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martedì 30 apr
  • L’Anima Folk di Palermo

    C’è una Palermo, a Palermo, che la sera si da appuntamento nelle piazze del centro storico e balla, balla instancabilmente fino a notte fonda, trascinando decine e decine di fedeli appassionati di danze di antiche tradizioni popolari, ma anche di curiosi che si fermano a guardare e di turisti piacevolmente sorpresi dallo spettacolo inatteso. È una Palermo che sfida il freddo e la pioggia delle serate invernali e il caldo afoso dell’estate in nome di un appuntamento che diventa, per chi si avvicina a questo mondo, sempre più irrinunciabile. «Come una febbre, una specie di droga» azzarda a dire qualcuno. È una Palermo che rifiuta la formalità, le etichette, le solite e scontate serate in giro per locali e che preferisce riappropriarsi, ballando, degli spazi all’aperto della propria città, incontrandosi sotto le stelle, in una magica atmosfera fatta di condivisione, semplicità, di sorrisi e di abbracci fra sconosciuti.
    Un post nel gruppo Facebook annuncia la “skeggia” (così è chiamato l’appuntamento danzante) un luogo, non importa se in una piazza, sul molo davanti al mare o sotto i portici, un orario, e il gioco è fatto: decine e decine di persone si ritrovano a danzare insieme. È il ballo ai tempi dei social, quando il distacco e la freddezza di un post su Facebook riesce poi a tradursi in un intreccio di mani e respiri vicini, con compagni di danza di una sera, di cui spesso neanche si conosce il nome.
    Chi alle parole bal folk e tradizione associa istintivamente l’immagine di vecchiette in cerchio, gonne lunghe, fazzoletti in testa e nacchere in mano è completamente fuori strada e resterà sorpreso, invece, dai numerosi giovani presenti che, stanchi dell’alienazione delle discoteche, hanno comunque tanta voglia di ballare e divertirsi senza per forza volersi avvicinare ai tecnicismi di danze più complesse come, ad esempio, il tango.
    In un angolo, sul pavè del centro storico illuminato dalla luce arancione dei lampioni, si appoggiano biciclette, borse, cappotti, sciarpe e bottigliette d’acqua. Qualcuno porta dei dolcetti fatti in casa, qualcun altro una bottiglia di vino per iniziare a scaldarsi. A ogni brano che comincia è annunciato il nome della danza e i primi danzatori si dispongono in cerchio, in fila o a coppie, coinvolgendo passanti e timidi spettatori. Chi è alle prime armi impara velocemente grazie alla facilità delle danze e alla disponibilità dei più esperti. Ventenni che ballano con sessantenni, nazionalità diverse che si incontrano e la danza come unico linguaggio universale che avvicina corpi e azzera le distanze geografiche e anagrafiche.
    Le danze ballate sono le cosiddette danze neo-trad, danze tradizionali di vari paesi europei, rimaste vive nella memoria di pochi appassionati, successivamente recuperate e profondamente modificate nel corso dei secoli. Danze in cerchio come le chapelloise e i circoli circassiani, divertenti scottish sulle note di cornamusa irlandesi, e ancora bourrée, andrò, valzer, danze greche, senza dimenticare l’energia delle tradizioni folk del sud Italia, con pizziche salentine, tarantelle siciliane e tammurriate campane. E poi, tra fisarmoniche, chitarre e violini ovviamente c’è lei, la dolcissima mazurka francese, la danza degli abbracci, per via dell’abitudine di restare abbracciati in silenzio per qualche secondo dopo la fine della musica, per ringraziarsi a vicenda del fugace legame instarautosi in quei pochi minuti d’intimità.
    Il fenomeno delle skegge ha preso il via nelle piazze delle più importanti città del nord come Milano e Bologna per poi diffondersi in tutto lo stivale arrivando fino a Palermo che, a vedere dalle presenze che gli eventi registrano ogni settimana, ha accolto l’iniziativa con vivace entusiasmo.
    Un avvertimento però, a chi vuole semplicemente rimanere in disparte a guardare: mille mani si protrarranno verso di voi invitandovi a ballare e sarà difficile, molto difficile, resistere!

    Palermo
  • 2 commenti a “L’Anima Folk di Palermo”

    1. Gran bell’articolo,una fotografia fedele di quanto accade,da oltre un anno,tutti i giovedi a Piazza Bellini.Inoltre questi incontri balfolk,in un mondo fatto sempre più di “freddi” incontri virtuali sui social e di incomunicabilitá ,assolvono ad un altro compito: mettono in relazione tra loro giovani e diversamente giovani e direi che ai giorni nostri questa è una cosa assolutamente da non trascurare!

    2. ecco! lo sento da anni, c’è un gruppo dei alcuni cittadini nella nostra città, che ha la visione a fare yoga in piazza garraffello. in futuro diciamo.

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