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martedì 16 apr
  • L’Eletto

    “Mariuzzo, la vita non si sbuccia come le banane. Certo vorremmo tutti che fosse così, ma la vita è una cipolla. Tu sfogli il primo strato e le mani si sporcano di un viola fastidioso. Spogli il secondo strato e incominci a lacrimare. Mentre spogli il terzo strato senti il profumo calabrese e sogni una tavola apparecchiata di sapori piccanti, ma il quarto strato ti fa ancora lacrimare, e, quando sei arrivato al quinto, beh al quinto sai che già è finita, che non c’è un altro strato…puoi solo sperare che il soffritto venga buono e non si bruci.”.
    Il Dottore Pippo Pericotti cercava in qualche modo di spiegare al suo segretario qualcosa. Qualcosa che leggeva sul fondo di quella Guinness calda, qualcosa che non gli era chiaro, qualcosa che, in quel momento, aveva deciso che il suo segretario si chiamava Mariuzzo, invece che Fabrizio, qualcosa che di sicuro non lo avrebbe fatto dormire e, da come andava la serata, probabilmente non avrebbe fatto dormire neanche Fabrizio.
    “Pippo, ma quale Mariuzzo? Fabrizio sono! Amunì finiscila cu stà birra, che siamo alla fine e oramai il grosso è fatto!”.
    “Fabrizio, te la posso dire una cosa? Come un fratello?”.
    “Amunì”.
    “La verità, botta di sale, è che sugnu stanco!
    Da due mesi tampasìo giorno e notte in giro per fare che?
    Accucchiare voti! Voti! Voti! Perché?
    Perché è peccato che il figlio dell’Onorevole Pericotti, che sparte è pure medico, non segue le orme paterne! E allora che si fa? Candidiamolo! Botta di sale a quando vi è venuto in mente a tutti quanti!”.
    “Amunì perché fai così? Non lo capisci che è solo stress?”.
    “Che cosa è?”.
    “Stress!”.
    “Sì di ‘sta bella citronella…lo vuoi capire che mi siddiò di baciare vecchi e picciriddi, picciriddi e vecchi, ogni santo giorno a cuntare fissarie ai cristiani…perché? Per il voto!”.
    “Maria, Pippo come fai! Manco tu mi pari!”.
    “Sì? … Tu lo sai che mi è successo ieri pomeriggio?”.
    “No! Non lo so. So che ti cercavo, ti chiamavo e avevi pure il cellulare spento”.
    “Ero in chiesa, alla Cattedrale. No aspè non pensare male! Mica mi era venuta l’ispirazione religiosa! No, mi volevo solo riposare la testa dieci minuti, senza sentire nessuno…mi siedo ad una panca e mi metto a guardare l’altare.Bello fresco, beato, manco vero mi pareva!”.
    “Pippo anche quello ogni tanto ci vuole…”.
    “Aspè, perché ti pare che durò assai? Manco passano cinque minuti, che una ragazzina piglia e mi si assetta di lato. Lei mi talìa ed io la talìo e penso:
    «Talè come vanno vestiti i picciotti oggi. Ma come li fanno uscire di casa? Guarda come è cumminata questa? Mah! L’eskimo marrone ed un braccialetto con una crozza di morto attaccata! Mah!».
    E mentre penso stè cose, lei mi talìa e fa: «Miiii che sei fatto lario! Oh non ti si può taliare».
    Parola mia ti giuro mi veniva di tirarci una cosa in testa:
    «Ma perché non te ne vai a studiare…invece di inquietare i cristiani».
    «Io i cristiani non li inquieto, semmai, a volte sono loro ad inquietare me».
    «Ragazzina ma tu lo sai chi sono io? Sono il figlio dell’Onorevole Pericotti!».
    La ragazzina mi talìa ed incomincia a catafottersi dalle risate, che pare che ci avevo raccontato una barzelletta.
    «E tu lo sai chi sono io?»”.
    “Miiii e chi poteva essere?”.
    “Chi poteva essere ? Fabrì la ragazzina mi spiega che lei…lei che fino a quel momento mi buffuniava…lei che s’era seduta accanto a me…lei era la Santuzza. Ti giuro Fabrì ancora m’arrizzano i carni. La Santuzza mi guarda e mi dice che…che Palermo, la sua Palermo è stanca. È stanca. Ma no come me? Di più! Mi spiega le cose che non vanno, mi dice quelle che vanno, e mi racconta le cose che non dovrebbero mai andare. Ed io, che da due mesi parlo agli altri .. stavolta ascolto. Ascolto la Santuzza che mi chiarisce tutte stè cose. Finisce di parlarmi e mi fermo a pensare a quello che mi ha detto. La guardo e…Fabrizio non ho resistito dovevo chiederglielo!”.
    “Che le dovevi chiedere Pippo?”.
    “E che ci potevo chiedere alla Santuzza?… Un voto… Un voto a Santa Rosalia!”.

    Colonna sonora: Paradise city (Guns ‘n’ Roses)

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  • 10 commenti a “L’Eletto”

    1. Un bel post davvero, con un finale da riflessione.
      Anche se, nel caso del dottor Pericotti, più che di un voto richiesto, forse sarebbe stato meglio far riferimento ad un ex-voto per la Santuzza in caso di elezione…

    2. Il 6 agosto 2002 il Sindaco, Diego Cammarata, mi promise pubblicamente (Repubblica, rubrica “risponde il sindaco”) che avrebbe prestato la “massima attenzione” al derelitto Cortile Criscione a Piazza Indipendenza (che meriterebbe di essere intitolato a Danilo Dolci per l’impegno che vi profuse): a distanza di cinque anni non ha mantenuto la promessa, e quindi non lo voto (ho anche altri motivi, ovviamente).

    3. avete visto, è vero, la tribuna politica alla quale il sindaco uscente non si è degnato di partecipare… cos’è? oltre che mentecatti perchè non lo votiamo siamo anche deficienti perchè crediamo nell’utilità di un confronto?
      e questo vi sembra normale???

    4. Racconto gustoso, con punti di verosimiglianza ed una colonna sonora d’eccezione (“take me down to the paradise city where the grass is green and the girls are pretty…”).
      Bravo!

    5. Per Adele: no, non è normale.
      Ma c’è un motivo.
      Cammarata è in vantaggio (stando ai sondaggi), e avrebbe solo avuto da perdere se avesse preso parte alla tribuna politica.
      La stessa cosa la fece il suo puparo, cioè Berlusconi, alle elezioni nazionali 2001 quando non volle fare alcun confronto con Cicciobello Rutelli sempre per lo stesso motivo di cui sopra, visto che i sondaggi pre-elettorali davano in netto vantaggio il centro-dx.
      Viceversa, alle elezioni del 2006, il puparo volle a tutti i costi fare il confronto con Prodi perchè i sondaggi lo davano indietro e, infatti, secondo alcuni (me compreso), riuscì a recuperare parte dello svantaggio (meno i famosi 24.000 voti alla Camera, risultati fatali per far scattare il premio di maggioranza di cui al “porcellum”, che andò al centro-sx).
      Concludendo: la scelta di Cammarata è deprecabile (dal punto di vista del cittadino elettore) ma è comprensibile alla luce di questo calcolo. Che poi il calcolo sia anche giustificabile, in democrazia, è un altro discorso.

    6. Che palle tutta sta politica!
      Diversificare lo’offerta????

    7. Coraggio Albi, fra qualche giorno sarà tutto finito…o no?
      Forse è solo l’inizio…

    8. Albi mi sa che toccherà farsi l’acchianata al santuario

    9. Cammarata non ha partecipato al confronto perche’non ha i mezzi per reggerlo e non perche’ in vantaggio nei sondaggi che comunque lo davano avanti di pochissimo(e non tutti)e quindi non erano tali da consentirgli tutta questa tranquillita’.Spero cmq che la sua assenza gli faccia perdere tanti ma tanti voti…..

    10. ad Albi: pensa che bello, dopo tutte ‘ste cene ed aperitivi, poter far riposare il nostro povero fegato stanco! mi sa che la tanto temuta prova-costume quest’anno si rivelerà pià ardua dopo questa campagna elettorale. finisce sempre tutto lì: a tarallucci e vino…

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