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giovedì 28 mar
  • Ce la dobbiamo fare

    La vigilia di una partenza è sempre un momento importante. Le troppe abbuffate di questi giorni di festa hanno congestionato la digestione ed il pensiero e prendere un po’ d’aria è l’idea più geniale che mi è venuta per svegliarmi dal torpore natalizio. Il primo giorno di saldi, un sabato, un gran casino per le strade, una miriade di potenziali incontri perché tutti saranno buttati in centro per gli sconti. Vale la pena di rischiare, della gente ho bisogno per pensare, ho bisogno dei ruderi nascosti, dei posteggiatori abusivi che scherzano per le strade, di due bambini indiani che si rincorrono per via S. Agostino. Il flusso di persone che cammina per via Ruggero Settimo chiusa al traffico, il rumore di centinaia di passi all’unisono tra un entra ed esci dai negozi è una nenia adorabile. Lo sguardo si ferma sulle mille ditate delle vetrine, opache di alito e malumori.

    La vigilia di Natale una delle persone più importanti della mia vita – di quella che è stata, non si è ben capito di quella che sarà – m’ha detto: «Non ce la può fare». Ed io invece penso che Palermo ce la deve fare. Al semaforo del Massimo, uno dietro di me scatta una foto al Teatro illuminato. «Viene tutto sfocato», esclama. Ecco, la mia città è come quella fotografia: ciò che vedi è bellissimo, peccato che l’ impronta che lascia renda tutto così sbagliato. Troppe luci, troppe ombre, troppo grigio, troppe cose storte. Troppo caos, troppo malaffare, troppo baronaggio, troppe cose alla democristiana. Finché sono gli amici a partire non puoi che guardarli con invidia, ma ora? Che succede se ad andare sono io? Un rigurgito di coscienza, la paura dell’incertezza? Forse. Vorrei che non ci apprezzassero solo per i 25 gradi il 31 dicembre. Vorrei forse la rivoluzione per questa città. Come, non sono in grado di dirlo. Coraggio Palermo, ce la dobbiamo fare.

    Ospiti
  • 6 commenti a “Ce la dobbiamo fare”

    1. in sintesi abbuffata natalizia, abbuffate di acquisti nei saldi e l’invidia per i 31 gradi. Per quanto riguarda la speranza di cambiamento di Palermo rimandiamola di una ventina d’anni. In tantissimi anni ho visto solo modificazioni. Il volano, il telaio e la struttura rimangono identici.Da bambino sentivo dire che per cambiare le cose a pa dovevano passare vent’anni. Sono passati più di 2 volte e rilanciamo l’auspicio

    2. se pensi alla rivoluzione a Palermo, vuol dire che ti sei presa una intossicazione da cibo natalizio da non sottovalutare. Ma puo’ capitare.
      Se pensi e dici “Coraggio Palermo, ce la dobbiamo fare”, allora la cosa è ben piu’ grave di un intossicazione alimentare.
      Ogni luogo ha il suo fascino, Palermo lo ha in modo particolare per i palermitani perchè ci sono nati e cresciuti e anche quando le cose brutte superano di gran lunga gli aspetti positivi, riescono sempre ad affermare che malgrado tutto (il tutto che all’80% è funestato dalla negatività, al 20% appartengono principalmente cibo e mare), Palermo è meravigliosa ed insostituibile.
      Gli “stanziali” hanno la propensione a pensare così, i “nomadi” non hanno cittadinanza intellettuale e geografica e non rischiano di tradire alcuna città se dicono “questa città fa proprio schifo ai miei occhi e per la mia vita”. La seconda è una consapevolezza che prediligo perchè meno contaminata da sentimenti individuali, cioè quelli che non permettono una visione oggettiva delle cose osservate.
      Ognuno vede la realtà con la propria mente ed il proprio cuore, dando ora maggiore peso all’uno, ora all’altro organo, ma IMO il difficile è quando tenti di trovare un bilanciamento perfetto e armonioso tra le parti interessate ad effettuare la valutazione ed in proposito mi viene in mente, riprendendo uno dei più grandi fotografi mai vissuti (H.C.B.), che “Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore”. Esperimento assai difficile, ma che rappresenta una delle poche vie percorribili per una valutazione ad alta fedeltà della realtà osservata.
      Buon anno ovunque tu sia.

    3. Grazie Marco, bellissimo commento. E ti ruberò anche la citazione di henry cartier bresson. Tantissimi auguri di buon anno anche a te.

    4. una nuova alba per Palermo,pura e luminosa.
      E’ un augurio
      http://www.flickr.com/photos/33427238@N06/4111824018/

    5. Bella foto scattata da un luogo orribile.

    6. ahi ahi come mi sento male.. e non è sindrome da abbuffata natalizia, ve lo assicuro.. ma come te lo devo dire? evviva il posteggiatore! bello! FOLKLORISTICO! bello! bello tutto! ahiiii, il cuore, il cervello, tutto mi fa male, sono lì lì per diventare morto

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