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Archivio del 29 Settembre 2006

  • Purtroppamente (n.4)

    Una volta, tanti anni fa, anche a Palermo furono disegnate le corsie preferenziali. E quando si parla di “preferenza” il palermitano attisa le orecchie. Le attisa per tanti motivi ma soprattutto per uno: il tentativo immediato di rientrare nella categoria dei “preferiti” o quello di sfruttare, a preferenza appunto, cose altrimenti interdette ai più. Quelle corsie partivano da Polietama e arrivavano sino alla Statua lungo tutta via Libertà, cotromano. Erano state disegnate per fare andare più veloci gli autobus. Non vi dico. C’era gente che avrebbe pagato oro per poterci circolare, anche senza alcuna necessità. Giusto per affarmare la “preferenza”. Un mio collega che aveva una bella Fiat 131 tutta blù che pareva quella dell’assessore all’annona, giocava sull’infallibile mecanismo dell’apparenza e, verso l’una e mezzo, mentre la città impazziva, si faceva tutta la via Libertà come un qualsiasi autista del municipio che ha appena lasciato l’assesore a casa. Nessuno gli disse mai qualcosa. Eppure quelle corsie erano controllatissime, specialmente durante le prime settimane.
    E proprio una pattuglia della polizia, un giorno vide una 127 verde vomito di bambino imboccare contro senso la via Libertà contro senso dopo la “girata” di via Turati. Paletta. A bordo un palermitano cinquantino, secco come una stanga, barba di due giorni, pantaloni sciddicati, scarpe scompagnate, giacchino che gemeva “Ho visto giorni migliori”, camicia abbottonata fino al collo, capelli “alla mascagna”. Sull’auto, corno rosso regolamentare sotto lo specchietto retrovisore, calamita con foto di una seina di saittuni e la scritta “Papà non correre, pensa a noi” (ma niente foto della moglie che se no quello andava a 180…) e dietro, ciliegina sulla torta, il cane pastore di plastica accucciato con la testa che dondola. Insomma, un palermitano doc.
    “Scusi – chiesero gli agenti – ma lei che ci fa qui? Non lo sa che queste sono le corsie per gli autobus?”. Il tipo guardò gli sbirri con sincero stupore e rispose: “Ma io lavoro all’Amat…” Continua »

    Palermo, Purtroppamente
  • I love Sicilia: l’isola delle femmine

    È in edicola il numero di settembre di I love Sicilia, mensile di stili, tendenze e consumi in Sicilia. Una novità importante riguarda la vendita in abbinamento al Giornale di Sicilia a 2 euro (oltre al prezzo del giornale).

    I love Sicilia di settembre

    La copertina è dedicata alle cento donne da tenere d’occhio in Sicilia nella politica e nelle istituzioni, nella giustizia, nella comunicazione, nel settore del vino, nell’economia e negli affari e nella cultura. Da segnalare anche le interviste a Gianni Riotta (direttore del Tg1), Francesco Messineo (procuratore capo di Palermo), Giuseppe Provenzano (ex presidente della Regione) ed Emanuele Costanzo (collaudatore dell’Airbus A380).

    Si parla anche di pilates e Daniele Billitteri, in “Carissimo fratello Salvatore” (nato su questo blog e poi approdato su carta), racconta a suo modo la notizia di cronaca legata agli anziani di Gela che pagavano per palpeggiare donne straniere a villa Garibaldi.

    Sul sito di I love Sicilia c’è una sezione “Solonline” con contenuti inediti sul giornale.

    Sicilia
  • Nastro Azzurro Party a Caccamo

    S’inserisce nella campagna denominata “consumo critico” l’iniziativa del Comitato Addiopizzo che oggi alle 22, invitando a partecipare al “Nastro Azzurro party”, vuol manifestare concreto sostegno ad un giovane di Caccamo, proprietario del locale Flash dance (via Giovanni XXIII), che con coraggio ha denunciato ai Carabinieri le prime richieste di pizzo, facendo così arrestare il proprio estorsore.
    La società civile del paese, anziché sostenere il giovane e la sua coraggiosa famiglia ha cominciato a non frequentare più il loro locale, determinando, oltre agli ovvi problemi economici, uno stato d’isolamento che, in modo eufemistico, potremmo definire quantomeno vergognoso.
    Nonostante tutto questo, i proprietari del Flash dance hanno deciso di non darla vinta a quanti credevano così facendo di fargli chiudere il locale e, magari, convincerli anche ad abbandonare Caccamo.

    Nastro Azzurro Party

    Continua »

    Ospiti, Palermo
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