Arresti domiciliari per Totò Cuffaro, è accusato di capeggiare rete corruttiva
Il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro che è indagato a vario titolo per i reati di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Con Cuffaro sono indagate 17 persone. I domiciliari sono stati disposti anche per Roberto Colletti, ex manager di Villa Sofia, e Antonio Iacono. Vito Raso, autista e componente del gabinetto dell’ex assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano, dovrà presentarsi alla polizia giudiziaria, Mauro Marchese e Marco Dammone dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria e per un anno non potranno esercitare attività imprenditoriali e uffici direttivi di persone giuridiche. Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Caltagirone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Sergio Mazzola, Carmelo Pace (capogruppo all’Assemblea regionale Siciliana della Democrazia Cristiana), Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro non hanno provvedimenti cautelari.
È coinvolto nell’inchiesta anche il deputato della Camera Saverio Romano, coordinatore di Noi Moderati, per cui la richiesta di arresto è stata respinta.
Tra i fatti contestati ci sono presunte intromissioni in gare pubbliche, tangenti, divulgazione dei contenuti di un concorso e raccomandazioni.
Cuffaro, che aveva lasciato nelle scorse settimane l’incarico di coordinatore nazionale della Democrazia Cristiana, si era dimesso da presidente della Regione ed era stato condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra.
La mozione di sfiducia al presidente della Regione Renato Schifani per l’inchiesta, per cui sono stati rimossi gli assessori della Dc Nuccia Albano e Andrea Messina è stata respinta ieri all’Assemblea Regionale Siciliana.
AGGIORNAMENTO: gli avvocati di Cuffaro hanno divulgato una precisazione.
«In accoglimento di quanto rappresentato nella memoria difensiva, il gip ha escluso la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, a carico del dottore Cuffaro, in ordine al reato di associazione per delinquere, all’ipotesi di corruzione legata ai rapporti con l’imprenditore Vesco e Tomasino, riqualificando poi la condotta, originariamente anch’essa rubricata quale corruzione, riguardante il rapporto con Caltagirone in traffico di influenza illecita. Residua l’addebito di corruzione in concorso con colletti e Iacono che formerà oggetto di impugnazione. È stata altresì rigettata anche la richiesta di sequestro preventivo che si aggiunge al provvedimento favorevole già adottato dal tribunale del riesame per quanto concerne il profilo probatorio».



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