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martedì 19 mar
  • Io non sono indignato, io sono orgoglioso di essere palermitano

    Caro Leoluca Orlando e caro Francesco Giambrone, le parole di Francesco Giunta, proprio su questo blog, mi hanno colpito. Mi ha colpito in particolare il fatto che abbia deciso di prendere una posizione pubblica, di demarcare una linea tra sé ed il mondo, ed il fatto che ha avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di riconoscere che voi state dall’altra parte. È difficile sempre avere il coraggio di pensarla diversamente, ed ancora più difficile di dirlo pubblicamente. Ammiro Francesco per averlo fatto.

    Io ho imparato molto da lei, quando era sovrintendente al Teatro Massimo, in un’epoca dove entrambi eravamo molto più giovani ed entusiasti. Per me è stato un lavorio intenso e faticoso capire che rispetto ad una persona che stimo tanto, cui debbo molto della mia formazione, nel tracciare la mia linea scoprire che sono dall’altra parte.

    Chi mi conosce sa che non amo lamentarmi ma fare le cose, così un mese fa circa ho accettato la sfida di realizzare con altri un progetto per il festino (visionabile a questo link), il Festino in sé non mi è mai interessato veramente, è stata l’occasione per capire se un linguaggio diverso a Palermo fosse possibile.

    La risposta è sì. È possibile. L’entusiasmo di quanti hanno accolto la nostra proposta ed hanno voluto esserne parte è emozionante. La risposta è no, non è possibile, finché Palermo sarà gestita con questi metodi.

    Sull’esclusione di questo progetto, sulla burocrazia usata pro o contro, in ragione di chi commette l’errore o l’infrazione burocratica di turno, della legge uguale per tutti, ma la constatazione che alcuni sono più uguali degli altri, non mi interessa approfondire, sono dettagli secondari. Ugo Palma, mio professore di fisica all’università, per spiegare la fisica ed il ruolo del fisico alla prima lezione faceva un esempio geniale. La mela cade. E questo è un dato sul quale non possiamo discutere né mutare, noi ci occupiamo di capire quali sono le leggi che la fanno cadere. Ma sul fatto che cada non possiamo discutere. Non mi interessa capire come si sono composti singolarmente i tasselli di questa realtà, il dato è la realtà che c’è ed è quella che vediamo: la Vucciria abbandonata a se stessa; la Favorita chiusa con arroganza, senza volere neanche provare a cercare un percorso condiviso con la cittadinanza; Mondello, un problema noto da sempre, sul quale è dovuta intervenire la magistratura per spingervi ad una posizione pubblica, chiara e coerente con le dichiarazioni pre-campagna elettorale, ma lasciandovi la responsabilità di avere preso questa posizione giusta e tardiva a ridosso dell’estate quando le famiglie che fruiscono delle cabine in un modo o nell’altro si erano organizzate; la guerra contro i gestori di locali ed i gazebo; la guerra alla movida; la magra figura alla candidatura di Palermo Capitale della Cultura; l’indecoroso spettacolo del programma di Natale e Capodanno dello scorso anno, sul quale insiste una denuncia in Procura, in occasione della quale avete pubblicamente sconfessato gli uffici, ai quali avete però dato pieno mandato di gestire questo Festino; ed infine questo stesso Festino, che sarà organizzato da una ditta di Varese, un gesto che come gli altri mostra spregio arrogante per la vostra città e per chi la abita. Come se l’anima di una città fosse altra cosa rispetto alla capacità di esprimere una propria identità culturale, come se fosse altra cosa rispetto la gente che la abita; tutto questo e molto altro è la nostra mela che cade. C’è poco da discutere sul fatto che stia cadendo.

    Personalmente credo che la vostra responsabilità sia già scritta nel mandato che il sindaco ha chiesto e ricevuto dalla città. Quella richiesta che le ha consentito di essere eletto con un mandato a scatola chiusa, in quanto detentore di tutti i saperi e tutte le soluzioni, quel «il sindaco lo sa fare» è il boomerang, che purtroppo si sta ritorcendo contro noi; perché era nelle cose che per problemi così complessi la soluzione non potesse averla neanche gente sopra la media come voi; non uno solo, ma tutti insieme, ciascuno mettendoci del proprio siamo la soluzione. Con tutto il rispetto io vorrei al prossimo giro uno un po’ più mediocre e che il sindaco non lo sa fare, ma che magari abbia voglia di dialogare e trovare soluzioni condivise.
    Le ho scritto in privato assessore per dirle che questa città può farcela, non va abbandonata come qualche gufo solo ieri su questo blog suggeriva, ha l’orgoglio e la forza. L’hanno le decine di associazioni che si occupano di bambini, di senzatetto, quelle che lottano perché Palermo possa essere aperta anche ai disabili, (piuttosto copiate la nostra proposta e create uno spazio perché queste persone possano assistere ai fuochi e godersi la festa insieme agli altri, per loro molto più che per noi sarà un momento di meritata emozione, ve ne saranno grati più di quanto non avete dimostrato di meritare); le associazioni che si occupano di violenza sulle donne, i tanti giovani professionisti ed artisti che ho incontrato in questo mese, belli, entusiasti, competenti, forti. Gente che nei vostri piani non esiste, e che può rappresentare il cambio di direzione di cui la città ha bisogno ormai da anni.

    In privato le proponevo di recuperare questi due anni ed avere il coraggio di una decisione politica. Del Festino fatto così, senza cuore ed anima non interessa a nessuno. La proposta era usare questa opportunità per cambiare segnale e direzione, adesso, prima che sia troppo tardi. Ma non al festino, e chi se ne frega: al progetto ed alla visione per questa città, al nostro futuro. Il suo silenzio mi ha fatto capire che quella linea che ci separa c’era già, solo non la vedevo. Mentre le scrivevo di futuro voi siete concentrati nel ricostruire una città antica, fatta dei Cantieri culturali che non riescono a prendere vita, organizzatori del nord Italia che vengono ad “infondere” il loro sapere e poco altro, il ritorno ad una primavera passata che forse non c’è mai veramente stata, se adesso non sapete vedere i fiori tutt’attorno, stanchi ma ancora pronti a sbocciare.

    Ci siamo assunti una responsabilità con la nostra proposta, perché non può avere diritto di parola chi non prova a mostrare la soluzione oltre che ad indicare il problema. Questo me lo ha insegnato proprio lei sovrintendente. Il progetto Viva Palermo Viva, è sul tavolo, propone un altro metodo. È una visione, un progetto, una proposta, delle ipotesi di soluzione, tanti interlocutori; molti non vi hanno votati, tra questi io rivendico con orgoglio non averlo fatto, molti non vi voteranno; ma siete lì anche in nome e per conto mio e di quanti hanno idee diverse; non si agisce e governa solo per chi ci vota, e questo probabilmente è il vostro peggiore torto.

    Le nostre proposte sono di materia, non potete più ignorarle raccontandovi che la Commissione Europea non ha capito il progetto, che la cittadinanza non ha capito la chiusura. Non possono essere sempre gli altri a sbagliare, se non buon senso è questione di statistica. Dall’altra parte della linea sembra esserci solo un muro di gomma. L’incapacità di mettere in discussione le decisioni anche davanti all’evidenza che sono sbagliate.

    Io sono orgoglioso di essere palermitano. Mi appartiene la storia di questa città, ma anche e soprattutto il suo futuro e con questo il futuro dei miei bambini. Se dico quello che dico e faccio quello che faccio è perché ho una responsabilità anche nei loro confronti. Devono sapere che non puoi cambiare nulla se accetti le cose cosi come sono, se non ti spendi per cambiarle, se non trovi il coraggio di pensarla diversamente e di dirlo. Come scrivevo qualche giorno fa ad una persona che ho considerato un amico, è l’insieme delle nostre azioni che parla per noi, c’è un momento nel quale le parole non servono più. Noi abbiamo messo insieme dei pensieri e posto in atto delle azioni concrete, sono gesti simbolici, ed il fatto che io abbia il coraggio di dirvi che in questo momento mi sento dall’altra parte della linea non deve essere per voi impedimento ad ascoltare queste istanze ed a trovare la voglia di cancellare quella linea che ci separa, che vi separa da una parte della città, non so ancora giudicare se grande o piccola. È una responsabilità soprattutto vostra, ma possiamo cancellare quella linea insieme alle tante energie ed alla cittadinanza di questa città alla quale sono orgoglioso di appartenere e che vi ha dato una enorme fiducia in bianco e che già solo per questo merita rispetto, risposte, azioni concrete. Non avete più alibi, perché delle volontà hanno elaborato una proposta e l’hanno messa pubblicamente su un tavolo attorno al quale è possibile sedersi e discutere. Non potete ignoralo. Dovete riabituarvi a discutere. Tutti dobbiamo riabituarci a discutere. Non è vero in realtà, potete ignorarlo, ma questa adesso diviene una vostra scelta della quale avete l’obbligo di assumervi la responsabilità davanti a voi stessi, a noi ed ai figli di questa città: il futuro che stiamo seminando. A queste responsabilità vi richiamo con rispetto ma con fermezza.

    Con riguardo

    P.s: ringrazio Costanza ed Uwe devo a loro il titolo di questo documento, e parte delle intenzioni propositive in essa contenute; soprattutto li ringrazio perché con il loro esempio quotidiano, fatto di gesti, dimostrano con i fatti che il mondo che vuoi puoi contribuire a costruirlo, se hai voglia di faticare ed esporti, nel caso di Uwe finanche ad una denuncia penale. Ringrazio il cielo che vi sia gente così nella mia città.

    Palermo
  • 19 commenti a “Io non sono indignato, io sono orgoglioso di essere palermitano”

    1. caro giovanni, io sono stato sempre orgoglioso di essere siciliano, anche prima quando neanche conoscevo palermo fino a 15 anni fa. e ti ringrazio, anche da parte di costanza, per la tua disponibilità e sostegno nelle ultime settimane.

    2. io no

    3. Io vedo il CV di Callea e noto solo una bella quantita’ di incarichi istituzionali, anche in quella tana di raccomandati che e’ il Massimo. Logica direbbe che si tratta di un palermitano ammanigliatissimo, ma potrei sbagliarmi. Dato questo, direi che Callea ha poco di che essere orgoglioso di essere palermitano dato che fa parte della categoria di persone che ha reso palermo quella che e’. Chissa cosa ne penserebbe Callea se fosse uno dei tanti costretti ad andarsene perche’ non ne potevano piu’ di vedersi passare davanti gli incapaci ammanigliati!

    4. Complimenti Giovanni, hai scritto solo e soltanto la verità.

      Orlando sta gestendo la città in maniera vergognosa.

    5. Le maniglie non bastano per tutti quelli che si vorrebbero aggrappare.
      Gli esclusi scalciano.
      E scrivono.

    6. Link, io ho grande rispetto per chi ha deciso di andare via. Io stesso sono ancora a Palermo solo per una malattia in famiglia che ha reso opportuno non allontanarmi da Palermo quando volevo farlo circa quindici anni fa. Sono rimasto ed ho cercato di fare la mia parte. Possiamo se vuoi discutere nel merito delle singole cose, se e quanto hanno funzionato, alcune non le rifarei per l’energia che mi hanno richiesto e per i risultati che hanno prodotto; altre ho capito poi che non erano utili che il tessuto non era pronto, si impara facendo. Mi interessa anche poco che tu lo creda, perché chi giudica in maniera lapidaria come te senza neanche sentire l’esigenza di documentarsi non è un interlocutore che ritengo interessante, in ogni caso: non ho mai avuto padrini di nessun tipo meno che mai politici; non ho mai fatto una campagna elettorale in vita mia; semmai contravvenendo al buon senso (nel caso in cui fossi uno che cerca maniglie), ho sostenuto Ferrandelli a questo turno, e solo perché penso e sapevo che sarebbe finita così (no proprio così male no). Ferrandelli l’ho visto due sole volte in vita mia, e l’ultima durante la campagna elettorale per Sindaco, se provo a chiamarlo non mi risponde al telefono come immagino non risponderebbe a te o a nessun altro che non sia un suo accolito. (lo so perché ho provato a sentirlo e non per chiedergli un favore: questo ti dà la misura delle mie maniglie se non mi risponde al telefono uno per il quale mi sono esposto pubblicamente). Io ho sempre posizioni ideologiche mai di parte. esprimo pensiero frutto della mia riflessione e non della mia parte, perchè non ho una mia parte.
      Ritengo, ma questo più nel tuo interesse, se è un tuo obiettivo fare parte di un processo costruttivo, che prima di considerare, me o qualcuno, artefice dello sfacelo che denuncio su queste pagine e contro il quale mi adopero forse dovresti informarti e conoscere storie e persone.
      Probabilmente se anche tu fossi stato costretto a rimanere, avresti fatto delle cose in città e per la città, chi fa non è un eroe, è semplicemente uno vivo, ma non può essere il colpevole. Di tutto posso sentirmi responsabile ma non non certo del fatto che tu ed altri avete legittimamente deciso di andarvene invece di prendere per la collottola quelli che ingiustamente vi scavalcavano.

      Se c’è qualcuno che ha ragione di sostenere di essere stato superato da me in qualunque cosa (inclusa la fila al supermercato) in ragione delle mie “maniglie”, si faccia avanti, riferendo nomi e circostanze.

      Se c’è qualcuno che ritiene gli debba qualcosa per favori ricevuti di qualunque tipo, si faccia anche lui avanti.

      Altrimenti evitate questo brusio di sottofondo che se mi consentite è superficiale volgarità.

    7. Il punto e’ caro amico,che ,se e ‘ vero quello che duce Travaglio,
      in un video aperto a tutti,
      non c’è spesa pubblica che superi i 3 euro che non venga sottoposta ad inciuci.
      Ora solo a pensare che noi facciamo duri sacrifici per tenere in piedi un simile sistema,
      ci fa venire l’orticaria.
      Chiunque viene in contatto col sistema viene visto con ragionevole sospetto.
      Piuttosto vado a zappare la terra …

    8. Maniglia, io ho statali in famiglia e concordo con quel che dice Travaglio.

      Callea, non lanciare il sassino e nascondere la manina. Che fai, hai poca memoria? Non te lo ricordi piu’ il tuo commentino qui?

      https://www.rosalio.it/2014/06/16/lasciate-palermoabbandonate-questa-citta/

      Per il resto, TUTTI i palermitani ammanigliati dicono di essere gli unici palermitani onesti che hanno ottenuto gli incarichi solo grazie a studio e impegno, anche i nipoti di Cuffaro. Le balle raccontale a chi e’ tanto ingenuo da cascarci, bimbo mio! Se poi hai fatto fesserie e hai allisciato le chiappe sbagliate restando con un pugno di mosche in mano, quello e’ solo un problema tuo (e te lo meriti!)

    9. link, purtroppo alcuni palermitani che restano ed alcuni che partono (e non c’è una relazione statistica tra i due gruppi) sanno solo scagliare pietre dietro una roccaforte di pregiudizi ed ignoranza. Potrei anche avere degli argomenti solidi per comprendere la tua acredine e provare a farti guardare le cosa da un altro punto di vista, mi limito a farti notare che se fossi felice e realizzato come dici di essere non perderesti tempo come e su questo blog, ho imparato a tutela del mio tempo che c’è un livello di discussione al di sotto del quale è tempo perso. Siamo arrivati a quel punto. Se credi di avere titolo di aggredirmi documentati meglio, e farlo in maniera circostanziata e puntuale altrimenti emerge solo una rabbia inutile. Per il resto rilassati, salutami Londra e goditi la vita.

    10. mi scuso per il refuso “come” era “con me”

    11. Certamente la discussione scade di tono quando il dibattito viene personalizzato.
      Come scade di tono e di interesse quando ci si rivolge a soggetti che si guardano bene dall’intervenire,anche se chiamati in causa.

    12. Callea, ma credi veramente di zittirmi con il gettalife? Questo argomento si usava 10 anni fa… Non sei troppo esperto in dibattiti su Internet, figlio mio! Comunque sto a Birmingham, Londra ormai e’ diventata un cesso: ci sono troppi terronazzi che vengono in uk solo per spacciare e prendere i benefits.

    13. Vi ricordo che questa non è una chat.

    14. In effetti sarebbe interessante valutare le osservazioni critiche potendo guardare in faccia chi le formula e sapendo pubblico il suo curriculum…
      Il resto non aiuta nessuna discussione e presto scade nella volgarità.

    15. Il fenomeno del nepotismo e roba che si perde nei secoli.Ci si circonda di parenti,amici
      nella speranza di creare un debito di riconoscenza e quindi di avere intorno gente di cui fidarsi.Dimenticando il detto:dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io!

    16. Momò? Ke fù???

    17. Sabbenerica a tutti,

      il mio nome si vede, la mia faccia no, sono uno che questo blog lo legge e lo spulcia da sempre, ma che non riesce a scrivere per mancanza di tempo, pero oggi ne ho lette troppe di cose e mi è venuto il “vuggiuneddu” di scrivere.
      Io sono palermitano, ma vivo altrove, prima per obbligo lavorativo, poi per scelta di famiglia, ma ribadisco sono proprio palermitano assai, e non sono uno che si vergogna di esserlo, anzi sono uno che, a volt, si ritrova con un enorme vuoto di malinconia verso la sua città.
      Ma c’è una cosa che non capisco e che mi ha spinto a scrivere, ho letto che c’è chi è orgoglioso di essere palermitano, e chi si vergogna, c’è chi da la colpa agli amministratori, c’è chi ai mafiosi, chi a questo e a quello….tutto lecito, libertà di espressione sempre e comunque, ma io credo che non si debbano cercare scuse.
      Mi spiego, dare la colpa agli amministratori serve solo a farti fare il sangue amaro, ma gli amministratori li abbiamo votati noi.
      Dare la colpa ai mafiosi è classico, quando non si sa a chi dare la colpa si da ai mafiosi, che pure poso fanno poco per scansarla sta colpa, ma i mafiosi sono le persone che abitano accanto a casa nostra, o che magari ci hanno fatto un “favore”.
      Non capisco davvero perché bisogna sentire la necessità di ribadire che si è orgogliosi di essere palermitani( o se volete, essere quello che si è), comportatevi cercando di dimostrarlo più che di dirlo, facendo proposte, scassando la minkia a chi sporca, crescendo i figli con l’idea che la mafia è una montagna di merda, non comprando dove non c’è l’adesivo di ADDIO PIZZO, parcheggiando a modo, votando diversamente ogni tanto, insomma meritiamoci di essere orgogliosi.
      Per chi si vergogna di essere quello che è, mi spiace, essere quello che si è non si può cambiare, si può crescere, migliorare, ma cambiare no, se la cosa non vi piace, e vi vergognate tanto ad essere ciò che siete, c’è la droga che aiuta, o le seghe (come dicono qui, dove vivo adesso), insomma vergognatevi da siili, che non c’è bisogno di condividere con chi vuole crescere.
      Probabilmente chi leggere queste parole si annoierà o si indignerà, pochi saranno d’accordo, molti non lo leggeranno neppure, ma poco importa, io ho scritto quello che penso.

      P:S.: per tutti quelli che incitano le persone ad andar via, volevo dare un consiglio, prima di invitare i giovani a lasciare palermo fate così, vivete 10 anni in un posto che non è casa vostra, con un clima atroce e diametralmente opposto a quello di casa vostra, con la gente che non ti calcola nemmeno quando dovrebbe, mentre sognate la vostra città pensando che sia speciale anche con i difetti peggiori, mentre quando chiamate a casa i vostri amici e parenti pensano che se sei lontano è una specie di colpa tua…..ecco dopo 10 anni così se avrete ancora la voglia di dire agli altri di andarsene, fatelo pure, ne avete acquisito il diritto.

      A tutti….

      Tony

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