Palermo 2019, contenuti! non solo contenitori.
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il dossier di candidatura di Palermo a capitale europea della cultura è un buon punto di riferimento come analisi di quello che:
– Palermo “è” stata
– Palermo “è” oggi,
– Palermo “ha in cantiere” come opere infrastrutturali per migliorare la qualità della vita per tutti, se tutte le condizioni esposte in ordine sparso nelle 88 pagine fossero soddisfatte, almeno al 70% (non dimentichiamo che i rischi sono sempre da calcolare in un impresa faraonica come quella di una tale candidatura).
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Penso che ogni Palermitano/a che ha a cuore la cultura della città dovrebbe averne una copia da tenere in soggiorno sul tavolo, su una scrivania e ogni mese darci una lettura, per non dimenticare quanto siamo in gamba a sognare e a visualizzare come ci piacerebbe essere fra 6 anni.
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Quello che mi ha colpito positivamente è la vastità di opere infrastrutturali elencate che dovrebbero realizzarsi e che servirebbero per assicurare la riuscita di un anno di eventi culturali di respiro internazionale. Ovviamente se si pensa all’attuale mobilità urbana è impensabile ospitare quì la capitale europea della cultura con tutti i flussi turistici che genererebbe. Le infrastrutture della mobilità servono e speriamo che possano essere realizzate nella tabella temporale di marcia di circa 5 anni, sperando anche che i relativi finanziamenti siano assicurati da quegli enti elencati nelle tabelle di budget. Se Palermo in 5 anni realizzerà il 60-70% di tutte quelle infrastrutture elencate passerà alla storia non solo locale ma internazionale. L’elencazione di tutte le opere infrastrutturali sicuramente costituirà un elemento di forza che accompagna la candidatura palermitana.
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Quello che mi ha colpito meno positivamente è la breve elencazione di eventi specifici e puntuali che si terranno per quell’anno. A parte il “Festival Internazionale dello Streetfood”, leggo “Europa apre le porte” che a prima vista porterebbe a pensare ad una interessantissima estensione europea di “Palermo apre le porte”, ma che poi a pensarci bene, (e viaggiando un po in Europa), potrebbe rivelarsi un evento a doppio “taglio”: nelle città europee i monumenti, le chiese, i musei, i teatri sono “sempre aperti” ai cittadini locali e ai turisti, diversamente dai musei palermitani che qualche ferragosto possono essere chiusi! Attenzione a questa estensione europea di un attività culturale che potrebbe far pensare alla Commissione giudicatrice quale politica pubblica gestionale adottiamo ordinariamente nei confronti dei luoghi della cultura e dell’arte locali.
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Manca l’elenco, anche generale o provvisorio, degli eventi specifici da realizzare nel 2019.
L’elenco dei musei nei 9 porti non costituisce in automatico l’evento, a parer mio. Sono luoghi urbani interessantissimi (per localizzazione e simbologia) ma non riempiti di contenuti, così come descritti nel documento.
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La capitale europea della cultura è in sostanza un elenco di eventi giornalieri settimanali mensili che si tengono in dei luoghi.
Ho la sensazione che questo documento voglia mettere in risalto al valutatore ciò che Palermo vorrebbe dimostrare all’Europa con la sua candidatura, ma non quello che vorrebbe fare come eventi specifici.
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Al riguardo mi ha colpito anche che a pag 39 (Come la città intende scegliere i progetti/gli eventi che andranno a costituire il Programma del 2019?), è scritto che “…..definirà i criteri e le procedure per la selezione dei progetti e delle attività della manifestazione, per le quali saranno attivati bandi pubblici internazionali…”. Chi legge capisce che i criteri e le procedure, che sono gli elementi fondamentali della bontà e validità di un anno eventi culturali, devono essere ancora decisi. E’ come se la Commissione valutatrice nella descrizione delle regole da seguire per le città candidate scrivesse che “definirà i criteri e le procedure per la selezione delle candidature”, cioè i criteri li deciderà dopo aver letto tutte le candidature ricevute.
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Non voglio portare iella, ma scrivere questo, dopo avere nelle pagine precedenti ampiamente tracciato la strategia e le motivazioni della candidatura di Palermo (ciò che Palermo vorrebbe dimostrare con la candidatura), porta a valutare in qualche maniera negativamente (come elemento di debolezza), almeno questa parte del documento. Sicuramente ogni punto del progetto di candidatura (la risposta alla domanda) sarà valutato con un certo peso, che la Commissione valutatrice comunque ha già definito ancora prima di ricevere le istanze, …le regole si fanno prima del gioco.
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Da palermitano che tiene alla valorizzazione di questa città, spero bene con questa candidatura, malgrado ciò che ho scritto.
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P.S.:
avevo postato questo stesso commento nel sito di Palermo2019.it alla pagina http://www.palermo2019.it/dossier-di-candidatura/ il giorno 3 ottobre 2013, in tempi lontani dalla notizia di oggi.
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Sarebbe interessante conoscere le motivazioni dell’esclusione per farne tesoro, per il futuro. Per capire in cosa Palermo non ha convinto.
Non conosco molto bene Matera (ma aveva un team di tutto di rispetto capitanato da Riccardo Luna), ma Siena, Ravenna e Perugia in quanto a cultura non mi pare che abbiano molto da invidiare a Palermo (che viene sotterratto dalle suddette anche per la pessima qualità della vita). Cagliari credo sia stata valutata per il dossier (anche se non la conosco), mentre mi stupisce assai la presenza di Lecce (a ‘sto punto si poteva candidare anche Porto Empedocle…). Detto ciò credo veramente che l’amministrazione comunale abbia creato un eccessivo hype attorno a questa candidatura, ed è evidente che la sua prematura bocciatura non potrà che ritorcersi contro.
@Luca
Matera ha http://www.unmonastery.eu/ una think tank internazionale permanente riunita in un ex monastero che sta lavorando sodo a risolvere problemi (http://www.unmonastery.eu/index.php/goals/challenges-matera/) che possono essere ovviamente i problemi di tante città italiane. E che sta lavorando sodo a processi di coprogettazione in maniera partecipativa più convincente (non si vince di solo hype! hai ragione).
Se leggi il loro dossier di candidatura (http://www.matera-basilicata2019.it/it/mt2019/dossier-di-candidatura.html) trovi più appeal [non solo x te, figurati per la commissione valutatrice!] rispetto a quello di Palermo. Te ne innamori già da come è scritto.
Sai non mi stupisco più di tanto. Il nome di Riccardo Luna nel team era di già di per sè una garanzia di innovazione e di idee, conoscendolo è uno che si muove soltanto per ragioni più che valide.
..sicuramente la mia palermo su alcuni argomenti non è seconda a nessuna città del mondo, ad esempio su come si gestisce la raccolta dei rifiuti e quella differenziata, su come ancora oggi non si riesca a dare una viabilità decente,sulla cultura abbandonata a se stessa. questi sono i vestiti della mia città, molto bella, ma allo stesso tempo inadeguati ed impresentabili. quindi lamentarsi non ha nessun senso. Penso, però, allo steso tempo che nessun organismo possa certificare una città come capitale della cultura e che invece questa investitura possa essere data solo dal numero dei suoi visitatori che ogni anno la scelgono come meta. Mi piacerebbe che chi amministra la città, la regione, la nuova città metropolitana continuassero a lavorare come se Palermo fosse designata a capitale della cultura del 2019, anche se la città sarà un’altra. Questo per restituire nei suoi abitanti ed in quelli che ogni anno la scelgono come meta turistica la speranza di un cambiamento che restituisca alla città un immagine nuova, di un reale cambiamento verso la bellezza, l’arte, la civiltà del vivere insieme. Vi posso assicurare che tutto questo è possibile, dipende solo da ognuno di noi, il resto è già esiste deve essere solo riscoperto.
Ci siamo risparmiati questa ennesima malafiura, che avrebbe eguagliato se non superato i ritardi e le vergogne che ci furono in occasione di Italia ’90. Al momento, Palermo non sarebbe in grado di organizzare neanche una sagra del cannolo decente. Quindi, facciamocene una ragione.
Per un palermitano che ama la propria città è come ricevere un cazzotto sul volto da un peso massimo della boxe; ma il contrario equivarrebbe a legittimare la falsità, e sorbirsi per sei anni gli slogans, le millanterie e le mistificazioni di Orlando Cascio, e i suoi rifiuti e tutti gli altri problemi gravissimi nascosti sotto il tappeto.
La soluzione non è nell’aiuto agli artisti, come un obbligo o un dovere, come molti pretenderebbero, che queste iniziative “assistite”, forme di stipendificio snob, hanno prodotto nella maggior parte dei casi obbrobri millantati per arte e cultura (cito su tutti l’obbrobrio del decoro di piazza San Domenico, orribile, da vergognarsi per tanta tasciume, cattivo gusto, ignoranza, provincialismo, bruttezza)… in un posto dove già altre forme (tante) di assistenzialismo hanno causato gravi danni alla vita sociale ed economica; piuttosto si devono educare i cittadini alla “domanda” di cultura, arte, estetica, decoro, fino a divenire necessità.
A QUESTO PUNTO chi educherà gli amministratori che dovrebbero attuare progetti per l’evoluzione culturale? Perché, se non si è capito, è giusto informare che oggi, salvo rarissime eccezioni, gli pseudo-politici locali sono per la maggior parte ignoranti, incapaci, incompetenti, disinformati sui metodi in uso nelle società evolute, insomma si tratta di buontemponi che cercano nella politica una “sistemazione”.
Giambrone è capace, e gli altri?
L’assessore al verde, che scrive grandi quantità di libri, IN PRATICA sa fare SOLO slogan cervellotici, come quello della “favorita come central park”.
Ho citato i fiori all’occhiello; gli altri: da strapparsi i capelli.
La bocciatura mi lascia sereno.E’ segno che qualcosa ancora funziona,in questo caso la commissione che approva le candidature.Appuntamento rinviato.Fino a quando?
Dipende dai palermitani.Meno chiacchiere e cominciate a scoparvi le strade.
Ognuno per il proprio tratto.Poi c’è una miriade di altre cose da fare.
Ho il privilegio di avvalermi di un collaboratore domestico cui affido il compito di tenere
pulita l’area antistante la mia abitazione.Posso mandarti ugualmente la foto ?
Siamo certamente dispiaciuti, ma pur se Alberto ha estremizzato il concetto, penso anche io che prima di fantasticare sarebbe auspicabile preparare una Palermo di tutti i giorni. Non ho mai capito, per esempio, perché in tanti avessero desiderato si realizzasse il Ponte sullo Stretto, quando, (oltre al fatto che ormai per andare e venire dall’Isola si usa il molto più economico, veloce e comodo mezzo aereo) la viabilità per arrivare a Messina dall’isola stessa e dal continente fosse una vera e propria impresa. Ecco, io colgo lo stesso parallelismo. Noi siciliani siamo capaci di convivere tra grandi progetti e munnizza, tra iperstrade e trazzere, tra Olimpiadi e zone dove non arriva neanche l’acqua.
Quello che manca davvero è un senso e una mentalità culturale di comunità, del convivere giorno dopo giorno. Quando avremo riconquistato la sensibilità culturale, potremmo ambire a grandi traguardi.
In un convegno del maggio scorso intervenni e dissi: “L’idea di organizzarsi per Palermo capitale nasce nel giugno 2012. Bene, mancavano 6 anni e mezzo. Ora ne mancano 5 e mezzo e la città è mesa peggio di 11 mesi fa. Sarebbe stato intellettualmente più onesto dire, signori, lavoriamo sodo e puntiamo a Palermo Capitale europea della Cultura nel 2033. Abbiamo 20 anni di tempo per svoltare la testa, un ricambio generazionale per fare capire che siamo all’avanguardia”.
Mi sbaglierò, ma ci si riempe spesso la bocca, ma si vive di troppa apparenza e poca concretezza.
e,per le merci,ci sono i collegamenti via nave,Palermo Napoli,Palermo Livorno,Palermo Genova,etc.Eppure si è riusciti a sprecare un mare di soldi in questo progetto del Ponte,mentre abbiamo una viabilità urbana ,intercomunale,interprovinciale
bisognevole di seri interventi.Quello diceva di fare il ponte,e questo ci andava dietro,
bovinamente.Adesso ci tocca pagare anche le penali,se non erro.
L’ultima strada asfaltata che ho visto realizzare porta a Lidl,area Tommaso Natale.
Bellissima,ampia e panoramica.
Andate a vedere in che stato si trova.Una vergogna autentica.Non ci sono cassonetti,essendo un’area sostanzialmente non abitata,eppure ci sono cumuli di rifiuti ed erbacce.Un mistero come abbia potuto degradare in cosi poco tempo.
Brutta sorte per tanti palermitani,muoversi in mezzo ai rifiuti.Viabilita’ e
Pulizia urbana restano il biglietto da visita di chi si candida a Capitale Culturale,
Il resto viene appresso.
@Alberto:
quanto dici tu non ha senso. Palermo ha 3 volte gli spazzini di Torino eppure io devo spazzarmi la strada davanti casa. A Torino (più grande di Palermo) bastano, a Palermo no. Hanno gli stessi mezzi (non come quantità, lì ne hanno molti di più), ma nei mezzi dove noi mettimo 3 persone loro ne hanno 2 e in quelli da 2 ne hanno 1. E funziona. Per carità i palermitani sono “ngrasciati” tuttavia gli spazzini hanno scope vecchie e palette piccole…quando ci sono.
@Alberto:
ti prego non fare l’errore comune di pensare che “i soldi del ponte si potevano spendere per fare dell’altro”. Non funziona così. Da nessuna parte del mondo. I soldi per le strade cittadine DEVONO essere presi dai capitoli che gli competono, così come le grande infrastrutture hanno altri capitoli. In pratica: non si fa il ponte e allora i soldi li useremo per fare un’altra mega struttura strategica non in Sicilia.
Per quanto riguarda la penale la risposta è sì, pagheremo la penale. E la rabbia maggiore quando sono “tra quelli del settore” è vedere che Impregilo coi suoi uomini è la prima a mettere i bastoni fra le ruote per non fare l’opera (e che foraggia politicanti che fanno demagogia a costo zero). Ci guadagna a costo (e rischi) zero.
Possiamo criticare la scelta iniziale (fare il ponte o no) ma adesso che si è scelto di farlo da siciliani dovremmo batterci per averlo, perchè sono soldi che arrivano in Sicilia (e sono tanti) che se non si fa noi non vedremo.
La mia non è un’ottica legata ai capitoli di spesa.
Senza le rimesse dello stato saremmo letteralmente alla fame.
Se non fossimo alla fame non avremmo tanti emigrati e tanti disoccupati.
L’enorme terziario lo manteniamo grazie alle elemosine di stato.
Pur tra tante polemiche.
In quanto al ponte,ho varie perplessità anche di tipo tecnico,
Oltre che economico,e di necessità.
Ma,a chi è venuta l’idea del Ponte?
@Alberto, sull’inutilità del ponte ti do ragione. Quando mi parlano del ponte come la risoluzione di tutti i problemi di isolamento della Sicilia, faccio sempre l’esempio della Gran Bretagna…vi sembra isolata? Lo spazio aereo della GB è il più affollato d’Europa e uno dei più affollati al mondo; per cui, pur essendo un’isola a 40 km dal continente, è più al centro del mondo di molti posti geograficamente meno penalizzati. Anche il tunnel sotto la Manica non è stato un successone, considerando tutti i soldi spesi; la gente viaggia con l’aereo da e per la GB, e l’Eurotunnel viene usato soprattutto tra Londra e Parigi con costi superiori all’aereo. Abbiamo la possibilità di potenziare i porti della Sicilia, se solo non ci fosse il monopolio di Grandi Navi Veloci; non so se ricordate la meteora di T-Link Lines, la nave che portava merci e passeggeri da Termini Imerese a Genova con la metà dei soldi di Grandi Navi Veloci. Bene, GNV fece ricorso e lo vinse, facendo cessare il collegamento da Termini I., e dimostrando ancora una volta che sono le lobby a comandare in questo paese. Per cui per me, il ponte è una c….ta pazzesca!
Parlamento e Senato di “NOMINATI”
dalle segreterie di partito.
Una democrazia violata.
Una stampa addomesticata o distratta.
Così il nero diventa bianco e viceversa.
E quando gli italiani ne hanno preso coscienza,il grosso dei mali era cosa fatta.
Adesso c’ e’ questa bocciatura?
Per qualcuno nessun problema.Si va avanti lo stesso.A parole.
Ci autoproclamiamo capitale della cultura europea.
Complimenti e felicitazioni.
Siamo i meglio.
Come sempre.
Che bravi !
Quante “tarantelle” per una città che così come è ridotta non vale proprio nulla .
La città della staticità e del regresso civico culturale ed urbanistico .
Viva OLLANDO Viva Santa Rusalia 😀
Epperò scopro che Palermo è stata appena inserita fra le “città del Vino” (!?!), evidentemente per la sua lunga tradizione vinicola, per i grandi appezzamenti a vite che si coltivano nelle immediate vicinanze, o forse per le produzioni d’eccellenza che tutto il mondo le invidia.
Oppure si sono sbagliati.
Palermo 2019, contenuti! non solo contenitori.
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il dossier di candidatura di Palermo a capitale europea della cultura è un buon punto di riferimento come analisi di quello che:
– Palermo “è” stata
– Palermo “è” oggi,
– Palermo “ha in cantiere” come opere infrastrutturali per migliorare la qualità della vita per tutti, se tutte le condizioni esposte in ordine sparso nelle 88 pagine fossero soddisfatte, almeno al 70% (non dimentichiamo che i rischi sono sempre da calcolare in un impresa faraonica come quella di una tale candidatura).
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Penso che ogni Palermitano/a che ha a cuore la cultura della città dovrebbe averne una copia da tenere in soggiorno sul tavolo, su una scrivania e ogni mese darci una lettura, per non dimenticare quanto siamo in gamba a sognare e a visualizzare come ci piacerebbe essere fra 6 anni.
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Quello che mi ha colpito positivamente è la vastità di opere infrastrutturali elencate che dovrebbero realizzarsi e che servirebbero per assicurare la riuscita di un anno di eventi culturali di respiro internazionale. Ovviamente se si pensa all’attuale mobilità urbana è impensabile ospitare quì la capitale europea della cultura con tutti i flussi turistici che genererebbe. Le infrastrutture della mobilità servono e speriamo che possano essere realizzate nella tabella temporale di marcia di circa 5 anni, sperando anche che i relativi finanziamenti siano assicurati da quegli enti elencati nelle tabelle di budget. Se Palermo in 5 anni realizzerà il 60-70% di tutte quelle infrastrutture elencate passerà alla storia non solo locale ma internazionale. L’elencazione di tutte le opere infrastrutturali sicuramente costituirà un elemento di forza che accompagna la candidatura palermitana.
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Quello che mi ha colpito meno positivamente è la breve elencazione di eventi specifici e puntuali che si terranno per quell’anno. A parte il “Festival Internazionale dello Streetfood”, leggo “Europa apre le porte” che a prima vista porterebbe a pensare ad una interessantissima estensione europea di “Palermo apre le porte”, ma che poi a pensarci bene, (e viaggiando un po in Europa), potrebbe rivelarsi un evento a doppio “taglio”: nelle città europee i monumenti, le chiese, i musei, i teatri sono “sempre aperti” ai cittadini locali e ai turisti, diversamente dai musei palermitani che qualche ferragosto possono essere chiusi! Attenzione a questa estensione europea di un attività culturale che potrebbe far pensare alla Commissione giudicatrice quale politica pubblica gestionale adottiamo ordinariamente nei confronti dei luoghi della cultura e dell’arte locali.
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Manca l’elenco, anche generale o provvisorio, degli eventi specifici da realizzare nel 2019.
L’elenco dei musei nei 9 porti non costituisce in automatico l’evento, a parer mio. Sono luoghi urbani interessantissimi (per localizzazione e simbologia) ma non riempiti di contenuti, così come descritti nel documento.
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La capitale europea della cultura è in sostanza un elenco di eventi giornalieri settimanali mensili che si tengono in dei luoghi.
Ho la sensazione che questo documento voglia mettere in risalto al valutatore ciò che Palermo vorrebbe dimostrare all’Europa con la sua candidatura, ma non quello che vorrebbe fare come eventi specifici.
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Al riguardo mi ha colpito anche che a pag 39 (Come la città intende scegliere i progetti/gli eventi che andranno a costituire il Programma del 2019?), è scritto che “…..definirà i criteri e le procedure per la selezione dei progetti e delle attività della manifestazione, per le quali saranno attivati bandi pubblici internazionali…”. Chi legge capisce che i criteri e le procedure, che sono gli elementi fondamentali della bontà e validità di un anno eventi culturali, devono essere ancora decisi. E’ come se la Commissione valutatrice nella descrizione delle regole da seguire per le città candidate scrivesse che “definirà i criteri e le procedure per la selezione delle candidature”, cioè i criteri li deciderà dopo aver letto tutte le candidature ricevute.
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Non voglio portare iella, ma scrivere questo, dopo avere nelle pagine precedenti ampiamente tracciato la strategia e le motivazioni della candidatura di Palermo (ciò che Palermo vorrebbe dimostrare con la candidatura), porta a valutare in qualche maniera negativamente (come elemento di debolezza), almeno questa parte del documento. Sicuramente ogni punto del progetto di candidatura (la risposta alla domanda) sarà valutato con un certo peso, che la Commissione valutatrice comunque ha già definito ancora prima di ricevere le istanze, …le regole si fanno prima del gioco.
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Da palermitano che tiene alla valorizzazione di questa città, spero bene con questa candidatura, malgrado ciò che ho scritto.
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P.S.:
avevo postato questo stesso commento nel sito di Palermo2019.it alla pagina http://www.palermo2019.it/dossier-di-candidatura/ il giorno 3 ottobre 2013, in tempi lontani dalla notizia di oggi.
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Sarebbe interessante conoscere le motivazioni dell’esclusione per farne tesoro, per il futuro. Per capire in cosa Palermo non ha convinto.
Mettiti l’animo in pace .
Ne riparliamo tra sessant’anni.
Non conosco molto bene Matera (ma aveva un team di tutto di rispetto capitanato da Riccardo Luna), ma Siena, Ravenna e Perugia in quanto a cultura non mi pare che abbiano molto da invidiare a Palermo (che viene sotterratto dalle suddette anche per la pessima qualità della vita). Cagliari credo sia stata valutata per il dossier (anche se non la conosco), mentre mi stupisce assai la presenza di Lecce (a ‘sto punto si poteva candidare anche Porto Empedocle…). Detto ciò credo veramente che l’amministrazione comunale abbia creato un eccessivo hype attorno a questa candidatura, ed è evidente che la sua prematura bocciatura non potrà che ritorcersi contro.
@Luca
Matera ha http://www.unmonastery.eu/ una think tank internazionale permanente riunita in un ex monastero che sta lavorando sodo a risolvere problemi (http://www.unmonastery.eu/index.php/goals/challenges-matera/) che possono essere ovviamente i problemi di tante città italiane. E che sta lavorando sodo a processi di coprogettazione in maniera partecipativa più convincente (non si vince di solo hype! hai ragione).
Se leggi il loro dossier di candidatura (http://www.matera-basilicata2019.it/it/mt2019/dossier-di-candidatura.html) trovi più appeal [non solo x te, figurati per la commissione valutatrice!] rispetto a quello di Palermo. Te ne innamori già da come è scritto.
Sai non mi stupisco più di tanto. Il nome di Riccardo Luna nel team era di già di per sè una garanzia di innovazione e di idee, conoscendolo è uno che si muove soltanto per ragioni più che valide.
..sicuramente la mia palermo su alcuni argomenti non è seconda a nessuna città del mondo, ad esempio su come si gestisce la raccolta dei rifiuti e quella differenziata, su come ancora oggi non si riesca a dare una viabilità decente,sulla cultura abbandonata a se stessa. questi sono i vestiti della mia città, molto bella, ma allo stesso tempo inadeguati ed impresentabili. quindi lamentarsi non ha nessun senso. Penso, però, allo steso tempo che nessun organismo possa certificare una città come capitale della cultura e che invece questa investitura possa essere data solo dal numero dei suoi visitatori che ogni anno la scelgono come meta. Mi piacerebbe che chi amministra la città, la regione, la nuova città metropolitana continuassero a lavorare come se Palermo fosse designata a capitale della cultura del 2019, anche se la città sarà un’altra. Questo per restituire nei suoi abitanti ed in quelli che ogni anno la scelgono come meta turistica la speranza di un cambiamento che restituisca alla città un immagine nuova, di un reale cambiamento verso la bellezza, l’arte, la civiltà del vivere insieme. Vi posso assicurare che tutto questo è possibile, dipende solo da ognuno di noi, il resto è già esiste deve essere solo riscoperto.
Invece e’ impossibile.Miseramente impossibile.
Orlando e ciamprone avrebbero dovuto farsi supportare da qualche mente innovativa, reclutare qualche imprenditore 2.0.
Ci siamo risparmiati questa ennesima malafiura, che avrebbe eguagliato se non superato i ritardi e le vergogne che ci furono in occasione di Italia ’90. Al momento, Palermo non sarebbe in grado di organizzare neanche una sagra del cannolo decente. Quindi, facciamocene una ragione.
Per un palermitano che ama la propria città è come ricevere un cazzotto sul volto da un peso massimo della boxe; ma il contrario equivarrebbe a legittimare la falsità, e sorbirsi per sei anni gli slogans, le millanterie e le mistificazioni di Orlando Cascio, e i suoi rifiuti e tutti gli altri problemi gravissimi nascosti sotto il tappeto.
La soluzione non è nell’aiuto agli artisti, come un obbligo o un dovere, come molti pretenderebbero, che queste iniziative “assistite”, forme di stipendificio snob, hanno prodotto nella maggior parte dei casi obbrobri millantati per arte e cultura (cito su tutti l’obbrobrio del decoro di piazza San Domenico, orribile, da vergognarsi per tanta tasciume, cattivo gusto, ignoranza, provincialismo, bruttezza)… in un posto dove già altre forme (tante) di assistenzialismo hanno causato gravi danni alla vita sociale ed economica; piuttosto si devono educare i cittadini alla “domanda” di cultura, arte, estetica, decoro, fino a divenire necessità.
A QUESTO PUNTO chi educherà gli amministratori che dovrebbero attuare progetti per l’evoluzione culturale? Perché, se non si è capito, è giusto informare che oggi, salvo rarissime eccezioni, gli pseudo-politici locali sono per la maggior parte ignoranti, incapaci, incompetenti, disinformati sui metodi in uso nelle società evolute, insomma si tratta di buontemponi che cercano nella politica una “sistemazione”.
Giambrone è capace, e gli altri?
L’assessore al verde, che scrive grandi quantità di libri, IN PRATICA sa fare SOLO slogan cervellotici, come quello della “favorita come central park”.
Ho citato i fiori all’occhiello; gli altri: da strapparsi i capelli.
La bocciatura mi lascia sereno.E’ segno che qualcosa ancora funziona,in questo caso la commissione che approva le candidature.Appuntamento rinviato.Fino a quando?
Dipende dai palermitani.Meno chiacchiere e cominciate a scoparvi le strade.
Ognuno per il proprio tratto.Poi c’è una miriade di altre cose da fare.
@alebrto uno che sentenzia e giudica dovrebbe dare il buon esempio, mi piacerebbe una tua foto con te che scopi sotto casa tua, ..nulla di personale.
Ho il privilegio di avvalermi di un collaboratore domestico cui affido il compito di tenere
pulita l’area antistante la mia abitazione.Posso mandarti ugualmente la foto ?
Siamo certamente dispiaciuti, ma pur se Alberto ha estremizzato il concetto, penso anche io che prima di fantasticare sarebbe auspicabile preparare una Palermo di tutti i giorni. Non ho mai capito, per esempio, perché in tanti avessero desiderato si realizzasse il Ponte sullo Stretto, quando, (oltre al fatto che ormai per andare e venire dall’Isola si usa il molto più economico, veloce e comodo mezzo aereo) la viabilità per arrivare a Messina dall’isola stessa e dal continente fosse una vera e propria impresa. Ecco, io colgo lo stesso parallelismo. Noi siciliani siamo capaci di convivere tra grandi progetti e munnizza, tra iperstrade e trazzere, tra Olimpiadi e zone dove non arriva neanche l’acqua.
Quello che manca davvero è un senso e una mentalità culturale di comunità, del convivere giorno dopo giorno. Quando avremo riconquistato la sensibilità culturale, potremmo ambire a grandi traguardi.
In un convegno del maggio scorso intervenni e dissi: “L’idea di organizzarsi per Palermo capitale nasce nel giugno 2012. Bene, mancavano 6 anni e mezzo. Ora ne mancano 5 e mezzo e la città è mesa peggio di 11 mesi fa. Sarebbe stato intellettualmente più onesto dire, signori, lavoriamo sodo e puntiamo a Palermo Capitale europea della Cultura nel 2033. Abbiamo 20 anni di tempo per svoltare la testa, un ricambio generazionale per fare capire che siamo all’avanguardia”.
Mi sbaglierò, ma ci si riempe spesso la bocca, ma si vive di troppa apparenza e poca concretezza.
e,per le merci,ci sono i collegamenti via nave,Palermo Napoli,Palermo Livorno,Palermo Genova,etc.Eppure si è riusciti a sprecare un mare di soldi in questo progetto del Ponte,mentre abbiamo una viabilità urbana ,intercomunale,interprovinciale
bisognevole di seri interventi.Quello diceva di fare il ponte,e questo ci andava dietro,
bovinamente.Adesso ci tocca pagare anche le penali,se non erro.
L’ultima strada asfaltata che ho visto realizzare porta a Lidl,area Tommaso Natale.
Bellissima,ampia e panoramica.
Andate a vedere in che stato si trova.Una vergogna autentica.Non ci sono cassonetti,essendo un’area sostanzialmente non abitata,eppure ci sono cumuli di rifiuti ed erbacce.Un mistero come abbia potuto degradare in cosi poco tempo.
Brutta sorte per tanti palermitani,muoversi in mezzo ai rifiuti.Viabilita’ e
Pulizia urbana restano il biglietto da visita di chi si candida a Capitale Culturale,
Il resto viene appresso.
@Alberto:
quanto dici tu non ha senso. Palermo ha 3 volte gli spazzini di Torino eppure io devo spazzarmi la strada davanti casa. A Torino (più grande di Palermo) bastano, a Palermo no. Hanno gli stessi mezzi (non come quantità, lì ne hanno molti di più), ma nei mezzi dove noi mettimo 3 persone loro ne hanno 2 e in quelli da 2 ne hanno 1. E funziona. Per carità i palermitani sono “ngrasciati” tuttavia gli spazzini hanno scope vecchie e palette piccole…quando ci sono.
@Alberto:
ti prego non fare l’errore comune di pensare che “i soldi del ponte si potevano spendere per fare dell’altro”. Non funziona così. Da nessuna parte del mondo. I soldi per le strade cittadine DEVONO essere presi dai capitoli che gli competono, così come le grande infrastrutture hanno altri capitoli. In pratica: non si fa il ponte e allora i soldi li useremo per fare un’altra mega struttura strategica non in Sicilia.
Per quanto riguarda la penale la risposta è sì, pagheremo la penale. E la rabbia maggiore quando sono “tra quelli del settore” è vedere che Impregilo coi suoi uomini è la prima a mettere i bastoni fra le ruote per non fare l’opera (e che foraggia politicanti che fanno demagogia a costo zero). Ci guadagna a costo (e rischi) zero.
Possiamo criticare la scelta iniziale (fare il ponte o no) ma adesso che si è scelto di farlo da siciliani dovremmo batterci per averlo, perchè sono soldi che arrivano in Sicilia (e sono tanti) che se non si fa noi non vedremo.
scope vecchie e palette piccole,sempre che gli spazzini ci siano…
La mia non è un’ottica legata ai capitoli di spesa.
Senza le rimesse dello stato saremmo letteralmente alla fame.
Se non fossimo alla fame non avremmo tanti emigrati e tanti disoccupati.
L’enorme terziario lo manteniamo grazie alle elemosine di stato.
Pur tra tante polemiche.
In quanto al ponte,ho varie perplessità anche di tipo tecnico,
Oltre che economico,e di necessità.
Ma,a chi è venuta l’idea del Ponte?
@Alberto, sull’inutilità del ponte ti do ragione. Quando mi parlano del ponte come la risoluzione di tutti i problemi di isolamento della Sicilia, faccio sempre l’esempio della Gran Bretagna…vi sembra isolata? Lo spazio aereo della GB è il più affollato d’Europa e uno dei più affollati al mondo; per cui, pur essendo un’isola a 40 km dal continente, è più al centro del mondo di molti posti geograficamente meno penalizzati. Anche il tunnel sotto la Manica non è stato un successone, considerando tutti i soldi spesi; la gente viaggia con l’aereo da e per la GB, e l’Eurotunnel viene usato soprattutto tra Londra e Parigi con costi superiori all’aereo. Abbiamo la possibilità di potenziare i porti della Sicilia, se solo non ci fosse il monopolio di Grandi Navi Veloci; non so se ricordate la meteora di T-Link Lines, la nave che portava merci e passeggeri da Termini Imerese a Genova con la metà dei soldi di Grandi Navi Veloci. Bene, GNV fece ricorso e lo vinse, facendo cessare il collegamento da Termini I., e dimostrando ancora una volta che sono le lobby a comandare in questo paese. Per cui per me, il ponte è una c….ta pazzesca!
Parlamento e Senato di “NOMINATI”
dalle segreterie di partito.
Una democrazia violata.
Una stampa addomesticata o distratta.
Così il nero diventa bianco e viceversa.
E quando gli italiani ne hanno preso coscienza,il grosso dei mali era cosa fatta.
Adesso c’ e’ questa bocciatura?
Per qualcuno nessun problema.Si va avanti lo stesso.A parole.
Ci autoproclamiamo capitale della cultura europea.
Complimenti e felicitazioni.
Siamo i meglio.
Come sempre.
Che bravi !
Quante “tarantelle” per una città che così come è ridotta non vale proprio nulla .
La città della staticità e del regresso civico culturale ed urbanistico .
Viva OLLANDO Viva Santa Rusalia 😀
Vi invito a rimanere in tema. Grazie.
Epperò scopro che Palermo è stata appena inserita fra le “città del Vino” (!?!), evidentemente per la sua lunga tradizione vinicola, per i grandi appezzamenti a vite che si coltivano nelle immediate vicinanze, o forse per le produzioni d’eccellenza che tutto il mondo le invidia.
Oppure si sono sbagliati.
http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/61532/palermo-cornuta-e-mazziata-serve-un-bagno-di-umilta
http://www.palermotoday.it/cronaca/tentato-suicidio-piazza-pretoria-20-novembre-2013.html
http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/61829/palermo-capitale-europea-dei-senza-casa-e-della-disoccupazione-2013
Sul nuovo numero di Focus c’è un interessantissimo servizio sui Lego… Imperdibile!
http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid/305844/
Dunque
stiamo in posizione 106
su 107.
Non siamo gli ultimi.
Peccato.
Non saremo mai i primi.
http://www.palermotoday.it/cronaca/crolli-via-barca-famiglie-sgomberate.html