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venerdì 19 apr
  • “Cu nesci arrinesci”

    “Cu nesci arrinesci”, leit motiv di qualsiasi palermitano fin dalla tenera età…studi, ti impegni a scuola, vinci anche un’olimpiade di fisica (insomma, hai una bella testa!) ma “cu nesci arrinesci” imperversa; sono troppe le storie sentite (presunte o vere) di giovani cervelli che dopo soprusi vari hanno mollato tutto e non appena messo un piede in Continente (non necessariamente europeo), sbocciano come fiori in primavera; ma allora, quanto c’è vero del detto “cu nesci arrinesci”? Ovviamente, a livello siculo, non esiste grande evidenza empirica al riguardo, però è possibile fare alcune considerazioni teoriche:

    La causalità tra (cu) nesci vs. arrinesci, può andare da entrambi i lati, e vediamo di capire perché.

    1) cu nesci ==> arrinesci
    è possibile che le occasioni che si trovano al di fuori di Palermo (e della Sicilia/Italia in generale) possano favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità personale (non intesa dunque come imprenditorialità in senso stretto, ma anche il perseguimento degli obiettivi più alti di tipo accademico: PhD, pubblicazioni sulle riviste più prestigiose..), per non parlare dell’accesso al credito: la stessa idea, nelle condizioni offerte dal mercato panormita potrebbe non trovare nessun finanziatore, mentre, se esportabile, potrebbe divenire vincente in altre località;
    in questo caso però, il fattore determinante per il successo dell’emigrante palermitano non sta tanto nelle sue capacità individuali, bensì nella bontà delle condizioni di contorno (variabili esogene per l’appunto);

    2) arrinesci ==> cu nesci
    in economia si studia un fenomeno detto di “autoselezione”, ovvero, una situazione in cui gli individui si “auto-selezionano” per l’appunto, con gli individui in cima alla distribuzione (operata in base ad una variabile che può essere reddito, istruzione o altro) fanno una determinata scelta, mentre gli altri individui, a livelli più bassi,ne fanno un’altra; un tipico esempio è quello dell’emigrazione: gli individui con più talenti, attratti dalle maggiori possibilità di formazione, nonché dai rendimenti maggiori, decidono di lasciare il luogo di origine verso altre realtà, spesso con maggiori diseguaglianze sociali (tipico esempio, UK); è la cosiddetta “fuga dei cervelli” quando è caratterizzata solo dagli ultimi decili della popolazione;

    Conclusione
    Sento già il vocio di alcuni che dicono “tale’, questo qua ha scoperto l’acqua calda”; beh, compito degli economisti è di mettere nero su bianco l’acqua calda, in maniera tale che non ci sia uno che possa dire “ma io non sapevo accendere lo scaldabagno!”; la risposta è, come spesso accade, che entrambi i meccanismi sono in gioco, con il risultato che tante energie preziose per la nostra città scappano, portando le loro capacità o comunque il loro contributo in altre città/nazioni; in ogni caso, si tratta pur sempre di scelte personali, magari non condivisibili, però sempre da rispettare: è gioco facile contestare a chi è rimasto che l’ha fatto per comodità e tantomeno a chi è partito che ormai non ha più nulla a che spartire con questa città (ebbene si, affermazioni del genere sono comuni anche fra i commenti di Rosalio,come se lasciare Palermo fosse una colpa!);

    tutte le energie migliori vanno unite allo scopo di dare di nuovo lustro e dignità alla nostra vituperata Palermo: al tempo di Cammarata e della Globalizzazione (prego, considerare negativamente solo il primo fattore!) le patenti di sicilianità sono solo una dimostrazione di provincialismo.

    Ospiti
  • 4 commenti a ““Cu nesci arrinesci””

    1. Cùnsala comu vuoi, sempre cucuzza è!
      (= il titolo del post corrisponde a verità)

    2. io personalmente sono andato via da Palermo contro la mia volontà, adesso qui a Milano mi occupo di trading e customer care.

      io niscivu e arriniscivu ma sinceramente preferivo restarmene nella mia terra a lavorare, purtroppo non ho mai avuto la possibilità di farlo; tuttavia allo stesso tempo devo ammettere che, in ambito finanziario, un anno fatto qui a Milano ne vale almeno 5 fatti in qualsiasi altra parte d’italia.

      La cosa che mi fa tanto piacere è che nel mondo della finanza ci sono un casino di siciliani.

    3. Purtroppo si fa di necessità virtù. Ogni volta che torno a casa amici e parenti mi chiedono se esista una speranza per un ritorno in Sicilia; i fatti di casa nostra mi spingono a rispondere che non so cosa venirci a fare.
      Se in Italia, e a Palermo in special modo, non conosci qualcuno che ti “rispetti” non ci sono lauree o professionalità che tengano, non resta che andare via, almeno una schifezza di lavoro lo trovi senza annullare la tua dignità implorando l’aiuto del politico o del mafioso, che ohimé troppo spesso coincidono.
      Un saluto dalla capitale!

    4. “Cu nesci arrinesci”: ma non ci hanno mai detto bene a cosa..?

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