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martedì 16 apr
  • Notte prima degli esami, del 1977

    Diciotto annuzzi abbuccàti e una tensione da corde di contrabbasso, altro che violino.
    La Maturità nel 1977, anno rovente di contestazione, faceva ancora paura, timore per una commissione che veniva da fuori, tranne quello che veniva definito membro interno, che ci conosceva, unico appiglio in un mare tempestoso e aperto.
    Pomeriggio di scirocco africano, i libri messi uno sull’altro a formare altezze mai viste prima.
    Sulle rive dell’Oreto, non è uno scherzo, sulla collina che dà verso l’interno siamo in una casetta a ripassare fisica, filosofia, italiano, in realtà aspettiamo che un paio di galline anarcoidi facciano l’uovo, si, di pomeriggio, non sapete che delizia succhiarlo, con il doppio pirtuso, proprio caldo appena uscito dallo sfintere della gallina…
    Alla fine vince scirocco e decidiamo di scioglierci alle sette di sera, ognuno per i fatti suoi, quello che sappiamo, sappiamo.
    Mi telefona C., e mi fa: “Devo ripassare Fisiologia, vieni a casa mia così ti sbarìi e non pensi agli esami.”
    C. ha tre anni più di me, è una donna che tutto il Liceo conosceva per la sua sensualità e con la quale facevo pezzi di strada a piedi, all’uscita del Liceo, parlando di Kant, Lenin, del Brass e dei Cineforum del Cristal. Pur di poterla accompagnare, facevo a piedi un giro così largo che arrivavo a casa oltre mezz’ora dopo, a piedi, sempre a piedi, ma valeva la pena, era una ragazza con la quale potevi discutere di tutto, non bella ma di una sensualità incredibile e di un fascino mentale eccezionale.
    Mi aprì la porta di casa avvisandomi subito che la madre era con la sorella vicino Roma per una fase interregionale mi pare di pallavolo, che il padre vivesse in una città del nord perché separato lo sapevo. Ebbi un presentimento, suffragato dalle note del Bolero di Ravel che si sentivano provenire dal salotto. Pensai che quella notte, si proprio quella notte prima degli esami, avrei cancellato anni e anni di bricolage, di “fai da te” e per la prima volta avrei avuto accesso a cose mai provate.
    Pollo di rosticceria e patate fritte con maionese, annaffiati da Mateus ghiacciato, produssero un effetto insolito e straordinario, forse perché quell’attrazione era stata covata reciprocamente da oltre due anni, fatto sta che si fecero le undici e il direttore d’orchestra di quel Bolero, che aveva ripetuto un bel po’ di volte la sua performance, diede il suo ultimo colpo di bacchetta proprio quando anche io e C., arrivammo insieme a raggiungere le vette più alte che mai avremmo immaginato un giorno di raggiungere.
    Alle 11:15 uno squillare di campanello alla porta ci riportò bruscamente alla realtà, con uno scanto che non vi dico…. Chi poteva essere? La sorella eliminata dal torneo e rientrata con la madre con l’ultimo volo? Il padre separato si, ma che magari aveva bisogno di una carta o che ne so…?
    Era il portiere del palazzo, che aveva l’uso di ritirare l’immondizia a quell’ora, dietro buona mancia mensile.
    “Signorina si scordò l’immondizia, ah?”, così sentii nitidamente dal bagnetto di servizio dove mi ero rinchiuso, e credo che quel “ah” detto con quello strascico proprio di noi palermitani, volesse dire che quel satanasso aveva capito quello che era successo quella sera.
    Proprio la notte prima degli esami.

    Ospiti
  • 23 commenti a “Notte prima degli esami, del 1977”

    1. Ma neanche Moccia avissi pinsatu una storia accussì…

    2. e io che pensavo che ste notti prima degli esami epiche accadessero solo nelle canzoni o nei film…

      la mia è stata tristissima!
      davanti la tv a vedere una partita (ho fatto la maturità durante gl europei del 2004) e poi a letto… 🙁

    3. La notte prima degli esami ha sempre un sapore diverso…dolce o amaro poco importa, lo ricorderemo ugualmente per sempre.

    4. …è triste, ma io la notte prima degli esami non la ricordo
      ..ricordo però la notte prima di qualche esamone importante all’unioversità, quello si!

    5. La mia notte prima degli esami fu insonne e arrivai intronata il giorno del tema: uscì Manzoni..bei tempi era il 1989…Bravo, Giovanni. Bel pezzo.;-)

    6. A dire il vero neanch’io ricordo di preciso la notte prima dei miei esami..nonostante stia parlando di 4anni fa! E’ molto probabile però che per scaricare la tensione i miei mi portarono di forza fuori per rinfrescare la mente con un bel gelato (andato regolarmente di traverso e gustato come si manciassi cartone)!:D

    7. Ricordo nitidamente la mia notte prima degli esami. Estate 1990. L’Italia dei Mondiali. Le notti magiche cantate dalla Nannini. Semifinale Italia- Argentina. il giorno dopo avevo gli orali. Che ansia, per quella semifinale. Doveva essere il tripudio dell’Italia di Schillaci. Molto andò via quella notte.

    8. delizioso il racconto, ma non ho capito: svegliandovi alle 11 non ti pirdisti l’esame? e comu finì?

    9. anch’io ricordo la prima notte.. cioè scusate le notte prima degli esami!! ricordo era sera.. un rumore.. garibaldi sbarcava a marsala e noi studenti maturandi incrduli lasciammo i libri per accoglierlo allo sbarko

    10. Per tere, dovevo scrivere le 23,00 e invece ho tradotto mentalmente all’unnici=11,00.
      Grazie per il delizioso.
      Per Cicciolino, che vuole dire quello che hai scritto ? 🙂

    11. Il portiere bussa a casa di C. ogni santa notte alle 23:15 per ritirare la munnizza?
      Secondo me la sensualità di C. era nota oltre che in tutto Liceo anche in buona parte del suo condominio

    12. Giovanni, Diccilla tutta! A sera prima ri l’esami tinni isti a P…

    13. Bulgakov……neanche tu mi pari…!!!
      In quel tempo, quando c’erano i portieri negli stabili e la munnizza la ingloriosa A.M.N.U. la ritirava quando voleva, era uso che il portiere dopo cena acchianava le scale e si ritirava le buste che i condomini lasciavano davanti la porta.
      Poi a Pasqua e Natale si intascavano belle mancie.
      Sapendola in casa, ma molto probabilmente sapendola in compagnia, curioso e intricante come tutti i portieri venne a bussare…
      Ti assicuro due cose, che il fatto è vero ( accaduto a me medesimo) e che in quegli anni di esplosione di libertà, anche sessuale e senza spettro di AIDS,
      si saltava tutti di fiore in fiore , ragazzi e ragazze.
      C.era di quelle compagne impegnate con il fascino indescrivibile del nonsprecareparolenontipreoccuparefacciotuttoio.
      Resta inteso che C. è volutamente una sigla di fantasia e che non studiava Fisiologia.

      Baci per tutti

    14. Tony….ma che dici ??
      Il giro delle pulle lo facemmo il giorno dopo, dopo lo scritto d’Italiano.
      Guidati da un ora giornalista e autore di libri, 60/60 neanche a dirlo, un ora magistrato 60/60, un ora professore di medicina omeopatica 56/60 mi pare, altri tre o quattro di cui non ho notizie, facemmo il giro delle pulle per vicoli umidi e malsani, dove il profumo sdolcinato di cipria di sessantenni grasse imbellettate fino all’ osso pizziddru, sbummichiava fino al Corso V.Emanuele.
      Questo figlio di buona made, conosceva tutte e tutti i posti più agnuniati.
      Naturalmente vedendoci in otto e che eravamo un pò alticci, squttrinati, con sola voglia di fare casino, sgamavano che nessuno sarebbe entrato.
      A Piazza Marina finimmo il tour e ricordo l'”operatrice” che ci aveva con un bel sorriso avvisato che potevamo entrare anche a due a due…..se volevamo..

      Ciao Tony

    15. Giuanni in quel tempo io dovevo ancora nascere 🙂
      Sulla veridicità della storia non ho alcun dubbio (e anche se non lo fosse cu sinni futti è comunque ben scritta), sul fatto che C. alla fine degli anni 70 fosse molto “impegnata” manco!

    16. Giuanni, per questa volta ti credo. Ca perciò pure tu facevi i filini ad aspettare il 34? E di Citarda mi sai dire niente? Ma soprattutto u’ nanetto del 34 già bazzicava tra i passeggeri?
      Con simpatia.

    17. anch’io ricordo la ia notte prima degli esami.. compenetrato nei libri per gli ultimi ripassi.. ad improvviso una rumore di cannoni… è Garibaldi appena sbarcato.. lasciammo i nostri calamai per andare ad accoglierlo nel tripudio generale!

    18. Cicciolino sei un grande …. e ti ricordi che con Garibaldi c’era Rosolino u “Pilu” …
      ancora le cannonate nelle orecchie c’ho

    19. ^
      no, però mi rikordo il suo motto :”CHIU PILU PI TUTTI!”

    20. E si ! Quando si dice la STORIA
      E ti ricordi di Anita … e tutti a gridare VediGaribaldi, VediGaribaldi …. e tutti a rotolarsi a terra …..!!!
      Bella Epoca

    21. eh si..anche io 3 anni fa…GIORNO prima degli esami taglio i capelli a zero, ma non per iperbole,LETTERALMENTE!cortissimi, tanto che il giorno dopo tutti i miei prof stentavano a riconoscermi. Una notte tranquilla, col solo pensiero: questi riti di passaggio fanno notare sempre di più quanto ci costa crescere..:)..bene..dopo 3 anni quei capelli sono diventati più lunghi, ma quel tema sulle ambiguità del 900 lo farei così per come lo feci allora..:)

    22. Anch’io mi feci il giro delle pulle al vicolo marotta con tre amici sui quali è meglio sorvolare… al buio sentimmo un abbaiare di cani ed io, già in corso vittorio, gridai: -Ragazzi, non correte che è peggio!-

    23. ho una scommessa in corso: qualcuno si ricorda in che giorno ebbero inizio gli esami di maturità nel 1977 ?

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