Sarà che si sta avvicinando l’autunno, sarà che il meteo aveva predetto piogge torrenziali, sarà perché ho riletto It da poco, o per una combinazione di questi tre fattori, ma mi è venuto in mente cosa sarebbe potuto accadere se Stephen King fosse nato a Palermo e se avesse ambientato il suo capolavoro piuttosto che a Derry, nel Maine, a Palermo, in Sicilia.
Se non avete letto il libro, vi consiglio di farlo, perché è bellissimo. È un libro d’orrore, ma non solo, è un libro in cui Stephen King racconta magistralmente di amore e amicizia. Racconta il passaggio dall’infanzia all’età adulta e di come questo passaggio spesso, ma non sempre, ponga fine alla magia della vita e molto, molto di più in milleduecento pagine che scorrono veloci.
La storia inizia con un bambino con un impermeabilino giallo e degli stivaletti, che dopo una pioggia torrenziale va a fare navigare la barchetta di carta costruita col fratello maggiore. Quando la barchetta finisce in un canale di scolo, trasportata dall’acqua piovana, il piccolo George cerca di recuperarla e viene attirato dal clown Pennywise, una delle facce con cui il male vivente a Derry si mostra agli abitanti.
Ora, torniamo a noi. Continua »
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