Ballarò non è un verbo al futuro
Massimo Giannini l’ha fatta grossa. Nel corso della prima puntata di Ballarò, succedendo a Giovanni Floris, in un impeto ben augurale a tutti i costi, nel corso del siparietto camuffato da intervista con Roberto Benigni, ha attribuito al nome della sua trasmissione il significato di un verbo declinato al futuro.
Cosa ignora Giannini brucia un po’ di più a noi palermitani, che uscendo dalla premessa un poco provinciale che il nostro è il meglio e come tale deve essere conosciuto universalmente, speravamo in una maggiore reattività dell’ottimo professionista ex vice direttore di Repubblica. Continua »
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