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martedì 19 mar
  • Food&beverage: vademecum per i non avvezzi

    Una delle attività che gli studenti fuori sede praticano più spesso oltre studiare, è, manco a dirlo, mangiare. E bere, di conseguenza.

    Sembra non si possa fare altro. Perché quando si è concentrati su un libro particolarmente ostico le pause, per i non fumatori, gira vota e firrìa, riguardano sempre quell’antico, indispensabile e nobile elemento, senza il quale la nostra vita avrebbe fine: il cibo.

    Deliziarsi con una brioche col gelato, gustare un panino alla piastra, o sorseggiare una birra o un bicchiere di vino rosso diventa quasi un appuntamento imprescindibile al quale pochi sono in grado rinunciare. E così va a finire che oltre ai pasti canonici, che assomigliano solo vagamente ai pasti normali che tutti fanno nelle loro case d’origine, ne spuntino fuori, pi ddiri picca, almeno altri tre.

    Ma andiamo con ordine.

    LA COLAZIONE: è il pasto più importante della giornata, dicono i nutrizionisti, sempre che nel frattempo non sia nata una nuova corrente di pensiero. Per gli studenti fuori sede, alle prese con lezioni in orari “inverosimili”(dalle 8 alle 10, dalle 10 alle 12) può subire giornalmente degli sbalzi di orario, dipende anche dall’ora in cui vi siete arricampati la sera prima. Ovviamente quando avrete deciso di non seguire più le lezioni delle 8 (e accadrà prima di quanto voi immaginiate) l’orario della vostra colazione si stabilizzerà inevitabilmente. Solitamente si compone di latte o caffè, cereali o biscotti ecc, cose normali che mangia qualsiasi altro essere umano. La colazione non è particolarmente onerosa né impegnativa da preparare, quindi, salvo casi individuali in cui tutto è possibile, tipo tranci di pizza fredda della sera prima, è abbastanza simile a quella che ci preparava (ahimé ora non più!) la mamma.

    IL PRANZO: il pranzo già diventa più complicato, perché spesso si torna tardi da lezione e si inviano sms ai coinquilini, del tipo “cala la pasta che sto arrivando”, mettendo poi nel piatto quello che capita prima: una lattina di tonno, un sugo appositamente preparato dalla mamma e suddiviso in tanti piccolissimi contenitori da tirare fuori dal freezer (io personalmente mai avuti), o, nella peggiore delle ipotesi, un sugo pronto. Dopo i primi mesi da studenti fuori sede diventerete espertissimi sui sughi pronti, che prima schifiavate e ora diventano la materia prima dei vostri pranzi, soprattutto quando invitate all’improvviso un/una collega con cui avete deciso di studiare e con il/la quale non volete fare la malafiura di preparare la pasta al tonno con la lattina di tonno abbuccata. Ammettetelo dai. Alcuni di voi, per sparagnare tempo o semplicemente perché v’abbutta (soprattutto noi maschi vero?) preparano la pasta al tonno semplicemente svuotando la scatoletta e versandola direttamente sulla pasta, senza l’ombra di un soffritto, senza un po’ di condimento, senza aglio, senza origano! La mia ragazza, per sopperire alla mancanza di olio (com’è che manca sempre qualcosa?) si è inventata il soffritto con l’acqua, se lo ricorderanno bene i suoi colleghi. Sì, dopo vani tentativi di cucinare roba sofisticata, deciderete che la lattina di tonno abbuccata, quando non c’è il sugo della mamma, va benissimo. Io e i miei coinquilini del primo anno, tanto era la vilitate di cucinare, ne abbiamo comprato una cassa da 96 lattine, e avevamo il pensile pieno, stile casa di Fantozzi quando Pina, innamorata di un panettiere, aveva pane ovunque.

    LA CENA: la cena dello studente fuorisede è povera e, solitamente, monotematica. Quando non c’è pollo c’è…pizzaaaa. La migliore amica degli studenti. Meraviglioso quando al termine di una giornata stressante a gironzolare a piedi tra i vari dipartimenti a inseguire i professori qua e là in tutta Palermo, il vostro coinquilino vi propone: «Stasera pizza??» «E quannu mae!!». E poi in molti casi ad ogni pizza ti regalano pure una lattina. Cosa c’è di meglio? Soddisfatti, credendo di fare un affare comprando pizza e lattina a 3,80 mangiamo la nostra pizza sottilissima che sembra quella congelata del supermercato (chissà con che ingredienti è fatta..pensiamo un pochino in colpa).I primi tempi a mensa, poi sempre più spesso a casa e quando si hanno più soldini a disposizione direttamente in pizzeria. A tal proposito è da segnalare una certa pizza con cornicione ripieno, ma dovete prenotare dieci anni prima, la fila solitamente è interminabile. Inutile ricordare che la cena spesso, specie nelle giornate di primavera, viene sostituita dall’apericena, mutuata dalle grandi metropoli e ormai parte integrante anche di molte città siciliane. Momento in cui “food&beverage” si fondono inevitabilmente.

    MERENDE VARIE: Ovviamente oltre i tre canonici pasti la giornata viene condita di altre innumerevoli occasioni per mangiare. Ce le inventiamo davvero tutte pur di farlo. Devo dire che qui io sono un vero artista, un trascinatore di folle. Cosa c’è di meglio, nel bel mezzo di un pomeriggio o di una mattinata di studio tra colleghi/amici/ospiti vari che si trovano a passare da casa tua, di esclamare: «Che fa, ordiniamo un gelato??». E dopo i primi, deboli (per scacciare i sensi di colpa) «noo, sono piena!» (solitamente le ragazze) o «noo, l’ho già preso stamattina!W (i ragazzi)…tutti decidono che sì, è necessario ingozzarsi di gelato. Anche perché Palermo è piena zeppa di gelaterie o di paninerie che fanno servizio a domicilio. E quindi, tra un panino e un gelato, comunque sia, ‘a jurnata è fatta.

    La sera, quando non si è sotto esame o non piove, si esce. E qui, la priorità diventa il bere, ma anche il bere e mangiare insieme, ovviamente. Alcuni luoghi cult, per gli studenti, ma anche per i palermitani, sono:

    LA CHAMPAGNERIA: in origine indicherebbe un locale, ma per estensione un po’ tutto il quartiere, costellato di locali, davanti al Massimo. Qui la priorità sta al kebab. Tutti conoscono quelle quattro stradine, quella piazza dove il profumo orientaleggiante della tanto diffusa pietanza fa da padrone. La mia ragazza ne va pazza, a me non piace, quindi ogni volta che lei mangia felice il kebab con tutto quel trionfo di salsine (tra cui la “famosissima” salsa di barbabietola), io sono costretto a ripiegare su una sottilissima e banalissima pizza (che nei locali deputati al kebab non è certo una specialità) o a ingozzarmi di mozzarelline impanate che, non si sa per quale strano motivo, sono sempre contate. Ogni volta si scommette sul numero e guarda caso sono sempre incluse nelle dita di una mano. Ma del resto sono buonissime.

    BALLARÒ&VUCCIRIA: se è vero che alla Champagneria si può bere normalmente, la frontiera del “low cost” spetta senz’altro a questi due luoghi. Come tutti sanno, di giorno celebri mercati, di notte luoghi d’incontro decisamente caratteristici. Ballarò e la Vucciria ad alcuni inesperti avventori possono apparire spaventevoli: una violenta vitalità, un misto tra fumo (di natura varia), bottiglie rotolanti per terra e musica sono i presupposti di chi si imbatte in questi luoghi dall’ambientazione surreale. Senza contare le suggestive estemporanee dell’artista austriaco Uwe Jaentsch a piazza Garraffello, che dalla Vucciria è stato adottato. Per lo studente che vuole stare in compagnia, passare la serata e bere spendendo poco è un paradiso terrestre, o un nirvana, dipende dai punti di vista!Spesso sedie improvvisate sono le casce di birra trovate nei pressi dei “locali” (garage sbarrachiati per l’occasione). Tutti sono contenti di spendere poco per un sofisticato cocktail o per della birra, salvo poi esclamare: «Che laaario! Ma chi c’è rintra??». Ma si sa, a volte alla gente piace essere masochista. Anche perché, di questi tempi, guardare al low cost fa decisamente “cool”. Avanti dai, lo pensate pure voi. E voi ragazze non ridete, come se un’idea del genere fosse ridicola. Se uno dice “è economico” è uno sfigato. Se dice “low cost” è cool. Non fa una piega! Comunque sia, per chi non riesce proprio a farne a meno, ovviamente qui potrete gustare il classico cibo da strada palermitano (che io non ho mai assaggiato e mai assaggerò!) e panini imbottiti vari, ma anche della frutta. L’altra sera passando per la Vucciria ho visto anche un tipo di mangiare che almeno da noi a Trapani è tipico delle scampagnate primaverili: le cipolle con la pancetta. Naturalmente arrostite rigorosamente tra le gente in un improvvisato barbecue.

    VARIE ED EVENTUALI: di occasioni per mangiare e per stare in compagnia, come ho detto, a Palermo ce ne sono a bizzeffe. Tra gli ormai sdoganati aperitivi, i famosi pezzi di rosticceria, le pizze con bordo ripieno, le arancine bomba, le fette di setteveli varie (io ne prediligo una in particolare, con tanto “croccante” sotto), i cornetti in un certo chioschetto vicino al tribunale (da provare il b/n!), le grattatelle nelle sere afose di luglio (che come noi studenti sappiamo è un periodo simpaticissimo, costretti a stare a casa a studiare con 30 e passa gradi mentre tutti sono al mare) o il “gelo di anguria”, la città offre davvero una rosa di scelte considerevole, anche se a volte la qualità non è all’altezza del nome, per cui ponderate bene!

    IL CAFFÈ: merita uno spazio a sé. Per gli studenti fuori sede diventa una vera e propria panacea, un nettare inebriante e un piacere irrinunciabile che riempie le pause-studio e che canalizza i coinquilini in cucina per quella chiacchiariata di mezz’ora compresa di sigaretta che fa dimenticare temporaneamente il numero terrificante di pagine da studiare entro la fine della giornata. Da secoli ormai compagno fedele dell’umanità, in ambito studentesco declinato anche in forme improponibili (il celebre caffè dello studente, DA NON PROVARE), il caffè accompagna gli studenti per tutto il loro corso universitario e il bello sta proprio nel rito della preparazione: da quel “chi vuole caffèèè??”, al fiondarsi di tutti i coinquilini in cucina sbucati dalle loro stanze, alla manualità lenta e doviziosa con cui si prepara la moka. La macchinetta per noi studenti è un optional decisamente superfluo. Abbiamo proprio voglia di perdere tempo per prepararlo, il caffè. Stranamente, il momento della preparazione non crea neanche discussioni su chi debba lavare la caffettiera, mentre per i piatti, chissà perché, si accumula una pila interminabile che arriva fino al tetto e si dimenticano “stranamente” e inevitabilmente i turni. La caffettiera è democratica, unisce tutti e partecipa al mantenimento della quiete. Io personalmente ne aspiro gli effluvi con le narici prima di berlo per sentirne i benefici e giungere ad una comunione totale tra mente e corpo. Altro che yoga! A tal proposito vorrei sdoganare l’utilizzo del decaffeinato: è vero che non ha lo stesso effetto eccitante di quello normale ma il sapore è invariato. Quindi, se lo prendete semplicemente perché vi piace l’aroma, potete permettervi una tazzina in più anche in orario più tardo!

    AL MARE: con l’arrivo dell’estate arrivano anche i primi tuffi al mare, i primi “soli”. L’altro giorno a Mondello ho scoperto l’esistenza di un nuovo cibo, a quanto pare gettonatissimo, che io non ho assaggiato, e che comunque mi risulta difficile far conciliare con la spiaggia: la, a quanto pare famosa, pollanca. Per chi come me non la conosce si tratta di una pannocchia di granoturco che i fantasiosi venditori ambulanti pubblicizzano con stornelli e rime, stile cocco. Palermitani, toglietemi una curiosità: ma come si mangia ‘sta pollanca??
    L’ho vista tirare fuori da bauletti, è calda, fredda, cruda..com’è?? Non riesco a capire come riscuota tanto successo, non sembra invitante, ma magari mi sbaglio! Che riscuota successo è constatabile dal fatto che è abbastanza ambita dai bambini: una signora ha rincorso un venditore che sciorinava una serie di rime dicendole: %#171;C’à rassi ‘na pollanca a’ picciridda!». o, ai miei tempi, impazzivo per le granite! Buona estate a tutti!

    Ospiti
  • 18 commenti a “Food&beverage: vademecum per i non avvezzi”

    1. La pollanca è semplicemente la pannocchia bollita. Ma ti pare possibile mangiarla cruda???

    2. “Senza contare le suggestive estemporanee dell’artista austriaco Uwe Jaentsch a piazza Garraffello, che dalla Vucciria è stato adottato” ???
      Meritava una denuncia !!!
      http://palermonascosta.blogspot.co.at/2012/04/prendi-larte-emettila-da-parte.html

    3. @salvo:nella mia, se ppur breve, esperienza di vita ho imparato che poche cose sono impossibili!;)
      @maria:l’ autore del post che hai citato si definisce da solo:capisce poco di arte;)

    4. caro vito fa sorridere il tuo post. . .tutto vero,ma non dobbiamo dimenticare che in tutto questo c’è una buona parte di noi studenti/esse che impara a cucinare proprio a palermo,si scambia ricette prelibate,magari tramandate da cugine,cognate,zie, torte fantasiose,tiramisù eccellenti e sughi del momento che diventano veri piatti che a sua volta tramandiamo alle amiche!!!!!
      Ma il pasto che + mi delizia è la merenda. . .naturalmente fatta di patatine di vari gusti,le + ambite sono le+gusto,per non parlare delle caramelle gommose e la liquirizia…Sfatiamo il mito della dieta. . . NOI STUDENTI MANGIAMO MANGIAMO E MANGIAMO….NEI MOMENTI DI PAUSA SI STUDIA!!!!!!

    5. Sono stata catapultata con grandissima gioia dentro quei ricordi di vita spensierata e serena.. ogni immagine rievocata ed emersa tra le righe di questo post mi ha fatto ritornare alla mente tante e tante sfumature di una delle parti migliori della mia vita, a cui rimarrò romanticamente e nostalgicamente legata, credo per sempre! Grazie Vito per questo piccolo immenso dono durante l’ennesima giornata di studio matto e disperatissimo purtroppo, ahimè, ormai in solitaria.. ora come ora mi manca persino la pasta al tonno con il soffritto a base d’acqua! 🙂 «Che fa, ordiniamo un gelato??»
      ps. per quanto riguarda la pollanca mi sento in dovere di farti recuperare dunque… mi prendo l’onere di iniziarvi quanto prima!!! 😉

    6. BEllissimo, ricordo volentieri il cosino per filtrare il latte del mio coinquilino per eliminare il velo che si forma!! Hahaaha
      E ancora la piadina col tonno!! Pranzi da Re!! Hahah
      P.s. Occhio al tonno! Scatta o allarme mercurio!!:)

    7. è un peccato che non riesca a ricordare le rime del venditore di pollanche!una vera perla di poesia folklorisitico-alimentare!eheheh

    8. dimenticanza imperdonabile:la bomba di ballarò!sorry

    9. ahahahahh….tante risate e la vecchia ricetta della pasta con la lattina di tonno “abbuccata” che ritorna di moda quando mi ritrovo da solo all’ora di pranzo!
      Il caffè dello studente è la prima bevanda della quale ho sentito parlare qndo per la prima volta ho messo piede a Palermo….per mia fortuna mai provato!
      Una cosa che sono deciso di fare: Chiedere lo scontrino fiscale al seguito dell’acquisto di food&beverage in un qualsiasi locale della vucciria. 😉

    10. Bravo, Vito, complimenti!
      Con i tuoi articoli fai rivivere dei momenti indimenticabili della nostra vita da studenti universitari fuorisede adottati dalle splendide città siciliane, come Catania nel mio caso.
      “Chi vuole un caffe?!!” ahahah 🙂

    11. Pasta con lattina di tonno o VONGOLE “abbuccate”, sugo con soffritto di cipolla e acqua, pizze, panini e gelati, ma quando si decide di cucinare “più sano”…si mangiano i resti per circa un mese! Quando si scopre che a Ballarò il pesce lo regalano, cozze e gamberetti,cucinati in tutte le salse,non mancano mai a casa D’Uscio. Quando finalmente passato un esame, si decide di festeggiare cenando con un quintale di tiramisù, con savoiardi “zuppi” di caffè a casa D’Uscio la notte diventa giorno.
      Vito ti aspettiamo a Palermo per praticare una delle attività che tu studente fuori sede pratichi sempre invece di studiare: mangiare GELATI.
      Tania

    12. il cornetto del tribunale è una squisitezza, alla nocciola o b/n!vito..la dimenticanza della bomba di ballarò è imperdonabile..;)

    13. ahahahah..tutto vero!!i pranzi dei coinquilini, le cene..la pizzaaaa..mitici ballarò e vucciria!

    14. mitico soffritto con l’ acqua 😉

    15. Vito…questo articolo è semplicemente spettacolare!!!leggendo queste righe,oltre a sorridere e ridere di gusto,sono stata invasa dai ricordi!!!ogni parola,mi ha riportato nelle giornate che ho vissuto a palermo!!!le ho sperimentato tutte le trovate per far pausa e ho mangiato di tutto pur di accrescere il tempo “MERITATO” di dolce far nulla prima di conckudere il mio programma giornaliero di tot pagine da studi!!!uno spuntino può risultare troppo gratificante!!!io in fine,dopo la solita pasta:panna e funghi(in scatola),ai fornelli,sn migliorara e nei week_end ancora un pò lontani dall’esame,dopo una settimana ricca di cibi preparati in 2 secondi,mi dilettavo in qualche ricetta prelibata che sfoggiavo invitando qualcuno a pranzo!!!c’è molto da dire riguardo al cibo durante gli anni universitari e tu hai saputo fare un’ottima sintesi!!!! 🙂

    16. Bravo Vito hai fatto un bellissimo articolo…..mi sono ritornati in mente quei pochi mesi passati a Palermo come studente.Hai saputo sintetizzare ottimamente la vita ke svolge uno studente,a Palermo,per quanto riguarda l’alimentazione…..CONTINUA COSì…..

    17. estycazzy che notizione

    18. poi passano i Nos e chiuinu tutti quanti

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