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Biografia: Vive a Palermo, dove è nato nel 1984. Laureatosi “a” Giurisprudenza, ama la letteratura ed il teatro, per i quali – quando decide lui – si presta. Vincitore del Premio Libero Grassi 2008 per un progetto di ricerca sul fenomeno criminale dell’usura, si interessa di Law and Literature.

Salvo Battaglia
  • Caro Orlando, la Primavera ritorna con le Primarie

    Caro Orlando, il giorno in cui diventasti sindaco per la prima volta io avevo poco più di anno.
    I giovani della mia età sono cresciuti con la figura di questo sindaco ribelle ma prestigioso.
    Ricordo bene il giorno in cui la mia scuola elementare fu ricevuta da te a Palazzo delle Aquile; ci stringesti la mano uno per uno. Con la stessa limpidità ricordo il giorno in cui il mio papà mi raccontò di averti parlato, fermandoti per strada e chiamandoti Professore, «perché lui è Professore all’Università!».

    Col passare del tempo ho sempre cercato di maturare un’opinione personale su tutto, autonoma e molto spesso divergente da quella dei miei familiari.
    Oggi so che quelli erano gli anni in cui il sindaco lo si poteva incontrare anche tra i viali della Fiera del Mediterraneo; e se lo si incontrava, poi lo si raccontava agli amici. Gli anni in cui la stretta di mano del sindaco di Palermo contava ancora.

    L’unica foto che ci ritrae insieme risale al 2007. Avevi appena vinto le Primarie.
    Fallo anche stavolta: torna a casa, càndidati alle Primarie. Sono le Primarie della tua coalizione, deve bastarti. Non puoi pretendere che gli altri candidati passino prima dal notaio a firmare le tue condizioni. Prestigioso sì, autorevole pure, ma senza esagerare. Continua »

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  • E comu arrinesci si cunta

    I proverbi nostrani, si sa, quando non sono sfacciatamente consolatori, spesso si contraddicono e si annullano a vicenda. Ce n’è uno, tuttavia, che rivela un tratto – per una volta non gattopardesco – del nostro popolo. Da ultimo è apparso anche in alcune cartoline turistiche: «2012 Comu arrinesci si cunta!».

    Lasciando a Davide Enia le mille implicazioni (se non altro grammaticali) di questo detto, tre cose mi arrivano.

    La prima: l’invito a vivere nonostante le incertezze della vita («Cu nesci, arrinesci»). Non sappiamo mai cosa sta per accadere, e se ciò sarà gioioso o terribile, ma lo si viva!

    La seconda: l’impotenza umana e l’inevitabilità del tutto, mascherate allegramente da leggera spensieratezza. Si fa presto a dirsi pronti ad accettare quel che verrà; in realtà, male che vada, siamo già pronti a ritornare greci e ad intonare i lamenti di rito. Continua »

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  • Una tassa per essere “ammessi” all’esame di Laurea!

    Trovo assurdo che per essere “ammessi” all’esame di Laurea si debba pagare una tassa.

    Una tassa è una somma di denaro che si versa ad un ente pubblico (Stato, Regione, Comune…), per ottenere da esso un certo servizio. Esempio: pago la tassa sui rifiuti al Comune come corrispettivo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Avrò anche sbagliato esempio, d’accordo. Ma tornando all’Università, mi pare inconcepibile che uno studente debba pagare 150 euro per potersi sedere all’esame di laurea.

    Ma cos’è? Una discoteca? Uno studente che paga annualmente le tasse universitarie ha il pieno diritto ad essere “ammesso” all’esame finale di laurea (cioè, in fondo, alla discussione della sua tesi). Io rispetto la legge e pagherò i 150 euro, ma avrei preferito che l’Università, il Ministero, o chi per loro, mi avessero sottoposto ad un esame di “ammissione” o ad un test, come si dice. Continua »

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  • Chi oserà sfiduciare Diego Cammarata?

    Il curioso caso di Diego Cammarata si dipana attraverso le scrivanie di tre giudici. Il primo giudice gli notifica un avviso di garanzia per disastro, truffa e per un paio di altri presunti reati connessi alla gestione della discarica di Bellolampo; il secondo giudice gli comunica di essere indagato per l’ormai nota vicenda del suo skipper-factotum; il terzo giudice annulla l’elezione del sindaco di Siracusa Roberto Visentin alla Presidenza dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), restituendo lo scettro di presidente proprio al primo cittadino di Palermo.

    Cose che succedono, si dirà.

    Comunque sia, non è questa l’occasione per fare del facile giustizialismo (Cammarata stesso l’anno scorso fu assolto da un’accusa di abuso d’ufficio), né per rabbuiare i lettori di questo blog con considerazioni catastrofiste sulla nostra città.

    Il nocciolo della vicenda è: chi, tra i consiglieri comunali di Palermo, oserà adesso firmare la mozione di sfiducia contro Diego Cammarata il quale, per giunta, si trova per il momento a rappresentare tutti i Comuni siciliani? Continua »

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  • Dimenticare Palermo

    Dimenticare Palermo è un film di Francesco Rosi del 1990. Il protagonista italo-americano, candidato sindaco di New York, si reca in viaggio di nozze a Palermo.

    Dimenticare Palermo è anche un invito, un’esortazione. Come nel film: non ci pensate più, lasciate stare, levatevela dalla testa questa città.

    Dimenticare Palermo potrebbe, volendo, diventare addirittura una domanda.

    Dimenticare Palermo? Nel senso: ne varrebbe la pena? Continua »

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  • Le facce dei ragazzi all’arrivo del boss

    Sono segni di un tempo che è cambiato. Sono giovani. Al primo lancio di agenzia, si precipitano davanti alla Questura di Palermo, per attendere l’arrivo del boss. Si portano dietro soltanto una bandiera della Sicilia, le magliette che incoraggiano a denunciare le richieste di pizzo e le loro facce, particolare – quest’ultimo – non di poco conto.

    Ho sentito dire a una signora di mezza età, impiegata, titolo di studio licenza media inferiore: “Qualcosa si sta muovendo. Prima non era neanche immaginabile che i ragazzi si mettessero lì sotto, a viso scoperto, a farsi intervistare…ma pure quelli che erano a Calatafimi, ma chi? Un paese così piccolo…prima si chiudevano dietro le persiane… ‘A tiesta ci scippavano prima…Ma fu dopo Falcone e Borsellino che si sono cominciate a smuovere le cose…”.

    Forse è proprio così. Certo, i ragazzi lì sotto che saltano e “stonano” inni a volto scoperto e gli agenti affacciati alle finestre col passamontagna che rispondono a tempo erano uno spettacolo unico.

    Io ero a casa causa raffreddore di stagione. La faccia ce la metto oggi.

    Alle forze dell’ordine e ai lettori di questo blog propongo un patto: loro prendono gli altri due e noi gli andiamo a fare la “ola” sotto la Questura, o dovunque li porteranno.

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  • Conoscere Palermo

    Pensavo a queste righe de L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera.

    «Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo» le disse.
    «Preferisco Ginevra» rispose lei. Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata.
    «Come puoi vivere senza conoscere Palermo?».

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  • Sergio, Antonio e Nino noi stiamo con voi

    Sono Sergio Lari (procuratore capo di Caltanissetta), Antonio Ingroia e Nino Di Matteo (rispettivamente procuratore aggiunto e sostituto procuratore della Dda di Palermo).

    Il primo dirige per competenza le indagini sulla strage di via D’Amelio e al momento ha per le mani le carte che potrebbero riaprire il processo e fare luci sui cosiddetti “mandanti occulti”. Vicende queste che si intrecciano con quelle che Massimo Ciancimino, figlio del Vito sindaco mafioso di Palermo, sta raccontando ai pm Ingroia e Di Matteo. Tra la carte custodite da Ciancimino Jr. ci sarebbe anche il famoso “papello” (forse già consegnato, forse ancora no), prova regina della trattativa in corso nel 1992 tra la Mafia e lo Stato, alla quale – e qui dovrà essere Caltanissetta a dare risposte – Borsellino si sarebbe opposto, pagandolo con la vita.

    Finora queste sono state tutte supposizioni, ma se ciò che Sergio, Antonio e Nino stanno raccogliendo in queste settimane dovesse trovare riscontri allora diventerebbero vere e proprie tesi accusatorie. Roba da far tremare le mura dei Palazzi.

    Gli inquirenti non sono certo degli sprovveduti: prima le carte, poi gli avvisi di garanzia; senza considerare la delicatezza di una eventuale revisione dei processi per i condannati in via definitiva.

    Dalle cliccatissime pagine di Rosalio, assieme alla richiesta di andare avanti fino in fondo, possa arrivare a loro e ai loro ragazzi il GRAZIE di tutti.

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  • Aumento Irpef a Palermo? Quel che si dice: “Non avere rossore nella faccia”

    Si chiama Irpef e sta per “Imposta sul reddito delle persone fisiche”. Diciamo che chiunque ha un reddito (perché lavora, ha “terreni” o imprese) dà una parte di quello che guadagna allo Stato. Ma non basta. Spesso, infatti, chi ha un reddito deve versare una quota delle sue entrate anche ai Comuni e alle Regioni: tecnicamente questa “quota” si chiama addizionale. L’addizionale Irpef esiste anche a Palermo e chi ha una busta paga lo riscontra agevolmente ogni mese.

    È in fase di elaborazione una delibera del Comune di Palermo, in cui si prevede l’aumento di questa “addizionale”. Chi lo ha deciso? Non Diego, non Raffaele, ma Silvio! Ricordate quando Berlusconi disse che si sarebbe occupato dei rifiuti di Palermo? Bene, lo ha fatto il 26 giugno con un’ordinanza pubblicata il 3 luglio sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: il Comune di Palermo è autorizzato ad aumentare l’addizionale Irpef per far fronte all’emergenza Amia. Cioè praticamente aiuta i palermitani a liberarsi dai rifiuti…con i soldi dei palermitani. Bell’aiuto! Continua »

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  • Tutti duttura siemu!

    No, non mi riferisco alla legge che ha introdotto i corsi di laurea 3+2 (nei fatti 4+3), che ci ha fatto diventare un po’ tutti dottori. No, quello è tutto un altro discorso.
    Penso, invece, al ben più leggero e buffo fenomeno di costume di noi siciliani, che il più delle volte riteniamo di saper svolgere, con competenza e capacità indiscusse, alcune delicate professioni.
    Tra di esse si annoverano in particolare:
    a) (qui mi diverto molto) le professioni forensi, con particolare riferimento alle successioni, al diritto penale ed al codice della strada.
    Su quota di legittima, pene e svolgimento dei processi, precedenza, stop e contestazione della multe pochi ne sanno più di noi;
    b) (quella che più fa sorridere i tecnici) l’allenatore di calcio, soprattutto per ciò che concerne il modulo tattico, la scelta delle sostituzioni e l’atteggiamento generale con cui si affrontano le gare.
    Noi sì che ci capiamo, sempreché un soffio di vento non ci regali un goal alla fine ed allora l’allenatore vero diventa, senza ulteriore esternazione, anche il migliore; Continua »

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  • L’ho visto!

    Diego Cammarata esiste, vi giuro: l’ho visto!
    L’altroieri sono stato alla presentazione del nuovo magazine Anteprima, e l’ho visto, era lì!
    L’ho guardato più volte e da diverse angolature: era lui, esiste per davvero.
    È proprio come lo dipingono: sorriso smagliante, capello brizzolato e ondulato. Decisamente in forma, neanche ti verrebbe da pensare che viaggia per i sessanta; e poi non è vero che è così basso.
    Assurdo, io ero arrivato al punto di credere che non esistesse, che fosse un’invenzione, me ne stavo facendo una ragione.
    Nella campagna elettorale del 2007 ci sono stati numerosi “faccia a faccia”: e lui non c’era. All’ultimo Festino, quando il Sindaco sale sopra il carro eccetera: e lui non c’era.
    Al Premio Internazionale Padre Pino Puglisi autorità a valanga: e lui non c’era.
    Alla commemorazione di Libero Grassi, lo scorso 29 agosto, centinaia di persone, pensate c’ero pure io: e lui non c’era.
    Ebbene vuoi che non ti venga il dubbio che non esista nella realtà un Diego Cammarata? Continua »

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  • Libero Grassi, diciassette anni dopo

    Probabilmente molti fatti della Storia accadono perché devono, perché altrimenti la Storia non potrebbe andare avanti. Di certo, vi sono alcuni fatti che segnano il confine tra un prima e un poi. La vicenda di Libero Grassi è una di queste. Se, dopo diciassette anni, la ricorrenza della sua morte non sarà soltanto argomento di trafiletto di giornale o oggetto di necrologio dei familiari; se, ancora una volta, davanti a quel metro di muro di via Alfieri ci saranno le Istituzioni, le associazioni di categoria, i volontari e i tanti giovani, vorrà dire che l’ uccisione di Libero Grassi ha segnato un prima e un poi.

    Molti dei giovani e dei volontari che saranno presenti alle diverse manifestazioni che si stanno organizzando in città, sette anni fa non c’erano. Eravamo bambini. Ma tutti gli altri, le Istituzioni, le associazioni di categoria dov’erano?

    Ma soprattutto, siamo sicuri che la morte di Libero Grassi è uno di quei fatti della Storia che accadono perché devono?

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  • Se mia madre abita in via Uditore e mio padre in Via Roma nuova

    Da qualche tempo a venire qua, ed è sotto gli occhi di tutti, le dinamiche familiari sono – in diversi casi – radicalmente mutate. Da curioso amante del linguaggio, non ho potuto non rilevare la nascita di nuove perifrasi che accompagnano la sostanza di tali mutamenti. Ed ecco così che sono andato annotando espressioni quali: “la fidanzata di mio padre”, “l’amico di mia madre” e varie affini assimilabili.
    Qualche sera fa un cugino cui tengo molto e che aveva pensato di organizzare una festa da lui con i suoi amici infradiciottenni, mi aveva chiesto e strachiesto se potevo dar passaggio a fine serata ad alcuni di loro. Non mi andava di dire di no. Sta di fatto che una volta dentro quella Lancia Y verde smeraldo chiesi a ciascuno dove abitasse. Una di loro mi rispose: Non so, preferisci lasciarmi da mia madre o da mio padre?. – Alla grande –
    Mmh….non so , dissi , per me è indifferente fai tu…
    No sai – fa lei – perché mia madre abita in Via Uditore e mio padre in Via Roma nuova….
    Sarà che ero il più grande in quella macchina, ma l’imbarazzo mi colpì malamente. Continua »

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