Profilo e post di

Sito: http://www.davidefaraone.it/

e-mail: davide.faraone@libero.it

Biografia: Davide Faraone è nato a Palermo il 19 luglio del 1975, è sposato con Rosy Pennino e padre di una bimba di otto anni, Sara.

Ha mosso i primi passi in politica da giovanissimo ed è stato segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, nel 2001 è stato eletto consigliere comunale a Palermo con 1550 voti, venendo riconfermato nel 2007 con più di 3000 preferenze. Il 13 aprile 2008, viene eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana nelle liste del Partito Democratico con più di 8000 preferenze.

È stato capogruppo del Pd al Comune di Palermo dove si è distinto nelle ultime due legislature per le battaglie condotte sulla trasparenza degli atti amministrativi e nelle aziende partecipate, denunciando numerosi scandali che hanno visto coinvolta l’amministrazione attiva e le aziende partecipate. Ha avuto un ruolo determinante nella battaglia condotta e poi vinta in Consiglio comunale contro l’aumento della Tarsu, presentando da solo più di mille emendamenti.

Da deputato regionale fa parte della Commissione Territorio e Ambiente. È primo firmatario di ben 13 disegni di legge e di numerosi emendamenti diventati legge ed è tra i primi dieci deputati per l’attività condotta all’Ars.

Davide Faraone
  • In Sicilia basta a musei e siti archeologici gestiti come le vecchie società municipalizzate

    Le polemiche non potevano mancare. Come da copione. Provincialismo e pressappochismo contraddistinguono un certo dibattito puramente ideologico, che bolla la nomina dei direttori dei musei come un’operazione anti-italiana: 7 stranieri su 20 sono troppi? No, perché non è mai troppo il merito. Perché non è mai troppa la battaglia contro nepotismi, sistemi chiusi e autoreferenziali, orizzonti brevi e immobilismi. La riforma messa in atto dal Ministro Dario Franceschini – fra autonomie speciali, poli museali, selezioni tramite concorsi pubblici internazionali, senza dimenticare l’iniziativa dell’Art Bonus – rappresenta una reale rivoluzione del sistema. Qualcosa che l’Italia, nella sua cancrena burocratica e politica, aspettava da decenni. Parole d’ordine: alleggerire, velocizzare, mettere in rete, programmare, scegliere. E naturalmente investire. Partendo dalle competenze.

    Chiaramente, ciò che accade nel resto del paese, non scalfisce nemmeno lontanamente la Sicilia. Tranquilli, qui resiste l’argine dello statuto speciale, queste “americanate” da noi non sbarcheranno. Continua »

    Ospiti
  • Lettera ai palermitani: un salvagente alla mia città

    Care palermitane, cari palermitani,
    giorni fa, con coraggio e con grande senso di responsabilità ho lanciato un appello al sindaco di Palermo, a tutte le forze sociali, politiche ed economiche della città.

    Giornalisticamente la mia proposta è stata battezzata e sintetizzata come «il patto bipartisan per salvare Palermo». L’ennesimo “strappo”, qualcuno ha commentato. Cosa ho scritto? Semplicemente quello che da tempo è sotto gli occhi di tutti. Continua »

    Ospiti
  • Dieci punti anticrisi per Palermo

    Dopo l’appello rivolto la settimana scorsa al sindaco di Palermo, Diego Cammarata, e a tutte le forze politiche, sociali ed economiche per dare vita ad un patto bipartisan per far uscire dalla crisi la citta e creare condizioni di sviluppo, ho predisposto un pacchetto con le prime dieci misure anticrisi che, attraverso un giro di consultazioni, sottoporrò alle forze politiche, sindacali e produttive della città per poi consegnarle al sindaco. Mi auguro che prevalga da parte di tutti un sentimento di responsabilità. La città è sull’orlo del collasso e occorre subito fare qualcosa.

    Ecco i dieci punti:

    1) Abbattere i costi della politica
    Ridurre il numero degli assessori da 15 a 10. Eliminare le figure esterne di “esperti del sindaco” e scegliere come direttore generale un impiegato interno all’amministrazione. In questo modo si risparmierebbe ogni anno quasi un milione e mezzo di euro.

    2) Abbattere i costi delle aziende ex municipalizzate
    Mandare a casa i CdA delle Aziende ex municipalizzate e nominare un amministratore unico. Si risparmierebbero circa 3 milioni di euro l’anno. Continua »

    Palermo
  • Lettera a Cammarata: dimissioni o un patto bipartisan

    Egregio avvocato Diego Cammarata,
    le scrivo perché sono molto preoccupato delle gravi condizioni economiche e sociali in cui si trova la nostra città. Ho letto, stamattina, le dichiarazioni che lei ha rilasciato su un autorevole quotidiano palermitano, in cui ha confermato che cultura, attività sociali e aziende avranno ancora da soffrire.
    Non ho letto, mi perdoni, alcuna soluzione concreta per far ripartire Palermo. Si è affidato, ancora una volta, a nuove risorse che dovrebbero, lei stesso ha utilizzato il condizionale, arrivare da Roma.

    Sindaco Cammarata, la quinta città d’Italia, nel bel mezzo di una grave depressione, non può andare avanti sperando nelle mance dello Stato e della Regione, o chiedendo soldi per gli investimenti per poi utilizzarli per spese correnti.

    Tra poco più di un mese Palermo si ritroverà 72 milioni di euro in meno dalla Finanziaria nazionale, 30 milioni in meno da quella regionale e 30 milioni in meno per i tagli di finanziamento del Coime. In tutto si tratta di 132 milioni di euro in meno. La situazione della disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è ormai sopra i livelli di guardia. Le famiglie non ce la fanno. I più deboli saranno ancora più deboli. Continua »

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  • Lo strappo di Palermo

    «Le città invisibili sono il sogno che nasce dal cuore delle città invivibili» (I. Calvino).

    Il sogno che abbiamo di Palermo è invisibile. Mi candido affinché Palermo diventi possibile. Perché è possibile cambiare la vita dei palermitani. Perché la nostra città è infelice e voglio che sia felice. È invivibile e voglio che sia vivibile. Perché Palermo è stanca e deve ripartire.
    Per ripartire si deve accelerare e quando si accelera, si strappa. Come nel ciclismo.
    Lo strappo è da una vecchia politica che non vuole le primarie e la partecipazione.
    Lo strappo è da chi non le vuole più fare o da chi le vuole “notabilizzare”.
    

Lo strappo è da chi dice di volerle, ma le immagina solo come una clava da utilizzare contro qualcuno (infatti non esprime alcuna candidatura).
    Lo strappo è da chi non vuole più montare questi gazebo e respirare l’odore della democrazia, ma sentire la puzza delle chiuse stanze ed io so cosa significa.
    Lo strappo è da una vecchia politica che vuole rendere “impossibile” che una nuova generazione diventi protagonista.
    Lo strappo è da chi crede che oggi possa fare il Sindaco uno che lo ha fatto quando io avevo appena dieci anni.
    Lo strappo è da chi crede nella cooptazione e nello stare dietro al capo e farsi dire da lui quando è il tuo momento. Da chi invoca protezioni e chiede ad altri ciò che deve prendersi da solo. Io sono il più giovane parlamentare del Partito Democratico. Potrei aspettare. Ma metto in gioco coraggiosamente la mia carriera politica. Continua »

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  • “Diamo un segno – Padre Pino Puglisi Martire”

    “Diamo un segno - Padre Pino Puglisi Martire”

    Diamo un segno – Padre Pino Puglisi Martire è l’iniziativa che ho promosso insieme ad alcuni esponenti del mondo religioso, della cultura, della politica e della società civile che intende sollecitare Benedetto XVI nel riconoscimento del martirio di don Pino Puglisi.

    Abbiamo già raccolto oltre 600 adesioni, tra le tante, quella di don Ciotti (presidente di Libera), Rita Borsellino, padre Gianni Notari, Felice Cavallaro (giornalista del Corriere della Sera), Fausto Raciti (segretario nazionale Giovani Democratici), Pia Blandano (preside dell’istituto comprensivo “Antonio Ugo” di Palermo), Giovanni Impastato, Domenico Lucano (sindaco di Riace), Vincenzo Consolo, Francesco Guccini, Roberto Alajmo, Gianni Allegra, Mimmo Cuticchio, Stefania Petyx, Maria Falcone, Giuseppe Lumia e Mario Affronti. Continua »

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  • Palermo capitale europea della cultura 2019: è tutta una farsa!

    Per una città la nomina a Capitale europea della cultura costituisce sicuramente uno dei più prestigiosi e visibili avvenimenti culturali europei.

    Il titolo di «Capitale europea della cultura» è stato ideato per contribuire al ravvicinamento dei popoli europei. Dal 1985 ad oggi 32 città sono state designate Capitali europee della cultura, da Stoccolma a Genova, da Atene a Glasgow, da Cracovia a Porto e nel corso degli anni la manifestazione è cresciuta d’importanza senza perdere di vista l’obiettivo primario: valorizzare la ricchezza, la diversità delle culture del vecchio continente e i loro tratti comuni, migliorare la conoscenza che i cittadini europei hanno gli uni degli altri, favorire la presa di coscienza dell’appartenenza ad una medesima comunità «europea». Continua »

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  • La “cricca” della cultura a Palermo

    La Città di Palermo nel settore artistico – culturale, cosi come in altri, vanta eccellenze, esempio di merito e qualità, che hanno a pieno titolo il diritto di essere coinvolte nell’organizzazione dei grandi eventi culturali. È altresì doveroso e il rispetto della legge lo impone che, in nome del principio di trasparenza, l’Amministrazione proceda con bandi ed avvisi pubblici che diano a tutti, non solo sempre ai “soliti noti”, la possibilità di partecipare.
    È un fatto ormai noto, l’ho dichiarato senza timore di smentita in altre sedi e lo faccio anche qui, che, da anni, la politica culturale a Palermo è gestita da una “cricca” che fa il bello e il cattivo tempo sui “Grandi eventi”. Vi sono delle anomalie e sono anomalie non da poco.
    È un’anomalia che vi siano associazioni culturali, che fanno numeri da S.p.A., non partecipano alle gare e fanno gli “imprenditori fuori mercato”, il tutto in virtù del loro rapporto privilegiato con Cammarata.
    Anche se la cultura è un business, ritengo che quando di mezzo vi sono fondi pubblici, non può essere gestita in modo personalistico e affaristico. Continua »

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  • No all’aumento della Tarsu a Palermo

    Ho creato un gruppo su Facebook allo scopo di pubblicizzare l’iniziativa “NO alla TARSU” il gruppo si chiama “NO ALL’AUMENTO DELLA TARSU A PALERMO”.
    Una breve cronistoria: nel 2002 il Consiglio Comunale con deliberazione n. 41 del 13/03/02 ha deliberato un aumento della Tassa sui Rifiuti del 30%.
    Il 31 maggio 2006 il Sindaco Diego Cammarata, con una delibera di Giunta – poi dichiarata illegittima dal TAR in seguito ad un ricorso fatto dalle Associazioni di categoria cittadine -, ha ri-aumentato la Tassa sui Rifiuti del 75% omettendo però l’indicazione della percentuale di copertura del servizio (ciò in netto contrasto con quanto previsto dal Regolamento TARSU all’art. 14 d).
    In pratica la Giunta considera che l’Amministrazione Comunale, ritiene che sussista l’esigenza di adeguare le tariffe del relativo servizio di smaltimento rifiuti della TARSU, affinché si realizzi l’obiettivo della copertura dei costi complessivi relativi al servizio stesso, ma non espone nessun dato di riferimento ai costi del servizio e stabilisce tout court che bisogna incassare attraverso la TARSU € 106.773.474,20.
    La copertura dei costi complessivi è obbligatoria, ma per l’applicazione della TIA, non per la TARSU. Continua »

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  • La mia opposizione all’aumento dell’addizionale Irpef

    La delibera di Giunta proposta dal Sindaco Cammarata al Consiglio Comunale di Palermo, in merito al raddoppio dell’addizionale IRPEF dallo 0,4 allo 0,8, è inaccettabile.

    Ci troviamo di fronte all’ennesima “trovata” di un amministrazione che anziché amministrare per la città e i cittadini, le escogita tutte per amministrare “contro” inventandosi, pur di far cassa a tutti i costi, provvedimenti che hanno nella vessatorietà nei confronti dei cittadini il loro minimo comune denominatore, gli ultimi in ordine cronologico: ZTL, TARSU e adesso IRPEF.

    Nonostante i reiterati inviti al dialogo di inizio legislatura e gli appelli a dare un colpo d’ali nella formazione di una Giunta di qualità composta da soggetti in grado di mettere in campo proposte ed azioni per uscire dalla crisi che attraversa la città, il Sindaco si è dimostrato succube dei partiti e prono alle loro scelte, aggravando di fatto una situazione già di suo drammatica.

    Il problema vero, che ormai è sotto gli occhi di tutti – anche di quanti in buona fede hanno rinnovato la loro fiducia a questo Sindaco in occasione delle ultime amministrative – è che questa città ormai è una nave senza timone priva di una guida autorevole che la rappresenti in città e fuori dai confini cittadini. Continua »

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