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sabato 20 apr
  • “Garibaldi a Palermo”, le celebrazioni

    Si svolgeranno da oggi a domenica gli eventi di Garibaldi a Palermo, manifestazione ideata da Philippe Daverio per il Comune di Palermo per i 150 anni dello sbarco di Garibaldi in Sicilia.

    “Garibaldi a Palermo”

    Oggi alle 19:00 alla Civica Galleria d’Arte Moderna (piazza Sant’Anna) inaugurerà la mostra Garibaldi, mito e realtà a cura di Philippe Daverio, Massimo Negri e Roberto Guerri con la collaborazione di Studio Base2. La mostra proporrà un percorso in cui la storia interagirà con la multimedialità, tra suggestioni, proiezioni, video, cimeli, con l’intento di ricreare l’atmosfera del Risorgimento italiano. Saranno esposti, per la prima volta in Italia nella loro forma completa l’album di viaggio e gli acquarelli originali di Giuseppe Nodari, medico chirurgo che fu “uno dei Mille”, l’importante dipinto della battaglia di Palermo di Giovanni Fattori, la collezione di Francesco Tronca, una delle più ricche raccolte di cimeli e oggetti d’arte della vastissima produzione legata a Garibaldi, dagli orologi alle spille francesi, dai busti e ritratti originali, agli oggetti di uso comune. La mostra rimarrà visitabile fino al 27 giugno.

    Domani verrà riaperto temporaneamente il Teatro Garibaldi (ancora in restauro). Philippe Daverio, aprirà la serata raccontando l’affresco e gli avvenimenti storici in esso citati. La sala sarà trasformata per l’occasione in un grande salone delle feste.

    Sabato verrà ricostruita la battaglia del Ponte dell’Ammiraglio ispirata dalle memorie di Giuseppe Cesare Abba a cura di Luciano Salvadori e Roberto Guerri, in collaborazione con l’associazione storica Genius Temporis. A partire dalle 21:00 appassionati in uniformi d’epoca e armi e cannoni fedelmente riprodotti daranno nuovamente vita al combattimento che aprì ai garibaldini le porte di Palermo e che segnò una tappa importante dell’avanzata della spedizione verso l’Unità d’Italia con presenza in diverse zone della città.

    Domenica alle 11:00 verrà rievocato l’armistizio tra Garibaldi e i Borbonici, siglato a Palazzo Pretorio, sul prato del Foro Italico. Un volo di palloni di colore bianco, rosso e verde si alzerà in cielo portando con sé l’armistizio firmato.

    Palermo
  • 13 commenti a ““Garibaldi a Palermo”, le celebrazioni”

    1. l’unica cosa che riesco a dire su questa manifestazione, sui sui organizzatori, sulla pochezza delle idee e il grande spreco economico in una città devastata dall’incuria è:

      VERGOGNAAAAAAAAAAAAAAAAA

    2. ma per gli inviti?!
      qualcuno sa qualcosa?

    3. “Cammarata, il governo a Palermo” ti stimo molto

    4. Oltre a non avevere proprio nulla da festeggiare mi ritengo altamente indignato! con la crisi alle porte anzi nel bel pieno… con tutte le emergenze morali,fisiche ,finanziarie e chi più ne ha più ne metta…questi signori con i nostri soldi ingaggiano quotati critici d’arte per organizzare inutili pompose e sopratutto costose manifestazioni che ricordano episodi storici che lo sappiamo ci hanno rovinato!!! vergogna!!!!

    5. non che sia un autarchico, ma in tempo di vacche magre… le due associazioni coinvolte hanno sede a milano e modena… forse, se proprio dovevamo celebrare garibaldi si poteva tentare qualcosa d’altro, certo non simao bravi come i milanesi ma ci saremmo industriati.

      e comunque forse qualcuno dovrebbe fare sapere alle alte sfere che non credo in molti sentissero l’urgenza di festeggiare garibaldi, a parte forse il sig. daverio che a sto punto poteva festegiarselo a milano – secondo me neanche il povero sindaco si è reso conto del disastro che in suo nome stanno combinando.

    6. Caro Giovanni Callea, sei tu? Quello con i capelli grigi, anche un pò basso? Scusa, ma come ti permetti a scrivere questo: certo non simao bravi come i milanesi! o il povero sindaco! Ti invito a scrivere in tema.

    7. bisognerebbe capire perchè Palermo, liberata da Garibaldi (secessionista in sud america ed annessionista in Italia), insorse dopo qualche anno con la famosa rivoluzione acefala del sette e mezzo.
      Palermo ed il Mezzogiorno d’Italia consegnati dalla massoneria ai Savoia sono stati depradati e rivolti in estrema depressione economica. I meridionali sono stati gli indiani d’Italia. Il forte di fenestrelle di Torino dove venivano rinchiusi divenne la tomba per molti di loro squagliati nella calce viva.
      I piemontesi si rifiutavano di nutrire i carcerati. Preferivano ammazzarli e risparmiare sul vitto.

    8. Pappo se non ti dispiace è compito mio moderare i commenti. Grazie.

    9. callea, pappo, pietro, i vostri commenti mi sembrano poco storici e molto soffiati nel fazzoletto. La critica deve essere sempre, anche se aspra,costruttiva. Noi palermitani siamo stati sempre ambigui nel nostro modo di vedere:”meglio ingrassare un estraneo che uno di sotto casa”, poi, a convenienza, diciamo “Megghiu u tintu canusciutu, etc…Insomma, se oggi abbiamo la possibilità di esprimerci liberamente lo dibbiamo a quel nostro Risorgimento. Oggi qualcuno, e anche molto potente, vuole che si ritorni come prima quegli anni borbonici. Pensiamoci bene: oggi possiamo farlo su questo motore che è internet, ma fra un po’ ci toglieranno anche questo; allora addio scambi d’opinione così tanto colorati!
      Meditiamo gente, meditiamo…

    10. Perché dobbiamo celebrare questo mercenario massone?
      Davvero non capisco.
      La storia dell’Unità andrebbe riscritta, le figure ridimensionate storicamente, altro che celebrate per formalismi aquisiti.

    11. Luciano,
      la libertà di stampa e di espressione non sono necessariamente espressione della conquista italiana della Sicilia.
      Ti ricordo che la Sicilia aveva da 8 secoli un suo Parlamento, che la Sicilia (da sola, senza Garibaldi) si era dotata di tutte queste libertà e anche più di quelle che concedeva lo Statuto albertino già con la costituzione del Regno di Sicilia del 1812, già, del “Regno di Sicilia” e non delle “due sicilie” che vennero dopo.
      La rivoluzione del 1848 ripristinò quelle libertà per breve tempo, ancora una volta nel nome dell’indipendenza dell’isola.
      Insomma, soli 44 anni di abusivo e dispotico e illiberale governo duosiciliano non mi paiono una ragione sufficiente per aprirsi ad una depredazione coloniale ben peggiore di quello borbonico.
      Insomma, non c’è proprio nulla da festeggiare e bene ha fatto la folla a gridare “Buffone!” a Garibaldi a Ponte dell’Ammiraglio.
      Poi, coi tempi che corrono a Palermo…mi pare ci sia altro cui pensare.

    12. Garibaldi fischiato? Perché? Massimo, chi ha cacciato il La Farina e il De petris – i due emissari di Cavour – prima uno e subito dopo l’altro? Francesco Crispi o lo stesso Garibaldi? Cosa succecce ad Aspromonte? Chi glielo fece fare a Garibaldi di scendere nuovamente in Sicilia dopo due anni e tentare ostacolare la politica ambigua e ultra prudente dello stesso cavour e tentare di conquistare Roma per essere poi fermato in Aspromonte e perdere anche prestigio?
      Oggi non si fa altro che dire sempre la stessa cosa: bisogna riscrivere di nuovo la storia del risorgimento e via tutte le altre chiacchiere. Allora posso dire che basta andare a leggere varie fonti su quelle pagine storiche per cercare di farsi la propria idea, che si rischia di diventare come nel calcio: 55 milioni di commissari tecnici della nazionale.
      Chi avrà fischiato al ponte Ammiraglio quella sera, e c’ero anch’io, sarà stato qualche infiltrato di Bossi. Può essere no?

    13. pappo, che peccato leggerti solo ora… ti confermo comunqu e a futura memoria, sono quello basso con i capelli grigi, che ha differenza tua non ha difficoltà a sotenere con nome e cognome le proprie opinioni.

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