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martedì 12 nov
  • Nastro Azzurro Party a Caccamo

    S’inserisce nella campagna denominata “consumo critico” l’iniziativa del Comitato Addiopizzo che oggi alle 22, invitando a partecipare al “Nastro Azzurro party”, vuol manifestare concreto sostegno ad un giovane di Caccamo, proprietario del locale Flash dance (via Giovanni XXIII), che con coraggio ha denunciato ai Carabinieri le prime richieste di pizzo, facendo così arrestare il proprio estorsore.
    La società civile del paese, anziché sostenere il giovane e la sua coraggiosa famiglia ha cominciato a non frequentare più il loro locale, determinando, oltre agli ovvi problemi economici, uno stato d’isolamento che, in modo eufemistico, potremmo definire quantomeno vergognoso.
    Nonostante tutto questo, i proprietari del Flash dance hanno deciso di non darla vinta a quanti credevano così facendo di fargli chiudere il locale e, magari, convincerli anche ad abbandonare Caccamo.

    Nastro Azzurro Party

    Caccamo è una ridente realtà collinare a 45 Km da Palermo, con un’economia prevalentemente agricola e zootecnica ed alcune bellezze artistico-monumentali tra cui la chiesa Madre (di origine normanna), la chiesa dell’Annunziata (di origine medievale), quella di San Benedetto alla Badia (con il pavimento in maiolica del XVIII secolo) e quella di Santa Maria degli Angeli (dov’è custodita la scultura marmorea “Madonna con bambino” di Antonello Gagini) oltre al rinomato maniero trecentesco, dal 1963 proprietà della Regione Sicilia.
    Nel suo territorio ricade anche la diga Rosamarina per costruire la quale, probabilmente in ossequio agli interessi di chissà chi, è stato inondato e definitivamente sepolto sotto tonnellate d’acqua (come fosse nulla) il trecentesco ponte chiaramontano voluto da Manfredi I Chiaramente.
    Già anni addietro, cercando di fare luce su tale scempio artistico-culturale, mi sono scontrato contro un’insormontabile muro di silenzio dietro al quale si sono trincerati rappresentanti istituzionali, che non hanno mai voluto precisare se per realizzare tale scellerato sfregio alle ricchezze storico-artistiche del comune è mai stato ottenuto (sempre che chiesto) il parere delle competenti soprintentendenze ai beni culturali ed ambientali, e persino dell’associazionismo pseudo-culturale locale. In un contesto simile non ci meraviglia allora, semmai c’invita a riflettere, il comportamento probabilmente dettato da subcultura e paura che la cittadinanza ha assunto nei confronti di chi, come il proprietario del Flash dance, non ci sta a subire passivamente le angherie e le richieste di danaro di chi, da esponente di quella che Peppino Impastato definiva “la montagna di merda” ovvero la mafia, piuttosto che guadagnarsi da vivere con ciò che sa fare preferisce, da rivoltante parassita, succhiare il sangue a chi onestamente cerca di sbarcare il lunario e guadagnarsi la pagnotta quotidiana.

    Personalmente provo solo compassione per chi non riesce a trovare il coraggio e la forza per difendere le cose che ritiene giuste ed in cui crede, comportandosi conseguentemente in modo autonomo persino nelle scelte più banali come può essere quella di frequentare un locale piuttosto che un altro, mentre provo soltanto ribrezzo verso tutti quei vermi viscidi che, con insensibilità e prepotenza, impongono ai più deboli un contributo economico (pizzo) per mantenere la propria lardosa ciccia. Vergognatevi, siete solo ciò che Leonardo Sciascia ne “I giorni della civetta” definiva come la quinta categoria di persone: i quaquaraqua.
    Frattanto sarebbe auspicabile che quantomeno il sito del Comune di Caccamo si preoccupasse di manifestare chiaramente la propria solidarietà al coraggioso giovane inserendo il Flash dance tra i locali di ritrovo cittadini evidenziati dal sito e che comprende oltre ad alberghi e ristoranti, aziende di agriturismo e bar, persino l’immancabile locale Bar Sport.

    Per informazioni sull’iniziativa: info@addiopizzo.org.

    Ospiti, Palermo
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