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venerdì 19 apr
  • Pizzino e il miraggio della satira. Viaggi fuori dai retaggi 1/2

    COS’È PIZZINO
    Diciamo subito cos’è Pizzino: un mensile di satira made in Sicily, che esiste da fine maggio 2005. Un fogliaccio senza pubblicità né padrini, nato e soprattutto vivente grazie al sostegno di centinaia di abbonati sparsi in tutta Italia e non solo. Non ha certamente tirature da grande distribuzione, né si può dire che tutti quelli che lo conoscono o ne hanno sentito parlare ne abbiano mai avuto una copia in mano.
    Questa piccola premessa potrà servire a capire meglio il seguito di questa storia.
    Già, perchè di Pizzino si è parlato molto e si continua a “discutere” di questa stranezza editoriale sulla stampa (quella a grande distribuzione) e in tv, sia “in continente” che all’estero. (http://www.scomunicazione.it/rassegna.htm).
    Altro aspetto non trascurabile: i collaboratori che di volta in volta regalano i loro lavori per dare forma all’affare del mese sono sparsi nella penisola: dalla Lombardia al Lazio alla Toscana alla Campania e via dicendo. E non sono proprio degli emigrati siciliani, come possono testimoniare i vari Mauro Biani, Vincenzo Sparagna, Sergio Staino, ecc.
    Eppure Pizzino non perde il suo caratteraccio sicilianissimo, a partire dalle incursioni dialettali che in qualche modo lo caratterizzano. Ma forse c’è qualcosa di più dietro un progetto editoriale nato impastando le ceneri dei defunti giornali satirici con i liquami della grafica “sovversiva”, curata da Leonardo Vaccaro.
    È stato necessario dimenticare tutto quello che si sapeva per immaginare qualcosa di difficilmente riconiscibile. Immaginare un formato rompicapo, una modalità di lettura, un modo bastardo per trattare di letteratura del malaffare e della mafia, per cercare di trasformare una rabbia episodica in una “scomunicazione” di lunga durata. Il metodo è quello di rovesciare le regole della comunicazione, soprattutto al livello delle passioni. Il fine potrebbe essere quello di riuscire a dire ciò che altrimenti non potrebbe essere detto se non riuscendo ad allargare le maglie di quella che è la più grande allucinazione collettiva: la realtà.

    PIZZINO A TORINO
    E così, a via di raccomandazioni e calci in culo dai nostri cari zietti che ci guvernano et sostentano, il 20 maggio Pizzino, si è ritrovato al Torino Comics, il salone internazionale del fumetto, invitato a partecipare ad una tavola rotonda dal titolo: “La satira e l’antimafia, per un mondo più giusto”, con interventi di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, Steve Bell, storico vignettista del Guardian, Fabio Vettori, illustratore delle “Formiche” e Marisa Paolucci, curatrice della mostra “Mafiacartoon”, organizzata da Libera. La mostra, che presto diventerà itinerante e girerà per le scuole d’Italia, raccoglie vignette e illustrazioni di molti autori, soprattutto europei e africani. Siamo stati contenti di aver dato un piccolo contributo per questa intelligente iniziativa. Marisa Paolucci e Gino Barsella (tra l’altro ex-direttore di “Nigrizia”) che hanno accompagnato me e Steve Bell in giro si sono rivelate persone più che accoglienti e soprattutto informate e molto motivate rispetto al senso che questa iniziativa dovesse avere. La loro è una “civica e militante” professionalità, che fa da contraltare alla ben più diffusa approssimatività qualunquista dei nostri operatori culturali, quando l’unico movente è il soldo pubblico da spendere e spartire. Con Steve Bell si parlava in francese, dato il mio scarso inglese. Un genio con matita e colori in mano, un uomo da ascoltare e capace di ascoltare al di là dei rispettivi interessi e slanci di fantasia. A un certo punto, quando prese la parola dentro la sala Will Eisner del Lingotto, davanti a qualche centinaio di intervenuti, disse più o meno in che direzione andava la sua satira e che “sono tre le persone che dall’Italia rimbalzano fino al di là della Manica: “il Papa, Mussolini e Berlusconi”. Niente male per una sintesi!
    E infine Don Ciotti, una potenza della natura. Un uomo il cui solo sguardo è un incoraggiamento a vivere senza farsi piegare da logiche di sopraffazione, contro tutte le mafie. Don Luigi si è slanciato in lodi forse immeritate per Pizzino, poi riprese il giorno successivo dal quotidiano “La Stampa” e che al tempo stesso ha denunciato il tentativo di una politica che scambiando “pizzini” in Parlamento voleva riportare in auge, come Presidente del Senato, Giulio Andreotti, un uomo i cui rapporti con la mafia, almeno fino al 1980, sono stati accertati dalla giustizia. Indignazione sincera che moltiplica le energie.
    Questa è stata Torino per Pizzino, oltre agli echi per delle interviste realizzate dal Tg3 nazionale e da “Striscia la Notizia”.

    Pizzino a Torino

    (continua)

    Ospiti
  • Un commento a “Pizzino e il miraggio della satira. Viaggi fuori dai retaggi 1/2”

    1. grande gianpiero e GRANDISSIMO PIZZINO. Continuate cosi’ che ne abbiamo bisogno!

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