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giovedì 18 apr
  • Il “serracco” per Catania

    Abbiamo riso insieme per Giovanni Bivona (che presto finirà col suo spot in una mostra a Barcellona) e tanto. Questa settimana vorrei iniziarla con voi ridendo per Silvana Grasso, assessore alla Cultura a Catania, che non esita a usare il “serracco” (?!) per far saltare tutto ciò che impedisce alla città di «vivere solo di museo»…
    Avviate il video, parlarne è inutile. 🙂

    Sicilia
  • 34 commenti a “Il “serracco” per Catania”

    1. uno spettacolo… in tutti i sensi

    2. Un’idiozia, in tutti i sensi.

    3. A me non è sembrata così idiota o così comica, anzi, ha detto, secondo me, delle cose molto condivisibili con un tono magari insolito e sanguigno…

    4. la amo. santa subito

    5. Beh…le sue idee non sono poi tanto bislacche! I modi sono volutamente calcati e teatrali, ma la tizia non mi pare affatto stupida nè ignorante.
      Niente in confronto a Giovanni Bivona, lui è davvero un mitoooooo!

    6. “Serracco”, era serracco, non “serratto”, c’è una bella differenza, che diamine! E sottoscrivo quanto detto da Francesco e Maria Luisa.

    7. Secondo me è peggio di Vanna Marchi, cose da pazzi, poi ci vuole pure un po’ di umiltà, vivere di solo museo? Tutte le città siciliane hanno probabilmente 10 volte quanto presente in quelle cantine, e cmq i isitatori non si ammazzano mai all’ingresso per entrarci.

      Fossi catanase mi vergognerei da morire!

    8. La Grasso è una romanziera di non trascurabile successo. Interpreta il suo ruolo politico in maniera (studiatamente) eccessivo, esagerato, tracimante: come la sua scritura.
      Chi ha letto i suoi libri o i suoi articoli non potrebbe immaginare la sua “interpretazione” politica in maniera diversa.
      Pertanto più che ai modi, se ne abbiamo voglia, ci sarà da valutare i risultati.

    9. Fa un intervento da opposizione:invece sta nella compagine governativa della città: un’idiozia. O forse un gesto omeopatico.

    10. ma che importa la compagine? Prego, informarsi sul curriculum vitae della Prof.ssa Silvana Grasso. Non è una che passa e non lascia il segno. Gela lo sa. Ma non ha saputo “trattenerla”. E adesso questa città dorme sugli allori del famoso museo…e solo quello. 1oo mila abitanti senza cinema, senza teatro, senza un assessore come lei. Ahimè!

    11. E pensi che dopo la sceneggiata lascerà un segno? Sono i fatti concreti e i romanzi che parlano forte e chiaro. Una stravaganza come quella video (anche piuttosto sgradevole: con tanto di pillole, bah)è solo un’uscita isterica ed esibizionista che non rende giustizia alla persona e al personaggio. Sono sicuro che se ne renderà conto. A meno che non sia l’inizio della deriva.

    12. Beh, Bivona e Grasso sono eterogenei tra loro.
      Per coloro che non aprono i collegamenti ipertestuali ecco la bibliografia su Wiki della professoressa e scrittrice Silvana Grasso.
      Nebbie di ddraunàra, La Tartaruga, 1993
      Il Bastardo di Mautàna, Anabasi, 1994; CDE, 1995; Einaudi, 1997
      Nella tana del lupo, Einaudi, 1995
      Ninna nanna del lupo, Einaudi, 1995
      L’albero di Giuda, CDE, 1997; Einaudi, 1997
      La pupa di zucchero, Rizzoli, 2001
      Disìo, Rizzoli, 2005
      7 uomini 7. Peripezie di una vedova, Flaccovio, 2006
      Pazza e la luna, Einaudi, 2007

    13. Mi sembra un ottimo assessore, se si presentasse la voterei.
      Mi sembra molto fuori luogo accomunarla al grottesco Bivona.
      I suoi libri sono stravenduti e recensiti ottimamente.
      Le cose che dice, in toni sicuramente teatrali, sono giustissime!
      Ciao a tutti

    14. Urlare, grilleggiare, blaterare, esibire, ululare, agitarsi, delirare. Esito? Non mi convince neanche un po’: forse non vende abbastanza. Parliamone ancora così qualche copia in più, non si sa mai. Anche per mea culpa.

    15. Serracco, chiamasi serracco! Comunque, se agisce come parla sarà sicuramente il miglior assessore del pianeta!

    16. Beh, di certo è sanguigna, ma in fondo si parla dell’assessore di Catania, non della Scandinavia, quindi ci può anche stare. Indipendentemente da ciò che dice (criticabile o meno, siamo pur sempre in un paese civile), mi sembra che ultimamente si tessano le lodi di “comici” come Grillo che fanno del parossismo mediatico il proprio stile unico. Se va bene quello, perchè non dovrebbe andare bene quest’altro.

      ps: certo, sarebbe bello se si cominciasse a fare politica seriamente…ma questa è un’altra storia

    17. ragazzi ma state scherzando, romanziera di successo? ma sapete cosa è il successo? Se avessi avuto una professoressa così avrei chiesto il licenziamento in tronco. Che SCHIFO!

    18. ha una plomba assessoriale invidiabile…

    19. Luoghi comuni: in Scandinavia si può essere sobri. Qui, dalle parti nostre, se una è isterica e millanta successi, è sanguigna (dunque, sincera e da ammirare). Ma per favore.

    20. Nuvolepasseggere, non stavo “giustificando” il personaggio dietro l’alone del nostro tanto autocelebrato “stile mediterraneo”. Il punto è che, se la signora in questione è assessore, è perchè qualcuno (mediante voto) l’ha posta sulla poltrona. Mi sto sempre più rendendo conto che in Sicilia governano i personaggi che effettivamente vengono fuori dal giudizio elettorale, e questo perchè non si può chiedere a chiunque di avere la sensibilità politica e civica di un plurilaureato con stipendio da 10mila euro al mese.

    21. CATANIA – La presentazione di una denuncia al Questore in mattinata e la richiesta di una diretta televisiva della trasmissione di Raitre ‘Chi l’ha visto?’ dal Castello Ursino: sono le iniziative annunciate dall’assessore alla Cultura del Comune di Catania, Silvana Grasso, per cercare di ritrovare 51 tele “di pittori del Seicento” scomparse dalle cantine del maniero.

      Tra queste anche una piccola tela di Rembrandt, della cui presenza nei depositi del Castello Ursino sarebbe traccia in una catalogazione con una descrizione incompleta: “monaco che tiene in mano…”.

      “È una tela piccola – spiega l’assessore Grasso – che chiunque ha potuto arrotolare, mettere sotto un maglione e portare via. Forse esiste una foto”. Analoga sorte sarebbe toccata a altri 50 piccoli dipinti di pittori del Seicento, compreso a un Guido Reni.

      “I furti – ricostruisce – furono denunciati ai carabinieri nel 1995 ma da un funzionario dell’ufficio Anagrafe e non dall’assessore e la notizia fu taciuta per non fare clamore, alla siciliana, spegnendo quei riflettori che oggi io ho fatto diventare fuoco”. Adesso li cerca in Tv, sperando in aiuti per trovarli.

      26/11/20

    22. Il punto è uno: che se lei non avesse parlato in questi termini e con questi toni nessuno di noi saprebbe dell’esistenza dei tesori di Castello Urbino…sicuramente non è il miglior modo per fare politica, ma almeno il messaggio arriva….e varca le soglie del catanese…
      Mica stupido!!!!!!!

    23. Scusate il lapsus…mi correggo immediatamente ond’evitare d’essere insultata di qui a poco…..
      Volevo dire Castello Ursino
      😀

    24. stupenda, straordinaria, fa ridere da morire ma mi piace…tra giovanna d’arco e wanna marchi! amo le persone sanguigne che hanno coraggio di dire e…spero fare cio’ che nessuno dice e fa, non c’è che aspettare, è brava, incuriosisce e se aprira questo museo ci andrà mezzo mondo!

    25. mi-ti-ca! grande silvana grasso! silvana for president! 😀

    26. Porc…niente niente che quelle pillole hanno delle contrindicazioni che le mandano in tilt il sistema nervoso?:D Magari la prossima volta un abbigliamento più sobrio sarebbe meglio… Cmq Coraggiosa, adesso sono anche curiosa di leggere qualcuno dei suoi libri!!!Da tenere d’occhio…secondo me con questo temperamentino farà grandi cose
      P.S.Un saluto affettuoso e panormitano a Davide Rizzo (sperando non sia un caso di omonimia!!)

    27. certo, accostare Silvana Grasso a Bivona mi pare un po eccessivo.
      Vi invito a leggere la sua biografia prima di arrivare a giudizi affrettati.
      Per come la vedo io si tratta di un genio siciliano che utilizza la provocazione, l’enfasi e talvolta l’eccesso dialettico per proprorre questioni che altrimenti verrebbero assolutamente trascurate dall’opinione pubblica e dalla stampa.

    28. Perchè criticarla? Perchè ridere di lei? Perchè non prenderla sul serio? Forse vi piacciono di più gli Assessori silenziosi e poco attivi che l’hanno preceduta? E’ sicuro che non potrà fare miracoli, ma almeno ci prova. Non so se lo faccia solo per apparire, ma se anche fosse questo il motivo, cosa ci sarebbe di strano? Gli altri politici forse fanno diversamente? Beh, allora potrei dirvi che preferisco una Grasso che urla, sbaglia sostantivi e prova a far qualcosa di costruttivo per la sua Città che Assessori in giacca grigia con la puzza sotto al naso incapaci di metter su qualcosa di veramente Culturale o di coinvolgere i Cittadini. Io consiglierei di lasciarla lavorare e poi, in secondo tempo, tiraremo le somme. Buon tutto.

    29. In effetti meglio Gianni Puglisi….

    30. Ieri parlavo con un catanese di lei. Il problema sta nel fatto che una sua battaglia giusta nella sostanza (tutelare e mettere in mostra il patrimonio artistico cittadino) pecca di presentabilità nella forma (voi mi mettereste al suo fianco con “serratto” e pillole?) e culmina in frasi ad effetto (perché può essere soltanto un paradosso il pensiero che la città possa vivere di «solo museo») che la indeboliscono. A questo punto non posso non notare che anche Bivona dice cose sensate (e insensate). 😉

    31. Ma sai, la “ggente” ha bisogno di identificarsi con chi strilla: in fondo dice la verità, eccetera. Forma (e sostanza) non hanno più alcun senso. Tutti vorrebbero arrabbiarsi e fare un pò i grillo, e ora le grasso. Il ragionamento pacato (e dunque sovversivo) non ha più cittadinanza.

    32. @Tony Siino
      E daje co sto “serratto”… Scutatillu bonu l’audio, dice “serracco” (du voti sparti), accettabile italianizzazione di “serraccu” = segaccio. Si dice in Sicilia, ma pure in Sardegna. Il termine inesistente “serratto”, che hai sentito solo tu (e ci facisti puru u titulu), effettivamente sarebbe parecchio sdignusu, ma non l’ha detto, indi sdignusu mi risulta il titolo erroneo e il perseverare nell’errore.

    33. Chiedo venia e correggo. 🙂

    34. Ooh! 😉
      🙂

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