Il giardino delle rose
Era estate. Saranno stati 10 anni fa.
Ho aperto il giornale e ho visto la foto. Una foto tessera. Morto sul colpo, a 42 anni. Sei stato sbalzato fuori dall’auto e sei morto subito. Inutile la corsa all’ospedale, come scrivono in questi casi. Non ho provato niente. Niente di niente. Anzi no, forse ho mormorato “l’eterno riposo”, ma a denti stretti. Forse avevo paura che mi venivi in sogno e ridevi ancora…
Chissà se, come dicono, mentre morivi hai rivisto tutta la tua vita scorrerti davanti…
Chissà se ti sei ricordato del giardino…
Non so come ho fatto, ma prima di rivedere la tua faccia su quella foto, non l’ho ricordato per 25 anni nemmeno io.
Era un bel giardino con le rose rampicanti, i gelsomini, c’erano gli alberi. Era grandissimo, o, forse, sembrava grandissimo a me che ero piccola.
Ero piccola.
E tu lo sapevi che ero piccola.
C’erano dei vialetti con i mattoni rossi e rose rosa. Mi piaceva perché mi sembrava di essere dentro la fiaba di Rosaspina. Giravo, osservavo, annusavo, stando attenta a non pungermi e a non toccare.
Non si toccano le cose degli altri. Ma volevo prenderne una.
Qualcuno lo capì
– “Vuoi una rosa, Marilina? Prendila, puoi prenderla”.
– “No…grazie”.
– “’Sti picciriddi del continente su’ timidi”.
– “Su’ troppu educati”, precisò qualcuno.
Era estate pure quella volta del gioco, me lo ricordo perché avevo un vestito corto, rosa di piquet. O forse era bianco. Mi piaceva perché potevo farci la ruota, fingere di essere una ballerina.
Tu ridevi, stavi con i grandi. Perché eri grande.
Vedo il giardino e tu che mi prendi in braccio. “Facciamo un gioco, picciridda”. Mi prendi sulle spalle e mi tieni per le gambe. Nude. Fa caldo. Il giardino “balla” da quella visuale e per un po’ rido contenta. Mi tengo alla tua testa. Se avessi capito, avrei potuto riempirtela di pugni e graffi quella testa.
“Talìa ‘u iardinu ‘i ccà supra! ‘Unn’è bellu?” e ridi. Non siamo soli. Tua sorella ci segue. E ride sguaiata anche lei. Il mio vestito di piquet è tutto spiegazzato. Penso che così non potrà più fare la ruota, forse… e le tue mani sporche non smettono di frugarci sotto. Hai le unghie nere.
“Ora cerco una bella cosa”, dici continuando a ridere con la bocca aperta. E quella ride con te.
È stato un lampo. Ho capito che non era un gioco. O meglio, non era il mio gioco. Era il tuo, era il vostro gioco.
– “Fammi scendere”
– “Chi è ‘un ti piaci cchiù?” e ridevi.
– “Fammi scendere. Non si toccano le cose degli altri”.
Lo dissi anche ai grandi, piano piano “Non si toccano le cose degli altri”, mi veniva da piangere e non sapevo perché.
“Brava, Marilina. Non si toccano le cose degli altri”.
Chissà se lo hai visto quel giardino e quelle rose mentre la vita ti lasciava…
Chissà se ti sei ricordato che ridevi…
Chi tocca un bambino tocca tutti noi lasciandoci sgomenti: “il silenzio è il sonno della ragione” ma quella bimba che sottovoce si ribellò ancora oggi, sommessamente ma con coraggio, parla alla gente e ne fa vibrare le corde più recondite.
Toccante
…perchè non è mai troppo tardi per dirlo!
Non c’è perdono per i pedofili… i bambini sono come gli angeli puri e innocenti è chili tocca crea dentro di loro una ferita che si porteranno a vita.
Per me il giardino delle rose era il piano del palazzo reale e le stanze della chiesa… si, della chiesa.
Il mio carnefice non era però un prete, bensì un confratello di quella congregazione. La classica persona di cui ti fidi perchè anche la moglie era una consorella.
Classico fu anche il contesto sociale dove avvennero le molestie: familiare. é stato mio zio.
Marito di quella sorella maggiore di mia madre che da tutti è sempre stata considerata la più buona. Lei non ha mai saputo nulla delle molestie.
Ai tempi, quando si scopri il fattaccio, decidemmo, (mamma decise per me) di non denunciare nulla per evitare di farmi soffrire.
Io invece continuai a soffrire, solo che fortunatamente ho avuto una famiglia magnifica che mi ha sostenuto e mi ha fatto passare un’infanzia, tutto sommato, felice.
In un periodo della mia vita l’avevo quasi perdonato, ma adesso che so che si è ammalato di depressione, che sta facendo passare una vita d’inferno a mia zia con le sue fisime.. bè, sono contenta, alla fine Dio mi ha reso giustizia sebbene non sia mai andato in carcere.
Mia zia l’ha saputo da poco. Dopo un primo attimo di sbigottimento e un tentativo di starmi vicina, ha pensato bene che io in realtà mi ero inventata tutto, in fin dei conti sono passati 20 anni…
Ma non ha capito che dai 7 ai 9 sono stati mesi e giorni di molestie di cui, lei, orba d’amore, non si rendeva conto.
Adesso spero che muoia.
Vorrei dire un’ultima cosa, non ai bambini, la vorrei dire ai genitori: guardatevi bene i vostri figli, credeteli perchè una bimba di 7 anni, se non vuole lavarsi, non vuole che la laviate voi vi sta manifestando il suo più grande problema, e non immaginate nemmeno la vergogna e il senso di colpa che prova..
ciao.
Non ci sono parole. Ma una lacrima, quella sì.
disarmante…
…
Da brividi.
C’è chi pensa che il pedofilo non è malato.
C’è chi vorrebbe equiparare la pedofilia all’omosessualità:
http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/esteri/prtito-dei-pedofili/prtito-dei-pedofili/prtito-dei-pedofili.html
Non considerate i pedofili com “diversi”, ma come malati.
Denunciateli, affinche possano essere curati!
Denunciateli, non fate come la mamma di Marilina!!!
e.c.
non fate come la mamma di cetty!
Io non posso immaginare neanche cosa si provi, come si possano superare certe violenze infantili…
so però che piccoli traumi te li porti dentro per sempre…per tutta la vita condizioneranno il tuo modo di rapportarti alle persone ed alla vita stessa…
per questo, a differenza del mio pensiero di massima, sono per la pena di morte per i pedofili e gli strupatori.
Ma non con un’iniezione fatale o con la camera a gas…torture..
torture da parte dei parenti ed amici delle loro vittime.
fino allo sfinimento.
Lo so, magari non è un discorso maturo…ma è l’unica cosa che mi viene in mente, e soprattutto mi viene spontaneo pensare per questi pezzi di merda.
Che schifo.
La pedofilia è forse il più grosso “mostro” del nostro tempo. I reati sessuali sui minori li viviamo come il più grande abominio possibile ed invochiamo pene esemplari e giustizia sommaria.
Peccato che si tratti di un tipo di reato indotto da disturbo della personalità/libido e che le pene esemplari poco possano come deterrente contro la pedofilia. Escludendo i pochi e rari casi di “predatori” pedofili, la stragrande parte delle molestie avviene poi fra le mura domestiche o comunque in ambito familiare o amicale, coinvolgendo zii, cugini, parenti acquisiti etc.
Sarebbe come dire che in un modo o nell’altro ognuno rischia di avercene uno in famiglia, di parente molestatore.
Gli studiosi di antropologia, che stranamente non vengono mai interpellati su materie del genere, potrebbero raccontare di usanze di alcune etnie per noi sconvolgenti e che prevedono che i minori vengano iniziati al sesso dagli stessi genitori… ma poi i veri pedofili ne approfitterebbero per cercare una base culturale per la loro devianza, per cui forse è per questo che tacciono…
Insomma, quello che volevo dire è che per quanto il crimine ci appaia infamante e disgustoso forse viene enfatizzato troppo. Più o meno come sta avvenendo con il terrorismo. Non è che in giro ci sono solo pedofili, anzi. Però il clima è tale che se ormai incontriamo un bambino sperduto in un parco o in un supermercato… lo lasciamo lì (se siamo maschi) perché se magari ci azzardiamo a soccorrerlo o a rincuorarlo c’è il rischio serio di finire in galera.
Pensate a quanti piccoli hanno subito e non hanno parlato, sono veramente tanti.
raccapricciante…
Di questo racconto alla fine mi restano soprattutto delle immagini. Da una parte rose, gelsomini ed un vestito di piquet, dall’altra le mani di un morto dalle unghie nere. Le prime le associo ad un giardino della mia città, ed era il Giardino Garibaldi, un coniglio di legno che mi portavo appresso ed un nascondiglio dove misi un giorno dei fiori strappati per avere un tesoro da nascondere. L’altra l’ho intravista l’ultima volta, non molto tempo fa. Un’immagine attuale: una città che è una bolgia di rumore, di frastuono, di corpi e di macchine che si agitano, “sudati” e sgradevoli, spazi angusti e accidentati dove la sporcizia o le intemperie o non so cosa hanno soppiantato ogni ricordo e sogno di sole e di mare, lasciando in cambio un incubo metropolitano. Son cose nostre i sogni ed i ricordi, nessuno dovrebbe toccarli, perchè sono forse l’unica cosa innocente che ci rimane. Innocente come un bambino.
Caro Isaia Panduri, la pedofilia purtroppo non e` solo un problema del nostro tempo. E` sempre esistita, ma e` sempre stata sottaciuta per vergogna, ignoranza “onore” familiare, connivenza, addirittura perche` in qualche modo “tollerata” tra le mura domestiche e fuori. Grazie al cielo ora viene denunciata e neanche con il clamore che le sarebbe dovuto. Quindi, per favore, non dire che e` una questione troppo “enfatizzata” altrimenti la giustifichi! Piu` se ne parla,piu` gente molestata uscira` allo scoperto e meno futuri pedofili avremo. Forse sai che in molti casi i molestatori sono coloro che da bambini sono stati molestati…
Ciao Marì,
mi hai messo un’ansia addosso che…, hai voglia a dirmi tutti che sono ansioso quasi paranoide perchè non lascio mai i miei figli a nessuno ( manco zii e parenti), non me ne frega niente.
Io e mia moglie stiamo rinunciando a parte della nostra vita, ma siccome lo facciamo volentieri, speriamo che serva a preservare la loro vita.
P.S. generalmente sono daccordo con ” nessuno tocchi caino”, ma contro chi fà male ai bambini…., bè, ….nessuna pietà.
Dany. Io non giustifico nulla. Dico solo che non mi sembra il crimine peggiore del mondo, per quanto a tutti possa apparire il contrario. Dal pdv legale e oggettivo la vittima (indifesa quanto vuoi, è questo che fa scattare l’orrore) non viene solitamente uccisa (soprattutto con le violenze in ambito domestico) ed i danni psicologici che probabilmente ha subito non è detto che le impediscano di condurre una vita normale.
Se mi metti sotto con la macchina e mi piazzi a vita su una sedia a rotelle… per me il danno è maggiore che non una molestia.
Ma, e condivido i sentimenti comuni, siccome i bambini sono creature indifese, ci lasciamo accecare dallo sdegno e saremmo pronti (io per primo, se toccasse una mia nipotina) a linciare seduta stante il pedofilo che ci capitasse a tiro.
Ma almeno io mi rendo conto che la mia reazione è spropositata e che per fortuna la legge invece riesce a mantenere il giusto distacco.
Poi, se si vuole scatenare la caccia al mostro a tutti i costi… davvero finirà che prima o poi ci rimetterà le penne qualcuno che stava solo aiutando un bambino per strada.
Tra l’altro, oggi è la giornata mondiale dell’infanzia!
ciao Danielo,
per molto tempo non sono stata d’accordo con mia madre per il fatto di non averlo denunciato. L’ho odiata per questo.
Però adesso, col senno di poi, penso che per me sia stato meglio.
Ci ha pensato lei a proteggermi, e, per come sono fatta io, troppo clamore avrebbe finito col farmi male e farmi crescere peggio.
Sai, erano anche altri tempi, parliamo di 23 anni fa. Non esistevano ancora tutte le strutture e tutte le associazioni che aiutano psicologicamente i bimbi in difficoltà.
Oggi, se dovessi avere dei figli, non esiterei un attimo a denunciare perchè, anche se malati, sono bravissimi certe volte a mentire e a passare per bravi padri di famiglia.
Nel mio caso il mio carnefice non era malato, ma un gran bastardo
un brivido corre lungo la schiena solo al pensiero che ci siano persone capaci di fare delle cose indicibili ai bimbi.
per inciso faccio parte delle forze dell’ordine e se dovessi trovarmi di fronte a qualcuno che si è macchiato di tale delitto non so chi dei due andrebbe in carcere e chi all’obitorio.
Si nessuno tocchi caino, ma soprattutto NESSUNO E RIPETO NESSUNO SI AZZARDI MINIMAMENTE ANCHE SOLO A PENSARE DI TOCCARE UN BAMBINO.
mamma mia…
Che schifo,ma come anzi,dove si trovala forza anche solo di sfiorare un bambino?
Non credo sia facile rivivere esperienze di questo genere, quindi tanto di cappello per il coraggio e la forza interiore!
Per il resto c’è davvero poco da commentare e molto da pregare per tutti coloro i quali hanno subito abusi e che ne portano i segni indelebili.
I BAMBINI NON SI TOCCANO… ma non credo gliene freghi qualcosa ai pedofili sparsi per il mondo.
La prima cosa che istintivamente mi viene in mente è la castrazione….ma non chimica: I picciriddi nun si toccano!!!
Denunciamoli sempre, anche se sono parenti stretti, papà, nonni, zii e denunciamo i loro complici, per il bene dei nostri bambini. Le leggi italiane sono abbastanza severe. Occorre fiducia ed oggi gli operatori di polizia sono preparati.