Profilo e post di

e-mail: paolopiacenti1@gmail.com

Biografia: Paolo Piacenti è nato il 23 maggio 1989 a Palermo, città dove vive tutt'ora. Animato sin dalla più tenera età da uno spassionato amore per il mare pratica svariati sport acquatici tra cui il surf, il kitesurf e la vela militando in classe Optimist per il Velaclub dal '95 al '01 ed in seguito in classe Laser per il C.C.R.Lauria fino al '09. In questo contesto salda proficue amicizie che lo portano nel maggio 2007 (appena diciottenne) a fondare, assieme ad alcuni compagni di squadra, l'associazione Città2.0, nella quale assume l'incarico di vicepresidente; movimento che si è mosso, con ampio seguito tra i giovani, per la salvaguardia e la valorizzazione di luoghi ed entità nel panorama panormita. Nel frattempo matura un profondo interesse per la musica (cominciando a suonare la chitarra ed in seguito la tromba), la letteratura, e l' arte in generale. Frequenta il liceo classico G. Garibaldi (dove si diploma nel 2009) e su incoraggiamento della prof. di italiano del liceo inizia a coltivare la passione per la scrittura ed a pubblicare alcune poesie, articoli o riflessioni sul blog dell' associazione. Oggi Paolo è laureando in ingegneria gestionale presso l'università di Palermo, è assiduo frequentatore del Border, e continua a coltivare tutte le proprie passioni accumulate in 23 anni.

Paolo Piacenti
  • Chi salverà Palermo?

    «Palermo 21 marzo 2013, anche Alberto se n’è andato, costretto ad abbandonare la nave. Credo che ora sia diretto verso la Svezia,o la Danimarca, o giù di lì. Neolaureato in ingegneria, una persona capace ed in gamba, saprà farsi valere. È il quinto caro amico che lascia Palermo nell’arco di un anno; è l’ennesima testa pensante che lascia il proprio paese».

    Per i ventenni palermitani sono tempi duri, o forse lo sono sempre stati, ma comunque lo sono diventati ancora di più da quando la metamorfosi è stata definitivamente completata: sì, la loro città, abbandonate le vesti di metropoli e assunte quelle di piccolo paese di borgata, giace come una civita vecchia in un bell’angolo di Europa, quasi dimenticata dal Tempo: in cui tutto è ancora com’era una volta. Una fortezza che ancora resiste al progresso, e che tiene in ostaggio tesori dall’inestimabile valore, quali cicatrici riportate in valorose battaglie di epoche lontane e leggendarie, e che il tempo, prima o poi, si prenderà la briga di far sparire.

    In questo contesto non v’è spazio per i giovani, per gli intraprendenti, per gli artisti. Non vi è vento favorevole per chi vuole proiettarsi in avanti. Che se ne faranno i giovani panormiti delle loro lauree, delle competenze d’avanguardia in un contesto così arretrato? Riuscirà il sistema a riassorbire e sfruttare tutta la ricchezza intellettuale dallo stesso prodotta? Non si può dire, ma non ci sono grandi e gloriose aspettative. Chi può continua a preferire abbandonare la nave. Continua »

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