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venerdì 29 mar
  • Crocera palemmitana, storia di due palermitani doc, Tatò e Peppuccio

    – «Tatò, a mia mi piacissi di fare ‘na crociera!».
    – «Nca facemula, Peppuccio, tu n’hai picciuli?».
    – «Nca picciò, haiu cinquanta milalire!».
    – «Certu, Peppuccio, ca sunnu picca, ma nsamai, ora viremu…».
    Si mettono a cercare disperatamente ma quei soldi erano veramente troppo pochi, non trovarono proprio niente per quella cifra.
    Un giorno, passando davanti al porto, leggono un biglietto scritto a mano ed attaccato su un palo.

    crocera

    – «Bellissimo, Tatò, ci andiamo?».
    – «Nca ciettu! Rumani nuatri semu ca, ai sei, puntuali! Mi raccumannu, mentiti ‘a sveglia!»-
    Si presentano puntualissimi, con lo zaino e trovano due “esattori” ed un po’ di gente in fila. Appena tutti finiscono di pagare, i primi diciotto, e Peppuccio e Tatò rientrarono nei diciotto, uno dei due esattori dice: Si accomodino, scendete dalla scaletta e salite sulla barca, ognuno si siede in un posto scegliendo ‘u scalmu, destro o sinistro, a dipendenza di li so muscoli.
    – «Tatò nzocch’è ‘stu scalmu?».
    – «E chi nni sacciu iu?».
    Scesi con la scaletta, tutti in fila, si trovano ora dentro un barcone, a remi, nel quale furono praticamente costretti a prendere posto nei sedili, ciascuno con un remo. Ed ora l’esattore capo, con un megafono annuncia: i colpi di remi saranno cumannati dal mio grido e dal tamburo dell’amicu miu, misu docu a poppa: ogni cuorpu un cuorp’i remu! Va bene? ‘U capistivu? Ed ora partiamo ….
    E si comincia il viaggio: Uè, turutum,….uè, turutum,….uè, turutum,….uè, turutum,….uè, turutum…
    Alla fine del quarto giorno sono arrivati a Ustica e si sente di nuovo il megafono: ‘U capisciu, siti stanchi….’un vi preoccupati, oggi jiamu chiù lenti, at’a biriri l’isola …. faremo il periplo e poi….ni mintemu na strata pi turnari.
    – «Tatò, nzocch’è stu periplo?».
    – «E chi nni sacciu iu?».
    E ricomincia più lentamente: Uè, turutum,….uè, turutum,…. uè, turutum,….uè, turutum,….uè, turutum….
    – «Tatò nuatri semu morti e mancu troppa acqua c’è …. cu stu cavuru! Ma mi pari ca puru iddu si stancò….
    – «Ciettu ca sta crocera…unn’è ca mi pari tantu bella! ai genti ci piaci ca s’addivertunu….mah!
    Finito il periplo di Ustica, dopo altri cinque giorni di fatica e sudore…il barcone ritorna al molo Santa Lucia e tutti scendono stremati, bruciati dal sole e dimagriti di parecchi chili.
    Peppuccio raccoglie lo zaino e la borraccia e si rivolge all’amico: Tatò, ciettu ‘sta crocera…iu comu iu, e quasi quasi ca ma vulissi scurdari….ma…..a chiddu r’a musica chi fa, ci l’amu a dari ‘a mancia?

    Ospiti
  • Un commento a “Crocera palemmitana, storia di due palermitani doc, Tatò e Peppuccio”

    1. Ah, quindi e’ una barzelletta! Molto fresca, direi. Di sicuro e’ piu’ recente della camminata a piedi scalzi, il che e’ gia qualcosa.
      Ed io che pensavo si trattasse invece della denuncia sociale di come due appartenenti al sottoproletariato urbano palermitano cercassero di poter emulare, ahime’ senza successo, le abitudini turistiche delle classi sociali sovrastanti, e di come tale sforzo venisse mortificato da biechi capitalisti approfittatori della loro candida ingenuita’, ovviamente figlia dell’ignoranza che la classe politica vuol perpetuare nei loro confronti, in modo da poterli manipolare a piacimento per i loro loschi fini.
      Delusione.

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