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Archivio del 11 Gennaio 2006

  • Un colpetto di tosse

    Nella sintassi palermitana e nello scambio verbale, il pidocchio – altrove piuttosto noto solo come infestatore di capelli -, ha una sua credibilità. Un’espressione, spesso utilizzata dice: “chi vo fare accapiri? Che u pirocchio avi a tussi?” È traducibile con: cosa intendi farmi credere? Che il pidocchio ha la tosse?. La usiamo quando riceviamo scuse poco attendibili, giustificazioni affrettate, racconti inverosimili o troppo filosofeggianti, in riferimento a un darsi un tono spropositato. Perché, diciamocela tutta, non è che un pidocchio raffreddato sia poi tanto degno di nota.

    Si dice inoltre “pirocchio arrinisciuto”, di chi si è dedicato alla scalata professionale, commerciale ed ha collezionato successi che non lo hanno affrancato, però, dalle sue umili, umilissime, origini che gli vengono, così rammentate. A ben vedere la frase vuole letteralmente dire: il pidocchio riuscito, e apre a un’infinità di scenari, cosa crediamo che possa riuscire a fare un pidocchio?, da dove nasce questa similitudine? Perché là dove dovrebbe riuscire un pidocchio non potrebbe fare lo stesso, che ne so, una formica?.

    Palermo
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