Nietzsche in Sicilia…

Non sappiamo di chi sia la foto (dispostissimi ad attribuirla).
(via Lucio Luca)

Non sappiamo di chi sia la foto (dispostissimi ad attribuirla).
(via Lucio Luca)

(foto di Roberto Catalano)
Fiorello ha retwittato ieri questa immagine twittata da Roberto Catalano di un negozio di Palermo (Dentalshop di via Sampolo) che, riprendendo una sua gag televisiva in cui invitava all’uso del preservativo, ha esposto un cartello che promuove il “Salvalavita pischelli”.
La Guardia di Finanza ha controllato 15 esercizi commerciali in centro comminando multe per circa quattromila euro a due negozi di abbigliamento e calzature i cui esercenti gonfiavano il prezzo originale applicando poi uno sconto fittizio. Un altro commerciante è stato multato perché non esponeva in vetrina i prezzi.
Ridare la parola ai cittadini, ascoltare la loro opinione e coinvolgerli nella scelte che riguardano la città. Restituire un senso alla parola democrazia, abbandonare le auto blu e camminare per i rioni toccando con mano i problemi della vita quotidiana. Fare un passo indietro e mettersi al servizio delle persone, senza imporre decisioni ma costruendo insieme un percorso comune. È questo il senso dell’iniziativa che ho avviato da qualche settimana. Il mio volto appare sui cartelloni e con il mio staff giro la città a bordo di un camper per parlare con i palermitani, restituire loro la parola troppo spesso negata. Ho scelto di avviare una campagna di consultazione popolare, per verificare se è il caso o meno di candidarmi a sindaco, proprio per questo. Siano i cittadini a dirmi se vogliono costruire con me una nuova Palermo. Continua »
Così come è innegabile l’inadeguatezza della nostra Sicilia e di Palermo nell’accogliere i turisti (musei chiusi, trasporti scadenti, esercenti truffaldi…) è innegabile il fatto che i flussi turistici siano in aumento negli ultimi tempi, merito dei voli low cost (altri ne arriveranno a breve) ma anche di un’attenzione molto grande da parte dei media stranieri sulla nostra isola e sulla nostra città. Su Rosalio ne abbiamo parlato tante volte e, pur non diventando immotivatamente allegri, oggi di noi si parla meno per Cosa nostra (merito anche degli eccezionali risultati degli inquirenti, che dovranno però proseguire e intaccare il livello medio-alto dell’organizzazione per risultare risolutivi) e più per le delizie che si presentano agli occhi dei turisti. Sta accadendo ancora, vi porto altri due esempi. Continua »

Si sta svolgendo il processo contro il sindaco di Palermo Diego Cammarata per truffa e abuso d’ufficio in relazione a Franco Alioto, dipendente Gesip che faceva da skipper sulla barca dei Cammarata.
La giornalista pubblicista Maria Letizia Affronti, stretta collaboratrice di Stefania Petyx (la vicenda è stata resa pubblica da un servizio andato in onda a settembre del 2009 a Striscia la notizia), ha raccontato di avere preso contatto con Alioto a marzo del 2009 dopo avere ricevuto un’indicazione da una fonte che non ha voluto rivelare (il tribunale le ha riconosciuto il segreto professionale).
Affronti ha detto: «Alioto si trovava a Marina di Villa Igea, sulla barca del sindaco. Con lui intavolammo una trattativa per l’affitto dello yacht del sindaco, il “Molla 2”. Ci disse che lo davano a nolo in nero e che non dovevamo preoccuparci per la mancanza dei documenti: casomai vi dovessero fermare, dite che siete amici del sindaco. Pagammo una caparra di 300 euro, ma prendemmo tempo per concludere e lo skipper ritirò la disponibilita’ e non ci affittò più la barca». Affronti si recò più volte a “Casa Natura”, nel parco della Favorita, dove doveva lavorare Alioto, ma lui non c’era e i fogli presenza erano in bianco.
La prossima udienza si terrà il 6 febbraio.
L’Amat ricorrerà a circa 50 vigilantes che si occuperanno anche del controllo del biglietto e che saranno assunti per circa sei mesi per 302 mila euro complessivi.
Più volte controllori e autisti sono stati aggrediti e picchiati negli ultimi mesi.
Il boss palermitano Salvo Madonia, condannato all’ergastolo per l’assassinio dell’imprenditore Libero Grassi, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Caltanissetta per la strage di Capaci in cui morirono nel 1992 il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti di scorta. Madonia avrebbe partecipato a una delle riunioni in cui si pianificò l’eccidio in cui era presente anche il boss Totò Riina.
L’indagine è stata riaperta tre anni fa grazie alle rivelazioni di Gaspare Spatuzza.
L’auto rossa si fermò poco dopo Porta Felice, nei pressi delle Mura delle Cattive.
Nella penombra tre ragazze chiacchieravano sottovoce, stavano vicine per riscaldarsi con il calore dei loro corpi, l’unico di cui potevano godere nelle sere di inverno.
«Tocca a te, bella mora. Sei fortunata». disse una delle ragazze a Sonia indicando l’auto che si era fermata.
Sonia conosceva il numero di targa e si avvicinò all’auto, chinandosi per guardare dentro ed essere vista allo stesso tempo. Riconobbe l’uomo al volante e lui identificò la giovane rumena.
Quell’angolo della strada era da anni ormai gestito dalle rumene, poco più avanti si trovavano russe e ucraine. Le africane erano nascoste in una zona lontana dal centro città ma più umida sia d’inverno che d’estate. Sonia non soffriva il freddo ma odiava l’umidità che le arricciava i capelli, che aveva sempre avuto perfettamente lisci prima di arrivare a Palermo e passare le notti per strada.
Le più fortunate, pensava Sonia, erano le asiatiche che lavoravano sotto copertura nei centri massaggi. E naturalmente le italiane, ma era inutile paragonarsi a chi passava le serate nei ristoranti di lusso e alle feste della “Palermo bene”.
«Il solito?» disse Sonia rivolgendosi all’uomo con gli occhiali seduto alla guida dell’auto rossa.
«Sì» La ragazza salì in macchina e si allontanò dall’angolo in cui stava con le amiche, per fermarsi poco distante, in una traversina che portava ad una piccola spiaggetta.
Sonia adorava il mare, aveva lasciato la Romania e scelto la Sicilia per il mare. Era stata la sua unica scelta. Il resto era venuto da sé… Continua »
All’apparenza, potrebbe sembrare che non ci fosse alcuna relazione fra la poco felice battuta di Paolo Mieli pronunciata a Cortina sulla necessità di commissariare il Sud e il ricordo della figura di Piersanti Mattarella, ucciso proprio il 6 gennaio dell’ormai lontano 1980 per mano mafiosa. In realtà un nesso, anche stretto, lo si può trovare, riflettendo sul fatto che il presidente della Regione siciliana, ma non fu il solo, nel corso della sia pur breve esistenza, pose, come obiettivo principale della sua azione politica, il rinnovamento della classe politica siciliana e non solo. Mattarella si era infatti reso conto che quella classe politica, il discorso si allargava però anche alle classi dirigenti in genere, era vincolo piuttosto che strumento per il cambiamento di cui la Sicilia e il Mezzogiorno avevano bisogno. Il problema della Sicilia, che è problema dell’intero Mezzogiorno, è stato e continua, infatti, ad essere proprio quello dell’assenza di classi dirigenti responsabili, capaci di governare il presente ma, anche, di guardare avanti e non certamente preoccupate, come purtroppo siamo costretti a registrare, alla meschina gestione dell’esistente. Paolo Mieli, a distanza di trentadue anni dall’assassinio del presidente della Regione siciliana, con la schiettezza e l’autonomia intellettuale che lo contraddistingue, non dice qualcosa di diverso affermando che le attuali classi dirigenti del Meridione d’Italia non siano in grado di costruire un futuro certo per i territori che governano. Le accuse che gli sono state rivolte, accuse di tenere la coda a certo becero leghismo, mi pare dunque che non abbiano alcun fondamento come non ha giustificazione l’indignazione che mostrano parecchi commentatori di casa nostra. Continua »
Non abbiamo ancora dato un’occhiata alle principali ricerche del 2011 da Palermo su Google con Google Insights for Search che permette di comparare i volumi (e relativi andamenti) delle ricerche effettuate per località, categorie e intervalli di tempo di alcuni termini.
È online il nuovo blog Palermo Report edito da Piazza Group.
Il blog, che si propone come «il Blog delle verità nascoste», pubblicherà inchieste e segnalazioni dei lettori.
Totò Cuffaro continua a far parlare di sé. La sua figura nell’immaginario collettivo è ancora viva. È viva tanto in chi lo ama e continua a difenderlo, tanto in chi lo ha condannato e non prova per lui alcuna pietà. C’è chi cerca di esorcizzare la sua presenza, chi la evoca.
Ultimamente Cuffaro è tornato alla ribalta dopo alcune interviste rilasciate a Sky e alla rivista S. Ed è proprio l’autore dell’intervista pubblicata su S, Riccardo Lo Verso, che con un post su diPalermo riapre il dibattito attorno al Cuffaro detenuto.
Lo Verso, dopo avere fatto le opportune premesse («Totò Cuffaro è stato condannato per un reato grave. Ancor di più se commesso mentre si ricopre un prestigioso incarico istituzionale»), descrive il detenuto Cuffaro. E conclude:
«Dovremmo tutti far vista ai detenuti che conosciamo, anche e soprattutto se li abbiamo criticati. Solo mantenendo vivo il rapporto con il mondo da cui sono stati, momentaneamente o per sempre, espulsi potranno fare tesoro degli errori commessi. Solo la presenza che ingigantisce l’assenza di ciò a cui sono stati, giustamente, chiamati a rinunciare può convincere un detenuto ad evitare errori futuri. Almeno questa è l’idea che mi sono fatto».
Quasi immediata la reazione. A scrivere questa volta è Vincenzo Marannano, cronista del Giornale di Sicilia. Continua »
Ci siamo lasciati, la scorsa settimana, con una bella impugnativa del commissario dello Stato per la Regione Siciliana, prefetto Carmelo Aronica. Ci ritroviamo, alla fine di questa settimana, con una seconda impugnativa. Per l’Assemblea regionale siciliana e per il governo dell’Isola si tratta di due sconfitte cocenti. Vediamo di riassumere quello che è successo, provando magari a rendere comprensibile fatti e cose che, spesso, sono appannaggio del “politichese”.
Cominciamo con il dire che quando il parlamento siciliano approva una legge, questa viene spedita agli uffici del commissario dello Stato che debbono pronunciarsi sulla costituzionalità di tale legge. Quando l’ufficio del commisssario “impugna” una legge approvata dall’Assemblea regionale (che d’ora in poi, per semplificare, chiameremo Sala d’Ercole, che è il luogo dove si riunisce il parlamento dell’Isola splendida sala che si trova a Palermo, nel Palazzo Reale, conoscuto anche come Palazzo dei Normanni), esprime solo un parere: autorevole, ma sempre parere.
Che significa questo? Che anche se “impugnata”, il presidente della Regione, se lo ritiene opportuno, può pubblicare la legge contestata dal commissario sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana e renderla, quindi, operativa. L’unico inconveniente – che non è comunque di poco conto – è che se la Corte Costituzionale dovesse dare ragione al commissario dello Stato, beh, il presidente della Regione dovrà risponderne in solido. Continua »

Il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha risposto ieri ai giornalisti che gli chiedevano della parte finale del suo mandato e delle recenti iniziative a margine della commemorazione di Piersanti Mattarella: «Il canto del cigno? Ma se questo cigno canta da dieci anni… […] In dieci anni abbiamo continuato a realizzare numerosi progetti portandoli a compimento. Nell’amministrazione ci sono momenti in cui si lavora e altri in cui si portano a compimento questi progetti. È fisiologico che alla fine di un mandato si arrivi a compimento delle opere portate avanti».
Sulle possibili dimissioni prima di fine mandato nessuna certezza. Cammarata ha detto sibillinamente: «Diciamo che resterò sindaco sino al 2012».
Ieri il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo ha attaccato Leoluca Orlando (Italia dei Valori) sulle primarie del centrosinistra: «La scelta di IdV di rompere il centrosinistra, non partecipando alle primarie per individuare il candidato sindaco di Palermo, è vergognosa. […] È incredibile che Leoluca Orlando pensi di candidarsi a prescindere dalla volontà degli elettori del centrosinistra, non accettando la sfida delle primarie. Mi auguro che Orlando, in coerenza con la sua storia, voglia ripensarci, anteponendo il valore dell’unità del centrosinistra agli interessi del suo partito per il bene della città. La stucchevole polemica sull’alleanza con il Terzo polo è solo un pretesto, visto che a Palermo le primarie saranno solo del centrosinistra».
Orlando ha replicato: «Primarie ormai spudoratamente aperte alla partecipazione al governo della città di quanti hanno massacrato Palermo? No, grazie. Proprio per amore della città e per rispetto dei palermitani. Continua »
Da oggi e domenica si svolgerà presso i Cantieri culturali alla Zisa (via P. Gili, 4) Cultura bene comune, tre giorni di idee, dibattiti, incontri, performance, concerti e assemblee pubbliche per riaffermare il valore e il significato di “spazio pubblico”. 70 associazioni, 100 artisti e centinaia di cittadini uniti, a partire dall’appello lanciato dal movimento I Cantieri che vogliamo, per dare vita a un ampio dibattito pubblico sull’importanza della cultura come inalienabile bene comune e sulla partecipazione come pratica condivisa con cui costruire cittadinanza. Tre giorni in cui Palermo incontra e ascolta se stessa, si interroga sul presente e sul futuro della cultura in città e dei suoi spazi pubblici.

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