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venerdì 19 apr
  • Calati iunco

    L’altro giorno pensavo a mia nonna…buon’anima! Ci ha lasciati qualche anno fa alla splendida età di 86 anni, circondata da figli e nipoti.

    Me la ricordo sempre con la Corona del Rosario in mano, un sorriso serafico seduta sulla poltroncina della cucina che bisbigliava le sue preghiere: quelle mattutine, poi il Rosario, i Vespri; scandiva le ore del giorno con i grani del Rosario. Diceva che pregava per tutti: per i figli, per i nipoti, per i pronipoti…e aveva sicuramente un gran bel da fare poiché siamo sempre stati piuttosto numerosi! Nonna pregava sempre…anche quando dovevo fare gli esami all’Università. «U Signuri t’accumpagna» mi diceva e quasi quasi mi sentivo rassicurata e all’appello ci andavo più impavida. Poi la chiamavo comunicandole il voto e lei mi domandava «E com’è? Buono?» e io come sempre le rispondevo «nonna il massima è 30…». «Ah…allura è buono!».

    Forse le ultime parole che ha pronunciato prima di morire sono state quelle dell’Ave Maria e del Padre Nostro.

    Mi ricordo che quando ero più ragazzina a volte mi raccontava storie della sua giovinezza: aneddoti di una vita semplice che mi davano il sapore di una genuinità che forse la mia generazione non ha mai conosciuto… meno che mai i ragazzi di oggi! mi ricordo quel suo parlare lento e cadenzato con quell’inflessione tipica della “parlata” di Alcamo, il suo paese.

    Ogni tanto, forse come fanno tutte le nonne, se ne veniva fuori con qualche vecchio proverbio o un Detto sconosciuto… a me uno è rimasto in mente in modo particolare, che quando ero più piccola non ne capivo il senso! Diceva «calati iunco, chi passa la china» ed era solita dirlo quando c’erano momenti difficili. Alle mie orecchie suonava come qualcosa di minaccioso e non capivo il perché dello iunco, il perché si doveva calare, ma soprattutto chi era questa benedetta “china”.

    Oggi che nonna non c’è più e l’età della fanciullezza da un po’ e trascorsa quel detto l’ho fatto mio come un bene lasciatomi in eredità.

    Non ha più un suono minaccioso, ma ha i toni nitidi della vita di ogni giorno alla quale, il vecchio proverbio, aderisce perfettamente.

    Lo iunco cioè il giunco, è quella pianta che cresce in prossimità di fonti d’acqua; quando arriva una piena, o una mareggiata si flette sotto il peso dell’acqua… non si spezza, si “cala”, si adegua alla sua forza imperiosa, resiste…non resta dritto perché se così fosse si spezzerebbe e la corrente lo trascinerebbe via. Piega il suo orgoglio e lascia che passi…la china.

    Aspetta. Tanto prima o dopo il peggio passerà e lui potrà tornare ad ergersi mostrando il suo ciuffo svettante, facendosi beffa della forza distruttrice dell’acqua!

    Ah nonna…quante volte mio malgrado sono stata iunco! O meglio: ho imparato ad esserlo!

    Quanti ne ho visti di iunchi che a piegarsi non hanno fatto in tempo, o non hanno voluto.

    Quante volte la china è stata più forte, più inaspettata che mai! È stata subdola e si è presentata con forme diverse: ha avuto l’aspetto grigio e l’odore acro di una corsia d’ospedale; ha avuto il suono di un sogno che va in frantumi o di una porta chiusa in faccia; ha avuto il volto e la voce dell’incomprensione; è stata un “no”, è stata la solitudine di certi giorni vuoti, è stata il frullare di mille pensieri. Ha avuto un sapore pungente e salino non del mare, ma delle lacrime.

    La piena…la “china” me la sono lasciata passare addosso.

    Adesso aspetto. Aspetto che l’acqua rientri nei suoi argini, che passi il peggio. Aspetto di potermi slanciare al cielo…e vedere attorno a me altri iunchi.

    Isati iunco…ca la china passò!!

    Ospiti
  • 5 commenti a “Calati iunco”

    1. Forse può infastidire l’autrice del post, ma non ho prestato attenzione all’ultima parte. Sono stata catturata dalla prima, in cui parli di tua nonna in modo da fare immedesimare molti di noi, facendo riaffiorare i ricordi in ognuno della propria nonna. Ti ringrazio, mi hai fatto emozionare in ogni caso.

    2. Grazie Manuela sono un vecchietto travestito da ragazzino e pertanto avevo bene in testa questo detto siciliano che, oltre dalla tua simpatica simpatica nonna e dai nostri antenati, veniva anche usata dalla mafia in occasioni di retate. Mi ha ricordato tante cose e tu mi hai anche insegnato la seconda parte che non sapevo: Isati iunco…ca la china passò!!Complimenti.

    3. Testo intimo e sentito di un passato che viene per dare consiglio al presente e speranza al futuro, al tuo e al nostro. Dolcezza, nostalgia, sofferenza ed infine timida speranza, tutto in un post intenso e ben scritto. Ti ringrazio per avermi regalato queste emozioni e condiviso una parte di te con tutti noi.

    4. Grande Manuela, sei forte!!!

    5. Grande Manuela, sei forte!!! Un abbraccio.

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