    Cari proprietario e guidatore del furgoncino CX000AA, non vi verognate?
    Magari dopo aver contribuito a sporcare la città buttando rifiuti speciali nei cassonetti, venite qui su Facebook a sparare insulti e dire che la città è sporca?
    Comunque potete stare tranquilli, perché questo video, CON LA TARGA BEN VISIBILE è stato trasmesso all'Autorità Giudiziaria, che valuterà cosa fare. E voi che pensate di utilizzare una ditta "low-cost" per i vostri "sbarazzi", pensate che quello che non pagate a questi incivili lo pagate con più sporcizia in città. A tutti coloro che vogliono aiutarci in questa vera guerra contro gli incivili, ricordo che possono inviare segnalazioni su WhatsApp e Telegram al numero 348.8727800 oppure alla casella e-mail segnalazioni@comune.palermo.it

    Posted by Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo on Thursday, July 11, 2019

    Se vi è, infatti, capitato di scorrere i commenti dei post condivisi sulla pagina del sindaco, vi sarete senz’altro accorti che molti attaccano pesantemente gli incivili protagonisti delle invettive e altri, addirittura, sperano di incontrare in giro qualche “fango” da riprendere e segnalare. In poche parole, se il Comune avesse tenuto per sé le segnalazioni ricevute, usate esclusivamente per punire i responsabili di atti lesivi al decoro urbano, allora tale strategia si poteva “digerire” (anche se è triste che bisogna chiedere ai cittadini di spiare gli altri visto che le forze preposte non sono in grado di far rispettare le leggi e di farsi rispettare come organo deterrente). Avendo, però, scelto di condividere foto e video, Orlando ha deciso di utilizzare le segnalazioni come strumenti politici per legittimare una chiave di lettura del problema dei rifiuti: non è colpa della gestione della Rap (e prima dell‘Amia) se la città è sporca e se l’immondizia si accumula nei cassonetti ma in primis dei palermitani.

    Ad esempio, in una recente dichiarazione, l’assessore Giusto Catania ha affermato: «Un corretto smaltimento differenziato abbatte la quantità di rifiuti anche del 90%». Peccato, però, che molte zone di Palermo non siano ancora raggiunte dal servizio e non certo per colpa dei palermitani “incivili”.

    Tornando al public shaming di Orlando, il sindaco di Palermo è in “buona compagnia”. La stessa strategia è usata dal collega messinese Cateno De Luca con un obiettivo però differente: la gogna mediatica contro i “furbetti”. Pochi giorni fa, tra l’altro, un dipendente pubblico (un custode di un impianto sportivo) “beccato” dal sindaco mentre si guardava la televisione durante l’orario di lavoro, è stato dato in pasto al pubblico ludibrio con tanto di preannuncio di licenziamento. Il dipendente, marito e padre, ha provato ad avere un incontro con il sindaco ma, dopo che gli è stato rifiutato, ha perfino dovuto “tentare il suicidio” per farsi ricevere e dare le sue spiegazioni. Un’assurdità.

    Il public shaming, insomma, è pericoloso: aizza gli uni contro gli altri e dissemina ancora più odio sui social (dove ce n’è già tanto di per sé), richiedendo tra l’altro ai follower di spiare di fatto il vicino di casa e di segnalarlo in caso di malefatta. No, questo non è un mezzo deterrente (che, comunque, sottolinea l’inadeguatezza di chi, invece, dovrebbe fare rispettare il decoro urbano, pagato anche per questo) ma una strategia da hater che ha principalmente lo scopo di scaricare il barile delle colpe dalla Rap ai palermitani, spostando l’attenzione dalla prima ai secondi.

    Ci sono cittadini che non rispettano le regole, è innegabile (e succede ovunque) ma se un cassonetto viene svuotato con colpevole ritardo; se le strade laterali di viale Regione Siciliana sono strapiene dei rami e delle foglie caduti dagli alberi; se, ecc. ecc… la colpa è dell’azienda che non sa/non può fare il proprio lavoro come si deve e della polizia municipale che non sa/può fare rispettare le leggi.

    E di certo non sarà la logica dell’«unum castigabis, centus emendabi» a risolvere i problemi della città per i quali si usa ormai troppo spesso la tecnica del nascondere la polvere sotto al tappeto: c’è ma se non si vede e come se non ci fosse (con buona pace di chi vive nelle periferie).

    Palermo
  • 12 commenti a “Orlando usa i social per aizzare i palermitani gli uni contro gli altri”

    1. io sono un incivile orgoglioso

    2. Orlando ha imparato da Salvini

    3. L’attacco che ho subito su Rosalio – il blog di Palermo​ (pagina Facebook) per questo post è vergognoso. Ed è chiaro – non sono nato ieri – che qualcuno ad arte ha creato un moto ‘hater’ contro l’opinione (non un articolo). Tra l’altro c’è stato chi ha dimostrato di non avere letto quanto riportato, sottolineando che io sono contrario alle segnalazioni.

      Beh, in realtà ho scritto altro: sì alle segnalazioni ma non devono essere pubblicate sui social perché altrimenti ‘aizzano’ palermitani contro altri palermitani, come chiaramente è dimostrato dal tenore dei commenti pubblicati sulla pagina del sindaco.

      Inoltre, c’è il chiaro tentativo del sindaco Orlando di spostare l’attenzione dalla cattiva gestione della Rap al comportamento incivile dei palermitani, come se dei cassonetti pieni fossero responsabili esclusivamente i secondi.

      ‘Per fortuna’ c’è poi Marchese (ex comandante della Polizia Municipale) che dice: “Sono stati seguiti gli autocompattori ed è stato accertato e verificato che alcuni cassonetti vengono lasciati pieni. Forse perché così si formano le discariche che vengono ripulite con costi maggiori e in regime di straordinario? Sono tante le cose che abbiamo notato in questi mesi. I fondi per lo straordinario della Rap si trovano, ma per gli agenti della Polizia municipale mai. Comunque gli atti che necessitano di attenzione da parte della Procura sono stati già trasmessi”.

      A me basta questo. L’odio lo lascio a chi sta scrivendo così tante cattiverie contro di me che risulta paradossale credere che siano gli stessi che poi ce l’hanno con Salvini e i suoi sostenitori per atteggiamenti simili. A costoro consiglio: imparate a leggere e a riflettere con la vostra testa. Tutto è politica: condivisioni del sindaco comprese. C’è una ragione ed è chiarissima.

    4. Se l’obiettivo fosse quello di raccogliere denunce non ci sarebbe necessità di ripostarle sui propri social. L’obiettivo appare invece la necessità di dimostrare la bizzarra tesi per cui sarebbero gli incivili la causa principale dell’emergenza rifiuti. E invece è la pessima gestione, con responsabilità politiche enormi del sindaco, della Rap. E poi tutto il resto.

    5. Sempre perché i rifiuti chi li produce? Chi conferisce fuori orario? Chi abbandona i rifiuti in mezzo alla strada? Chi evade la TARI? Chi effettua “sbarazzi” a pagamento per poi gettare tutto anche e non solo in proprietà private? Non strumentalizzate politicamente i rifiuti, è molto pericoloso.

    6. Andrea chi non persegue appropriatamente i comportamenti che citi per sette anni per poi creare una task force di Vigili che fa poche multe al giorno e l’ennesimo sistema di segnalazione di anomalie? Chi non attua una raccolta differenziata seria su tutto il territorio comunale? Non strumentalizzare ideologicamente i rifiuti, è molto pericoloso per la tua credibilita’.

    7. Mettendo, solo per un attimo, da parte la munnizza desidererei sapere dal Sindaco se è a conoscenza che le strade cittadine sono una gruviera. Colpa anche questa degli incivili? Strade e marciapiedi pieni di ogni tipo di infiorescenza, dai canneti a rigogliosissimi cespugli. I marciapiedi simili a percorsi di guerra.

    8. Nessuna RAP al mondo potrebbe governare e gestire i rifiuti in una città dove una buona fetta della popolazione non rispetta i regolamenti.

    9. Ecco perché non solo bisogna essere ineccepibili nella raccolta, ordinaria, differenziata e straordinaria (così non è) e chi governa avrebbe dovuto contrastare da tempo il fenomeno. Hanno creato DOPO 7 ANNI una task force di Vigili che fa 13 multe al giorno e un sistema di segnalazione che viene usato per alimentare post sui social.

    10. Anche su questo (già mi preoccupo) mi trovo d’accordo con autore e Rosalio: il ditino puntato (public shaming) in tempi di social è pericoloso e non credo toglierà munnizza dalle strade.
      E’ il metodo delle Iene e di Salvini, il peggio da qualche anno.

      Se l’idea è raccogliere le segnalazioni e denunce (ma basterebbero delle telecamere opportunamente piazzate, almeno in città), la strategia potrebbe portare beneficio, anche solo per effetto dissuasivo.
      Ditino puntato alla tedesca, pericoloso, aggressivo.

    11. Ricordo che i contenuti dei singoli post del blog rappresentano il punto di vista dell’autore. Rosalio ospita le opinioni di tutti e per contribuire è possibile inviare un’e-mail a info@rosalio.it

    12. Concordo con l’autore dell’articolo.
      No! non è colpa dei soli palermitani.
      Si i “ngrasciatunazzi” ci sono, e vanno rieducati.

      Ma non credo sia colpa dei palermitani se mediamente una volta a settimana (almeno così nella zona di corso Calatafimi alta), gli automezzi per la raccolta non passano.
      E una volta c’è sciopero, e una volta il mezzo è guasto, e un’altra volta è la mancanza di personale, oppure come qualcuno prima ha evidenziato, è tutta una politica-economico dell’azienda dato che l’accumulo dei rifiuti nell’area circostante i cassonetti necessita un maggior compenso per la ripulitura con impiego di manodopera e mezzi in straordinario.
      La conseguenza è l’accumulo di rifiuti che traboccano dai cassonetti, poi se ci aggiungiamo il vento, che ormai è diventato una costante a Palermo, ecco che la munnizza rimane sparpagliata per l’intera via, e se ci va bene l’addetto allo spazzamento, che passa di non più di una una volta al mese, la raccoglierà dalla strada.

      E poi una cosa che ho notato, è che gli automezzi perdono rifiuti strada facendo e gli operatori non si fermano mica a raccoglierla, assolutamente no! e li rimane!
      Mi riescie difficile pensare che un palermitano (anche se lagnuso e ngrasciato) di una qualsiasi zona di Palermo porti con se il sacchetto della spazzatura di casa per poi disfarsene, gettandolo sul ciglio della strada che porta al Centro Forum.
      Ma picchì avi a fari sta fatica?

      No è inutile che il Sindaco vuole scaricare la colpa ai palermitani incivili.
      “”Avi tren’anni ca ripeti i stessi cuosi””

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