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martedì 12 nov
  • Ride il telefono

    Ho deciso: domenica prossima apro un banchetto a piazza Marina. Per vendere cosa? Musichette per i telefoni, che diamine! No, no: non le suonerie dei telefonini che quelle si scaricano dalla rete e c’è di ridere per le minchiate che si riescono a trovare. C’è perfino tutto il capitolo regionale con abbondanza di friscalettu e scacciapensieri oppure di voci simulate che gridano: «A ttia vuonnu!», oppure: «’U messaggiu arrivò». Tutta roba, temo, inventata dai polentoni perché noi non è conto che siamo così materiali, è giusto?
    No, io parlo proprio delle musichette che ci infliggono quando telefoniamo a qualche ufficio e attacca il disco mentre il centralino è troppo impegnato a sciarriarsi con la moglie o a infrisare con l’amante. A tipo «Le nostre linee sono tutte occupate e, malgrado la sua telefonata sia molto importante per noi, non possiamo rispondere subito ma la invitiamo a rimanere in linea. Un operatore le risponderà appena possibile, Grazie per aver chiamato». Grazie un cazzo! E nel frattempo ti intrattengono con la musica. Non sarebbe una cattiva idea, intendiamoci. Solo che sono musichette troppo brevi mentre con le attese che ci infliggono potremmo sentire l’intera hit parade del giugno 1969 con l’Equipe 84 al primo posto con Tutta mia è la città e Doro Ghezzi all’ultimo con Casatschock. Oppure i greatest hits dei Teppisti dei Sogni. No, sono musichette di 8/10 nanosecondi che si ripetono a tipo lampi della discoteca. Ti ammazzano il timpano dopo i primi 30 secondi. E quando stai insordendo e allontani la cornetta dall’orecchio, ecco che ti rispondono: «Dica…». Tu non senti e loro: «Grazie di aver chiamato», e mettono giù.
    No, io penso a un’altra cosa. Intano a una cosa attiva. Cioè, sono io che metto la musichetta da fare sentire a chi telefona e ho sperimentato un sistema che metto una cosa diversa a secondo di chi mi chiama. Troppo forte.
    Allora: nel mio banchetto a Piazza Marina metto il prodotto con una specie di menù come si fa per le pizze così chi vuole può scegliere le varie musichette e le parole appropriate a seconda delle sue necessità. Dunque, come dicevano nelle vecchie pubblicità delle prime tv private, ecco alcuni esempi.
    Settore parenti. Se a chiamare è la suocera, attacca Renato Zero con «Il triangolo no, non l’avevo considerato». Le parole adatte sono «Mamma, sono esente. No assente, proprio esente. Se cerca a sua figlia, non c’è che è andata dal parrucchiere. I suoi nipoti sono a cornutiare strade strade. Grazie per avere chimato. Con l’occasione le ricordo che l’esenzione potrebbe protrarsi per alcuni anni». Se a chiamare è il figlio Steven, attacca la musichetta di Calimero che poi è la Danza Turca di Mozart. La frase è: «Siamo in ballo e dobbiamo ballare quindi non ci scassare. Piccioli non ce n’è, vai a rubare al largo pezzo di cosa inutile che non sei altro. Grazie per avere chiamato. Va’ travagghia». Se invece chiama Sciantal, la figlia femmina, mettete la musia di Body Guard dove avete aggiunto la vostra voce a tipo Kevin: «Picciridda, angelo della mia vita. Lo so che vuoi. Lo so che hai visto una magliettina che ti stà troppo carina e poi, che fortuna a trovare la XXXXL, la tua misura. Lo sai che papuccio tuo te la va a comprare a lampo. Ma almeno questa canzone d’amore te la devi assuppare tutta e poi scoprire se ci sono oppure no». Perfidia di padre innamorato. Se a chimare è Enzamaria, la moglie: Potete scegliere Tanta voglia di lei dei Pooh solo solo per dire: «Mi dispiace devo andare…». Aggiungete: «Le nostre linee sono tutte impegnate. Le tue orecchine pure. Al Monte di Pietà». Di cui: «Se stai telefonando per dire che il signo’ De Lisi ti vuole vendere la sua macchina, ti ricordo che domani dobbiamo pagare la rata del Kirby aspira tutto che tu usi per aspirarmi quello che so io. Quindi cammina a piedi che ti fa pure bene che sei un’arancina coi piedi».
    Settore ufficio. Se a chiamare è il centralino dell’azienda (pubblica o privata che sia: i centralini di tutto il mondo sono uniti già da tempo) mettete senza dubbio la Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak che è bella maestosa e fatela durare tutta. Perché, se alla fine il centralino è ancora la, allora la cosa è vero importante. Per questo, ad ogni buon conto, fate sapere: «Siamo momentaniamente in malattia. Tutti pari pari. Per una volta voglio essere come il sale: quando mi cercate non mi trovate. Prima mi sbattete sempre in faccia che nessuno è indispensabile, poi mi venite a circoncidere il prepuzio?». A questo punto attaccate la marcia trionfale dell’Aida. Se a chiamare è la segretaria del direttore, attaccate Bella senz’anima di Cocciante. E dite: «Siamo momentaneamente in pace col mondo intero. Spiacente che ella abbia dovuto sospendere il trosgrosò (poi vi spiego che cosa è) al principale per venire a cercarmi. Ma forse qualche consiglio ce lo posso dare….». E fate coincidere la fine della frase col punto in cui Cocciante dice: «Adesso spogliati come sai fare tu…».
    Settore affari. Se a telefonare è il direttore della banca dove avete il conto bello trivellato dalla manovra economica di Tremonti, vi suggerisco la Cavalcata del Guglielmo Tell di Rossini così quello, che magari era convinto, di farvi una gran cazziata e di convocarvi «nel più breve tempo», invece, di cronte al “crescendo” si angoscia e capisce cvhe non state scherzando. Alla fine gelatelo così: «Sono definitivamente assente. Grazie per aver chiamato». Il resto aggiungetelo voi.

    Le notizie impossibili, Palermo
  • 5 commenti a “Ride il telefono”

    1. ahahahahahah………….bravo!!!

    2. 😀 geniale
      lo vendiamo!

    3. post stupendevolissimo. grazie mi hai fatto sorridere !

    4. ahahahahahahah………..sempre complimenti per questi post stupendi che fanno sbellicare dalle risate ma descrivono perfettamente la realtà di tutti i giorni!!!!!!!

    5. Billiiiiii….ma come ti vengono!!!
      sono in lacrime dalle risate…e che fine analisi dei tipi e della società traspare!!! la più bella è quella della moglie e delle orecchine:incomunicabilità coniugale e bilancio familiare in rosso…resto in attesa di precise notizie sul trosgrosò…ma ritengo che sarà argomento di un prossimo post.

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