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venerdì 19 apr
  • La carne di Ustica

    È impossibile mangiare carne (o formaggio) se si è turista nelle isole! Ustica, Lampedusa, Procida, Salina o Vulcano. Non importa: al ristorante è obbligatorio mangiare pesce. E per chi non ci sta ecco la tristissima fettina ai ferri, scongelata. E dire che le isole pullulano di macellerie (o carnezzerie). Ma nessun canale collega questi esercenti con i ristoratori.

    Ma che pesce si mangia nelle isole ad agosto? Fresco? No! Pescato dai pescatori locali? Non ce ne sono più di pescatori locali! Le ultime testimonianze risalgono ai tempi del «pesce spada pigghialu, pigghialu…» di Domenico Modugno.
    Insomma pesce scongelato, magari di provenienza oceanica pagato, però, come pesce fresco appena tirato fuori dalle acque cristalline a poche miglia dalla costa da immaginari pescatori del luogo!

    Io sono stato a Ustica per una brevissima vacanza lampo. Al momento dei consumare la prima cena al ristorante (da Umberto) mi sono accorto della mancanza, nel menu, di pietanze a base di carne. In ogni ristorante usticese si rìtrova pesce di ogni specie cucinato nei modi più svariati con o senza pasta: calamari o totani al forno, spigola ai ferri, spada grigliato, orata al cartoccio, fritto misto, polipetti murati, palombo in umido, scorfano in salmì, merluzzo alla usticese, cappuccetti fritti, sarde a beccafico e via dicendo.

    Tutto pesce “freschissimo” del simpatico Umberto che ci mostra orgoglioso, sulla parete della terrazza, due lapidi di ceramica “stile Parrucca” con due date: 19 aprile 1971 – 19 aprile 1985. Inizio e fine di una causa civile contro il Comune di Ustica per ribadire la proprietà dell’area dove oggi stanno i tavolini del ristorante. Per il comune è suolo pubblico per Umberto è suolo suo!

    Umberto ci dice che il suo abile avvocato è dovuto risalire al 1760 quando i Borboni assegnarono le terre ai coloni dell’epoca. Il tutto dimostrato tramite il ritrovamento di un registro bucato rinvenuto presso gli archivi borbonici di Napoli. Umberto ha vinto la causa (iniziata da suo padre) dopo 14 anni.

    Tutto bello, ma io non voglio il pesce scongelato di Umberto*. E ordino una cena a base di verdure e frutta: pennette alla norma, zuppa di microlenticchie biologiche (questo sì prodotto tipico di Ustica), frittelle di finocchietto in agrodolce, caponata di melanzane, uva zibbibo prodotta dallo stesso Umberto. Una cena coi fiocchi, squisita! Al costo di soli 17 euro a persona.

    E il pesce può continuare a…maturare nel frigorifero!

    P.s.: vista la crisi e la concreta possibilità di perdere il posto, ho deciso che in questo malaugurato caso caso aprirò una catena di ristoranti con menù di carne e formaggio in tutte le isole del Mediterraneo. Sono sicuro che arricchirò.

    *P.p.s.: il pesce scongelato non è una specialità esclusiva del ristorante Umberto, ma di tutti i ristoranti di Ustica e della totalità delle isole mediterranee. A meno di imbattersi in una rarissima e sfortunata cernia catturata da abili pescatori subacquei (magari muniti di bombole). Ma a questo punto il prezzo diventa proibitivo per (quasi) tutte le tasche.

    Ospiti
  • 52 commenti a “La carne di Ustica”

    1. Simpatico pezzo di colore post vacanziero.
      Oggi quasi tutti i ristoranti che ti propongono un menù sotto i 30 euro, utilizzano pesce congelato;questo non vuol dire cattiva qualità basta essere sinceri.
      Anche io ad Ustica sono rimasto deluso del pesce ma soddisfatto delle lenticchie.
      Probabilmente siamo di palato fine o di quei pochi che preferiscono poco ma buono, in alcuni ristoranti però si trova ancora ottimo pesce fresco ma come dici tu il prezzo medio è 50 euro chilo….che poi è di poco inferiore a quello di un’ottima chianina….Buon appetito.

    2. Qualche fonte o prova a supporto del complotto mediterraneo del pesce congelato oltre alla personale opinione dell’autore?
      sono un turista sbadato e non saprei dire con così tanta certezza se a lampedusa o favignana venga servito solo ed esclusivamente del pesce congelato…

    3. A me risulta che i posti che hanno pesce fresco (e di ottima qualità) esistano. Vanno solo saputi cercare. Umberto, nella fattispecie e per l’appunto, non è uno di questi. Tutto qua. Cari saluti.

    4. Bisogna esigere trasparenza e tracciabilità circa la provenenza dei prodotti: su alcune isole, non é il caso di Ustica, non esistono più neanche gli orti e persino i pomodori sono importati…
      Conseguenze della pigriza più che del mercato perchè un prodotto ortofrutticolo di un isola minore avrebbe un valore indiscutibile.

    5. Ma non è che con l’esasperazione della tracciabilità adesso i piccoli pescatori non possono più vendere ai ristoranti? Una cosa del genere me la contava un vecchio pescatore di Isola: diceva che fanno la multa ai ristoratori, se non hanno tutti i documenti in regola per ogni pesce.

    6. A Ustica i sub non possono pescare ed è consentita solo la pesca con canna.
      Perchè Ustica è area marina protetta. E chi esce coi pescherecci è costretto ad adeguarsi a norme che vincolano sia sulla grandezza delle maglie, sia sulle specie pescabili.
      Quindi il pesce fresco lo trovi, magari pescato attorno all’isola, ma come finisce sulla tua tavola?

    7. @antonino russo

      io ho preso spunto da una vacanza a Ustica, ma il problema che volevo sollevare (leggi bene il titolo) non è quello del pesce, bensì quello della carne. In Sicilia ci sono decine di ottime ricette a base di carne. E tra i turisti ci sono decine di persone normali che non mangiano il pesce. Esiste anche la allergia al pesce, lo sapevi? Non dirmi che non conosci persone che non ne mangiano. Io personalmente ne conosco una decina tra cui mio cognato. Che non mangia neppure verdure. Te lo immagini? Questi rispettabilissimi signori se vanno in vacanza al mare hanno serie (ti assicuro) serie difficoltà a godere di un pasto decente al ristorante. Bene che vada si devono accontentare di una giornaliera pasta con olio e un dolce.Fatti vissuti!
      Tu dirai allora perchè vanno al mare?.
      Primo perchè il mare gli può piacere a prescindere dal ristorante. Secondo perchè mogli (o mariti) e figli spesso hanno gusti….differenti!

    8. Caro Pippo carnivoro,
      a Ustica puoi mangiare varietà di carne e di pesce, fresco e non.
      Non fare di tutta l’erba un fascio, te lo dice una persona che ha casa a Ustica da molti anni. Un consiglio, la prossima estate invece di andare da Umberto, recati al Faraglione o all’Ailanto, ti offriranno una cena varia (involtini di carne o salsiccia inclusi) e pesce ultrafresco appena pescato.
      Umberto di certo non è il miglior esempio di ristorante usticese.

    9. sono un exgestore di albergo ristorante di Ustica costruito nel 1979 e chiuso nel 1986.
      Credo di avere ancora le copie (se non si sono scolorite) della brancagel ……….ahhahah

    10. […] eufemismo, quello che il blog palermitano «Rosalio» fa a proposito della ristorazione usticese. In un post a firma di Pippo Vinci apparso oggi sul sito, intitolato «La carne di Ustica», si legge, tra l’altro: «È […]

    11. pippo Pippo ma cosa ti sei fumato?
      Ad Ustica esistono sia i pescatori, valorosi lavoratori che forse tu non hai visto perché bisogna svegliarsi presto per comprare il pesce si la carezzerai , vicino la chiesa, unica sulla isola che fornisce anche il ristorante da Umberto….chiedi al carnezziere ed anche hai pescatori. Nel menù non c e’ carne perché poco richiesta ma se apri la bocca e la chiedi la trovi pure …nei ristoranti di mare come Ustica.
      Da Umberto puoi ammirare un bel vassoio con pesce che va a peso oltre a quello che va a porzioni.?..tutto di Ustica e se lo guardi negli occhi forse capisci qualcosa. Il ristorante da Umberto rappresenta un tipo di cucina casalinga e genuina . Prova ad aprirla un attivita’ nelle isole come quel cretino che parla di branca gel e poi mi fai sapere se superi la crisi con la carne o il formaggio…credo proprio che di commercio non te ne sei mai occupato e ti lasciano pure scrivere….. Le lenticchie buone la caponata buona le polpette di fino chiesto buone…il pesce che non hai neanche assaggiato dici che e’ congelato….secondo me “ti sei fumato il cervello”..
      I ristoranti sulle isole lavorano pochi mesi e devono campare tutto l anno tu non sai di che cosa parli fatti il mestiere di agronomo o insegnante…anzi quest ultimo lascia stare… Se ti piace il pesce vai a modello che costa meno e’ freschissimo…sigh ! tant e’ vero che mi raccontano che lo vengono a pescare proprio a Ustica anche di frodo. Se poi come percepisco da quello che scrivi il problema del pesce e’ legato al prezzo allo ti consiglio veramente di risparmiare ed andare al….Mc Donald .La tua vacanza e’ stata così superficiale per parlare di una realta’ che non conosci. E qui mi fermo …per ora.

    12. Ma è possibile che il primo “Colpito” che si sveglia al mattino e dica le assurdità più allucinanti debba essere preso in considerazione. Non ha mangiato pesce e dice che ad Ustica tutti fanno uso di pesce congelato. Penso che tale Pippo Vinci debba rettificare quanto detto immediatamente visto che ad Ustica il pesce fresco lo trova in tutti i ristoranti dell’isola. Poi non si capisce se il suo problema è il non avere trovato carne o non avere trovato il pesce. Secondo me voleva soltanto fare parlare di lui…..e ci è riuscito. Le referenze del ristorante da Umberto le possono dare i clienti e i pescatori del luogo…..che ad Ustica ci sono, e sono spesso combattuti fra i ristoratori che fanno a botte per comprare il pesce fresco. A riguardo degli altri commenti essendo anche io un ristoratore non trovo corretto i giudizi espressi a “cu pigghiu pigghiu” solo per fare scoop(“in tutte le isole…non si mangia pesce fresco”). Ascolta un consiglio: comprati un “caddozzo” di salsiccia e………!!!

    13. Forse sarebbe più corretto che i ristoranti in cui non vengono serviti piatti a base di carne espongano a chiare lettere che offrono solo pesce evitando cosi discriminazioni dettate solo dal profitto.

    14. dal sito GDS
      PALERMO. Gamberi e calamari congelati scaduti da un anno somministrati regolarmente ai clienti sono stati scoperti in un ristorante rinomato di Ustica, l’isola a largo di Palermo. Il ristoratore è stato denunciato e multato. Il blitz nell’ambito dell’Operazione ‘Nettuno’ disposta e coordinata dalla guardia costiera di Palermo. A Ustica sono stati controllati tutti i ristoranti, gli hotel e il villaggio turistico. Su 11 punti vendita di ristorazione, oltre 50% non era in un regola con la documentazione per la tracciabilità del prodotto ittico.

      Quello che dice Pippo Vinci (che comunque lo fa ironicamente) è in gran parte vero. E tutta questa rivolta contro di lui .. puzza di pesce non proprio fresco!

    15. Se è vero che il pesce venduto nei ristoranti di Ustica è fresco e pescato vicino all’isola, basterebbe che i ristoratori onesti (e la Capitaneria ne ha indiscutibilmente trovati alcuni che non lo sono) pubblicassero i documenti relativi alla tracciabilità del prodotto. Che problemi hanno a farlo?

    16. Qualcuno di voi conosce il nome del ristorante pizzicato a Ustica dalla GdF? Sembra un segreto di Stato…

    17. In un altro sito avevo letto un commento di un tizio che parlava dell’Hotel Diana, da prendere con le pinze naturalmente…

    18. ma via, non fate gli offesi o i finti tonti. Magari il pesce fresco si può trovare ancora in qualche ristorante, ma è l’eccezione. E diventa più difficile in posti ad alta intensità turistica come Ustica. ma dove lo trovano tutto quel pesce fresco che dicono di servire? E comunque sfido qualsiasi ritoratore a provare che TUTTO il pesce che serve è fresco.A Usica o altrove! Ma sapete che la Cassazione ha sentenziato che il pesce fresco non si può congelare?- Significa che se ad un ristorante resta del pesce non venduto, lo deve buttare! O cmunue non lo può servire il giorno dopo come pesce fresco. E secondo voi lo butta? Io penso di no. Lo congela e lo ripropone il giorno dopo.Come fresco

    19. Pippo Vinci ha ragione!!! Non solo nelle isole, ma nelle località marine delle province di Siracusa e Ragusa, i ristoranti non offrono MAI menu di carne: il povero turista che dichiara di non mangiare pesce viene guardato con sufficienza ed è costretto a ripiegare sulla solita pizza o sui soliti spaghetti al pomodoro!!!! Questo denota la totale mancanza della cultura dell’accoglienza tipica dei posti che vivono di turismo.
      A Cefalù, invece, paese di antica tradizione turistica e culturale, TUTTI i ristoranti offrono un’ampia scelta di menu a base di carne o pesce e vegetariani. Si invitano i permalosi ristoratori di Ustica ad imparare dai loro colleghi…

    20. Carissimi Pippo Vinci, Michele etc etc etc…
      sono un’affezionata turista di Ustica e in qualche caso amo definirmi “usticese”, non per il fatto che lo sia di nascita, ma perchè la amo così tanto e così tanto la vengo a visitare che forse, ormai, un po’ parte di queste rocce, di questi tramonti e di questo mare, mi ci sento.
      Prima di decidere di scrivere ho fatto una lunga e attenta lettura, nonchè una lunga e accurata riflessione, del resto scrivere piace anche a me, come al signor Pippo Vinci che nella sua biografia scrive che nella sua vita ha fatto tante cose…anche il giornalista improvvisato vedo…già perchè a tenere un blog o a scrivere qualcosa su qualsiasi sito, ci si dovrebbe chiedere prima: “…vediamo un po’ come posso esprimere il mio pensiero senza screditare delle persone che fanno questo mestiere da anni e che però magari sono davvero ridotte a poterlo fare con grosse difficoltà?…”
      Ma forse, “l’arte della riflessione” non è di tutti e la capacità di essere più o meno opportuni nelle relative situazioni ancora meno.
      A me poco importa di quello che si scrive nei commenti successivi, perchè nella maggior parte delle occasioni, la gente si sa non aspetta altro che “inzuppare” il pane in quello che è già stato scritto da altri, solo per dare un’imbeccata, magari fuorviati anche da un’antipatia…qualcuno ci ha pensato? O alcuni, come il Signor Parisi, fa un semplice copia incolla del GDS. Per intenderci: lo stesso giornale che aveva scritto che Fedi e Bartolo avevano “RUBATO” la macchina con la quale si sono uccisi, poveri bambini…a Ustica…RUBARE UNA MACCHINA??? Ma vogliamo scherzare?? Poveretti questi giornalisti che vogliono solo il loro scoop. La verità è che…il giornalista non lo sa fare più nessuno. Una volta mi hanno insegnato che prima ci vogliono le fonti, poi bisogna verificarle e accertarle e poi, solo poi, utilizzarle.
      Il signor Pippo Vinci, abile scrittore di diari di viaggio e curatore del suo blog personale, scrive e cito testualmente: “… io ho preso spunto da una vacanza a Ustica, ma il problema che volevo sollevare (leggi bene il titolo) non è quello del pesce, bensì quello della carne…”, ha deciso che in un ristorante che si chiama “Da Umberto” ha mangiato, cito sempre testualmete: “…ordino una cena a base di verdure e frutta: pennette alla norma, zuppa di microlenticchie biologiche (questo sì prodotto tipico di Ustica), frittelle di finocchietto in agrodolce, caponata di melanzane, uva zibbibo prodotta dallo stesso Umberto. Una cena coi fiocchi, squisita!…” e ha altresì deciso che pur non mangiando pesce..lo stesso..fosse surgelato…
      Ora, la mia domanda, ovviamente sorge più che spontanea e non perchè sia un’arguta osservatrice, ma perchè sono solo una stupida lettrice e su due affermazioni neanche una risponde al reale.
      Innanzitutto l’articolo non è sulla carne, nonostante si intitoli “La carne ad Ustica”, perchè a parte le poche righe iniziali, poi non si parla più di questo argomento. La mia professoressa di italiano le avrebbe detto: “Giuseppe sei andato un po’ fuori tema, impegnati di più, per stavolta 5, perchè sai comunque mettere un verbo e un predicato uno dietro l’altro…”, signor Pippo non si offenda la prego, ho voluto mantenere un registro ironico e spiritoso, esattamente come il suo, fatto di tante parentesi e aneddoti coloriti.
      In secondo e ultimo luogo, ma lei il pesce dove e quando l’ha mangiato? Perchè dal menù da lei richiesto e saggiamente riportato, non ho scorto la ben che minima traccia di pesce né fresco né surgelato, quindi credo sia normale chiederle quando lo ha mangiato, forse nei suoi sogni? E qui mi ricollego al fatto che prima le fonti vanno analizzate, appurate e poi usate. Inoltre le volevo chiedere se per caso si fosse specializzato oltre che in Riserve Marine e incendi boschivi, anche in critica culinaria…forse la prossima volta potrebbe guardare gli occhi del pesce che avrebbe dovuto mangiare per poter dire che era surgelato e si sarebbe accorto che magari, surgelato non lo era davvero, perchè pensa sul serio che i proprietari metterebbero su di un banchetto la loro merce e la farebbero scegliere così impudemente ai loro clienti, se fosse davvero surgelata? e se trovano davvero il critico culinario che ovviamente non è lei, come si giustificherebbero se il pesce fosse comprato alla brancagel??
      Lei Signor Pippo Vinci, sta dando degli stupidi a tutti quelli che sono, in un’intera stagione, andati a mangiare dal Testone, questa è la ‘nciuria di Umberto, che con tanta simpatia e orgoglio, le ha raccontato di quelle “lapidi” di ceramica poste a destra e a sinistra del suo locale e sono sicura con altrettanta simpatia le ha portato il piatto a tavola contento di poterle servire le sue specialità, non solo per ricevere il conto alla fine, ma perchè così funziona in alcuni ristoranti usticesi, la gente nonostante le difficoltà, è ancora contenta e orgogliosa di quello che fa.
      E poi Signor Pippo Vinci, la prossima volta vada al porto e chieda direttamente ai pescatori un po’ di pesce fresco, le famiglie che si occupano di questo da anni, come i Mancuso per esempio, potranno aiutarla, sono gente semplice e per bene.
      Detto questo caro Signor Vinci, spero di essere stata chiara nell’esposizione del mio pensiero, la saluto e le sconsiglio comunque alcuni luoghi che le sono stati consigliati in un altro post…..vada dove vuole, sia libero di scegliere e soprattutto non faccia una vancaza lampo che magari la lascia insoddifatto e le fa scrivere cose di questo genere, ma mangi il pesce prima di asserire qualcosa di cui non può parlare, sarà più veritiero ciò che afferma.
      Ossequi
      Una turista per caso

    21. buonasera a tutti,
      ho letto quasi tutti i commenti, onestamente non c’è altro da aggiungere perchè le osservazioni fatte da alcuni sono più che logiche!
      io sono stata ad Ustica e ho mangiato in diversi ristoranti, proprio per saperne parlare.
      prima di parlare di pesce fresco e non….bisognerebbe capirci qualcosa e dubito che molti di questo blog, così come tutti i blog, parlino con cognizione ma lo fanno solo per “curtigghiare” un pò, però beati loro che possono e che trovano il tempo libero!
      io ritaglio questi miei 5 minuti, sprecati ovviamente, per far riflettere le persone, naturalmente c’è chi più c’è chi meno ne è capace!
      Ad Ustica così in gran parte delle isole puoi fare esperienze belle o no nei diversi locali ma giudicare senza neanche aver provato il cibo mi sembra davvero PATETICO e STUPIDO, da nullafacenti e chi si accoda a quello che inizia è ancora peggio!
      Io conosco i diversi locali di ustica…e giuro davvero ragazzi ma davvero ve lo giuro….I PESCATORI AD USTICA ESISTONO ANCORA! che scoop vero?
      dimostranza ne sono le barche di notte che ritornano in mattinata presto con tutto il pesce fresco…
      invito tutti voi che giudicate senza sapere a farvi un giro alle prime ore dell’alba nei vari porti e vedere gente serie che lavora e che si spacca il ….. per la propria isola!
      arriva un incompetente come PIPPO…giusto? che scredita senza sapere visto che non ne ha neanche mangiato di pesce, un altro che parla di un articolo del GDS senza portare nomi e locali…potrebbe aver inventato la qualsiasi….
      adesso ve ne dico una anche io: sapete che ad ustica esiste l’opus dei e le sette sataniche? lo hanno scritto al NEW YORK TIMES….
      questo è il livello intellettivo di questo blog.
      cordialmente vi saluto e vi lascio alla vostra ignoranza.
      p.s. prima di parlar male di qualcosa o di un luogo, ristorante o attività, accertatevene con la vostra bocca e con i vostri occhi perchè calunniare senza sapere è davvero da idioti e c’è gente seria che lavora e viene screditata dop aver sutato tanto per farsi un nome!
      probabilemte il nome di PIPPO è conosciuto solo nei blog visto il livello AAAAALTO del suo commento!

    22. molto rumore per nulla,

      mi pare di ricordare, che viviamo in un paese con libertà d’espressione… spero di non sbagliarmi…

    23. Al contrario di quello scritto dal Sig. Pippo, ad Ustica ci sono ancora valorosi pescatori che fanno un mestiere molto duro e che dopo la pesca la mattina alle 5:00 salgono in piazza con il pesce fresco e vengono letteralmente assaltati dai ristoratori locali che vogliono comprarlo. Questo e’ un fatto e non e’ fantasia, se nelle altre isole questo non accade ( lo dubito ) e il sig. Pippo generalizza troppo dovrebbe scusarsi. La perfezione non esiste ed un ristorante e’ stato beccato con pesce congelato scaduto e purtroppo succede in molti altri posti. Ma nei ristoranti di ustica non ci sono stati mai problemi, con la mia moglie americana l’ultima volta ad Ustica abbiamo mangiato pesce, carne, pollo ecc… da Schiticchio, Pensione Clelia, Umberto, Isolotto ( pizza ), Mario in Piazza ecc…e abbiamo avuto sempre ottime esperienze. Il Sig. Pippo ha elencato alcune inesattezze, qualche presunzione ( come fa ad essere sicuro che il pesce che non ha visto e’ congelato ? ) e poca conoscenza dei fatti. Ad Ustica si mangia di tutto, dal pesce alle lenticchie alla verdura e frutta locale, alle delicatezze squisitte della cucina usticese, inclusa la carne che in verita’ nei ristoranti non e’ esposta ed appesa al gancio nel migliore stile ” boucherie” dei mercati rionali.

      P.S. Sul pesce fresco o non, si continua a fare ironia e sono nate anche molte barzellette, ma ormai stanno cadendo tanti tabu’, sono cambiati i mercati e le quantita’, le restrizioni sulla pesca fanno il resto, diventa sempre piu’ difficile potere mangiare pesce fresco ( a meno che non sei in un’isoletta ) e i consumatori cominciano a capire lentamente che mangiare pesce scongelato non e’ piu’ un rischio ne’ per la lingua ne’ per lo stomaco. Il tabu’, ripeto, sta scemando. Inoltre il pesce congelato se e’ congelato nella maniera giusta ( con sigillatori di vuoto ) conserva tutti i nutrienti proprio come il fresco, e, a meno che non venga grigliato, se e’ marinato un po’ e con l’aiuto delle salsette conserva odore e sapore perfettamente come i pesci freschi, anche se e’ giusto osservare che il pesce congelato si dovrebbe usare entro 3 mesi, al massimo 6. Sembra che Pippo vuole trovare il pelo nell’uovo nelle isole. Il pescato ormai scarseggia in tutti i mari. Questa discorso del pesce congelato fra dieci anni non fara’ piu’ neanche parlare perche’ sara’ la normalita’. Lo avrete fresco solo se andate in isole come Ustica . Quindi a cominciare da ora, piu’ rispetto per le isole !!

    24. Credo che stiate tutti un po’ esagerando. Non dico che pippo vinci abbia totalmente ragione, ma voi state tutti cadendo nel torto. A parte il fatto che Vinci scrive un pezzo volutamente esagerato e ironico magari per scherzarci su (tipo la battuta sul pigghialu pigghialu di Modugno), ma il problema del pesce fresco esiste, eccome! Voi dite che il pesce fresco esiste? Ed è vero. Ma non basta per tutti. Voi dite che i pescatori esistono ed è vero!Ci mancherebbe! Anche se in numero molto ridotto. Ma sapete quale è il rapporto di pesce pescato a Ustica e pesce consumato? Molto ma molto basso. E allora il pesce fresco c’è(e nenche il (Vinci lo negherebbe ) ma bisogna saperlo trovare. Una specie di caccia al tesoro. E voi che siete usticesi veri o di adozione sapete dove e quando trovarlo. Ma il turista inesperto e frettoloso che deve fare?
      In molti commenti si confessa, per l’appunto, che il pesce fresco bisogna saperlo riconoscere. Ma capite quale è il problema?. Se uno è un turista mordi e fuggi che viene dalle alpi ecco che al 90% può essere “truffato” perché non sa dove e come trovare il pesce fresco . Che invece c’è. E figuriamoci se è straniero. Dico PUO’ essere truffato. Dipende dal ristorante. Ma lui che ne sa?
      Insomma così come dicono TUTTI i ristoratori che il pesce che loro servono è fresco, questo benedetto pesce fresco si dovrebbe trovare ovunque. capite OVUNQUE. E non in alcuni deliziosi localini che conoscete solo voi.Ma capite anche voi che ciò non è possibile. Prova ne è la recente indagine fatta dalla Capitaneria di porto di Palermo e non dal Giornale di Sicilia.
      E se infine uno vende pesce scongelato, non c’è nessuno scandalo e nessun reato, basta dichiararlo e venderlo (possibilmente) a prezzi più bassi. Un’altro piccolo sintomo di pesce non fresco è che nei menù ci sono quasi sempre le stese pietanze con gli stessi pesci (vedi calamari e gamberi). Ma se il pesce è quello pescato la mattina ad nei mari di Ustica non sempre si può prevedere cosa si pesca, no?

    25. A. Caserta, che il pesce congelato possa avere lo stesso sapore del pesce fresco è cosa a cui nemmeno lei crede, a maggior ragione se lei è usticense. Così come, è una mia considerazione, nemmeno il pesce d’allevamento ha lo stesso sapore di quello pescato. Ovviamente è vero che c’è sempre meno pesce fresco pescato e ancor meno ce ne sarà.
      Il cosiddetto consumatore è una categoria astratta, esistono le persone, ognuna con un suo gusto e con le sue preferenze, ed anche il suo portafogli.
      Io conosco poco Ustica (troppo popolata da panormiti per i miei gusti vacanzieri), ma credo che sia un pò come nelle altre isole minori: se vai in bassa stagione trovi il deserto però mangi il pesce fresco, se vai d’estate il pesce fresco può essere per lo più una chimera o l’esito di una ricerca che assomiglia troppo ad un lavoro, incompatibile con le ferie e l’ozio.

    26. Questo Vinci secondo me è il classico cliente lamentoso che trova difetti in tutto quello che mangia, convinto di essere intenditore. Meglio perderli clienti così!

    27. Patrizia Contino: infatti a Cefalù si mangia tra il mediamente male ed il mediamente peggio.

    28. Orazio: chiaramente io parlo dei ristoranti di un certo livello che Lei, forse, non avrà avuto modo di frequentare.

    29. No Patrizia, non è così, anzi di solito cerco il meglio. Il migliore ristorante che ho trovato a Cefalù è al Faro, così così, poi lo Scoglio Ubriaco, sempre più giù di qualità col passare del tempo…, c’è quello a Sant’Ambrogio abbastanza innovativo ma forse non ha carne… e comunque non è Cefalù in senso stretto, insomma tante insegne e poca qualità in genere, e non lo dico solo io. Però un consiglio lo accetto volentieri, ovvio.

    30. Orazio, ha provato l’Hotel Ristorante “Riva del Sole”? Ho cenato lì la prima sera e ci sono tornata più volte scegliendo piatti diversi, ma tutti di ottima qualità. In ogni caso… “de gustibus non est disputandum”.

    31. Grazie della dritta, Patrizia. 🙂

    32. Ricapitolando: Pippo Vinci solleva il problema, evidente a tutti, che nelle localita’ turistiche del mediterraneo, l’ offerta dei ristoranti si orienti quasi esclusivamente sul pesce, e tralasci piatti a base di carne, formaggio etc.
      E’ altrettanto evidente che solo una piccola parte del pesce offerto sia fresco o “locale”, a fronte di una domanda altissima.
      Se questo vale già in tempi normali(solo 1/3 del pesce consumato in Italia proviene dal mercato interno: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pesce-fresco-si-fa-per-dire/21593429), figurarsi durante i sovraffollati periodi di alta stagione nelle località turistiche.
      Perchè i ristoranti si orientano così? Semplice, il menu di pesce giustifica un conto più alto e un margine più remunerativo. Ci si aggiunga anche la predisposizione del cliente che, trovandosi in vacanza e per giunta al mare, ha una maggiore propensione a spendere per mangiare pesce.
      E veniamo a Ustica. Non si vede perchè debba sfuggire alla logica generale, dal momento che, come affermano gli stessi ristoratori tradendosi,
      si contendono “facendo a botte” il pesce che i pochi pescatori sopravvissuti portano in piazza alle 5 del mattino.
      Proprio l’ aspra contesa necessaria per accaparrarsi il pesce fresco, indica che ce ne è poco, e che non basta certo a far mangiare tutti quelli che ordineranno pesce a cena.
      Magari a Ustica il rapporto pesce fresco/pesce mangiato sarà meglio che in altri posti, servirebbero statistiche, ma il problema esiste anche lì, ed è stato documentato.
      E’ evidente infine che c’è ristoratore e ristoratore, e che generalizzare penalizza solo quelli più coscienziosi e professionali, mentre i disonesti approfittano della situazione.
      Per questo sarebbe auspicabile che la categoria non si chiuda in difese corporative, ma sia la prima a a codificare e controllare il servizio, ed eventualmente sanzionare comportamenti scorretti.
      Invece è più facile inveire contro un signore che solleva un problema vero, e con molta onesta’ ci fa partecipe della sua esperienza citando nomi e luoghi, e definendo squisito ed economico il pasto, senza pesce, da lui consumato al Ristorante Umberto.
      lo stesso che ora minaccia querele…che abbia il carbone bagnato?

    33. Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti. Grazie.

    34. Inorridita dall’ignoranza circa la tua osservazione sui blog mi dico inorridito dalla tua ignoranza. 🙂

    35. L’articolo in questione poteva senza dubbio essere uno spunto per confrontarsi sulla qualità dei servizi erogati ai tanti turisti, viaggiatori o semplici clienti che trascorrono le proprie vacanze in Sicilia e nelle isole minori…
      Chi non mangia carne, chi ha figli piccoli, chi è intollerante al glutine non trova vita particolarmente facile.
      Non lo si può negare.
      La seconda parte dell’articolo è un po’ confusionaria e

    36. Il Pigaffetta la gestione corretta della “crisi” poteva consistere nell’invitare Pippo da loro per gustare sia la carne che il pesce.
      Che la sporgano la querela, visto il contenuto del post ci faremmo quattro risate. 🙂

    37. e non capisco sinceramente come si possa giudicare qualcosa senza averla prima provata.
      Conosco molto bene la realtà di Ustica e sicuramente l’Umberto in questione vanta tante antipatie ma anche estimatori.
      Non è sicuramente un locale alla moda.
      Devo aggiungere altro?
      conosco abbastanza bene l’isola e la frequento da quasi 15 anni. Conosco quindi sia le virtù che i difetti degli isolani e dei servizi erogati.
      Affermare però che in un locale X una pietanza è surgelata.. senza neanche averla provata ( !!!!) che senso ha?

    38. Tony Siino, quindi insinui che la ragione recondita del post era quella di scroccare non una, ma ben due cene aggratis: e c’era bisogno di tutto ‘sto abballetto!
      PS: ci va una faccina tipo la tua che ancora non ho capito come si inserisce

    39. Fabio G. mi devo spiegare davvero male se hai capito così…

    40. Ma se fa pe’ scherza’…

    41. ma come fate tutti ad essre sicuri che il sig vinci non abbia mai gustato quello di cui scrive. Il vinci ha detto solo che ha fatto una breve vacanza a ustica. Mica ha detto che è la prima volta che ci va. Mi pare anche che il Vinci avendo scritto altre volte su palermo sia proprio un palermitano e probabilmente a ustica c’è andato altre volte. Non lo so. Lui non lo specifica e come non lo so io non lo sapete neppure voi. magari potrebbe comunicarcelo lui, no?

    42. Questo post di Vinci mi conferma alcune certezze. Che il palermitano è sempre seduto in pizzo e che l’usticense vive troppo lontano dalla terra ferma per poter capire che in terraferma (anche la Sicilia-isola è terraferma rispetto ad Ustica) sanno fargli il pelo ed il contropelo. In fondo Vinci appare seduto in pizzo, la sua polemica è obiettivamente sterile e di maniera, ma quel che ho letto dai ristoratori usticensi mi ha fatto ridere di gusto.

      Ma non avete cose più serie da fare e, al limite, posti migliori di Ustica dove andare a scasare?

    43. edicato ai sostenitori del pesce fresco…ristoratori di Ustica compresi :
      IL BLUFF DEL PESCE
      Scritto da Giuliano Foschini Venerdì 29 Luglio 2011 06:37
      La Repubblica, 29.07.2011
      1. IL FENOMENO
      Secondo l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura, nel 2010 in Italia sono state commercializzate 900mila tonnellate di pesce per un ricavo di circa 1.167 milioni di euro. Di queste solo 231mia sono state pescate nel “nostro” mare. Tutto il resto arriva dall’estero. Ma la qualità è scarsa e il prodotto non è tracciato
      ROMA – Un bel gambero rosso comprato su una bancarella di pesce nel porto di Mazara del Vallo. Un polpo imperdibile seduti ai tavoli della sagra più famosa d’Italia nel suo genere, quella di Mola di Bari. Oppure un filetto di cernia indimenticabile a Gallipoli. Nelle guide turistiche raccontano che ci sia soltanto una cosa migliore di un bagno nel mare italiano. Mangiarlo.

      Evidentemente però in questi anni deve essere cambiato qualcosa se è vero, com’è vero, che il pesce venduto da Palermo a Milano tutto è tranne che un prodotto nostrano. Il gambero di Mazara arriva infatti dal Mozambico. Il polpo di Mola dal Vietnam. Il filetto di cernia di Gallipoli (che in realtà era pangasio) dal Mekong, un fiume che si trova tra la Thailandia e il Lagos. E non si tratta di casi isolati.

      Oggi in Italia la pesca è uno dei settori più aggrediti dalle importazioni selvagge dall’estero, in particolare dai paesi asiatici. E soprattutto dalla sofisticazione alimentare. “Due terzi del pesce servito sulle tavole italiane è finto, taroccato” denuncia la Coldiretti. “Il 30 aprile l’Italia ha mangiato l’ultimo pesce del Mediterraneo” denunciano Nef e Ocean2012, organismi internazionali del settore. “Dal primo maggio tutto quello che arriva sulle tavole italiane non è prodotto nostrano”. Ma davvero è così? Che pesce compreremo ai mercati e mangeremo al ristorante quest’estate? Da dove arriva? Chi lo pesca? E soprattutto: fa male alla nostra salute?

      Per capire l’entità del fenomeno forse è bene cominciare dai numeri. Lo scorso anno in Italia sono state commercializzate dice l’Irepa – l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura – circa 900mila tonnellate di pesce per un ricavo di circa 1.167 milioni di euro. Bene: di tutto il pesce messo in commercio, soltanto 231.109 tonnellate erano state pescate nel mare italiano. Un terzo, appunto. Tutto il resto arriva dall’estero.

      Il problema è che molto spesso, anzi quasi sempre denunciano le associazioni di categoria e confermano le forze di polizia che da Milano a Palermo continuano con sequestri e ad aprire inchieste, il pesce che arriva dall’estero non è di buona qualità. Spesso è pericoloso perché non tracciato e non tracciabile. E soprattutto viene venduto per quello che non è. E’ finto.

      Non potevano credere ai loro occhi gli uomini della Capitaneria di porto di Mazara quando, sulle bancarelle della marina più grande d’Italia, hanno trovato i gamberetti rossi che arrivavano direttamente dal Mozambico. E nonostante questo spacciati dai pescatori per italianissimi. A Gallipoli, invece, la Finanza in mezzo al mercato del pesce all’interno del porto – meta di pellegrinaggi di turisti da tutta Italia per il folclore e la poesia dei pescatori che rientrano in porto dopo una giornata in mare e vendono il prodotto appena tirato su con le reti – ha sequestrato una bancarella che vendeva esclusivamente pesce taroccato: di fresco aveva soltanto alici e sarde fresche, i prodotti cioè che costano di meno.

      Tra i falsi più diffusi c’è poi il pangasio, un pesce pescato nel Mekong, un fiume che si trova tra la Thailandia e il Lagos, che viene abitualmente venduto come fosse un filetto di cernia. Oppure nelle fritture servite nei ristoranti di casa nostra, il polpo non è polpo. O meglio, non è del Mediterraneo ma arriva direttamente dal Vietnam. Era asiatico per esempio anche il polpo venduto lo scorso anno nella sagra di Mola, in provincia di Bari, che per rendere l’idea è come comprare il tartufo di Avellino ad Alba. Frequente anche il caso del merluzzo fresco, o del presunto tale: dicono i sequestri dei Nas che spesso si tratta di pollak stagionato.

      Tra i pesci più “copiati” c’è poi il pesce spada che invece altro non è che trancio di squalo smeriglio. Poi c’è anche il caso di baccalà, in realtà filetto di brosme oppure del pagro fresco venduto come dentice rosa. E ancora il pesce serra al posto delle spigole, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, la verdesca al posto del pecespada, l’halibut atlantico al posto delle sogliole. Infine, gli spaghetti con le vongole: 75 per cento di possibilità che sono state pescate in Turchia.
      2. IL MERCATO
      Secondo le indagini della procura di Lecce e di Palermo ‘comandano’ vecchi armatori che tentano di riciclarsi in qualche modo. Non sono immuni da infiltrazioni criminali che approfittano dei prezzi convenienti: il pesce non italiano costa fino a otto volte meno dell’originale. E nei ristoranti tre volte su quattro quello che si ordina viene dall’estero
      ROMA – Perché questa invasione? Chi ci guadagna? “Sicuramente non noi” spiega Mauro Manca, presidente dell’Associazione Acquacoltori, la costola che si occupa di pesca della Coldiretti. “Basti ricordare che nel giro di due anni il settore ha perso il 12 per cento della produzione e l’11 per cento dei ricavi e che nei primi mesi dell’anno la quota di importazione continua a salire in maniera importante”. Numeri che vanno a braccetto automaticamente anche con il crollo dei pescatori. Secondo il Centro Studi Lega Pesca sono rimasti solo 28.542 pescatori, il 61,4 per cento concentrato nelle regioni meridionali e insulari. L’età media generale oscilla tra i 41 e 43 anni solo grazie all’ingresso di giovani immigrati, che per esempio hanno ormai l’esclusiva a Mazara così come a Manfredonia.

      Tornando al business, gli affari sono unicamente nelle mani degli importatori, i veri padroni della pesca in questo momento in Italia. Si tratta di vecchi armatori riciclati e, come stanno provando a raccontare due indagini della procura di Lecce e di Palermo, in alcuni casi anche con infiltrazioni della criminalità organizzata che come al solito ha messo gli occhi su un business importante. Per comprendere quanto conviene importare il pesce dall’estero è bene guardare ancora una volta un po’ di numeri. Come ha ricostruito la Guardia di Finanza in un’inchiesta a Bari, il costo del pesce taroccato è sino a otto volte inferiore rispetto all’originale.

      Il caso più eclatante è probabilmente quello dello squalo smeriglio, il cui prezzo di acquisto in fattura era di 2,50 euro al chilogrammo (e che comunque difficilmente viene commerciato in quanto poco richiesto dal consumatore). E che invece veniva venduto come pesce spada fresco a 19 euro. “In questo tipo di business un ruolo di particolare importanza – continua Manca – è quello della ristorazione che, forte di un dato statistico che attesta nel 75 per cento circa il consumo extra domestico di prodotti ittici, deve garantire anch’essa un livello accettabile di trasparenza nei confronti del consumatore, in modo da favorire ancora una volta la scelta consapevole di un prodotto italiano, rispetto ad uno di provenienza estera, elemento a oggi non garantito nella maggioranza dei casi”.

      “Con tre piatti di pesce su quattro che vengono dall’estero all’insaputa dei consumatori occorre mettere in campo delle iniziative capaci di riportare sulle tavole il prodotto Made in Italy che è sicuramente più sano e gustoso degli ormai onnipresenti gamberetti asiatici o del famigerato pangasio” spiega Tonino Giardini, imprenditore marchigiano e presidente di Impresa Pesca Coldiretti. Non è un caso che nel 17 per cento dei casi infatti l’etichettatura obbligatoria sul pesce servito nei ristoranti è assente, nel 38 per cento dei casi è incompleta. Ma fa male soltanto all’economia l’importazione del pesce straniero?
      3. LA SALUTE
      L’Agenzia di sicurezza alimentare dell’Ue ha segnalato la presenza di batteri in molluschi italiani, di cadmio in calamari congelati spagnoli, di salmonella nei gamberi congelati del Bangladesh ma confezionati in Italia. Ma la lista è molto lunga: il pescato diventa un rischio perché tossico
      ROMA – L’importazione del pesce straniero non fa male soltanto all’economia. Il quadro che proprio nelle scorse settimane ha tracciato il Rasff (Rapid alert system for Food and Feed), l’agenzia di sicurezza alimentare dell’Unione Europea, non è affatto tranquillizzante. Nella relazione viene segnalato come fossero stati trovati batteri in molluschi italiani, cadmio in calamari congelati che arrivavano dalla Spagna, salmonella brunei in cocktail di gamberi congelato proveniente dal Bangladesh e confezionato in Italia, infestazione da larve di nematodi in nasello congelato dalla Spagna, mercurio in filetti congelati di squalo blu e pesce spada sotto vuoto dalla Spagna. Insomma un elenco infinito di porcherie che arriva come pesce prelibato sulle tavole di tutti gli italiani.

      A preoccupare gli esperti c’è poi in particolare il pesce che arriva dal Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento per il pesce con antibiotici che in Europa è vietatissimo in quanto pericoloso per la salute.

      Ma il rischio non è soltanto quello dell’importazione. Uno dei problemi arriva dall’utilizzo massiccio di alcuni additivi chimici che i pescatori usano per “rinfrescare” il pesce: in sostanza viene passato per dare più lucentezza al prodotto non fresco. Le conseguenze sono incredibili.

      Ecco per esempio cose è accaduto al professor Gagliano Candela, tossicologo, docente universitario e consulente di decine di procure italiane. “Avevo comprato il tonno, come prodotto freschissimo, in una pescheria. Per caso ho spento la luce in cucina e il mio tonno è diventato fluorescente. L’effetto è dovuto – spiega – a un additivo che viene utilizzato per sbiancare il pesce e renderlo brillante. Il principio è lo stesso utilizzato per i detersivi delle camice, quelli che restituiscono brillantezza ai colori”. Uno degli additivi più utilizzati, nonostante sia vietato in Italia, è il cafodos. I carabinieri del Nas lo sequestrano in continuazione in tutta Italia. Non si tratta di per sé non è molto tossico. Ma può provocare danni di un certo rilievo a chi lo mangia.

      “Il pesce – spiega il professor Alberto Mantovani, tossicologo del dipartimento di Sanità alimentare e animale dell’Istituto superiore di sanità – e in particolare alcune specie come il pesce azzurro o il tonno, rilascia istamina in quantità sempre maggiori con il tempo. Mangiando quindi pesce vecchio si ingeriscono alte quantità di istamina che possono provocare un avvelenamento acuto. I rischi sono quelli di un’allergia violenta – continua – o di problemi più gravi per un certo tipo di pazienti, come per esempio i cardiopatici”. Proprio a Bari, sono finite in ospedale una decina di persone dopo aver mangiato alici al cafodos. E un’altra inchiesta è partita in seguito alla denuncia di un allergico che ha avuto una crisi per colpa di pesce azzurro ormai vecchio. Ma l’importazione selvaggia sta facendo soffrire il nostro mare?

      Sì, a credere agli esperti. La colpa è ancora una volta dei grossisti che oltre a far arrivare il pesce dalla Cina, il Vietnam o l’Indonesia, hanno cominciato ad allevarlo. Le guardie costiere hanno per esempio lanciato l’allarme per il granchio cinese, considerato forte e aggressivo, in grado di impedire la crescita degli altri crostacei e di altre varietà nell’habitat in cui si riproduce. In sostanza sta distruggendo tutte le altre specialità. Esiste poi un paradosso che sta conoscendo il popolo del Mediterraneo.

      Un terzo del pesce che viene pescato viene ucciso e ributtato in mare perché la sua commercializzazione non è considerata conveniente. “Il fenomeno è sempre più frequente” spiega Angelo Cau, docente di biologia marina all’università di Cagliari. “Pescando a 400 metri di profondità si butta in mare il 60 per cento del pescato. Pescando a 200 metri di profondità si può arrivare a buttare in mare anche più del 90 per cento del pescato. In media si spreca un terzo di tutto ciò che finisce nelle reti e quattro specie su dieci non vengono commercializzate pur avendo le carte in regole per essere vendute. “I nostri pescatori il pesce lo porterebbero volentieri a terra” osserva Ettore Ianì, presidente di Legapesca. “Ma il problema è che nessuno lo compra: costa troppo, ha dimensioni ridotte. Insomma non è concorrenziale con il prodotto importato dall’estero”. In fondo, non è poi così lontano il Mozambico.
      4. I NUMERI
      Il 17 per cento del pesce venduto nei ristoranti italiani non ha etichettatura. Il 38 per cento ha una documentazione incompleta. E, secondo la stima della Coldiretti, il 75 per cento di quello servito dai ristoranti di casa nostra non è italiano
      900mila Sono le tonnellate di pesce che vengono commercializzate ogni anno in Italia.

      231.109 Sono le tonnellate di pesce che arrivano dal mare italiano: è circa un terzo dell’intera commercializzazione.

      1.167 milioni di euro È il giro d’affari che si muove attorno al business della pesca in Italia: un terzo in esportazioni.

      13.300 Le imbarcazioni che compongono la flotta delle marinerie italiane: le acciughe sono le più pescate.

      28.542 Sono i pescatori italiani: il 61,4 per cento concentrato nelle regioni meridionali e insulari.

      8 Il pesce taroccato ha un costo sino a otto volte inferiore rispetto a quello originale.

      17 E’ la percentuale del pesce senza etichettatura venduto nei ristoranti. Il 38 per cento ha una documentazione incompleta.

      75 per cento Secondo la stima della Coldiretti, è la percentuale di pesce non italiano servito dai ristoranti di casa nostra.

    44. nessuno nega il fatto che si in italia e nel mondo si venda pesce congelato o avariato o con etichettatura fasulla …ma questo qualunquismo che c’ entra col fatto che il signor vinci e come lui tanti purtroppo superficiali e qualunquisti parlano di pesce che non hanno ne mangiato ne visto?
      Che la pesca italiana ed in particolar modo i pescatori delle isole che hanno costi superiori agli altri , vadano aiutati a pescare e vendere i loco non c’è dubbio.
      Ma nulla hanno a che fare con l’ articolo in questione il 99% circa del pescato locale viene consumato in loco in piccole realtà come Ustica.

    45. Il pescato di Ustica, in particolare d’estate, non é in grado di coprire i fabbisogni dei consumatori, dunque si usa pesce non locale, a volte persino non italiano, che costa poco e rende molto di più ai ristoratori, in termini di profitto.

    46. io a ustica ho mangiato i bastoncini findus comprati al supermercato e mi sono trovato benissimo

    47. sIG. dOC
      QUELLO CHE DICE LEI PUò ESSERE VERO’ FORSE PER IL VILLAGGIO PUNTA SPALMATORE E PER QUALCHE ALTRO RISTORANTE ( MA IN QUESTO CASO NON PARLIAMO DI RISTORANTE TIPICO A CONDUZIONE FAMILIARE) MA LE POSSO ASSICURARE A CHE SIA IL RISTORNATE DA uMBERTO SIA ALTRI RISTORANTI USANO PESCE LOCALE ( FANNO ECCEZIONE PER ESEMPIO I MOLLUSCHI COME LE COZZE MA QUESTO IL CLIENTE LO SA …FIGURIAMOCI SE QUALCUNO A MAI DETTO CHE A USTICA CI SONO LE COZZE O I GAMBERONI).

    48. ma perchè continuate a sostenere che il sig vinci non ha mangiato mai pesce a Ustica? Dall’articolo non si evince. Perchè non si evince quante volte il sig vinci sia andato a Ustica nella sua vita. Ed essendo di Palermo presumo che potrebbe esserci andato altre volte, no?
      E poi dai commenti si capisce pure che un po’sto sig vinci ci ha azzeccato. Ha esagerato, ma ha toccato un nervo scoperto no?

    49. .. cominciano le prime ammissioni: punta spalmatore.. qualche altro ristorante…. dai, dai coraggio che ci stiamo arrivando!
      E comunque se ci assicurate che il pesce fresco si trova siamo tutti contenti compreso (spero) il sig vinci, no?
      Il problema è saperlo riconoscere. E quindi per non essere “fregati” uno deve essere, come minimo, un biologo marino, no? E se non lo sei … meglio la verdura! Solo solo perchè costa molto meno.

    50. caro Filippo nei piccoli territori devi conosce prima la gente e poi il cibo…basta chiedere in giro ai pescatori che ci sono a differenza di quello che sostiene lo sprovveduto sig Vinci che ha ustica c’è stato poco ed pure in modo superficiale. il pesce guardalo negli occhi se lo vuoi riconoscere …non è per tutte le tasche ma questo si e cosi da per tutto almeno in Sicilia. Chi fa ristorazione dagli anni ’70 non può essere un improvvisato . i veri intenditori sanno dove mangiare pesce del posto e per glia altri…be che dire si diano da fare. hihihihih

    51. e con questo passo e chiudo. ringraziando tutti coloro scelgo la ristorazione tipica sull’ isola di Ustica. anche a nome dei colleghi .

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