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giovedì 18 apr
  • 41 commenti a “La mafia in prima serata”

    1. mi pare che i ragazzi del club Dell’Utri abbiano già detto abbastanza…purtroppo!Ma io ho fiducia nel futuro!

    2. La cosa che mi ha lasciato interdetta sono state le parole di quel ragazzo appartenente all’associazione culturale Cassaro…è preoccupante relegare ad un’attitudine comportamentale il fenomeno mafioso; significa non riconoscerne le pericolose infiltrazioni nel tessuto sociale, imprenditoriale e politico cittadino. Sicuramente è riconducibile ad una tendenza originaria al sopruso e alla sopraffazione ma volere ricondurre il bullismo di un ragazzino alle ben più intricate vicende nostrane mi fa sorridere. Si tenta di coprire il sole con un dito. E continuare ad avvallare una concezione apologetica che ci assolve da ogni responsabilità civica. A questo proposito mi sembra paradigmatico richiamare l’attenzione alla recente iniziativa del nostro Caro Presidente in merito alla trasferta del West Ham…e mi riferisco alla ridicola iniziativa delle magliette. Non pago della scorsa propaganda cartellonistica ha voluto ribadirne con forza il concetto per chi se lo fosse perso: “la mafia fa schifo”. Cavolo! Questo si che è un colpo basso inferto a cosa nostra ( e da quale pulpito signori!!!). Demagogicamente insulsa e propagandistica la crociata contro gli inglesi rei di avere offeso la sacra onorabilità della nostra amata sicilia. Sia mai!! Ma guai a indignarsi con eguale ardore di fronte agli scandali recenti sulle assunzioni alle municipalizzate.Su questo si sottace. Del resto i panni sporchi si lavano in famiglia (e qui in sicilia di famiglie ce ne stanno parecchie….)

    3. …e se la storia è fatta di corsi e ricorsi, da quel che ho capito, che ho dedotto, purtroppo, siamo punto e a capo.

      Sentire il Giudice Ingroia commentare l’attuale situazione della situazione della ns. terra non è stata affatto positiva.

      Se la mafia è ancora viva son rattristato e mi auguro che non avvengano più stragi, atrocità. Vivo è il ricordo degli anni novanta.

      Dispiace ancor di più vedere un povero prefetto di Trapani che, causa del destin crudele, la bocca gli è stata chiusa da una triste malattia.

      Fiducia nel futuro?
      Speriamo di si !

    4. Infatti quel quadro che ha disegnato Ingroia è stato molto triste. Poi la rabbia che invece di intensificare la lotta contro la mafia, si molla la presa.

    5. PS. grande Isola81, esaustivo il suo post

    6. mafia:MALA FIAMMA
      mafia:MAGNA FIACCOLA
      ognuno SCELGA???

    7. E’ vero è uno scandalo il problema delle ex municipalizzate, ma lo è da almeno 20 anni!!! attenzione non voglio giustificare nessuno, ma proprio nessuno. L’unica cosa che vi chiedo è di riflettere su un aspetto. Non so se sapete ma c’è un processo in corso a carico di Michele Santoro per diffamazione, diffamazione che tuttavia egli continua a fare senza alcuna prova e con uno straordinario taglio e cucito. Anche a me ha toccato tantissimo la visione dell’ex prefetto anche se probabilmente per rispetto alla persona che era e che è non lo avrei fatto vedere continuamente in quello stato. Io ho fiucia nella giustizia e penso che se realmente cuffaro, d’alì e altri hanno sbagliato pagheranno. Però vi pongo una domanda: per voi è ammissibile che un ex deputato dei DS possa continuare a fare il giornalista in una rete pubblica in maniera così faziosa? senza nemmeno invitare la controparte? E’ un pò come emilio fede, anche se a mediaset non paghiamo il canone e lui non è stato mai un politico. E’ secondo voi è normale togliere dala finanziaria il centro di ricerca medico del mediterraneo a palermo, togliere i fondi per la ricerca e le associazioni e nel frattempo finanziare radio radicale per 30milioni di euro??? Come si vuole fare antimafia??? forse manipolando le coscienze? Forse togliendo qualsiasi occasione di sviluppo per la sicilia? o forse liberando ex detenuti per poi chiedere alle COOP di assumerli con un un contributo cadauno di 1000 euro per l’azienda e di soli 400 per il detenuto? Non so se oltre al video “La mafia è biancA” avete letto anche il libro. Santoro ha completamente saltato tutte le dichiarazioni di pentiti che parlavano di lumia e cardinale, parlava di avvisi di garanzia inviati a politici di centro-destra ma poi non diceva che i magistrati non avevano più proseguito perchè non avevano trovato nulla. Siete persone con una coscienza. Questo non vi fa riflettere? A me fa paura…quasi quanto la mafia…perchè è un gioco sporco, subdolo e che divide le persone piuttosto che unirle contro un unico obiettivo. La mafia è una merda. LA campagna di comunicazione fatta lo è ancora di più! Ma una cosa è certa, la mafia non ha un colore politico, va lì dove c’è il potere, sia che sia destra che di sinistra. Fa parte dell’integrità morale di chi sta in quel momento al potere dire di no. Ed è per questo che dobbiamo lottare. Non per dire che nell’udc o in forza italia c’è mafia e in altri partiti no, perchè poi potremmo cominciare ad elencare tutti gli indagati e noteremmo cheè una cosa incredibilmente trasversale. Fare propaganda elettorale utilizzando lo strumento mafia è solo un modo per diventarne complice.

    8. doriana
      tu stai scherzando vero?
      scusami ma …………..niente avevo pensato di risponderti a te a ai tanti DISINFORMATI come te ma… mi sono stufato .
      PERDONAMI ma proprio non ce la faccio
      pensala come ti pare .
      ciao

    9. bravo moderatore, noto che con solerzia hai cassato il mio post (lasciando solo l’inoffensivo post scriptum) nel quale denunciavo come anche nelle piccole cose come lasciare l’intera addaura
      in balia dei rifiuti (con gli operatori amia, assunti e mai controlllati perchè lo “stipendio-regalo” glielo si deve elargire cmq, che guardano e se ne strafottono) si nota il lassismo e la connivenza di certi alti dirigenti & politici da strapazzocon la parte
      marcia di Palermo

    10. ora mi raccomando cancella pure questa versione edulcorata e giuro che toglierò per sempre il bookmark di questo blog dal mio enlenco preferiti

    11. Fabri il tuo commento rimosso violava la policy dei commenti. La prospettiva di una rimozione di questo blog dai tuoi bookmark non porta a chiudere un’occhio su violazioni della policy. Ulteriori spiegazioni per e-mail, se vorrai scrivere.

    12. pequod,
      disinformati su cosa scusami? Mi pare di capire dalle cose che dice, che doriana ne sa molto di più di tante persone che abitualmente scrivono su questo blog…
      cos’è che non puoi accettare? che la lotta alla mafia appartiene a tutti o che gli indagati per mafia non sono solo nel centro-destra o cos’altro?
      Non mi sembra matura lanciare il sasso e nascondere la mano…qui ci scambiamo opinioni…dunque se hai qualcosa da dire dilla! Se ne sai più di noi su un determinato argomento illuminaci! Atri menti non dire nulla..credimi, ci faresti una figura migliore!

    13. beh! hai ragione ma che vuoi farci attraverso un periodo che mi sono stancato di provare a convincere le persone come te.
      però hai ragione ,era meglio non intervenire…..
      il comunista
      pequod

    14. Epperò! Caro Francesco, il riflesso condizionato dei bloggisti (o blogghisti) alla tua domanda va analizzato. Qui non è in discussione, mi pare, il contenuto di quel che è stato o non è stato detto, o comunque lo è riguardo al fatto in sé, come accadimento. Ricordo una canzone di Jannacci che diceva “lo dice il telegiornale”, come se tutto quello che passa in televisione assurga a verità incontrovertibile, quello che qui interessa è la maniera in cui le cose dette non contengano nulla di quel che è stato detto in televisione, ma il riflesso: l’opinione, che suppone che chi legge abbia contezza di ciò di cui si sta parlando. Io, per esempio, non lo so. Sono, grazie a molte cose, senza televisione da quasi un anno e (chi ha visto “Caro Diario” di Moretti mi può capire) ogni volta che ne vedo accesa una rimango lì davanti imbambolato, come se vedessi un miracolo in diretta. Io non so cosa si sia detto nel nuovo (?) programma di Michele Santoro, non so nemmeno cosa abbiano detto, il giorno dopo, i giornali su quel che è stato detto e nemmeno quali siano stati i commenti intorno alle opinioni. Per cui il tuo sasso non fa nessun effetto. O, meglio, rimbalza solo sui neuroni di chi ritiene che “la televisione” bisogna guardarla per farsi un’idea delle cose. Ha scritto qualche anno fa Kurt Vonnegut, grande scrittore americano contemporaneo, che la televisione “è una gomma per cancellare” e dopo questi mesi di disintossicazione non posso far altro che confermare. Bisogna stare dentro la storia, o sentirla addosso, secondo le proprie capacità e attitudini, facendo il meglio che ognuno, nel proprio campo, sa fare e la sera, magari, preferire un buon film in dvd alla polvere di grafite. Comunque, buona continuazione.

    15. La puntata è stata ovviamente faziosa.

      Primo aspetto
      Chi è Ingroia?

      Cit.
      Negli anni ’90, fu uno dei magistrati più vicini all’allora capo della Procura Caselli, con il quale condivise le pesanti sconfitte processuali delle inchieste politiche, in primis quella del bacio tra Giulio Andreotti e Totò Riina.

      Ingroia è anche stato il pubblico ministero del processo a Dell’Utri e che, quando il senatore di Forza Italia in primo grado venne pesantemente stangato dai giudici esultò per il verdetto, esternando su giornali e tv.

      Su questi aspetti non v’è traccia…

      Perchè non chiamare Grasso? Più moderato ed equilibrato?

      Secondo Aspetto
      La mancanza del contraddittorio, posso accusare, tanto nessuno può dire il contrario

      Senza contraddittorio, come è del resto lo stile di Santoro e Travaglio, non è stato consentito al capitano dei carabinieri Ultimo, responsabile della cattura di Riina, di intervenire per replicare alle gravi accuse di Marco Travaglio sulle presunte responsabilità penali dell’ufficiale e del generale Mori, attuale direttore del Sisde, per la mancata perquisizione del covo del boss dei boss.

      Terzo aspetto
      Il giornalista che chiede in giro dve si trova Lo Piccolo

      Non mi piace questo modo di intervistare la gente. La gente non parla perchè o è connivente (in quel caso non ha giustificazioni) o perchè ha paura. Paura di morire, paura che facciano male ai propri cari, paura per se e paura di cambiare la propria vita. Facile chiedere, tanto poi si torna a vivere lontani migliaia di km da Palermo, difficile per quelli che vivono a due passi. Questo tipo di invadenza non è giornalismo ma mettere a rischio la vita degli altri solo per share…

    16. La mafia esiste ….. guardate aspettavamo che Santoro ce lo ricordasse per sapere come andavano le cose in Sicilia. Non guardo più questo tipo di trasmissioni perchè mi hanno stancato; giornalisti messi lì apposta per attaccare consapevolmente e sistematicamente solo una classe politica, quella avversa al governo in carica. Così su RAI3 c’è Ballarò (dovremmo fare una petizione per far cambiare nome alla trasmissione), su RAI2 c’è Santoro, ora faranno rientrare quel rin…. di Biagi su RAI1 così la par-condicio sarà ristabilita. La verità è che la gente ha capito come vanno le cose. Te ne dico una per tutte: Cuffaro andava bene quando era alleato dei DS nel governo regionale con Capodicasa poi, improvvisamente poi è diventato mafisoso. Perchè Santoro non si occupa di quello che avviene nella Regione Campania sommersa dalla delinquenza camorristica -dichiarata più pericolosa della stessa mafia- oltre che dai rifiuti (se lo ha fatto sono sicuro che ha usato i guanti gialli con la Iervolino e con Bassolino se mai li avrà nominati), o del Presidente dell’assemblea della Regione Calabria denunciato per frodi alla Unione Europea. Ha ragione Doriana, Santoro gioca sporco e per il fatto che nessuno guarda più il suo programma sarà costretto a spararle sempre più grosse. Relativamente alle assunzioni alle municipalizzate (dove pochi dicono che ci sono politici del centro sinistra che hanno sistemato i propri parenti) spero proprio che si facciano i dovuti accertamenti e, se ci sono stati irregolarità, aldilà dell’opportunità o meno di farle, chi ha sbagliato paghi.

    17. Sempre più basita!Santoro, ha cercato di rinfrescare la memoria, con Sonia Alfano e la Asta che non sono di certo vittime della mafia di oggi ma la testimonianza di come la mafia possa cambiare forma. Ma noi siamo stanchi di sentircelo dire..che palle…vero? Parlare di Ingroia come di un bambino capriccioso che cerca nel suo lavoro la vendetta personale è vergogoso!!Vi ricordo sempre che questa gente, anche il “moderato” Grasso, non può neanche andare a fare la pipì senza la scorta. Hanno rinunciato alla loro libertà anche per te caro Marco, e non per loro interesse personale direi; non è retorica ma senso pratico della vita. Aspettate sempre che vengano fatti accertamenti e che i giudici emettano le sentenze; non vi indignate mai nenahce delle schifezze che vi vengono fatte sotto al naso! Indignatevi solo per quello che dice in modo fazioso Santoro!

    18. Quoto quanto scritto da Stanton.
      Non ci sarà stato quel “contraddittorio” che molti avrebbero voluto però è pur vero che tante verità sono state dette e se ricordarcele ci ha fatto male (io piango sempre le vittime di mafia illustri o meno, se sapere che siamo ancora “a mare” ci ha colpito ancor di più….. posso dire che noi tutti, nel ns. piccolo, non stiamo a guardare. Saremo “impotenti” ma anche con poco ci muoviamo. Chissà un giorno…..(Utopìa)?

    19. Un conto è il dibattito, un’altro è l’utilizzo di un mezzo di comunicazione pubblico per esporre le proprie tesi e congetture senza dare possibilità di replica…Nessun vuol far finta che la mafia non esiste anzi, è proprio perchè si vuole combatterla veramente che ci si indigna di fronte alle trasmissioni di Santoro…di fronte ai libri di Santoro…di fronte alle persone come lui…
      Chi vuole combattere realmente la mafia piuttosto che sparare a zero per colpire degli avversari politici dovrebbe inizare a capire che la lotta alla mafia non ha e non potrà mai avere un colore politico…
      Se un giorno tutti riusciremo a capirlo e a unire le nostre forze per il nostro obiettivo comune, forse si potrà pensare a proggettare un futuro migliore…
      I processi lasciamoli nelle aule di tribunale e le sentenze lasciamole emettere ai giudici!
      Forse se ognuno di noi seguisse il consiglio di Falcone e si occupasse di fare bene il proprio dovere fino in fondo e a tutti i costi, sarebbe già un grande passo avanti…

    20. Sconfitta processuale quella di andreotti? Andreotti ha commesso il reato, solo che è stato prescritto. Non è come dice Bruno Vespa, una vittima. Non è stato assolto.
      Leggendo molti dei commenti qui si capisce bene che a Palermo la speranza è finita.

    21. Il problema che bisognerebbe indignarsi anche per accuse faziose fatte nei confronti di persone al di sopra di ogni sospetto come il generale dei carabinieri Mori e il colonnello De Caprio (Capitano Ultimo) che benchè processati e assolti continuano ad essere accusati, processati ed infamati dinanzi alla Cassazione di Michele Santoro. E’ un record della trasmissione, la verità processuale non è la verità reale secondo il metro di certe trasmissioni. Non avete idea di quanto mancano all’ordinamento giudiziario italiano gente come Falcone e Borsellino…..

    22. hai proprio ragione giggi

    23. bravo giggi, sei pronto per scrivere su “Il Giornale”.

    24. Quoto giggi e rispondo a Stanton.

      Qui non si discute il ruole del magistrato inquirente e soprattutto i rischi che corre. Ma c’è modo e modo di fare il magistrato. O mi vuoi dire che tutti i dipendenti pubblici fanno il loro lavoro egregiamente. Quello che dico è che l’esempio (Ingroia) non è molto qualificante per il modo un pò avventato con il quale lavora, pur riconoscendogli l’onore del rischio per il lavoro che fa e che credo in pochi faremmo soprattutto per i rischi che corrono. In pratica quello che non accetto sono le mezze verità raccontate durante la puntata in una trasmissione del servizio pubblico. E credimi mi indigno soprattutto per la mancanza di contraddittorio più che della sua presenza, che per certi versi spero sia dovuta al fatto che questi magistrati fanno un lavoro molto ricco di rischi, dargli un pò di luce e soddisfazione è pure giusto. Ma non accetto il taglio della trasmissione. Accusare il Capitano Ultimo senza dargli la possibilità di replicare, sapendo che Ultimo non potrà mai venire in trasmissione è essere faziosi.

      Penso anche che non abbiamo una visione del tutto diversa, ci sono solo delle sfumature che ci distanziano… Mi raccomando di non cadere nel tranello, tu non la pensi come me, allora sei fascista e pure mafioso…. 🙂

    25. Ma insomma, state a discutere sulla presunta faziosità di Santoro? Mi pare acclarata!
      Lasciamolo lavorare, sta tanto bene con quel capello ossigenato! 😛

    26. Tony, quello che vorrei fosse chiaro è che pur sapendo quello che ha fatto Santoro in passato (europarlamentare DS), io vorrei giudicarlo solo per i contenuti, non per il suo passato. E mi pare che quella trasmissione vada giudicata in un certo modo. E non credo che ci si debba separare in anti-mafia e negazionisti del fenomeno. Ma soprattutto in diritti e doveri e soprattutto nell’eliminare i luoghi comuni abituali.

      Credete che le persone che hanno visto la puntata e che non sono siciliani, ovvero che non vivono a Palermo, pensano che a Palermo ci sia anche tanta gente onesta? Purtroppo no… Avrei visto meglio la presenza del Comitato Addio Pizzo e magari spiattellato in TV l’elenco dei negozi che hanno aderito al manifesto, messaggi positivi contro la mafia… invece no, la si è buttata come al solito in politica…

      Ma forse anche questa è utopia, in un certo senso.

    27. Marco anche io sono stato infastidito dalle scelte fatte nella puntata. Proprio a mia mamma avevo detto: «Perché non va a intervistare quelli di Addiopizzo che vanno a mettere manifesti in quartieri ad alta mafiosità di notte?». Il problema che si pone è che quel servizio *forse* rende conto di alcuni fatti, ma non della realtà siciliana che è fatta anche di altro. Quindi non si fa buon giornalismo. Ma non è un problema del solo Santoro, detto “Wella ciao” (cfr. Christian Rocca) per il suo capello giallino. 😛

    28. Continuate a parlare dell’operato di Santoro, che non è neanche il mio giornalista preferito, anzi, ma sfugge il vero oggetto della discussione!Non credete sia vero che adesso la mafia si muove in modo diverso? Non credete che la mafia sia infiltrata nella gestione della res publica? Non credete che questo vada detto? Anch’io avrei preferito al posto del club Dell’Utri quelli di Addiopizzo ma nella sostanza non ci cambia nulla!Appalti truccati, assunzioni, ditte che falliscono, manifestazioni quotidiane sotto i “palazzi del potere”, le assenze continue ai consigli (bipartisan,per carità) mentre la città cola a picco, queste sono le cose che ostacolano lo sviluppo di una città e la libertà dei suoi cittadini non Santoro con i suoi riccioli d’oro e la sua faziosità. Per lui la prossima puntata sarà diversa, per noi domani sarà sempre uguale! Passo e chiudo che mi sento un pò come Mazzini!

    29. Beppe già ci scrivo

    30. Ciao Stanton, quello che scrivi è sacrosanto, ma non era l’oggetto del mio disquisire. Io non discutevo il tema, ma il modo con il quale lo si è affrontato. Io sono palermitano e non vivo a Palermo, secondo te per quale motivo? Appunto perchè la mia vita me la voglio conquistare da solo, senza dire grazie a nessuno, raccomandazioni o segnalazioni, quindi con me sfondi una porta aperta. Se vogliamo parlare di mafia e del modo con il quale attanaglia la nostra città, bene. Ma il mio scopo era sottolineare la faziosità di Santoro, forse mi sono espresso in maniera equivoca o ambigua, ma il mio obbiettivo era quello, e spero adesso di averti chiarito meglio il mio pensiero.

      Altro tema che invece mi piacerebbe capire è il concetto di “città che cola a picco”, sul quale si potrebbe aprire un tavolo di discussione, scendendo nello specifico, in quanto con città si potrebbe indicare o la gestione della città o gli abitanti che ci vivono e il loro malessere, o tutti e due o altro ancora che non mi viene in mente…

    31. Assuefatta ormai all’idea di vivere in un mondo alla rovescia, non mi sorprende constatare come bersaglio della polemica sia diventato il giornalista Santoro anzichè le torbide vicende dei personaggi messi in luce dalle sue inchieste giornalistiche. Maria Pia lamenta il fatto che non venga offerta la possibilità di un contraddittorio in temi così spinosi…Non mi sembra si siano preoccupati di prendersela gli interessati avendone avuto la scelta…IL presidente della provincia di Trapani, l’illustre senatore Dalì, raggiunto dai microfoni di stefano Maria Bianchi, ha pensato bene di defilare le domande scomode del giornalista. Idem Totò…che forse ha colto per un futuro prossimo il guanto di sfida lanciato da Santoro. Ad ogni modo ritengo apprezzabile porre sovente la questione mafia alla riflessione dell’opinione pubblica, perchè è in atto un processo di normalizzazione inquietante…come se indice del fenomeno mafioso fosse il numero dei morti x strada. Una società che abdica il diritto al favore, il dovere civico al compromesso morale, è chiamata a interrogarsi su se stessa, scuotere le strutture dalle fondamenta. La campagna di sensibilizzazione alla legalità non è mai abbastanza…perchè dovremmo privarcene?

    32. Secondo me ci sarebbe da fare un duplice ragionamento, uno sulla trasmissione uno sulla lotta alla mafia.
      Sulla trasmissione diciamo che di mesciati il tubo catodico è già pieno: Santoro, in questo senso, come Mengacci. Santoro ha cominciato a “deludermi” già dall’infelice comparsata nel programma di Adriano Celentano in cui sosteneva di volere il “suo microfono”: nel servizio pubblico il microfono dovrebbe essere per l’appunto messo al servizio e non considerato di proprietà del giornalista e dello showman di turno.
      Ancora mi sembra che Anno Zero sia un tentativo di fondere Report e “Striscia la Notizia” (Santoro in questo senso sarebbe pensabile come una fusione fra Gimmie Ghione e la Gabanelli ehhe), rifletteteci, il modo di intervistare in maniera invadente in modo da provocare la rissa televisiva è stato proprio introdotto da Striscia: a me fa un po’ specie vederlo adoperare da giornalisti “sul serio”, nel senso che un giornalista dovrebbe fare delle domande mirate ad ottenere delle risposte e non infierire solo per cercare l’effettaccio.

      Sul contenuto delle cose dette, invece, devo dire che mi stupisco di leggere i vostri commenti: vi accollate tranquillamente tutte le ambiguità, tutte le strizzatine d’occhio che vi vengono proposte. Io di Cuffaro non ne so niente dal punto di vista dei procedimenti giudiziari, penso però che anche i suoi elettori dovrebbero stigmatizzare i “vasavasamenti” e le battutacce, dovrebbero pretendere una nettezza che non si vede nemmeno lontanamente nella nostra classe politica. Forse ci vorrebbe un altro morto eccellente, un’altra autostrada che salta facendo morire innocenti per rimettere tutti in riga, per fare capire che la mafia è disfunzionale rispetto alle vite di tutti noi, nella nostra vita quotidiana. Magari, si otterrebbe lo stesso effetto di “moda”, di rivoluzione pronta ad essere assorbita “passatu u scanto”, come è successo a partire dalle stragi degli anni ’90.

      Proprio a partire dall’esperienza degli anni ’90, forse, però, si dovrebbe riflettere sull’opportunità di cambiare nel modo di affrontare la questione. Non più lotta alla mafia come fine, i siciliani giustamente si sarebbero pure stancati di combattere contro i mulini a vento. Lotta alla mafia, al contrario, come mezzo, attraverso cui costruire i propri progetti che con la mafia e con la sua persecuzione non hanno niente a che fare.
      Mi spiego meglio, la strategia secondo me dovrebbe essere quella di non perdere tempo. Non perdere tempo dietro alle lotte metafisiche fra bene e male, fra mafia e antimafia, perché nel frattempo il mondo va avanti. Al tempo di Internet, la Sicilia non si può permettere di mancare, di parlare solo di mafia se no resta indietro, resta isolata, rimane come il reduce che dopo la guerra torna a casa e trova che il mondo è cambiato intorno a lui.

      Ecco, in questo i trentenni sono diversi rispetto alle generazioni precedenti, prima perché si sono vissuti e digeriti “la primavera di Palermo” sulla loro pelle, poi perché hanno viaggiato, hanno studiato fuori, hanno visto come si vive senza la mafia e soprattuto hanno visto che ci sono un sacco di cose da fare e da dire nel mondo senza per forza ogni volta doversi giustificare di non essere impegnato nella lotta, di non essere in trincea. Questo lo si capisce molto meglio quando si emigra (secondo me emigrare è per i singoli una grande possibilità di riscatto), molti siciliani fuori dalla loro terra si riescono a realizzare ma soprattuto possono dare il loro contributo per portare avanti il loro pezzo di mondo, cosa che in Sicilia non potrebbero fare.

      Forse la scommessa della lotta alla mafia ai nostri tempi, è agire nonostante il potere, non rinunciare a portare avanti il proprio progetto, non parlare della mafia, ma fare, agire per sincronizzarsi con il discorso dei nostri anni. Non ci possiamo permettere di abbandonare l'”open source”, la riflessione sull’incontro/scontro fra oriente e occidente, l’universalità dell’arte contemporanea, la ricerca, il gusto di “parlare d’altro”.

      Parlare d’altro per me dovrebbe essere il modo in cui si affronta la mafia.

      Questo potrebbe addirittura diventare un programma politico: fare lotta alla mafia parlando d’altro. Lavorando per “includerci” rispetto al giorno d’oggi, lavorando perché i nostri discorsi siano “attuali” anche altrove, possano essere utili da qualche altra parte nel mondo.

      Non si sa mai che quell’altra parte del mondo non possa esserci grata per questo e non possa essere disposta persino a pagare, a remunerarci economicamente per il nostro contributo fuori dalla dicotomia mafia/antimafia.

    33. La penso come Francesco: agire nonostante il potere, politico o mafioso che sia. Less talk more action.

    34. comincio a pensare che il comitato addiopizzo,quelle 30 e più persone che da due anni si spaccano il cu*o a attaccare adesivi di notte per la città,mettere lenzuola sui ponti,raccogliere firme,cercare commercianti,andare nelle scuole,partecipare ad incontri e convegni,relazionarsi con le forze dell’ordine,le associazioni dei commercianti e i rappresentanti della politica( sigh!) e non ultime rilasciare intervista in tv e sulla stampa .senza tralasciare di dar vita ad un sito con una aggiornata ressegna stampa,senza parlare poi della continua ricerca di fondi( vendita di magliette ed organizzazioni di feste)per realizzare materiali che promuovano la loro azione. Bene! queste
      persone che fanno tutto questo assolutamente GRATIS.
      QUESTE PERSONE sono soltanto degli illusi e dovrebbero smetterla di PARLARE e AGIRE .
      BASTA! FUORI DALLA DICOTOMIA mafia/antimafia
      Ragazzi il vostro è un ragionamento forse anche apprezzabile,ma è un ragionamento che “offende “l’operato di queste persone,mio.
      con rispetto
      pequod

    35. Scusami pequod, io ho un’enorme stima di Addiopizzo, ma perché te la sei sentita?

      Io ho detto il contrario di quello che scrivi nel commento, ho detto che bisognerebbe agire non che bisogna “smettere di parlare ed agire”. Fare una lista di consumo critico mi sembra un modo efficace di lavorare, meno efficace, se vuoi il mio parere, mi sembra questo fare appello continuamente alla società civile. La società civile in questi anni ha mostrato amaramente e nostro malgrado che, se la mafia non gli fa esplodere la sedia sotto il, ci si può anche convivere.

      “La primavera di Palermo ci ha lasciato soltanto delusioni” l’ho letto qua fra i commenti di Rosalio.

      Vogliamo pensare a modi diversi (a dei modi nostri, del nostro tempo) di reagire, vogliamo pensare strategicamente al futuro della nostra città e della nostra isola? Se allarghiamo lo sguardo non solo di mafia possiamo/dobbiamo occuparci. Io penso che un elemento di speranza (ma a me non interessa, devo essere sincero, sconfiggere la mafia come fine mi interessa come mezzo, per potermi realizzare nella mia terra senza condizionamenti) forse lo possono dare quelli che vogliono fare il proprio mestiere, quelli che vogliono eccellere nei loro campi, quelli che vogliono portare cose nuove, discussioni nuove, discussioni fuori dai moralismi, che magari poche volte incontrerai nelle piazze a protestare pubblicamente.

      Quelli che provano ad agire come se la mafia non ci fosse, perché dalla mafia non vogliono essere condizionati, anche questi rischiano, anche questi muoiono. Il loro “modo”, però, è anche utile per far sì che, andando dietro alle sue metafisiche battaglie, la Sicilia non si perda per strada in un mondo che va avanti lo stesso, che, ti sembrerà strano, considera la mafia una variabile locale e non come il male assoluto.

      Quello che ti voglio dire, con tutta la mia stima, è che anche quelli che scendono dal “Pequod”, quelli che restano a terra, occupandosi di pesciolini e non di balene bianche, hanno un ruolo positivo per il progresso della nostra terra.

      Secondo me guardare questo lato è un buon capitale da cui partire, terreno vergine dopo le batoste per esempio delle ultime regionali…

      Io sono il primo a dirvi grazie (e ho firmato le vostre petizioni ormai un bel po’ di anni fa). F.

    36. Devo confessare che ho scritto queste righe pensando a Libero Grassi e al suo di “modo”.

    37. eutanasia per i mafiosi, per chi estorce, chi collabora con associazioni di stampo mafioso, chi uccide, chi taglieggia, chi fa il prestanome, chi assiste nella latitanza i boss, chi si affilia alla mala. Basta diritti civili per loro. Finiamola di trattarli come comuni cittadini onesti che non ce la fanno più di vivere in città svuotate di dignità.

    38. Francesco
      come ti avevo scritto nella parte finale del mio post.posso apprezzare il ragionamento,posso apprezzare che il modo di reagire può essere altro,certo i pesciolini sono anche loro importantii ma…..
      Apprezzo che tu abbia firmato ma se hai firmato ,se credi alla campagna sul consumo critico ,,capirai anche che se non facciamo appello alla società civile e a TE che hai firmato come può vivere il consumo critico?I n 30 proprio non lo possiamo fare…sarebbero ancora chiacchere e come sai il comitato addiopizzo preferisce da sempre fare e magari con qualche aiuto in più….con della gente che ci crede davvero beh!sconfiggerla è troppo? la ignoriamo?utopia?
      con sincero rispetto e non più offeso.
      Pequod

    39. Insomma, ho letto tutto quelle che è stato scritto. L’ultima volta che ho visto Santoro presentava Samarcanda, io avevo quindici anni di meno ed ero molto incazzato per quella guerra e per il fatto che qualcuno se l’era spassata a Tien An Men alla faccia del mondo civilizzato (e ora la Cina è diventato il sogno economico dell’Occidente, senza che nessuno lì abbia mai fatto un mea culpa) e che alcuni miei amici berlinesi, dell’Est, erano ancora intontiti di quanto stava accadendo a casa loro e si sentivano “invasi” da una modernità che, però, avevano tanto sognato. Prendo le distanze, per questo, da tutte le cose che ho letto. Non le capisco, non mi appartengono. Mi sembrano lontane. In questo, ahimé, sono d’accordo con Mangiapane (rima). La Sicilia produce cultura, produce intelligenze, competenze, idee. Eppure, fateci caso: nonostante ciò, importiamo (urbanamente e sotto mentite spoglie) consulenti, curatori, trainer e produttori. “Io se fossi Dio la terra la vedrei piuttosto da lontano, e forse non ce la farei ad accalorarmi in questo scontro quotidiano” Gaber, parole sante. Bisognerebbe rimettere questa canzone in giro, giusto per misurare le cose con un metro diverso. Chi se ne frega di Santoro, altri fanno una televisione più corretta da altre parti. Oppure, sano consiglio, estirpate l’antenna o la parabola, dal vostro terrazzo. Baci.

    40. Lontane-Mangiapane questa si che è poesia 🙂 Domenico, è sempre un piacere leggerti! Bentrovato anche qui su Rosalio!

    41. …ci sarebbe da fare un duplice ragionamento, uno sulla trasmissione uno sulla lotta alla mafia…

      1)le trasmissioni sulla mafia servono solo a mantenere saldo il legame tra i termini siciliano e mafioso. non producono nessun’alto effetto che rinvigorire uno stereotipo. pare ci sia una precisa volontà, probabilmente la tv ha uno scopo.. forse gabriel garco non era credibile nemmeno per quelli che hanno investito tanti denari sulla sua recitazione in dialetto? forse, con tutti i palermitani e siciliani in giro per l’italia a confutare la tesi del siciliano- mafioso, ogni tanto viene promossa una campagna per non dimenticare..? una campagna che sia il presupposto per vendere un prodotto “tipico”? per me, santoro, come gli altri, è un “pupiddo” usato senza neanche saperlo per legittimare un pregiudizio. poveretto, si sforza di fare il paladino della verità antimafiosa e quello che rimane quando spegni il televisore è.. “aoh, sti siciliani nun cambieranno mai!” oppure “ueh, figa, si comprano ancora i voti in terronia!”. sogno il giorno in cui, come auspica francesco, non si parli più di mafia, ma soprattutto non ne parli chi non sa un caz.. della mia terra!
      2)temo che i primi a credere fortemente nello stereotipo del siciliano mafioso siano stati proprio i siciliani. da decenni tutto il sistema culturale nazionale, tv in testa, lo ripete e da decenni noi ci vergognamo. usiamo questa vergogna per fare gli schiavi fuori casa e i fatalisti in casa.. fuori siamo i migliori lavoratori del mondo, nella nostra terra i più grandi vittimisti. non si campa, non c’è lavoro, sono costretto ad andare via, e dopo un mese fuori rimpiangiamo la qualità della vita a Palermo! va be’ che incarniamo la contraddizione, va be’ che siamo belli per questo, ma come diceva mia nonna ci nni vuoli ventu n’chiesa, ma no a astutari i cannili! dovremmo provare a ricominciare da zero, a partire dal linguaggio, dai termini, e rivedere al di là del bene o del male concetti e categorie ormai infestati da luoghi comuni e pregiudizi. forse, oggi, avere coraggio, potrebbe voler dire riconoscersi mafiosi…! non saprei.. so soltanto che amo questa terra in cui mio padre ha scelto di farmi crescere, e vorrei… un giorno sarà chiaro, intanto baciamo le mani..
      con rispetto, Aziz il terùn

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