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  • Due anni dopo Mosaicoon, che fine hanno fatto gli ex?

    Due anni dopo Mosaicoon, che fine hanno fatto gli ex?

    Sono passati due anni dal fallimento di Mosaicoon, scaleup e aspirante “unicorno” simbolo della Sicilia e dell’Italia che aveva raccolto diversi milioni di euro ed era arrivata a impiegare un centinaio di dipendenti. Nella sede di Isola delle Femmine (seguita alle due di Mondello) ci sono ancora i cartelli e gli affittasi, alcuni pezzi dei bellissimi arredi Lago, acquistati all’asta, fanno bella mostra negli studi di alcuni professionisti palermitani che si vantano di avere acquisito una spoglia di qualcosa di successo (per alcuni mai neanche lambito). L’asta per le proprietà intellettuali (da 645 mila euro) è finora andata deserta e il vecchio sito è diventato un blog in lingua thai. Mi sono chiesto che fine abbiano fatto gli ex dipendenti e che eredità abbia lasciato.

    Il gruppo più nutrito è da Giglio.com, che ha attinto con destrezza agli sviluppatori e ai designer, come Ludovico Genchi, Dario Davì, Fabrizio Galiano, Michele Calò, Ramona Russo e Iolanda Scopelliti e aveva già, ora nel ruolo di CFO, Agostino Terzo.

    Le agenzie e società palermitane hanno assorbito una buona parte dei professionisti del digitale che si sono formati nella palestra aziendale: IM*MEDIA ha reclutato producer e project manager come Valentina Alba, Valentina Vaglica e Annalisa De Simone; da Anteria ci sono Giorgio Turrisi e Francesca Norcia, ma c’erano anche Marco Perniciaro e Pietro Sorce; Gianluca Scuderi è direttore artistico e socio da Cut&Paste; Alessandra Genco è in Digitrend; Salvatore Morfea è in Moving Up dov’era stata anche Maura Messina, ora con Gabriella Trapani in Pharmap.

    Alcuni sono andati a lavorare a Milano come Pietro Frenna e Alessandra Patania (entrambi in Doing); a Barcellona come Fabiana Cumia (direttore della comunicazione e delle PR EMEA Rakuten) e Flavia D’Anna; a Berlino come Giuseppe Costanza (Amitree), Cristiano Pezzati (Talon.One), Diego Lavecchia (altran) e Nicola Di Marco (inVision), che ha fondato insieme Dexlab insieme ad Alessio Delmonti che è diventato un punto di riferimento nel mondo delle criptovalute e della finanza decentralizzata.

    Hanno ruoli significativi in multinazionali Špela Marinčič (manager comunità ed eventi in Philip Morris) e Sarah Bartoccelli (manager della strategia dei contenuti in UM Worldwide).

    Tra i freelance ci sono Alba Caponetto (ex responsabile area social e poi comunicazione e marketing), che si occupa anche di food blog (con il suo Vasa vasa kitchen e il libro Come diventare food blogger) e di formazione con Crossbit insieme all’altro ex Alberto Lo Rito (che è in uscita da Tasca d’Almerita e di cui parleremo più avanti), Claudio Geraci (che lavora a Deliveristo), Laura Averna (che lavora anche per il progetto Mia Burton/Ottica Lipari) e Pietro Bonaccorso (che lavora anche per noovle).

    Giovanni Conigliaro si occupa di marketing e comunicazione per il Teatro Massimo e Laura Busetta segue un percorso post-doc sul cinema all’Università di Messina.

    Chiara Lo Dico lavora per la community per imprenditori digitali Marketers.

    Juan Serrano Ortiz, indimenticato creativo che aveva messo lo zampino nei primi video, è tornato da tempo in Spagna dove ha fondato l’agenzia yondbee.

    Passiamo alle società.
    Danilo Costa ha fondato Novatek, che si occupa di sviluppo e da cui è nato Coderblock, uno strumento per il lavoro da remoto in uffici virtuali che ha recentemente raccolto 250 mila euro in crowdfunding e ha una valutazione pre-money di un milione di euro.
    Video e viralità sono confluiti in Just Maria con Alessandro Albanese e Carlo Loforti.
    Francesco Anzelmo e Angelo Leone hanno raccolto l’anima più legata al digital marketing e creato Digitalmakers, dove sono gli ex Valentina Marretta e Alberto De Gennaro. Just Maria e Digitalmakers condividono gli spazi con Cut&Paste, con diversi ex negli stessi uffici.
    Pietro Alberto Rossi ha fondato la web agency StdOut e co-fondato l’agenzia social C-Digital.
    L’ex amministratore delegato Ugo Parodi Giusino ha preso un “periodo sabbatico” per ricaricarsi.
    Marco Imperato, che era CPO, ha impiegato il tempo per qualche consulenza (Moving Up e Talent Garden, oltre che la realizzazione di contenuti per chi crea prodotti digitali con Product Heroes).
    Entrambi sono già tornati nella mischia con delle società loro.
    Imperato ha fondato con l’ex HR Daniele Rotolo e con lo stesso Parodi Edgemony, quello che a mio avviso potrebbe essere uno dei seguiti di cui più sentiremo parlare. Hanno deciso di partire dalla formazione delle competenze e mirano, restando qui come spesso abbiamo sentito dire a Ugo per Mosaicoon, a rendere la Sicilia una terra per il tech. Sono a Villa Riso, a Mondello (come la prima Mosaicoon) e hanno già realizzato la prima edizione del loro master in digital marketing, un successo.

    Posted by Edgemony on Sunday, September 20, 2020

    Gli altri due obiettivi sono quelli di realizzare bootcamp per sviluppatori e di aiutare aziende nazionali e internazionali a creare il proprio tech team qui in Sicilia (sono già al lavoro con una società della Silicon Valley). Si nota una propensione all’apertura al territorio che non era molto presente in Mosaicoon (ad esempio hanno una rubrica sul Giornale di Sicilia: pillole di digital).
    Ugo ha altre due partecipazioni societarie all’attivo. Una è in Renmote, con Alberto Lo Rito e Marcello Mastellone, che era il leader degli sviluppatori. L’ambito è il B2B, con l’offerta di servizi di consulenza e l’implementazione di soluzioni tecnologiche per la trasformazione digitale e l’innovazione del modello di business aziendale. L’altra riguarda la formazione manageriale di alto livello con partner lombardi.

    A chi chiede quale società possa considerarsi l’erede si può rispondere: nessuna. Ciascuna di esse ha un pezzetto di ciò che faceva Mosaicoon. Eppure sono innumerevoli le collaborazioni: gli ex si cercano e lavorano insieme costituendo una sorta di “ecosistema Mosaicoon” che è già una eredità importante in un contesto in cui l’ecosistema è da sempre carente. I ragazzi si sono incontrati più volte dalla chiusura (la foto di apertura è relativa a una di queste feste, che organizza proprio Ugo, per rivedersi), superando l’amarezza legittima che in qualcuno si era diffusa. Sono anche nate delle coppie, oltre alle amicizie e alle collaborazioni. Un’eredità innegabile è la contaminazione positiva su altri progetti, siciliani e non.

    Chissà che non ci possa essere un giorno una clamorosa reunion. Magari quando uno dei seguiti crescerà al punto da richiedere altri professionisti, soprattutto quelli che condividono una parte importante del dna che fu di Mosaicoon: non andare via dalla Sicilia e lavorare al Sud.

    Palermo, Sicilia
  • 10 commenti a “Due anni dopo Mosaicoon, che fine hanno fatto gli ex?”

    1. Sono rimasto molto deluso dopo la lettura di questo contenuto di alta qualità. Mi sarei aspettato almeno un quiz finale con “Che mosaicooner sei?” e scoprire di essere anche io un unicorno digitale uff

    2. Bellissimo articolo, con grande tristezza mi domando, ma se le persone che vi facevano parte erano così talentuose, considerato che oggi ricoprono tutti dei ruoli rilevanti in grandi aziende, come mai questa azienda ha avuto questo epilogo? magari non sono state sfruttate/ascoltate per come meritavano? un saluto alla bellissima Sicilia.

    3. Scusate, per tutti gli altri dipendenti di cui non si sa nulla c’è un numero dove poter donare 2 euro tramite SMS ?

    4. Signora gli altri dipendenti sigNOORAAAAA

    5. Ma quando faranno la seconda stagione?

    6. …e vissero per sempre felici e contenti!

    7. Chissà invece cosa fanno tutti quelli che scrivevano stupidaggini sull’azienda quando a chiuso. Probabilmente nulla, come allora 🙂

    8. Avete dimenticato di citare Christopher Pecoraro: https://www.facebook.com/chrispecoraro

    9. Un post commovente. Mentre lo leggevo mi sono tornati in mente quei film “tratti da una storia vera” dove alla fine si racconta cosa ne è stato di ciascuno dei personaggi.
      Se posso fare solo un appunto, sarebbe stato bello chiudere con “Questo post è a loro dedicato”, e via con i titoli di coda e una musica struggente.

    10. it would have been nice to close with “This post is dedicated to them”, and away with the end credits and poignant music.

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