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sabato 20 apr
  • Il Teatro Biondo chiude la campagna abbonamenti con un +70%

    La campagna abbonamenti del Teatro Biondo Stabile diretto da Roberto Alajmo si è chiusa registrando un nuovo record di spettatori e di incassi.

    Rispetto allo scorso anno gli abbonati sono cresciuti del 70%, passando da 3917 a 6546 (nella stagione 2012-2013 erano 1470), mentre il relativo incasso è più che raddoppiato, passando da 340710 euro a 689450 euro, più che quintuplicato rispetto a due anni fa. In particolare, gli abbonamenti alla Sala Strehler hanno registrato il tutto esaurito.

    La campagna abbonamenti è terminata con l’ultima recita del primo spettacolo in cartellone, Io, Nessuno e Polifemo di Emma Dante. Da questo momento è aperta la prevendita per tutti gli altri spettacoli in cartellone, per i quali sono disponibili ancora alcuni posti.

    Palermo
  • 5 commenti a “Il Teatro Biondo chiude la campagna abbonamenti con un +70%”

    1. Ottimo, si prevede sold out, emma dante che non “sputerà” più sulla città che non la merita ora che ha un impiego stabile in città, record di spettatori e incassi, successo della nuova gestione… MA, per completezza…
      costa ai palermitani che pagano tasse: 1.400.000 (Regione), 1.750.000 (Comune), 700.000 (Ministero), totale finanziamenti pubblici, soldi pagati dai cittadini 3.850.000 euro. Gli introiti da botteghino corrispondo a circa il 15% del totale. Se si dovesse calcolare nelle tasse pagate dai 6546 abbonati una quota destinata allo spettacolo si otterrebbero volendo essere MOLTO GENEROSI altri 600.000 euro, vuol dire che 3.250.000 euro sono pagati da cittadini che non usufruiscono degli spettacoli, ma consentono ad altri cittadini, che magari si atteggiano a tischi toschi, élite, snob. Qualcuno dice “pero’, l’indotto…”… a parte il bar e qualche impiego locale (attori e tecnici compresi), molti di questi soldi servono per pagare compagnie esterne (giusta l’internazionalizzazione, ne abbiamo abbastanza della tasciume… non è questo il punto), gli spostamenti degli spettatori equivalgono a consumi di benzina che non c’entra niente con l’economia palermitana (essendo in mano a forestieri italiani e stranieri). E sembra che gli introiti coprono a stento le spese.
      Insomma, mi sembra giusto dire che questa attività, questi attori e tecnici, non sono pagati dal mercato ma dai soldi dei cittadini che lo spettacolo nemmeno lo vedono, che quella parte di pubblico che si atteggia a élite, tischi toschi, snob, sta beneficiando di uno spettacolo pagato dai cittadini (magari con poche risorse economiche), spettacolo al quale loro economicamente partecipano solo in minima parte, come visto nelle cifre che scrivo sopra anche se in linea generale senza dettagliare.
      Anche emma dante che “sputava” sulla città… e il mercato?
      P.S. anche i clienti dei negozi del centro quindi i negozi stessi, i panifici, l’idraulico che si sposta, etc. creano indotti quando si muovono per acquisti o prestare opera

    2. CORREGGO: 3.250.000 euro sono pagati da cittadini che non usufruiscono degli spettacoli, ma consentono ad altri cittadini, che magari si atteggiano a tischi toschi, élite, snob DI BENEFICIARNE

    3. Che schifo

    4. Così
      troppo facile mandare avanti la barca.

    5. @ Giorgio e Emma Fante,
      ieri nel web palermitano diversi siti online (forse anche tv e giornali) hanno pubblicato questa notizia in modo tendenzioso, con enfasi, come una vittoria sportiva. Omettendo la completezza dell’informazione, ovvero i conti, i motivi per i quali considerano un obbligo e un diritto il finanziamento, i meccanismi… soprattutto CHI PAGA.
      Quando si parla in questo sito di fatti ameni o di aggaddi, più o meno motivati, arrivano gli schiffaràti a scrivere post del livello buontemponi che non hanno niente da dire ma commentano lo stesso, qui invece non ha replicato nessuno alla mia osservazione.
      Invece il dibattito dovrebbe riguardare la democratizzazione della cultura, distinguendo, ovviamente, nel programma, cosa potrebbe essere realmente degno di essere definito “culturale” e cos’è semplicemente spettacolo passatempo che lascia il tempo che trova.
      Democratizzazione dei luoghi deputati allo spettacolo di più alto livello (per gli standard della città). Ma probabilmente la democratizzazione esclude i “concetti” di élite, snobismo, tischi toschi… ma i soldi di coloro che non ne fanno parte sono ugualmente utili, e consentono l’annacamènto…
      Il mercato paga solo il 15% di questi spettacoli…

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