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Archivio del 6 Luglio 2010

  • Un invito alla coerenza

    Non mi piace entrare in contrasto diretto con la politica. Ho troppo rispetto per la politica, quella vera, quella dei contenuti e delle idee per contrappormi sbrigativamente ad una dichiarazione che purtroppo pretestuosamente mi tira in ballo. Ma mi pare necessario chiarire alcuni punti in proposito.
    Una premessa: io faccio l’operatore culturale da un po’ di anni e direi con un discreto successo professionale. Questo discreto successo è dimostrato dal fatto che ho curato dal 95 ad oggi le più importanti manifestazioni realizzate in questa città e non solo. E dal 95 ad oggi ho avuto l’occasione di collaborare con numerosi politici, ovviamente dei diversi schieramenti e non ho condiviso con tutti l’idea della politica, ne il percorso, ma spesso solo il progetto che mi era stato affidato. Ovviamente non posso che apprezzare e ringraziare chi ha fatto l’intervento prima del mio (vi assicuro che non so chi sia) che ha semplicemente ricordato che come stanno le cose soltanto a proposito del mio “storico” impegno a fianco dell’amministrazione comunale. Ho seguito 14 edizioni del Festino di Santa Rosalia (un regalo?), ho contribuito all’inaugurazione e successiva gestione dei Cantieri culturali alla Zisa (un caso?), ho partecipato produttivamente al Festival di Palermo sul Novecento (un regalo?), ho collaborato alle gloriose Feste della Provincia (un regalo?), ho curato non so quanti eventi in giro per la Scilla, da Ortigia, alle Eolie ad Agrigento (un regalo?), ho fondato e porto avanti da cinque anni (gli ultimi tre senza finanziamento comunale) il Nuovo Montevergini (un regalo!). Continua »

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  • La “cricca” della cultura a Palermo

    La Città di Palermo nel settore artistico – culturale, cosi come in altri, vanta eccellenze, esempio di merito e qualità, che hanno a pieno titolo il diritto di essere coinvolte nell’organizzazione dei grandi eventi culturali. È altresì doveroso e il rispetto della legge lo impone che, in nome del principio di trasparenza, l’Amministrazione proceda con bandi ed avvisi pubblici che diano a tutti, non solo sempre ai “soliti noti”, la possibilità di partecipare.
    È un fatto ormai noto, l’ho dichiarato senza timore di smentita in altre sedi e lo faccio anche qui, che, da anni, la politica culturale a Palermo è gestita da una “cricca” che fa il bello e il cattivo tempo sui “Grandi eventi”. Vi sono delle anomalie e sono anomalie non da poco.
    È un’anomalia che vi siano associazioni culturali, che fanno numeri da S.p.A., non partecipano alle gare e fanno gli “imprenditori fuori mercato”, il tutto in virtù del loro rapporto privilegiato con Cammarata.
    Anche se la cultura è un business, ritengo che quando di mezzo vi sono fondi pubblici, non può essere gestita in modo personalistico e affaristico. Continua »

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  • Zisa Football Club

    Noi che per decidere se era gol, palo o traversa ci bastavano tre minuti, un aggaddo e due boffe all’avversario. Altro che Rosetti, fuorigioco e giudici di linea. Noi che giocavamo in campi pieni di ciache puntute, pezzi di vetro, siringhe e il vero miracolo era che il tetano, il colera e qualche malattia risorta dal Medioevo manco ci davano del Vossia, noi che “campo indoor” era il marciapiede. Noi che attraversare la strada per andare allo spiazzo della via accanto era già partita in trasferta in terra aspra e con un tifo assordante contro, degli abitanti del luogo. Noi che volevamo chiamarci con nomi di squadre altisonanti, che magari provavamo a farci le maglie dello stesso colore e le compravamo al mercatino. Gialle. Noi che dopo la prima partita avevamo deciso che ci saremmo chiamati Ajax anche se eravamo gialli. Ma che dopo la seconda avevamo di nuovo le maglie con tutti gli spettri di colore sul giallo, tranne quello originale. Noi che certe partite sotto “le picage du soleil” di agosto alle due del pomeriggio le ricordiamo ancora come mitiche, estenuanti e bellissime. Noi che se ci proviamo adesso a fare una partita di calcetto, tutti vestiti con le divise da calcio griffate da fighetti, allo stesso orario degli stessi giorni, dopo un po’ cerchiamo un cono d’ombra per far riposare le panze da mulunari, pregando che questo supplizio, pantomima o che dir si voglia, finisca presto, giurando di non farlo mai più alla quarta extrasistole consecutiva. Noi che forse a quei tempi non sentivamo il caldo perché ci accompagnava la brezza della spensieratezza e la leggerezza dell’anima. Noi che il “grattò” di patate e “‘a pasta c’u fuirnu” nemmeno li sentivamo in digestione se ci citofonavano per “la spida a cu arriva primu a cento”. Continua »

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  • Una tranquilla passeggiata

    Termini Imerese, giorno di mercato. In prossimità della stazione ad un quadrivio senza semaforo, oltre che senza rotonda, un ingorgo d’auto inestricabile. Finalmente cessa il concerto di clacson e le macchine cominciano a sfilare; si fa un po’ di vuoto sulla strada, un cane anzianotto e grassoccio, con una rotonda pancetta, marroncino, scende dal marciapiede e con calma, senza degnare di uno sguardo il mondo circostante, attraversa la carreggiata. Io rallento, quasi mi fermo, lo guardo con simpatia; mentre la gente gira freneticamente in cerca di chissà cosa, lui si gode la sua passeggiata, forse fidando troppo sulla condiscendenza della gente. Ho pensato al mio Thomas, bastardo di pastore maremmano di media taglia, condannato a stare in casa e in giardino, perennemente. Qualche giorno prima della partenza per la Sicilia però ha fatto il furbo: approfittando di un attimo di distrazione, nell’aprire il cancello s’è infilato nella fessura come una furia. Per carità, c’è da giustificarlo, è giovane, i sensi bollenti, la ricerca di una femmina impellente. Non credo che sulle strade si sia comportato con la pacifica lentezza del suo collega di Termini, l’odorato l’avrà spinto a cento all’ora, non avrà avuto tempo per tranquille passeggiate. Disappunto, apprensione e fastidio: per la mia disattenzione, per la paura di ritrovarlo morto sotto un’auto, per la stizza di dover pagare la contravvenzione che non è meno di 80 euro. Continua »

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  • Cammarata risponde a Bersani (Pd) che gli ha dato del “cialtronissimo”

    Diego Cammarata

    Il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha risposto con una lettera al segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani che qualche giorno fa aveva definito «cialtronissimi» gli amministratori di Palermo e di Catania nel contesto di una polemica con il ministro Tremonti che aveva definito le regione del sud «cialtrone» perché non spendono alcuni fondi assegnatigli.

    Cammarata ha scritto: «Caro onorevole Bersani, non abbiamo mai ricevuto come lei falsamente sostiene neppure un euro per coprire asseriti buchi nel bilancio del Comune di Palermo. Non mi pare che uguale affermazione la si possa fare per il Comune di Roma dopo l’amministrazione del suo compagno di partito Walter Veltroni i cui buchi di bilancio, quelli sì veri e provati, sono stati sanati grazie all’intervento del Governo Berlusconi. […] Cialtronissimo sarà pertanto lei e i suoi giudizi; la invito inoltre, qualora abbia voglia di trovare amministratori cialtronissimi, a cercarli tra le fila del suo partito e tra i suoi attuali alleati che in Sicilia, al Governo regionale, disperdono preziose risorse comunitarie».

    Palermo
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