Una proposta per la Regione Siciliana: meno dirigenti, più giovani
In base all’ultima relazione diffusa dalla Corte dei Conti il 28 giugno scorso, il rapporto fra dirigenti e personale della Regione Siciliana è di circa 1 a 10, un numero decisamente elevato. Un esercito con più ufficiali che sergenti difficilmente sarà coordinato ed efficiente: inevitabilmente, a ciascuno di questi 2 mila dirigenti bisogna garantire la supervisione di un segmento di processo burocratico (altrimenti, per definizione, che cosa dirigono?), allungando così i tempi a detrimento dei cittadini e delle imprese.
Il paradosso della Regione da 20 mila dipendenti però, non è (solamente) l’anomalo rapporto dirigenti-impiegati, bensì il bisogno di assumere figure specifiche a fronte di un elevato organico. Faccio un esempio concreto che sarà facilmente generalizzabile: l’Ufficio regionale per gli idrocarburi e la geotermia (URIG) gestisce tutte le pratiche inerenti le concessioni di gas e petrolio in Sicilia (che in virtù dello Statuto sono di competenza della Regione). Sulla carta l’URIG ha circa sette dipendenti, di cui due dirigenti. Nello specifico, c’è un solo ingegnere. A fronte però di questo ingegnere ci sono 4 uscieri, che ovviamente non hanno le competenze per gestire delicatissime pratiche (che hanno anche importanti risvolti per la tutela della salute). Eppure l’URIG da solo gestisce pratiche che assicurano circa 19 milioni l’anno di proventi per la Regione, sottoforma di royalty sull’estrazione del petrolio, a fronte di un personale molto contenuto. Continua »



































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