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venerdì 26 apr
  • Ipotesi numero due: la città sommersa

    La vedetta gridò: «Comandante, comandante, terra in vista! Terra in vista!».
    Il comandante pensò: «Finalmente, siamo arrivati in via Perpignano».
    Ammainate le vele, e approdato nella corsia d’emergenza di viale Regione, gettò le funi verso il marciapiede, dove stranieri marinai di ventura con giacche fluorescenti offrirono il loro aiuto al comandante.

    Ormai la via è chiara, il futuro di Palermo è la convivenza con il mondo sommerso.
    Ora so che state immaginando una città interamente affondata, una antica e riscoperta Atlantide, ma ciò che nel prossimo futuro cambierà permanentemente il nostro modo di vivere è l’evoluzione verso le caratteristiche morfologiche dell’arcipelago.

    Saremo formati da una serie di 32 isole, terre emerse e risparmiate dalla inondazione dovuta ai 46 minuti di pioggia di domenica prossima.

    La città possiede una conformazione irregolare, le zone alte di corso Calatafimi e via Leonardo da Vinci saranno risparmiate, mentre farà da separatore il nostro viale Regione, al di là del quale le isole saranno collegate da ponti sospesi, barche di ogni genere e Beverly modificati.

    Non tutti i palazzi perderanno la loro abitabilità: per esempio dal quinto piano in su di via Notarbartolo 54 sarà ancora usufruibile, mentre i piani inferiori verranno destinati alla riproduzione dei cefali.

    Per raggiungere i luoghi di lavoro, noi cittadini palermitanesi potremo aspettare (e ancora aspettare) la linea rossa (ora ribattezzata con trionfale cerimonia linea blu) che ci tirerà su a bordo nelle zone di via Roma, e navigherà per tutto il centro, dove controllori in muta blu verificheranno il nostro biglietto e in caso di irregolarità verremo sbarcarti alla prima banchina.

    Verranno praticati vaccini contro il mal di mare e lo scorbuto, il consumo di pesce salirà dell’854 per cento e in ogni ufficio sarà presente un frigorifero o un congelatore dove conservare il pescato durante il tragitto da casa a lavoro.a

    Non tutto sarà semplice, ma in nostro aiuto verrà indetto un nuovo comitato formato da:

    • il geometra Paciotti, consulente esterno del Comune per i trasporti marittimi (fu manutenzione stradale);
    • il ragioniere Di Giovanni, responsabile degli investimenti comunali, almeno sino al secondo grado di giudizio;
    • il capoanimatore Gigi, assessore ai Balli di gruppo e ai giochi aperitivo./

    Il comitato si troverà a risolvere una serie di arzigogolati problemi come:
    1) trovare subito qualcuno che traduca tutti i limiti di velocità da chilometri orari in nodi;
    2) incontrare tutti gli impiegati della Gesip, per capire quanti di loro sono reimpiegabili nel trasporto pubblico;
    3) rintracciare l’inventore del nautoscopio del foro italico, perché si è perso il libretto d’istruzioni;
    4) come far percorrere al carro della Patrona di Palermo il corso Vittorio Emanuele sino alla marina, se i quattro canti si trovano alla profondità di 28m?;
    5) come fare a segnalare le strisce blu, se l’acqua è blu?

    Per quest’ultimo punto la discussione è stata più che mai accesa. Non essendo rimasti più colori disponibili per le strisce e, soprattutto, non volendo stravolgere il cittadino palermitanese con una nuova terminologia di multa come “sosta su striscia fucsia”, si è deciso di usare dosi massicce di coloranti per liquidi. Quindi, in prossimità del parcheggio le strisce blu saranno ben evidenziate da una colorazione gialla accesa dell’acqua.

    E anche qui, mi pregio di proporre una raccolta di firme che solleciti l’innovazione con una serie di iniziative:
    1) sostituzione del ponte di via Belgio, con un porto per lo stoccaggio delle merci;
    2) proporre il centro storico di Palermo come luogo di svolgimento della prossima regata dell’America’s Cup;
    3) applicazione di una lastra di vetro enorme sopra lo stadio della Favorita per ottenere l’effetto acquario.

    Ospiti
  • Un commento a “Ipotesi numero due: la città sommersa”

    1. Molto divertente! 😀

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